Il progetto dei locarnisti giudicato a Berlino come un ritorno a Versailles di Giuseppe Piazza

Il progetto dei locarnisti giudicato a Berlino come un ritorno a Versailles Il progetto dei locarnisti giudicato a Berlino come un ritorno a Versailles . o o Berlino, 21 notte. 1 L'Ambasciatore von Ribbentrop | arrivato in volo a Berlino questa: sera alle 18, pare che ne ripartirà | domani per Londra, per assistere lunedi alla riunione del Consiglio in cui dovrà essere discusso il me-, moriale delle Potenze locarnisle. Alla Wilhclmstrasse per tutta laj giornata l'attività è stata incessante ed 11 lungo documento delle Nazioni è stato allo studio mentre al riguardo di una presa di posizione del Governo del Reich quanto mai rigoroso ed assoluto è stato il riserbo. La decisione a lunedì Secondo le previsioni più attendibili — sempre a meno di decisioni e comunicazioni improvvise, da mettere in contò in un cosi drammatico esame — le previsioni più attendibili che si facevano oggi a fine di giornata erano che una presa di posizione ufficiale non sarebbe stata resa nota a Berlino nè questa sera, nè domaIni domenica, ma che di essa piuttosto sarà latore a Londra appunto l'ambasciatore straordinario e che quindi essa non sarà resa nota prima che Von Ribbentrop l'abbia recata al Consiglio. I giornali intanto commentano. In una parola, respingono. Per la stampa, il memorandum locarnista ed i suoi documenti annessi costituiscono il più deciso, il più caratteristico, il più tipico ritorno di ventata versaillista che la provata epidermide dei tedeschi abbia sentito soffiare da occidente in diciótto anni di tempesta. E ne esprimono la sorpresa e la meraviglia che è sincera. I tedeschi dicono sempre di conoscere la tetragona intransigenza francese e di valutare 11 potere che essa finisce sempre, per forza di cose, di avere sulla amletica irrisolutezza britannica e di non dimenticare nè l'una, nè l'altra; ma il fatto è che quando poi si infervorano nella polemica dei loro punti di vista finiscono per dimenticare l'una e l'altra e per sorprendersene ogni volta. Questa di oggi è, dicono, la sorpresa maggiore e più amara che abbiano finora provata. Avendo in se stessi, in data 7 marzo, completamente distrutto — lo ha annunciato il Cancelliere nel suo discorso di ieri sera — lo spirito di Versaglia, avevano ancora una volta finito per illudersi un poco di averlo distrutto anche in altri. E se lo trovano, invece, ad un tratto, tutto davanti. La Nachtausgabe fa al dettaglio il paragone: « Nessun aumento di truppa — scrive —, precisamente come allora si diceva, disarmo unilaterale e nessun aumento di truppa anche dall'altra parte, precisamente t'irat allora si diceva, promessa di disarmo che però non era necessario mantenere. La zona di venci chilometri 3i chiamava, allora, territori;) occupato la minaccia di trattati"e fra ^li Stati Maggiori, in caso di attacco non pio-, ccato costituisce le misure militari del tempo della Rhur e delle trattative del tributo ». Bastano questi accenni per deI signare, senza bisogno di lunghi ; discorsi, come la repulsa dei giornali sia e debba essere negativa; , non mancano tuttavia a queste negazioni alcune zone attive. Non si parla, anzitutto, di no - tedesco; • si mette inoltre insistentemente in i rilievo, con ampie testimonianze jed interpretazioni di stampa lon¬ dinese, come il memorandum sia lontano dal costituire un ultimatum della Germania e sopratutto noi due elementi, due punti bianchi spiccano in questo immenso mar nero di articoli negativi, come due vele bianche destinate forse a navigare: si rileva cioè, in primo luogo, come gli avversari abbiano rinunciato alla pretesa, almeno nella sua primitiva forma cruda, anche se simbolica, del ritorno indietro dalla Renania; ed in secondo luogo si rileva che il memorandum contiene in fine dei conti la promessa della discussione delle proposte ricostruttive del Cancelliere. Sono finora soltanto due punti piccoli, piccoli. Dio solo può sapere se si ingrandiranno. Notevole è che questi duo punti positivi, nella incertezza di stampa, creata dall'assoluto riserbo del-1 le sfere governative, si ama di; farla risalire a fonte inglese. Cosi! è da Londra, anche, che i giornali' si fanno telegrafare la interpre-i tazione che il memorandum non: rappresenta nulla di fisso e di immutabile; ma costituisca un documento sul quale si può discutere e, sopratutto, si possono fare del-1 le controproposte. « Il memorandum — scrive il Berliner Tageblatt in uno sforzo; sottile di indorare la pillola — non ■ è un ultimatum; è soltanto, cornei si sente dire da parte inglese, una: lista di desideri ed una base dì trattative. Cosi com'è, è degno soltanto del cestino. La Germania potrebbe senz'altro respingerlo; ma potrebbe anche fare delle con-, troproposte. Lo dicono anche a! Londra ». Tutto viene da Londra. Anche da Londra è ritornato l'Ambasciatore straordinario von Ribbentrop: a prendere temporaneamente contatto col Governo. Che tla' Londra l'Ambasciatore j straordinario di Hitler abbia por-j tato l'espressione del desiderio degli inglesi non è da escludere. Da' escludere è che la via possa es-j sere larga, in proposito. A giudicare dalla graduazione dei commenti dei giornali si do-1 vrebbe intanto escludere che que-1 sta via possa passare per l'Aja. : E' questo il punto più recisamen- ; te respinto dai giornali. Se la Germania andasse all'Aja i dovrebbe accettare il giudizio. SI j tratta di tutto o di nulla. SI po- j trebbe dunque rischiare tutto? Sul punto delle trattative degli Stati Maggiori occidentali, cioè della Locamo unilaterale, i giornali si pronunciano piuttosto agnòsticamente che negativamente. Dicono in breve: questo è per il caso di attacco; ma noi non vogliamo attaccare, dunque la cosa non ci riguarda. E' un modo di uscirne, ma ne escono. I punti di discussione Sono soltanto 1 due punti della zona di venti chilometri e della grande conferenza generale, quelli dove rimarrebbe qualche margine possibile, ma anche in questi due casi, sempre che essi siano privati di.qualche cosa di essenziale;: nel caso della zona, cioè, purché; sia del tutto esclusa ogni possitallita di soldati stranieri. Quello! che rimarrebbe, sarebbe un simbolismo ormai estremamente sot- ! tile, il quale, reso più elastico del-' la rinuncia alla primitiva forma del ritiro, potrebbe rappresentare un margine per 1 tedeschi. Perl qgrcvpdpVdpSPieltedtvssniusan«lgnsnsldpddipdLl ; i quanto riguarda la Conferenza, 1 giornali considerano che bisognerebbe far posto, in essa, alla concezione più scelta ed articolata dei vari « singoli » problemi, che è propria del metodo e del sistema della massiccia, complessa ed impegnativa concezione di Parigi. Vogliamo con ciò dire Che questi due punti rappresenteranno il campo di controproposte tedesche? Siamo ben lungi dall'affermarlo. Prospettiamo soltanto voci ed ipotesi e non ci nascondiamo la estrema delicatezza dell'uno e dell'altro punto. Sull'ultimo, soprattutto; per quanto grande possa essere il desiderio che le proposte del Cancelliere arrivino alla ribalta di una discussione, i tedeschi vorrebbero senza dubbio garantirsi in maniera sicura da una delusione, dopo essersi lasciati trascinare fin 11. Non è da trascurare in fine, nel senso contrario però, un altro elemento fornito dal discorso di ieri sera dal Cancelliere ari Amburgo, discorso che fu pronunciato in piena conoscenza del « memorandum », come dimostrò la deplorazione insistente di quegli uomini di Stato i quali pensano di potere ricostruire l'Europa sulla base di una nuova umiliazione della Germania, tipo Versaglia («memorandum»)-: In quel discorso è ricomparsa l'alternativa dell' « onorevole ritiro in se stessa » della Germania, nel caso della impossibilità di un onorevole accordo, idea che, dopo l'espressione del primo momento, si era tratta indietro nei tre discorsi successivi per lasciare il passo alle trattative di Londra. Giuseppe Piazza

Persone citate: Hitler, Perl, Von Ribbentrop