I colloquî di Roma

I colloquî di Roma I colloquî di Roma II saluto della Camera a GdmbOs e a Schuschnigg ROMA, 21 notte. Oggi ha avuto luogo, a Palazzo Venezia, una riunione alla quale hanno partecipato, assieme al Capo del Governo, il Presidente del Consiglio ungherese Goemboes, il Cancelliere austriaco Schuschnigg, il Ministro degli Esteri di Ungheria, De Kanya, il Ministro degli Esteri d'Austria, Berger Waldenegg e il Sottosegretario agli Esteri Suvioh. Le conversazioni, cominciate alle 15, sono proseguite fino alle 16,30, e saranno riprese domani nel pomeriggio. La giornata itegli ospiti Roma, 21 notte. Stamane, alle 9,30, il Presidente del Consiglio d'Ungheria con il Ministro degli Esteri e la Delegazione ungherese, lasciato in automobile l'albergo dove ha preso alloggio, si è recato al Pantheon per rendere omaggio alle tombe dei primi Re d'Italia. Prestava servizio sulla piazza un battaglione di Carabinieri Reali in alta uniforme, con la bandiera dell'arma e la musica. L'omaggio al Pantheon Nel pronao erano ad attendere gli illustri ospiti alcuni ufficiali generali e superiori delle varie armi del presidio. Al giungere delle autorità, che erano accompagnate dal conte Senni, capo del cerimoniale al Ministero degli Esteri, la banda ha intonato l'inno ungherese, mentre la {olla che sostava intorno alla piazza prorompeva in calorosi applausi. Sulle tombe di Vittorio Emanuele II e Umberto I sono state deposte due corone di lauro con i colori ungheresi. Presso le tombe erano in servizio Camicie Nere. Dopo un istante di raccoglimento il Presidente e il Ministro degli Esteri ■ hanno apposto la loro firma sui registri, e quindi sono usciti salutati dalle note dell'inno nazionale. Sulla piazza, Gómbós si è diretto dinanzi alla bandiera dell'Arma dei Carabinieri salutando romanamente. Il pubblico gli ha rinnovato una dimostrazione di affetto. Alle 10 è giunta la delegazione austriaca, accolta con lo stesso cerimoniale. Anche essa ha deposto alla tomba dei Reali due corone con i nastri dai colori austriaci. La folla, specialmente quando il Cancelliere Schuschni"g ha salutato la bandiera dei Carabinieri Reali, ha vivamente applaudito. E' stata quindi la volta dell'omaggio al Milite Ignoto sull'Altare della Patria, dove la delegazione ungherese è giunta alle 0,li!i. preceduta dal cerimoniere degli Affari esteri e dalla corona portata da quattro Carabinieri in grande uniforme e decorata dal tricolore magiaro che la delegazione stessa avrebbe deposto sul tumulo sacro. Ai lati della tomba montano di sentinella due granatieri e sono schierati due plotoni di Carabinieri. Sulla destra della scalea è schierato un battaglione di Granatieri con i caschi di guerra, musica e bandiera. Sull'altro lato hanno preso posto ufficiali di tutte le armi, rappresentanti il presidio. Ai piedi della scalea, a ricevere gli ospiti, si trovano i generali tppresentnnti del comandante del Corpo d'Armata e del comandante della Divisione, il vice-governatore di Roma e il questore. All'Altare della Patria Quando le automobili della de'eguzione ungherese, passando sotto Palazzo Venezia, si sono fermate dinanzi alla scalea, il battaglione dei Granatieri ha presentato le armi e la musica ha intonato l'Inno magiaro, subito seguito d"lla Leggenda del Piave. Scambiati i saluti con le autorità, il presidente del consiglio ungherese, preceduto dai quattro Carabinieri sorreggenti la corona, ha asceso lentamente la scalea seguito dagli altri componenti la delegazione. Giunto dinanzi alla tomba, è rimasto un minuto in silenzioso raccoglimento. Quindi ha levato il braccio nel saluto romano. Pas sondo sulla destra ha salutato anche la,bandiera dei Granatieri di Sardegna ed è ridisceso passando in rivista l'imponente battaglione. Poco dopo la partenza della de¬ sd o , i o i . l i o . ¬ legazione ungherese, che si recava a Palazzo Venezia, giungeva la delegazione austriaca. Anch'essa era stata preceduta da una grande corona di alloro ornata dal nastro nazionale bianco-rosso. Il rito si è svolto nelle stesse forme. Fatta deporre dai Carabinieri la corona accanto all'altra, la delegazione si è raccolta in devoto silenzio, ha salutato romanamente ed è passata a salutare la bandiera dei Carabinieri. Le noie dell'inno austriaco, seguite dalle note della Canzone del Piave, si sono nuovamente alzate nella tiepida e luminosa atmosfera primaverile. Ossequiati dalle nostre autorità, i componenti la delegazione austriaca sono quindi ridiscési nella piazza dove erano ad attenderli le quattro automobili, che li avevano accompagnati. Ma gli ospiti hanno preferito dirigersi a piedi verso il prossimo Palazzo Venezia. Piegando verso la basilica di San Marco, gli Austriaci sono entrati nello storico palazzo dal lato occidentale, esattamente alle ore 10,15. 1 Capi dei Governi e i Ministri degli Esteri austriaco e ungherese sono stati subito ricevuti dal Capo del Governo, al quale sono stati successivamente presentati i componenti dei loro segniti. Le due delegazioni hanno lasciato insieme Palazzo Venezia alle ore 11,5. A mezzogiorno le due delega Moni si sono recate al Quirinale dove S. M. il Re ha offerto una colazione. Intorno al tavolo al cui centro sedeva il Re, di fronte alla Regina, si sono seduti, oltre ai Principi di Piemonte e al Duce, sessantasci personalità. Alla destra del Sovrano sedeva la signora Gombòs, al suo fianco era il Principe di Piemonte, cui seguivano la baronessa Berger Waldenegg e l'on. Medici del Vascello. Alla sinistra del Re, la Principessa di Piemonte, il Duce, la principessa Giovannelli e l'on. Suvich. Di fronte, alla destra della Regina, sedevano il Capo del Governo magiaro, la Principessa Maria di Savoia e il barone Berger Waldenegg; alla sinistra della Sovrana, il Cancelliere Schuschnigg, la principessa di Candriano, il Ministro De Kanya. I colloqui politici col Duce sono stati ripresi nel pomeriggio. Quindi i due Capi di governo e i due ministri degli esteri si sono recati a Montecitorio, per assistere alla seduta della Camera e partecipare quindi a un ricevimento dato in loro onore dal Presidente Ciano. Il Presidente del Consigli ungherese Gombòs e il Cancelliere austriaco Schuschnigg, accompagnati dai rispettivi ministri degli esteri, hanno fatto il loro in gresso nella tribuna del Corpo diplomatico mentre l'Assemblea le-\ gislativa, affollatissima, ascolta-] va attentamente l'esposizione del\ Sottosegretario Cavagnari sul bi-\ lancio della Marina, ^'apparizione degli ospiti ha suscitato una vivissima, entusiastica manifestazione, cui hanno preso parte i membri del Governo, i deputati e il pubblico delle tribune. S. E. il Capo del Governo, fi Presidente, i Ministri e tutti i deputati si sono alzati in piedi applaudendo calorosamente e lungamente. Si è gridato «Viva l'Austria.'», «Viva V Ungheria.' ». / capi dei governi e i ministri di Unngheria e d'Austria, hanno risposto col saluto romano. Parla Costanzo Ciano Al termine della vibrante dimostruzione, il Presidente della Camera S. E. Ciano ha pregato il Sottosegretario alla Marina di interrompere la sua esposizione, ed ha rivolto ai ministri austriaci e ungheresi il seguente saluto: La presenza in quest'aula delle LL. EE. il Capo del Governo ed il Ministro degli Esteri d'Ungheria e delle LL. EE. il Cancelliere ed il Ministro degli Esteri d'Austria è vivamente gradita dalla Camera fascista, ed io considero ambito privilegio quello di porgere agli ospiti eminenti il più caloroso omaggio ed il più fervido saluto. La simpatia ed i vincoli di amicizia che uniscono da tempo l'Italia fascista alle due Potenze danubiane sono stati rafforzati e resi ■ più intimi dai recenti avvenimen| ti. L'Italia, che dagli egoismi e dalle ostilità del sinedrio ginevrino ha conosciuto il vero spirito di ! certe amicizie, ricorda e ricorderà con gratitudine la solidarietà semplice e fiera offerta al buon diritto della causa italiana dalla Ungheria e dall'Austria; gli eventi che si sono svolti dal 18 novembre in poi hanno posto in sempre più vivida luce la bellezza di quel gesto che riscattava il nome del¬ ltbmssrtsucstrsdlpegIcopggsCnalmgizGmaslclrdszs \ ] \ \ l i o l d e a i e i à à n a e l ¬ l'Europa, compromesso dagli aluti concreti, concessi da altri alle barbariche tribù abissine. Oggi, mentre l'Europa si dibatte nel disagio della sua inguaribile confusione, poiché nessuno vuole la vera pace, cioè quella accompagnata dalla giustizia, Ungheria, Austria ed Italia restano fedeli ad un programma che non ha mancato ai suoi scopi e può essere suscettibile di più ampi sviluppi. I tre paesi, coordinando le loro direttive e i loro sforzi, rendono un servizio alla causa della civiltà e della pace. Ecco perchè non solo la Camera fascista ma tutto il popolo italiano accoglie con vivo entusiasmo i capi responsabili dei governi di Austria e di Ungheria. Interprete del sentimento dei miei camerati, rinnovo il saluto agli ospiti illustri, e nel ringraziarli per la loro visita, che sarà a lungo ricordata, invio ai popoli magiaro e austriaco il migliore pensiero augurale. Le parole del Pre fidente della Camera hanno provocato una nuova vibrante dimostrazione. La assemblea tutta e il pubblico delle tribune, in piedi, hanno lungamente acclamato all'indirizzo degli ospiti che hanno risposto con il saluto romano. Alle acclamazioni si c associato il Capo del Governo. I ministri austriaci e magiari hanno successivamente assistito allo svolgimento' della seduta, ascoltando il discorso dell'ammiraglio Cavagnari e associandosi alle manifestazioni con cui la Camera ha esaltato la Marina e a. quelle con cui, esaurita la discussione, ha salutato il Duce. Prima che i ministri lasciassero la tribuna, una nuova vibrante dimostrazione li ha salutati. Nel salone della Lupa „ , cvimento offerto dalla presidenza della Camera si è svolto nei ricchi saloni di rappresentanza del Parlamento. Gli ospiti si sono trattenuti con i deputati fascisti in cameratesca affabilità e hanno tenuto a manifestare tutta la loro riconoscenza per le entusiastiche accoglienze ricevute. Al ricevimento hanno partecipato i membri del Governo, il presidente del Senato con numerosi componenti l'alto consesso, tutti i deputati, il vice-segretario del Partito Nazionale Fascista con i componenti del Direttorio, le alte cariche dello Stato, i seguiti dei Ministri d'Austria e Ungheria e numerosi giornalisti stranieri, tra cui molti rappresentanti della stampa ungherese e austriaca, venuti a Roma per il Convegno tripartito. S. E. Ciano ha accompagnato il Duce e gli ospiti nel salone della Lupa, dove al loro apparire, una orchestra ha intonato gli inni delle tre Nazioni, entusiasticamente applauditi. E' stato, quindi, svolto uno scelto programma musicale. Quando i capi di Governo e i Ministri degli Esteri d'Ungheria e d'Austria, dopo essersi congedati dal Duce, hanno lasciato la sala, l'orchestra ha suonato nuovamente gli inni delle tre Nazioni, ascoltati in piedi. All'uscita degli ospiti dal palazzo di Montecitorio, la numerosa folla che si addensava sulla piazza ha loro rivolto una fervida manifestazione di omaggio. Poco dopo, salutato dalle note di Giovinezza, il Duce, passando attraverso due fitte ali di senatori e di deputati acclamanti, ha lasciato il salone. Stasera al Teatro Reale dell'Opera ha avuto luogo una grande serata di gala in onore degli illustri ospiti, con la Forza del Destino di Verdi, sotto la direzione del maestro Serafin. Interpreti principali: Beniamino Gigli, Franca Somigli, Benvenuto Franci. Gianna Pederzini. Alle 21 precise ha avuto inizio lo spettacolo. Durante l'intermezzo fra un quadro e l'altro del secondo atto, preannunciati dal suono degli inni austriaco e ungherese son giunti il Capo del Governo ungherese Goemboes ed il Presidente del Consiglio austriaco che han preso posto in un palco di prnn'ordinc. Quando i due Capi di Governo sono apparsi con al centro il Duce il pubblico in piedi ha tributato una calorosa ovazione di simpatia. L'orchestra intanto intonava la Marcia Reale e Giovinezza e gli spettatori improvvisavano dimostrazioni al Duce, che si protraevano per parecchi minuti. Lo spettacolo ha quindi continuato e calorosi applausi han salutato gli interpreti insieme al maestro Serafin alla fine di ogni atto. Prima che gli illustri ospiti la sciassero il teatro, son stati salutati da una nuova calda, prolungata ovazione.- I