Il negus nella zona di Quoram? di Renzo Martinelli

Il negus nella zona di Quoram? Il negus nella zona di Quoram? Le ipotesi suggerite dalla presenza dei due aeroplani abissini -- La drammatica vicenda di un nostro apparecchio da bombardamento colpito da un cannone antiaereo Il Gowiato N. 159 ROMA, 19 notte. Il Ministero per la Stampa e la Propaganda dirama il seguente comunicato N. 159: « Il Maresciallo Badoglio telegrafa: « Nulla di speciale da segnalare sul fronte somalo e su quello eritreo. ... « Un nostro apparec- ì • j ì i j cnio da bombardamento dell'Eritrea è Stato Colpito • i» • • dall artiglieria antiaerea Oerlikon (marca svizze¬ ra) e ha potuto riguadagnare le nostre linee malgrado che tutti gli uomini dell'equipaggio, meno uno, siano rimasti feriti ». Perchè i due « Potez » si trovavano a Quoram? (Da uno dei nostri inviati) Enda Jesus, 19 notte. Un magnifico colpo è stato compiuto da nostri apparecchi da ricognizione e da caccia contro l'aviazione etiopica. Si ha ragione di credere che dopo tale infortunio l'arma aerea del negus sia praticamente cessata di esistere; almeno come possibile, anche se fino ad oggi non mai impiegato strumento di guerra. Dei dieci apparecchi di varie età e di vario tipo posseduti dall'Abissinia, solo due potevano essere in qualche modo considerati come atti ad essere impiegati in offesa o difesa bellica; e sono appunto essi che ora disegnano con le proprie ceneri due fantomatiche sagome di aeroplano sulle chiare e fresche erbe della piana di Quoram. La fortunata avventura toccata ra nostri aerei ebbe principio in I nna viva ostinata atmosfera di in-! credulità da parte del Comando \ Superiore cui era stata trasmessa la informazione, davvero sorpren-|dente, della presenza di due veli-\voli nemici a non più di cento cfcl- lometri dalle nostre linee. Si trnf-'tava di un fatto assolutamente nuovo e quanto altro mai incoiti- ' prensibile. Con quali assurdi paz- j zeschi propositi il negus poteva mai avere ordinato quell'audacis- simo atterraggio in una zona che iormai da molti giorni era di con-;fmno incrociata da ali italiane e'metodicamente fatta bersaglio digbombe al più piccalo manifestarsi di fatti che avessero una qualsia- si attinenza con lo stato di guer- no? Si erano persino, e a buon1diritto, colpite molte mandrie, che con la loro insolita formazione a denso gruppo e con la significati- va invisibilità nelle loro vicinanze di ogni custodia umana, avevano [chiaramente rivelato di costituire le scorte vive per combattenti cor- si a nascondersi al primo rombodelle macchine nel cielo. Per tutti questi motivi, cjuando il primo annuncio di quella con-statazione fu dato, il Comando su- periore aereo invitò il pilota au- tore di quel messaggio di meglio eontrollare l'esattezza della, sua scoperta e a considerare con ilmassimo scrupolo i caratteri deidue apparecchi; ciò che era quan- j to dire la loro precisa nazionali- rà. Tra le ipotesi lecite vi era, in- \futti, anche quella che potesse trat- ìtarsi di aerei nostri obbligati ad imi attcrraggio di fortuna. Ma su- biro venne la netta conferma che \gli apparecchi fermi sull'erba di C'ioIle Amudir, che è una frazione | della infinita distesa verde di Quo- 'rum, erano di nazionalità «bissi-lla... per quanto nati in Europa, La prima scoperta era stata fatta da un nostro aereo di ritorno daidia esplorazione offensiva coni- pinta con altri due apparecchi sul-la direttiva Corbo-Àscianghi. Ese-tuito il compito che aveva in co- mane con la sua squadriglia, quel- l'apparecchio si era avviato a ri-guadagnare la sua base tenendouna rotta che gli consentiva, se-condo gli ordini ricevuti, di per-lustrare certi determinati camminilungo cui si aveva motivo di sup- corre clic avessero potuto cercareriparo le forze superstiti dal boi»-bardamento eseguito il giorno in-nunzi su una grande adunata ditende scoperta in prossimità di Quoram. L'apparizione delle due sago:le degli aerei sul margine della bo- scaglia presso un sentiero perden- tesi poco oltre in fitta vegetazio- ne, fece rimane^ per qualche ai-timo assai perplessi osservatore e pilota. Ma non vi era luogo a1troppo lunghi dubbi. Nella chiara mattina tutta sole, si scorgevano benissimo non soltanto le due macchine — ila grande e una ; cola — ma anche si d'.s'.ingucvano in modo perfetto la mascheratura mimetica a strisce dipinti del più piccolo e un principio di camuffamento con frasche nell'altro. Intorno nessun segno di vita. Era chiaro che, sorpresi dall'arrivo del nostro apparecchio mentre lavoravano a confondere in modo •sempre piti abile i due velivoli, gli uomini impiegali in tale bisogna -A erano messi in salvo chissà dove. Esaurita la piccola polemica della meraviglia e della legittima incertezza ed ottenuto l'ordine di agire, gli aviatori lasciavano ca- dar le prime bombe sull'apparecchio piccolo che subito divam- pam in alte fiamme, sopraggum- fre squadriglie, Impera fu perfestonata a volo radente e natii- ralmente estesa all'apparecchio maggiore che si inclinava subito dfumigando. Reazione antiaerea, mlarga, rabbiosa ma vana. Fucili e mitragliatrici di gente nascosta ■qua e là e certamente preparata a simile difesa. Ciò più che mai apre la strada alla, varietà di ipotesi sullo strana ra o al massimo una e mezza prima del momento in cui il nostro osservatore li scorse; forse avevano atterrato solo da pochi minuti. Quale importante urgente richiamo potè indurre il governo etiopico a spedire in luogo tanto rischioso le due massime, unità della- « flotta aerea » del Leone di Giuda? Non è forse tale fatto da mettersi in rapporto con l'affermata presenza del negus, in questi ultimi giorni, proprio nella piana di Quoram? Tutto induce a supporlo. Renzo Martinelli. mtcpsDvunadarrivo dei due aerei nemici in una\località cosi inopportuna dal pi ■■ \ to di vista della sicurezza. Si ha ragione di credere che essi fossero ; partiti da Dessiè appena da «n'o-ll

Persone citate: Badoglio

Luoghi citati: Dessiè, Eritrea, Europa, Roma