Le controproposte affidate a Ribbentrop non chiuderebbero la via a nuove discussioni di Giuseppe Piazza

Le controproposte affidate a Ribbentrop non chiuderebbero la via a nuove discussioni LA CONVERSAZIONE INTERNAZIONALE CONTINUA Le controproposte affidate a Ribbentrop non chiuderebbero la via a nuove discussioni Berlino, 23 mattino, i La quinta stazione della via plebiscitaria delle decisioni e degli atti del 7 marzo è stata ieri Bre-I slavia. Il Cancelliere vi ha prò- i nunciato il quinto dei suoi discor- j si cosiddetti elettorali perchè il j plebiscito che egli chiede consisto! di fatto nella rielezione del nuovo I Reichstag e ai quali egli dà ormai; un sempre più spiccato carattere di arringa o perorazione dell'azione compiuta, che costituisce or-1 mai. per l'intervenuto giudizio della Società delle Nazioni, motivo di accusa, internazionale a carice della Germania. Il discorso di ieri era atteso con particolare interesse per la coincidenza col momento internazionale, forse supremo, in cui per l'intervenuto giudizio e la concordata azione delle Potenze locarniste, alla Germania comunicati nel noto « memorandum », la parola è ritornata un'altra volta al Governo del Reich, e si pensava che il Cancelliere approfittasse di parlare in una grande adunata di popolo a Breslavia per anticipare j lasciar intendere qualche accenno almeno di questa parole, tanto più che .Mia volta di Breslavia egl' volava immediatamente dopo le intense conversazioni di sabato e di ieri mattina con l'ambasciatore Von Ribbentrop, appositamente venuto da Londra a prendere contatto con lui per la decisiva attitudine da tenore domani sul « memorandum », di fronte ai Consiglio societario. L'Ambasciatore Von Ribbentrop, del resto, ha anch'egli seguito il Cancelliere in volo a Breslavia ed ha assistito al discorso, ritornando insieme ieri sera a Berlino. E così questa mattina Von Ribbentrop, dopo questo suo storico e forse unico « fine di settimana », riprende il volo per la capitale londinese. La dialettica dell'onore Per queste ragioni il discorso di Breslavia aveva destato attesa speciale. Questa aspettazione, però, diciamo subito, se si rivolgeva alla precisa contingenza della situazione in particolare e in concreto, alla risposta, cioè, che si attende dalla Germania, non è stata soddisfatta. Non un accenno il Cancelliere ha dedicato allo sviluppo della vicenda diplomatica e alla sua fase presente. Questo elemento positivo e emergente è mancato. Ma il rigore di corte situazioni è tale che anche la mancanza, certamente voluta, di simili elementi, assume a sua volta valore di positività. E in questo caso un valore positivo almeno è certo: e cioè che il Cancelliere ha avuto la più scrupolosa cura di non intervenire direttamente nel normale svolgersi della vicenda diplomatica con gesti da grandi occasioni, capaci di interromperla o di darle pieghe totalmente nuove, come si sarebbe certamente potuto attendere se la situazione fosse, nel suo pensiero, disperata. La conversazione diplomatica affida-1 ta a Von Ribbentrop, continua, dunque, anche dopo il « memorandum » delle Potenze locarniste. Questo, intanto, vuol spiegare, se non ci inganniamo, il riserbo tenuto dal Cancelliere a Breslavia. Riserbo unicamente per quanto riguarda la svolta momentanea della situazione, però. Che per il resto il Cancelliere non e stato nè meno abbondante, nè meno espressivo, nè meno energico del consueto nell'affermare la irremovibile sua volontà di non transigere in materia di onore del popolo tedesco e di non poter discutere su ciò che concerne la realizzata parità e la restaurata libertà e sovranità del Reich. Ancora una volta il suo discorso è consistito in questa già tanto volte drammatizzata dialettica dell'onore, della libertà e della parità della nazione tedesca che non è soltanto una richiesta assoluta della Germania m?. una condizione c una esigenza per la giustizia c la stabilità di un nuovo ordinamento europeo. Egli peccherebbe già preventivamente contro questo ordine nuovo di pace e di giustizia internazionale che ha inteso di offrire all'Europa con le sue proposte, se si lasciasse indurre a rimettere in discussione la parità e la sovranità tedesca c cioè in sostanza si lasciasse indurre a rimettere l'ingiustizia, la disparità, il principio del disordine e della oppresisone dei popoli a base dell'Europa di domani. ■ Su ciò — ha detto — non capitoleremo ». Lo ha fatto giurare oggi agli slesiani come già ieri ai renani. E' passato da ciò alle consuete invettive contro Versailles e alla rassegna dell'opera sua di tre anni di potere per il riscatto da esso, opera coronata nella decisione del 7 marzo: sui tre anni di potere e sulla decisione del 7 marzo egli ha invocato il giudizio plebiscitario che deve rinforzarlo di fronte al mondo. « Se dall'altra parte si sostiene la tesi — ha detto a un certo punto — che la rioccupazione tedesca di territori tedeschi sia una cosa insopportabile per altri, con io stesso diritto noi diciamo che questa tesi è insopportabile per noi... Il plebiscito deve appunto dimostrare che il popolo tedesco considera come insopportabile per sè una tale imposizione e considera come contraria all'opera della vera pace, a cui i popoli aspirano, la concezione cii un'Europa nella i I i j j ! I ; 1 n e è o a o -1 quale sia nientemeno possibile chel'insediarsi di un popolo nel prò-prio territorio costituisca una cosa che altri popoli non vogliano sopportare. «. Il plebiscito tedesco dirà almondo che questi atti non li havoluti e non li vuole un uomo di nome Adolfo Hitler, ma li vuole tutto un popolo di 66 milioni di uomini, il popolo tedesco >. Nessun esplicito e nemmenosoltanto allusivo accenno, come sivede, alla fa.*e momentanea della vertenza diplomatica, se non questo che può intenzionalmente ri- ferirsi al memorandum: «Si ingannano coloro i quali credono di poter ricostituire la nuova èra di Europa sulla base di un rinnovellato spirito di Ver- sailles ». Traviamento morale Versailles è per la Germania l'espressione simbolica del traviamento morale in cui l'Europa, incredibilmente, ha potuto vivere 17 anni. Le proposte tedesche intendono ora assicurare un'era nuova capace di garantire la stabilità per un quarto di secolo, almeno, che i popoli vogliono; il popolo te-desco dal canto suo porterà coi suo plebiscito il suo contributo a questa nuova èra: il Cancelliere si sottoporrà al giudizio del suo popolo. Egli è convinto ohe se anche altri uomini di Stato, in questa svolta storica dell'Europa in cui ci troviamo, altrettanto facessero, interpellassero cioè il loro popolo, essi non riceverebbero una risposta diversa. Questo il discorso del Cancelliere. Non minore, naturalmente è il riserbo che regna sulle conversazioni di sabato e di ieri fra il Cancelliere, l'ambasciatore von Ribbentrop e il ministro von Neurath. In genere l'impressione di questi circoli è però che l'ambasciatore sarà latore a Londra di controproposte che, senza rappresentare alcuna transazione sui principii irrevocabilmente affermati dai discorsi di Hitler, dovrebbero, però, testimoniare del vivo e sincero desiderio del governo del Reich che le proposte del Cancelliere vedano la luce in discussioni internazionali. Per la cronaca: il discorso di Breslavia ha mancato dell'accenno all'*; onorevole ritiro in se stessa » della Germania, in caso di fallimento delle trattative, accenno che figurerebbe nel discorso dell'altro giorno pronunciato ad Amburgo, dopo il memo, ;:::dum c il « fine di settimana * berlinese di von Ribbentrop. 1 giornali continuano a commentare il memorandum e nuovamente lo condannano di ripassata * attraverso il discorso Flandin. Per il Boerscn Zeitung il discorso del ministro francese che, fra l'altro, a proposito della commissione di controllo in Renania cinicamente confessa che da essa la Francia si « aspettava garanzie che prima non aveva », è la migliore confessione del non solo rinnovato ma rincaiato spirito versaillista che il documento locarnista rappresenta. Giuseppe Piazza

Persone citate: Adolfo Hitler, Hitler, Ribbentrop, Von Ribbentrop