NESSUNA REAZIONE ANTIAEREA

NESSUNA REAZIONE ANTIAEREA NESSUNA REAZIONE ANTIAEREA (Da uno pbi nostri inviati) Macallè, 14 notte. Ogni mattina la sveglia al campo del Comando Superiore di Enda Jesus, è data dal rombo dei motori degli aeroplani, che dal campo di Sciafat appaiono nel cielo, insieme al sole e qualche volta prima di esso. Ma la sveglia dataci stamane, non era delle solite. Un'ora dopo il primo sussulto e il primo svogliato batter di palpebre — si dorme così bene nelle tende di Enda Jesus, pulsanti, leg-\ cgere, ariose, come mongolfiere! —i vil rumore delle martellanti soncr, Arie, non era finito ancora. Caso \ dstpcsnben strano davvero. Dove mai, e ■ crfgdbntSalto giù dalla branda, metto la ( ttesta fuori, chiamo il carabiniere j ccon quali elementi aveva potuto riaccendersi una cosi grossa battaglia, da richiedere l'intervento immediato totale di tutti gli apparecchi presenta a Sciafat f Impresa di pace che passeggia con il moschetto in spalla, tra le vie e viuzze della città di tela, e gli chiedo se sappia cosa stia succedendo. Ma il primo dovere del carabiniere di servizio è quello di non sapere mai nulla di nulla per i borghesi; sia pure per questa curiosa razza anfibia che siamo noi giornalisti: borghesi immersi nella vita militare sino alla gola. La mia curiosità si accentua. Mi vesto. Esco. Altre domande. Ecco qualcuno che sa e che può parlare. Ventidue apparecchi sono partiti or ora per Addis Abeba. Non si tratta di un'impresa di guerra vera e propria. Sarebbe anzi più esatto dire che si tratta di impresa di pace. In termine tecnico: un volo dimostrativo. L'ala italiana non reca bombe, questa volta; ma solo parole di invito a riflettere sulla realtà che le bombe hanno creato. Oli apparecchi sono carichi di manifestini diretti alla popolazione scioana, che forse non ha ancora — o non sa bene — quanto è realmente avvenuto sulle frontiere. L'Italia ha vinto, ma non vuole stravincere. E sopratutto non è di suo gusto combattere ancora contro un popolo ai quale ancora- si tenta di far credere che sussista per lui una possibilità di vittoria. Ventidue apparecchi sono partiti* or ora da Sciafat, con questa missione profondamente umana. Tra gli annunci che essi sono stati incaricati di trasmettere alle popolazioni di Addis Abeba, c'è anche quello del rinnovato bando di soppressione della schiavitù in tutte le terre in cui ha approdato e approderà la bandiera italiana. Chi vuol capire, capisca. Sui cinquanta o sessantamila abitanti stabili di Addis Abeba, trenta o quarantamila sono carne comperata. A Sciafat, mie mi reco immediatamente, il campo è ancora tutto vibrante per la grande partenza. Sona le otto. L'ultimo apparecchio ha. decollato da circa un'ora. Il cielo è limpidissimo, l'aria, ferma. Tutto propizio, tutto armonicamente pronto per accogliere e accompagnare il carattere inoffensivo della spedizione. I manifestini Raccolgo qualche dato. L'imponentissimo stormo è formato di tredici « C.A. 133 » e da nove « R.O. Ss ». E' noto che i grossi «C .A. » sono apparecchi da bom bardamento e gli « R.O. » da cac-' eia. Su foglietti tricolore destinati a essere lanciati sopra l'abitato di Addi3 Abeba erano scritti, in! amaiico, i nomi di tutti i capi che da- febbraio sono stoti battuti e costretti alla fuga, le vittorie con¬ c«scdct«snllqfèpzprpgrdldcrnpds Dopo i primi minuti di panico, la popolazione della città è ritornata sulle strade ed ha appreso dai foglietti lanciati dai nostri aviatori che tutta l'Abissinia, dopo la sconfitta del negus, è ormai sotto il nostro controllo che gli italiani avrebbero già più volte potuto radere al suolo Addis Abeba, ma che per ora il Comarido italiano riteneva sufficiente far seguite dall'Italia e tutte le battaglie combattute, l'elenco competo delle regioni conquistate, in cui le popolazioni hanno espresso sentimenti favorevoli agli italia ni. Infine conoscere a quella popolazione la clclt manifestini dicevano j mvpfrrealtà degli avvenimenti, a loro forse sconosciuta. * Gli apparecchi sono partiti oggi verso sud, senza alcuna arma d'offesa preordinata. Essi hanno a bordo solo armi difensive, per la non difficile eventualità che da terra possa muoversi loro un at tacco_ Jt compu0 di gettare sulla capitale etiopica i manifestini di cemalmcconsiglio e di monito è affidato ai « Caproni ». / « caccia » dovranno scortarne e proteggerne la rotta, con formazione triangolare di coda. Il primo apparecchio si è staccato dal campo alle 6,15. Appena mezz'ora dopo la partenza dell'ultimo apparecchio, co-. «linciano ad aniuare al campo le| segnalazioni della radio. Tutto bene; tempo biìono. L'arrivo nel cielo di Addis Abeba è previsto per le dieci e mezza. Sono le dieci e quaranta, infatti, quando a Sciafat si annuncia che Addis Abeba è stata raggiunta, e che gli apparecchi incrociano quel ciclo, senza che la difesa controaerea si sia pel momento fatta viva, radio tace a lungo. vtlvsclSotto gli eucaliptus Quando ricomincia a parlare, è per avvertire che tutte le squadriglie si sono già messe sulla via del ritorno, tenendo la stessa rotta dell'andata. Il programma del volo contemplava l'eventualità di una Poi la gìii rI nnccVqudmzdeviazione per l'Aussa, nel caso j mche le montagne dell'Alagi fosse-1 ro apparse, come di questa stagio- ; ne assai di frequente accade sul cprincipio del pomeriggio, coperte'di nubi. Ma non ce n'era stato bi- sogno. Le condizioni atmosferiche* continuavano a mantenersi eccellenti. , Il primo apparecchio, un « caccia», tocca il prato di Sciafat all'una e mezza del pomeriggio. Man j mano, tutti gli altri. Ufficiali, avieri, meccanici presenti sul campo, accorrono a ricevere e a far] festa ad ogni arrivato. Si può di-', re che la curiosità esploda. Il fuo- ! co di fila delle domande comincia, j ed esige risposta immediata, pri- \ ma ancora che i reduci abbiano \ avuto il tempo di uscire dalle car-1 linghe. « Come è Addis Abeba t ». « Come siete stati riceuttti ? » « Nessun colpo T ». « La cittadinanza ha a . | vuto pauraf» «Armati ne wetff|t'isti, durante il viaggio f ». Ecco, riunite in un racconto so¬ lo, le risposte a tanti interrogativi. Qualche chilometro oltre Dessiè, V veloce ritmo della leggendaria cavalcata aerea si è rallentato qualche minuto, perchè, secondo quanto era stato prestabilito, gli apparecchi potessero |Stabilito il contatto radiotele grafico e ottico tra gli apparecchi, ìin formazione triangolare, puntai rono decisamente, a tutta velocità, su Addis Abeba. I Per molti dei volatori, la visione della capnale etiopica era mio Jj j j lla formazione definitiva nella quale sarebbero apparsi nel cielo della capitale. Gli apparec-] chi da incursione veloce si porta- ■ Vano ad una quota superiore di, quella dei grossi « Caproni » per ; poter esercitare il controllo su una maggiore ampiezza di terra e,di cielo. | va. La immaginavano più piccola,. ma — pe,- cosi dire — più sostan-\ ziosa. Un immenso parco, più che. una- città, nel senso che comune¬ mente si intende. Tra i milioni e j milioni di eucahptus che coprono 1 Addis Abeba di un gran manto ; verde, i ghebi. Te cJiiese, le poche costruzioni di tipo europeo, appa'iono come i rottami di una città, o come la prima traccia, come i *punti fermi di una città di là da ] ', vengono ad incontrarsi in ! croce pressoché perfetta le venire. Tutto il resto, i tucul e le casette di fango, che costituiscono il corpo vero della capitale, bisogna cercarli faticosamente col binoccolo, sotto la coltre della boscaglia. Città ideale per la difesa controaerea. Salvo il centro, dove una due j massime arterie — quella che va \ dalla stazione ferroviaria alla cat \ tedrale, e quella che unisce la 1 strada di Addis Alem alla strada delle legazioni — Addis Abeba è tutta un gran nascondiglio naturale. Tanto è vero questo, che stamani essa è apparsa agli occhi de¬ |2?^af^L?f^,,^jtói^S di vita umana. I pochi momenti |intercorsi fra il primo giungerei,.„™k„ „ ! del rombo dei motori e l appari-* zione delle macchine erano statii | piu che sufficienti per consentire ! Le ali italiane sono rimaste'trenta minuti nel cielo di Addis \ Ja tutta la popolazione di correre j al riparo. j La squadriglia ha fatto tre voij te il giro della capitale, gettando la"più riprese i manifestini trico toH Dopo tale geat0 rassicurante, lche gruppetto di sciamma è ] cominciato ad apparire allo sco- ■ perto e si vide> anzi> ,a arande | , prateria „ituata nci paraggi della i ; stazione ferroviaria, animarsi di i „ua\che centinaio di persone .che ! ,pareva /acessero verso gli aerei | Segni di amicizia. Di reazione controaerea, nessun indizio. Mezz'ora sulla città a h-i,. i „,.„.„• r„.,„i '. ! . Abeba. Mentre t grossi « Cajwomj..\ lasciavano cadere il loro carico di . carta, i «caccia» si abbandonaUltimata brillantemente la foro missione, le squadriglie riprende- \ vano a ardite evoluzioni acrobati che, come se invece di trovarsi so pra la. capitale di un paese nemi co, fossero in casa loro. vano la rotta verso Macallè. Tut-]ta la terra intorno alla capitale ifra lanciato asrii occhi dei volato- ri la sensazione di grandi possibì- lità agricole. Dapertutto acqua 'e! inverdura. 'iIn sette ore di volo, i nostri ap- |gparecchi hanno coperto, comples- j csivamente, tra andata e ritorno,ìamille e cento chilometri. leDurante il volo di ritorno alni- cni « Caproni » atterravano felice- Ismente sul nuovo campo di Quoram | sc riprendevano qualche ora dopo\ la via di Sciafat. Renzo Martinelli drauna. integrale organica soluzione. ^ regioni dell'A. O. grazie alla oro speciale costituzione y aI- .««.«.tltAnn* "i- :SLe riCCneZZe minerarie "...... _ jTesistenti nell Africa Orientale ! gRoma 14 notte ' !Nella riunione del 9 aprile il!'Consiglio dei Ministri ha approva-1 eto fra gli altri, un provvedimento1 gper la costituzione dell'« Azienda j bMiniere Africa Orientale» (A. M.|tA. O.). Il problema minerario delle nostre colonie dell'A. O. viene ad essere con esso affrontato per gica, geolo- sono molto importanti dal d(N punto di vista minerario. Il mine- rale erjtreo più importante è l'oro. I óNel 1931 la produzione fu di 2 Kg.fdi oro che divennero 55 nell'anno! seguente, 130 nel 1933, 300 neliz1934, 111 nei primi sette mesi del v1935. Attualmente l'Eritrea è al Insesto posto fra i paesi dell'Africa j sproduttori d'oro e al 42° della pro-lcduzione mondiale. lL'impiego come ma°°, d'opera I cztqzvl&-Cf erro. Basti notare che giacimen-1 dti di minerali ferriferi di oltre 20a milioni di tonnellate al tenore del ! L regolarrnente retribuita del prigio nieri e degli schiavi liberati nelle terre conquistate, risolve il proble °»a più grave dello sfruttamento dell'oro eritreo, quello della mano d'opera. Oltre all'oro, altri minerali di notevole valore -si riscontrano in relativa abbondanza nel sottosuolo; rame, ad esempio, si trova nelle vicinanze di Torat, ma quello che forse più abbonda è il 42 per cento di ferro metallico, e- ! d^^ nel,.Hamasien mentre altri ; asi trovano in altri punti della co-cIonia. Sono stati scoperti anche dminerali di manganese, per quanto gpiuttosto poveri e nella regione di sSaganeiti un giacimento di mine- i trali di piombo di notevole impor- otanza. Esistono inoltre giacimenti, S gì mercurio e di mica q La Somalia italiana presenta es- ! pLa Somalia italiana presenta essa pure notevoli ricchezze mulerarie. Nella Somalia meridionale esistono filoni di galena argentifera ed è stata segnalata la presenza di mercurio. Nella Somalia meridionale, specialmente nella regione dell'Enghertà e dello Sciaveli, esistono depositi dl magnetite; presso le foci del Giuba esistono in abbondanza sabbie ferrifere che possono contenere anche l'SO per cento in ossido di ferro. La Somalia media è ricca di sali di potassio e di sodio. Finalmente nella Somalia centrale è segnalata la presenza di petrolio. Vi è inoltre ricchezza di marmi colorati e di pregevoli graniti ai quali si trovano talvolta associati il perillo (gemma assai pregiata) e fi granato (le specie di bei colori e trasparenti si usano come gemme, le altre come smeriglio I. Le ricchezze minerarie in Etiopia sono senza dubbio grandi c varie. Si sa che l'oro esiste un po' in tutta l'Etiopia nelle roccie quarzose e nelle sabbie di alcuni fiumi, come, per esempio, il Baro e il Didessa. I giacimenti più importanti sono probabilmente quelli dell'Uollega. Nella stessa regione, e precisamente presso il villaggio di Yubdo, è stato scoperto un giacimento di platino. Si sa che vi esiste il tungsteno, il quale è presente anche nell'Harrar, dove si trovano pure minerali di stagno. La Dancalia è ricca di sale di sodio e di potassio, di depositi di zolfo e di sale. Si hanno motivi per ritenere che vi esistano note nlcscdvoli quantità di petrolio. Il carbo- ne esiste nello Scioa: lignite di ti-ipo picea, cioè dl ottima qualità, ' ' trova nella regione del lago |si Tana. L A SCUOLA ALLIEVI UFFICIALI Dl SAGANEITI (ERITREA)

Persone citate: Addis, Renzo Martinelli