La ricostruzione di ima squadra

La ricostruzione di ima squadra La ricostruzione di ima squadra Zurigo ha risolto il problema del momento -Ora occorre affrontare compiti più ardui è a e o , o — a Metà dell'interesse della provai ssoslenu-ta- domenica scorsa dalle]zsquadre nazionali dell'Italia e\tdetta Svizzera derivava dalla par-isticolarità del momento che attra-ìrversa la nostra rappresentanza ipcalcistica. E metà dell'importanza {sdì tale momento emana dalla spe-i tciale situazione polìtica del no-]cstro Paese. \cI fatti che hanno conferito que- ilstc speciali caratteristiche al ino- nmento sportivo sono noti. In un Qintero anno — precisamente dal 21, marzo del '35 al principio di aprile del '36 — la nostra Razionale era uscita di casa una sola volta: da più di cinque mesi ecclprecisamente dal 27 ottobre 1935\t— essa non varcava i confini. Da \ cpiù di quattro mesi non era stata] mobilitata affatto. \ssi era perduto il contatto col-\ll'estero. Elementi che potesSero,\Pcon attendibilità se. non con sic»-\flrezza, servire di base per valuta- »re la nostra attuale forza tecnica fquella dello I wei confronti con straniero, per scienza propria più non possedevamo. Sapevamo che il nostro giuoco si trovava in periodo di incertezza e sfasamento, dovevamo ammettere che, in confronto al passato recente, ci trovavamo, specialmente per quanto riguarda il giuoco d'attacco, in fase discendente della parabola. I pruni passi sono sempre pericolosi, quando si ha un nome ed una responsabilità da difendere. Per questo motivo a Zurigo si ritenne opportuno di camminar prudenti e di non correre nessun rischio. Una sconfitta avrebbe i avuto il sanificato di una confo- ma del nostro stato di incertezza', Occorreva vincere, e si vinse. ! Non si creda che le cautele siano : state esagerate. Bisoqna togliersi una volta per tutte Viltusiom che]esistano, specialmente all'estero, incontri facili per gli azzurri. Di] facile non v'è nulla per nessuno, ai giorno d'oggi; e per coloro che hanno l'onore di difendere il nome del nostro Paese nelle competizioni sportive, tutto è difficile. La squadra nazionale italiana è la squadra da battere. Dovessimo incontrare il Lussemburgo, il più dei bole degli awersari continentali, troveremmo forze centuplicate per l'occasione. E' inutile pensarci: lo sport come sport ha cessato di esistere. Per lo meno nel tormentate » o mento attuale non esiste, ^pre politico domina tutto. Nonio-dimentica tede fattore nessun no-' stro avversario; non lo dimentica il gìuocatore che si illude di ititi- mi-dire Z uomo nostro con ogni sor- ta di mezzi, non lo dimentica lo spettatore pervaso dallei- aspira- , zione sadica di veder battuto ed in ginocchio qualcuno che reca sul petto e nel cuore il nome d'Italia.LE' giusto che tale fattore abbia\presente il rappresentante di «« Paese come il nostro. E'giusto che individualmente si sia energici, e\si sia pronti nel farci rispettare. che collettivamente si sia fieri; e\giusto che tatticamente si sia cau-\ti e -prudenti. A Zurigo, il perdere la testa o nell'impostazione dellailotta o nel far fronte ai dieci nti-\miti di tempesta finale, poteva vn- lerdire comprométtere il risultato. Tecnicamente, la partita di Zu-rigo disse tutto quello che essa do-ìcera dire sul valore degli avver-suri. La Svizzera ha migliorato in futto di estrema difesa e si è con-ferito un sistema in eiuanto ad ut-tività di arginamento. Ila fattoiun passo addietro nel campa del giuoco costruttivo. Uomini, come qualcuno degli avanti elvetici che petssuno i novanta minuti in leu- tativi di irrnsione impetuosa e vioAlenta, con l'uso elei mezzi fisici edi niill'riltro, attraverso alle ma-glie. della difesa avversaria, nejnpossono sperare di far strada nel calcio internazionale. A Zurigo, e/- fcttìvumcutc, la Svizzera, non ini-se i>i campo che mezza squadra< avente il diritto a titeilo rappre-\aenlativo, la metà che comprende • portiere, terzini e mediani. La nostra squadra di Zurigo {comprendeva elementi anziani. u«- 'iniiti nuovi e ginoctttori vergini del 2 l' a -j o j -j a o r l'ala destra lutto alle fatiche internazionali. Il blocco rivelò detti e difetti, lece cose buone e cose scadenti, svolse giuoco a tratti chiaro ed a tratti confuso. Le reclute dell'unità eremo elite: il portiere Musetti Pasinati. Il portieri era nuovo alla squadra nazionale nel puro senso che non aveva mai vestito la maglia azzurra nella squadra maggiore. Aveva già ginocuto coi cadetti un paio di volte cel aveva fatto il campionato del mondo come riserva. Ebbe un tiro solo veramente difficile da parare — »c/ secondo tempo su. calcio dì punizione —, e lo parò magistrulmente. L'ala destra era, viceversa, coscritto in tutto il senso della parola. Mai visto nulla di azzurro prima d'ora. Appartiene a quella scuola triestina che non conosce timidità ne esitazioni. Ben dosata c graduata, l'iniezione di vigorìa che i triestini rappresentano nel- la squadra, jmò e deve far del be ne alla nostra rappresentativa, Questi uomini che non conoscono emozioni, che son freschi, sani, combattivi e volitivi portano nella compagine quelle doti che lo sviluppo della tecnica è venuto smorundo in molti: la forza penetra tiva, la semplicità e la linearità di condotta, lo slancio, la velocità, Pasinati, tipico esempio di questa- scuola- — la scuola dei «mu¬ letti» la Qf"a7c«»io - non è. Per il momento, un tecnico sopraffln°> e "ie''° f?luio ed anche me' »? "[voluto del suo compagno di f1? sinistra, Colatasi, ma e, come "H uomo da sfondamento. Chiuso in sè come Colaussi, è co me lui deciso e veloce, e, come lui, « va su tutti i palloni », tenta di sfruttare tutte le occasioni, A Zurigo ottenne angoli su angoli, e fu l'uomo più veloce in campo. Che il momento nostro è, tecnicamente parlando, dei più delicati. Basta dare uno sguardo, in profondità, a quanto avviene in campionato, per convincersi dello stato attuale di quella che dovrebbe essere ed è la nostra unica officina di produzione. Basta, d'altra parte, considerare gli incassi c"e /«*Jare.!'}' a~~>"» «"'^fero «w» «« di quello che da "<»> oltre confine, si attende: per »01 " contro d< ,l0' " ^olico «° C0'TC massa a vederci. Litalia Regnato in questioni di pan]», e un attrazione di primo 0,'d,l,c al !',0'"° do^' ] v'è U bisogno sacrosanto che , forze fresche, giovani e nello stes "o tempo tecniche ed intelligenti sPUhcpaempSrnlrsnstct1sGAvcdaccorrano a rincalzo degli clementi che finora han difeso i colori nostri. A Zurigo, la nostra | squadra si portò complessivamen-] te bene, e certamente essa farebbe meglio se una seconda fatica dovesse affrontare anche nella stessa formazione. Ma non è detto che la forza viva che emana da questo complesso, che, ripetiamo, dopo tutto, aveva funzioni di prova, sia in grado di risolvere i jfj (./|c VE caìcisliea può, prospettare domani ai calciatorlì -' un'Ungheria che esce ' ora da una- crisi durata otto anni e lotta e comincia ad imporsi. V'è un'Austria che combatte dispera t„mmte risal,re ed „„ tecnici per farlo. V'è una Germa nia che ha dato eilla sua prepara gìom c({ f(„(( 8,m onlllìli-zfl,io,lf dj sqHttdì.a un C(tn,tteie di seveL.,w mintare c che vuole ad ognl \costo COMquistar it primato. V'è wlw Cecoslovacchia che non ce dc „„„ Spnf/na 0lWi nri „olitri \gHardi, arde del desiderio di ri ,.,„,.;,,,, proojcmi tutti che, nella] \lnro ,jravjta, fan penSare. \ n giocatore nostro anziano] „„■„ deve smomitare, che eli tilt-] iti ^ v,lò aver Usogno quando luì \nostra supremazia è minacciata.' rd É j„Knisr> f,„rf„r „ feir etuestioni dr,à j,-,, VOniini in piena efficien]x(!. — vedasi la stupenda partitaìdel trentacinquenne Meniti a Zu-\ [rigo —; ma v'è la necessità asso /„/„ c)le dai ritoio dei giovani -\qualcuno, e più di qualcuno, c, maga c.ejUe do/i, colla classe, col oi carattere, col temperamento che l sono indisj>cusabili per fare il e « nazionale d'Italia». Non scora ge giamo i giovani, se anche a Ne>- vara non han fatto mirabilia, A Zurigo è andata brne. Ila risolto e, la questione menale del momento, -[ed ha impostato i problemi tecnin.ci dell'avvenire. Oret occorre, n-yll l'imminènza di difficoltà maggio- ri, far meglio che et Zurigo, -] a] Vittorio Pozzo -\

Persone citate: Colaussi, Musetti Pasinati, Pasinati, Vittorio Pozzo