Nessun gesto ma parità assoluta I Caduti in A. O.

Nessun gesto ma parità assoluta I Caduti in A. O. LA CONTESA LOCARNISTA E IL PLEBISCITO TEDESCO Nessun gesto ma parità assoluta sarà la risposta di Hitler a Londra Berlino, 30 notte. Il novantanove per cento del corpo elettorale di un paese (e di un corpo elettorale non già limitato o di privilegio, ma il più universalistico che si possa immaginare di esteso ai due sessi, così da superare esso solo l'enorme cifra di 45 milioni di elettori) il quale si reca compatto a votare, e voti in tal modo che, a sua volta, il novantanove per cento dei votanti si pronunci per un regime e per una politica: ecco un risultato che si può sicuramente con molta efficacia opporre all'azione trampoliera di un Governo in balìa di ondate dei partiti più vari e diversi — dei quali, per giunta, qualcuno ha la tendenza di una capitale estera — e alla vigilia di una battaglia elettorale; e un risultato anche da* opporre con eguale efficacia a quell'altra poli tica, in cui, ad esempio, la firma di un ministro in carica in con fronto di una Potenza estera può, a un tratto, essere dichiarata invalida sotto la pressione propagandista di quattro arcivescovi In combutta con qualche federazione! Questo, di tutti i risultati che la stampa tedesca oggi vanti ed esalti del plebiscito di ieri, ci pare il più solido, e quello veramente destinato ad esercitare la sua influenza sulla situazione. Contro il discorso Flandin Il Cancelliere Hitler aveva, in uno dei suoi ultimi discorsi, che sono stati i più significativi e fondamentali, già anticipata questa importanza pratica del plebiscito. Egli aveva detto press'a poco infatti: si esita e si dubita a trattare con noi la pace futura, perchè noi non daremmo andamento di un mantenimento durevole delle nostre promesse; orbene, a parte che il popolo tedesco ha altrettanto onore quanto gli altri, chi dèi Governi avversari, i quali non sanno se vivranno fino a domani, può essere sicuro di mantenere le proprie promesse? Questo regime sì, invece, che è stabile. Non c'è dubbio: questo è il vero apporto pratico prammatico e concreto del plebiscito, perchè questo è quello che conferirà il massimo di forza propulsiva alle future proposte di pace, con le quali il Cancelliere si propone domani di riprendere in mano le fila della discussione internazionale reso più forte, come è, dal confermato consenso plebiscitario, se pur ci fosse taluno che in Francia (e noi sappiamo quanto pervicaci siano, in certi paesi parlamentari, circa la stabilità dei regimi totalitari, i dubbi, figli del desiderio e nipoti dell' incomprensione) ancora ne dubitasse. Quali saranno le proposte? Nessuna parola è oggi sui giornali, dalla quale sia possibile arguire non soltanto, diciamo, le previsioni, ma anche una impressione in proposito. La sola cosa che, oggi come ieri, si può desumere dal linguaggio della stampa, è che, oggi come ieri, è da escludere ogni possibilità di <; gesti » quali sono stati suggeriti e desiderati da parte inglese, nel senso di ritorno indietro o ripiegamento o concessioni, a spese della liber- gmtrsocsLmdqneavdaztldrtcdBRlcrdepcgautrsszn1sBedbpdssrsbntiiaqbagptcnpdfvMcgtà, parità e dell'onore tedesco sul ! bcampo della zona renana. j d« Tutti invocano un nuovo con tributo tedesco — scrive la sud detta Deutsche Allgcmcinc Zeit- |f«ni; — e qualche uomo di Stato \abdqualche estero si fa, di questo contributo, delle immaginazioni che astraggono dal principio assoluto della parità; ma chi avrà a questo riguardo delle delusioni, le attribuisca domani a propria colpa >.. Lo stesso giornale sottopone a critica il discorso di Flandin, rilevando la sua incomprensione e la persistenza di illusioni e di « pregiudizi » che Eden si augurava che la Francia abbandonasse al fine di facilitargli l'opera. «Ahimè! Il discorso Flandin è la prova della nessuna disposizione francese alla pace ». Previsioni pessimistiche Un generale^ pessimismo al riguardo è anche* contrassegnato da quanto i giornali si fanno telegra¬ fare da Londra, in materia di pre- : visioni sulle proposte di domani \ del Cancelliere. Del discorso Flan- : din. i giornali, infine, lamentano | sptgFrdmamcsogl'accusa a Hitler di imprecisione nelle sue proposte. Più preciso di così... — scrivono i giornali — ma il fatto è che, per precisione, si intende la solita richiesta di « gesti; e la Nachtausgabe procede a disperdere le ultime illusioni sia del signor Flandin che eventualmente del signor Eden, i| ! qualora, per esempio, possano ere-1 ' " j I dere che u gesti » siano possibili anche in forma ridotta, vale a dire, per esempio, la promessa di non fortificare in Renania. Se si devono ritenere queste manifestazioni di stampa come ufficiose, o per lo meno se si pensa che esse non sarebbero lasciate correre se contrastassero col pensiero ufficiale, si deve, oggi come ieri, escludere la possibilità che le proposte di domani di Hitler si rivolgano a questo campo, e non c'è bisogno di rubare il mestiere dei profeti per prevedere che, dunque, in tal caso, esse non potranno spaziare nel campo della organizzazione della pace completando e precisando i punti già espressi del primitivo quadro del Cancelliere e colmandone magari talune lacune: due di esse, ad esempio, egli le colmò in maniera non ufficiale all'indomani, in una intervista con un giornalista inglese, e furono i j due punti riguardanti la Cecoslovacchia e l'Austria. A questi due: punti, le proposte di domani, a ] quanto si prevede, potranno dare forse una forma ufficiale; saranno; essi inoltre completati e precisati? j E saranno eventualmente accompagnati da altri punti, in altri settòri nel primo quadro lasciati in bianco? | Circa la procedura che sarà se¬ guita per le comunicazioni di domani le informazioni sono contradditorie come contradditorie sono quelle riguardanti la convocazione del Reichstag per la sua seduta costitutiva. Giuseppe Piazza Londra continua il suo gioco tra Parigi e Berlino Ipocrisia umanitaria Londra, 30 notte. La stampa londinese non si dimostra impressionata dall'esito del plebiscito in Germania, in quanto che, a suo giudizio, un'unanimità in favore della politica estera del Cancelliere Hitler era ammessa senz'altro finanche da vari critici del presente regime tedesco. Vi è piuttosto la tendenza a diminuire l'importanza delle elezioni in Germania, quantunque il tono stesso dei commenti editoriali riveli sbalordimento e inquietudine. Previsioni contrastanti Per Londra, però, il problema si riduce a sapere quali effetti il trionfo di ieri eserciterà sulle decisioni del Cancelliere nei riguardi delle controproposte al « Libro Bianco » promesse a Eden da von Ribbentrop. Secondo alcuni commentatori, la vittoria di ieri e il colossale in- inTLsoadzQeaMgvsg«frsLsibpfcremento di prestigio che essa ha,drecato a Hitler potrebbero ora in-1 sdurlo a compiere quel gesto che|spnameviterebbe all'Inghilterra la cosi poco desiderata messa in moto dei colloqui degli Stati maggiori inglese francese e belga. Secondo altri commentatori, per contro, la unanimità degli elettori consultati dal Cancelliere gli ha dato una risposta cosi perentoria da persuaderlo che qualunque atto di resistenza alle domande delle Potenze locarniane otterrà l'approvazione entusiastica del popolo tedesco. Come si vede, qui si naviga ai- tbfnC, i c1 oscuro quantunque per domani | siano attese le controproposte.di UBerlino attorno alle quali Hitler Ee Ribbentrop hanno ungamente Adiscusso, mentre si svolgeva il ple¬ biscito. Il discorso di Flandin e !a posizione intransigente adottata dalla Francia hanno tuttavia persuaso von Ribbentrop, a quello che si annuncia stasera a Londra, a rinunziare alla sua progettata visita a Eden, di guisa che gli scambi di vedute e le discussioni attorno a ciò che Hitler offrirà alle Potenze locarniste si svolgeranno per il tramite delle Cancellerie. Quantunque il gabinetto, in una importante sua riunione di oggi, abbia deciso di autorizzare i colloqui fra ufficiali inglesi francesi e tlfctsstbpts—nbelgi, il governo continua ancora!Sa sperare che il Cancelliere Hitler1 sgli permetta di ridurre a poco a'spoco le promesse che farà alle Po-| rtenze garantite dal patto di Lo-;"5carno. Il gabinetto, anzitutto, per' cnon determinare serie reazioni nel!, paese, ha preso oggi la decisione 1 di tenere separate, come se ciò fosse realmente possibile, le con- versazioni fra ufficiali dello Stato Maggiore inglese con quello francese e le altre conversazioni fra gli stessi ufficiali inglesi e quelli ! belgi. Si crede, forse, in tal modo, j di ridurre al minimo le responsa |fe'riVonoTctat^ \at/„ „„„;„„.• I stmddqbbilità che si assumeranno. Vi è!Qdel resto la speranza, ufficiosamen- :sc : g]esi non potranno avviare i col \ l0qUj 8U] terreno desiderato dai - : francesi, i quali attendono dall'Ino | ghìiterra informazioni precise sull'appoggio terrestre, aereo e na- ste conversazioni possano essere presto allargate, chiamando a parteciparvi ufficiali dello Stato Maggiore tedesco. A tarda sera l'ambasciatore di Francia, Corbin, si è recato al Foreign Office, ove è stato ricevuto da Eden e dal sottosegretario permanente agii esteri Vansittart. Si apprende che all'ambasciatore il ministro degli esteri ha dichiarato che il governo britannico non intende alterare il suo punto di vista, che le conversazioni degli Stati Maggiori debbono aver luogo in ] sogni caso e che esse avranno luo-'igo probabilmente alla fine della : vprossima settimana. HII collaboratore diplomatico deljs.-Daily Telegraph» afferma a que-iusto proposito che gli ufficiali in-16LohsempevvLe e , vale che questo paese potrebbe offrire. « Gli ufficiali inglesi, dice lo scrittore in parola, saranno oboli-' gati a far rilevare come la fron-; tiera renana non sia l'unico punto idi tensione nel momento attuale.! | Una larga porzione delle forze ar! mate inglesi è oggi concentrata -1 n<?, Mediterraneo ifi una missione " j che è conseguenza del conflitto I italo-abissino. Sin tanto che que- i e a e e e è i , e l e : e n i j e: a ] e o; ? j n | ¬ ste forze saranno obbligate a rimanere laggiù, esse non potranno considerarsi come disponibili per resistere a un'aggressione nell'Europa nord-occidentale », Ostinazioni sanzioniste Vi è stato, poi, alla Camera un tentativo indiretto di porre un freno ai contatti militari fra Londra e Parigi mediante un attacco all'atteggiamento assunto dal governo nei riguardi del conflitto italoabissino. Il deputato liberale Man-1 der ha chiesto a Eden se il governo inglese non intendesse pròtestare contro la proibizione del trasporto di materiale bellico sulla linea ferroviaria Gibuti-Addis A-1 beba. Eden ha però detto: « io non posso rispondere degli atti dei governi stranieri ». Il ministro ha inoltre negato che la politica francese su questo punto sia una violazione della politica sanzionista di Ginevra. ' L'interpellante, però, ha insistito perchè Eden informi la Francia che un'azione contro un aggressore deve operare dovunque e che < l'appoggio alla Francia in cambio di un'aggressione tedesca è dipendente dall'atteggiamento della pubblica opinione britannica sull'appoggio fornito dalla Francia alle sanzioni contro la Italia ». Anche questa domanda è stata respinta da Eden, il quale ha detto che l'appoggio dovuto a una Potenza & deve essere considerato alla luce delle circostanze del caso e delle stipulazioni dei trattati ». Alla Camera dei Comuni il Ministro degli Esteri Eden rispon dendo alle interpellanze di due deputati ha dichiarato oggi che le lagnanze del governo etiopico contro l'uso di gas asfissianti da parte dell'Italia sono state prese in esame dalla Commissione dei Tredici durante la sua riunione di Londra. La Commissione ha deci- so di trasmettere la denunzia abissina al governo italiano ricor- dando a quest'ultimo le stipula- zioni del protocollo di Ginevra. \Questa decisione è stata posta ad effetto e il governo britannico, ha aggiunto Eden, vi si associa. Il Ministro degli Esteri ha poi aggiunto che non appena sarà ricevuta la replica italiana « l'intera situazione sarà passata in rassegna ». Lo spirito col quale questa « rassegna » sarà compiuta può forse essere indovinato leggendo i resoconti di una breve discussione svoltasi stasera alla Camera dei Lordi attorno a una mozione pre sentata da lord Cecil il quale ha invitato la Camera aita ad abbandonare la sua tradizionale impassibilità di fronte a ciò che afferma un telegramma qui inviato '■,dalla figlia del negus per impres-1 sionare gli umanitari inglesi sulle |sofferenze e le torture inflitte alle ' popolazioni inermi dagli aeropla-ni italiani. Lord Cecil si è detto addirittura inorridito di fronte ai metodi di guerra dei nostri avia-tori e specialmente di fronte al bombardamento della « città non fortificata » di Harrar. II solito vescovo Dopo Cecil ha preso la parola il non meno famoso arcivescovo di Canterbury il quale ha affermato i che sono in questione non soltan| ta-, , diMcrigtianità ma i prin. Urfpiù elementari di umanità. E|upperò Q0F0 avere accusato la A^one itaTiana di una sistematica distruzione degli ospedali del la Croce Rossa ha dichiarato: «Mi rendo ben aonto delle, dir-ficoltà d. sollevare una questionecome questa al momento preseti-te, in un momento cioè in cui la situazione internazionale è così te sa e così difficile. Ma qui non si tratta di politica internazionale, bensì di istinti umani elementari». Lord Newton ha preso poi la parola dicendo che si deve simpatizzare con l'indignazione espressa dall'arcivescovo. « Ma, — ha aggiunto l'oratore, — io spero che il governo britannico si asterrà dal compiere pas- Si isolati a Roma. Noi siamo riu sciti ad assumere in Italia la pos:zione del nemico principale e di responsabile della guerra. Qualun"5ue Passo nostro non Potra far chf deJ 2^?»: . . . !, ^ Mottiston ha scongiurato 1 sum colle.Shl a dar prova di buon le armi I r_. ser.so e prima di indignarsi a con-trollare la verità delle accuse: « Abbiamo assistito a tante menzogne in questa guerra che dobbiamo ormai essere guidati dal dubbio — egli ha detto — e spe- quando si tratta di questi bom bardamenti della Croce Rossa, !Quale aviatore spreca una bomba :su un combattente incapace di cialmente è il caso di dubitare Renato Paresce ] struttivi"per"iì miglioramento dei 'ia situazione generale che il go : verno britannico sollecitava da Hitler. A Londra, infatti, si pen- jsava che Hitler avrebbe ottenuto iuna £orte maggioranza e che essa 16» sarebbe stata utilissima al ta il rinvio del plebiscito? Berlino, 30 notte. Da autorevole fonte diplomatica oggi è risaputo che l'Inghilterra ha compiuto fortissime pressioni sulla Wilhelmstrasse nel periodo elettorale, approfittando della permanenza di Ribbentrop a Londra, per indurre Hitler a rinviare le elezioni; sembra anzi che esso rin- vio fosse uno dei contributi co-volo dell'eventuale discussione diplomatica con le altre Potenze di Locamo. Londra aveva chiesto a Berlino I Caduti in A. O. ' ; ! ■i Enrico Tozzini, da Lucca, telegrafista, caduto nello Sene. Piero Motto, di Gorgone, caduto ad Hausien. Miohele Monaco, di Acireale (Catania), caduto nel Tombini. 1 1 ni Mario Crosso, di Palesilo (Pavia), caduto in uno scontro nel Tembien, Carlo Consani, di Orbetello, sottotenente, caduto nello Sciré, Carlo Crivello, di Villastellone caduto nella battaglia ad Amba Uork.