Col XII Giro di Toscana si apre la contesa per la maglia tricolore

Col XII Giro di Toscana si apre la contesa per la maglia tricolore Col XII Giro di Toscana si apre la contesa per la maglia tricolore La gara organizsata per domani dai colleghi de « La Nazione » ha il duplice aspetto di rivincita della « Sanremo » e di prima prova dì campionato italiano. Lo svolgimento e il risultato della prima classica sono di troppo fresco ricordo per doverli rievocare a sostegno delia tesi che non vuole infirmare l'affermazione dei vincitori, nè scusare la batista dei favoriti, ma che pretende solo da quelli una conferma e da questi una rimessa a punto, prima di sconvolgere l'ordine di valori che ci aveva trasmesso la passata stagione. Il lato sportivo della « Sanremo » è stato chiaro, regolare, bello (da parte dei giovani) in termini superlativi; non altrettanto quello tecnico che, improvvisamente sconvolto, ha lasciato perplessi i piti attenti osservatori e commentatoli, specie ciucili che,come me, e non è la prima volta cfte lo confesso, non credono ai miracoli sportivi in massima e a quelli in massa in ispecie. E> a gUara-ar a f0„d0 le cose, ,j trova che la media-rècord della « Sanremo » può essere spiegata senza abbandonarci all'illusione deH'improwiso sorgere di un gruppo di « assi », col fatto che inni in passato si erano trovati a fuggire sin dalla partenza undici uomini decisi e concordi a osare tutto, compatti sino in vetta al e , a i a , a e n e a i e l , o e e o n a o r a ? i - te l a a , i - à a - o r i o e o , ù , i . . r* ; . i r a a n , . i Ture/tino e poi ridotti a più ristretto, ma non meno affiatato nucleo sino a Capo Berta. E il distacco incolmabile dei favoriti si spiega, non si giustifica, con la loro vieta mentalità, col ritardo di reazione, con la sfortuna che, direi quasi giustamente, li colpì. La vittoria, poi, di Varetto, sta a dimostrare la maturità di un già esperto corridore, conosciuto per le sue doti di agilità e velocità, che ha trovato la gara adatta per mettere in luce queste sue qualità, che ha saputo prepararsi a punto Ridotte cosi ai loro veri termini le belle e le brutte sorprese della «Sanremo», ci si attende, ripeto, dal Giro di Toscana, la conferma o la rettifica delle impressioni, e dei giudizi che la prima gara ha suscitato. Si trutta, cioè, di capere se e sino a qual punto nella vittoria dei minori e nella sconfitta dei maggiori è en trota la sorpresa, la grande volontà e la buona sorte per gli uni e la sbagliata e svogliata concezione del tentativo di fuga, l'eccessiva fiducia e la sfortuna per gli altri. Genuino sapore di prova d'appello, dunque, di rivincita, di revisione ha questa corsa per i vittoriosi e per i vinti di Sanremo. Essa ha, inoltre, il valore di prima prova di campionato e sarà il primo esperimento della tendenza federale alla soppressione delle forme rinuciatarie e servili del giuoco di squadre. Sotto que sto aspetto sarà interessante perchè porrà in luce gli Momitli cfte le squadre avranno poi, inevita burnente, a loro portabandiera nelle prove future Il Giro di Toscana ha fama, derivata dalla sua storia, d'essere gara adatta alle imprese degli arrampicatori, che l'hanno in prevalenza risolta a loro favore. Farei un torto all'omor proprio e all'intelligenza dei nostri « assi » se hoh li prevedessi intenzionati a non farsi più giocare come nella «Sanremo». La loro superiorità individuale e quella delle loro squadre dovrebbero essere più che sufficienti, con un po' di vigilanza e di decisione, a infrangere ogni tentativo basato sulla sorpresa. Eliminato, dunque, questo fattore sconvolgente ed astrazion fatta da incidenti, si deve pensare a un attacco in forze degli scalatori, specialmente toscani, contro gli uomini che essi non gradi\rebbero avere a fianco all'arrivo. Il « re della montagna », nonché campione d'Italia, Bartali, e l'irrequieto Bizzi, Cipriani e Del Cancia, Cecchi e Gerini, Balli e Cincin, che ben conoscono quelle strade, nonché Caniusso e Vignoli, Mollo e Introzzi, Bertoni e Martano, Mealli e Gotti, dovrebbero essere gli animatori della lotta sulle salite, l più decisi a liberarsi di Olmo, Guerra, Bini e Piemontesi, il quartetto più temuto per un arrivo in gruppo. Il tema centrale della gara mi sembra, dunque, il diretto confronto fra questi due gruppi di uomini sia su Vellano che al Passo di Sugarne. Non sarà facile che i distacchi sulla prima salita siano definitivi, nè che un uomo solo se ne vada da solo sulla seconda sino all'arrivo. Tirando le somme, il vincitore dovrebbe essere uno dei seguenti uomini: Bartali, che nella «Sanremo» è andato molto più forte di quanto non dica la sua posizione all'arrivo e che al momento attuale è quello che dà maggior affidamento per il complesso di doti di arrampicatore, che di fondo, di velocità, di condotta di gara, di conoscenza del percorso; Olmo, che, se non piegherà alla distanza e in salita, dispone del più veloce spunto per non essere | rimontato o rimontare sul rettilii lieo finale; Guerra, cui, per con\,tro, la potenza d'azione può permettere di prendere c tenere la testa nell'ultimo giro; Bini, il ragazzo capace di ogni impresa, che ci deve dire se si ó rimesso a punto dopo la recente indisposizione; Cipriani, ancora a corto di lavoro nella Milano-Torino, ma già abituato ai successi in questa sua | corsa. Ma ci sono almeno altri i dieci nomini che possono minacciare costoro e anche batterli, da ^ Dei Cancia a Bizzi, da Introzzi a \Romanatti, da Vignali a Camusnò, da Bovet a Bergamaschi. Corsa aperta, quindi, con prospettive di rivincila, di serie aspirazioni di conferma, di probabilità di nuove affermazioni. In Toscana non ci annoteremo domani, e lunedì spero raccontarvi fatti ed esporvi giudizi capaci di interessarvi e di illuminare di piacevole luce l'appena iniziata disputa della maglia tricolore. Giuseppe Ambrosia! DImauUrsqomemcosadnvsaaedo(