La distillazione del carbone fossile

La distillazione del carbone fossile Per la indipendenza economica La distillazione del carbone fossile Le sanzioni hanno determinalo una revisione appassionata sulle nostre attività industriali e, poi che la passione esclude spesso ih serenità, avviene talvolta che molti giudizi siano troppo assoluti per essere ponderali. Il pubblico deve essere guidato con cautela nelle preferenze ed esclusioni, al trimenti, fra una rigida definizione di « prodotto nazionale » ed una serie di inevitabili eccezioni, finirà per non sapere più come orientarsi. La distillazione del carbon fossile a prima vista può sembrare una industria parassitaria in unu economia nazionale, che il fervore societario si affanna a rendere chiusa; conviene quindi esaminarla nelle sue evoluzioni, le quali hanno fatto passare ti gas dal ruolo di prodotto principale a quello di sottoprodotto di un processo industriale molto complesso Nato nel 1S0O come * gas illuminante », l'invenzione della reticella a incandescenza prima, e la fortuna della luce elettrica poi lo hanno trasformato in uno dei tanti combustibili. La illuminazione a gas è ormai eccezionale, anche se ancora oggi Wliitehaii. centro degli affari e del conservatorismo inglesi, sfoggia le sue sfolgoranti file di lampioni a ga'i ad alta pressione. Bilancio di una officina Il gas è uno dei tanti prodotti della distillazione del carbon fossile, il carbone da gas è un litantrace a media fiamma, contenente dal 28 al 32 <~fc di sostanze volatili; la distillazione è una specie di cottura in un forno chiuso a una temperatura fino a 1200J circa. Dalla camera del forno si estrae un residuo solido che è il coke, ossia il carbone meno le sostanze volatili; dalla testa del forno si aspira un fumo giallastro che è il gas greggio, ossia il gas carico di una lunga serie di vapori condensabili: altrettanti sottoprodotti — se ne contano fino a 300 — da separare dal gas prima di immagazzinarlo nel gasometro. Una officina da gas moderna accoppia al processo di distillazione quello di gasificazione, inietta cioè alla base del forno del vapor d'acqua; così aumenta la resa in gas e diminuisce la quantità del coke. Si può ritenere come media che da una tonnellata di fossile da 8000 calorie al kg. si ricavino circa 450 metri cubi di gas da bruciare, da 4300 calorie per m3. Dal forni si estraggono circa 700 kg. di coke da 7000 a 7500 calorie e, poiché da 150 a 200 kg. vengono adoperati per il riscaldamento delle camere di distillazione, ne restano disponibili da 500 a 550 chilogrammi per ogni tonnellata di fossile trattato. Dagli apparecchi di condensazione e depurazione del gas greggio si ricavano poi circa 9 kg. di oli leggeri — benzolo, toluolo, xilolo —, circa 50 chilogrammi di catrame e circa 10 kg. di solfato di ammonico per tonnellata di fossile. Delle 8.000.000 di calorie che conteneva la tonnellata di fossile, quasi 2 milioni sono contenute nel gas, quasi 4 milioni nel coke e 400.000 circa nei prodotti condensabili — oli leggeri, catrame, ecc. — il bilancio termico industriale di una officina da gas oscilla quindi dal 75 al .£8 %. ctpdzccenUna miniera dì prodotti Il risultato può sembrare passivo — e lo è in quantità — ma si presenta molto attivo se lo si esamina i;t qualità. Gas e coke sono i soli due combustibili realmente popolari: più economici, a parità di calorie, ai quasi tutti gli altri mezzi di ri scaldamento; il solfato ammonico è un fertilizzante ricercato; coke e solfato ammonico si sono infat ti importati per 500.000 tonn. complessivamente nell'anno scorso. Gii oli leggeri, ancora largamente importati, sono elementi essenziali di molte industrie e della difessi nazionale. Poi c'è tutta la miniera dei prodotti derivati dalla distillazione del catrame: materie prime di tante industrie. L'industria farmaceutica vi trova gli antipiretici, come aspirina, antipirina, piramidone, fenacetina, ecc. e antisettici, come salolo, acido fenico, creosoto e altri. L'industria fotografica ne trae quasi tutti i rivelatori, come metolo, idrochinone, glicina; l'industria degli esplosivi fabbrica il tritolo, il trìnitrofenolo, i; l'industria dei profumi i muschi con i derivati del catrame. Le so- stanze coloranti non si contano più: fucsina, indaco, alizarina, ro* sanilina, flavantrene e tante al- tre; e poi la naftalina, gli oli per impregnamento del legno, le pece per coperture stradali il coke di catrame per elettrodi si ricavano rie un carbon fossile meno ricco di sostanze velatili — dal 20 al 25per distillazione e per pirosciH; dagli oli di catrame. Il gas, scopo primitivo dell'in dustria e quindi apparentemente prodotto principale, finisce per rappresentare una parte ben modesta nell'attività di una officina. Il valore dei prodotti ricavati, tutti necessari e insostituibili, e più che quadruplo del prezzo pagato all'estero per l'acquisto deila materia prima. Il coke metallurgico Parallelamente e tecnicamenteaffini, si sono sviluppate e ancora si sviluppano le cosi dette «cokerie:*: industrie il cui scopo principale è la produzione del «coke metallurgico^ del quale oltre 500.000 tonn. sono state ancora importate l'anno scorso. E' un coke più grosso e compatto, atto a sopportare i carichi degli alti for ni e a facilitare il tiraggio. Si distilla nei forni delle coke per cento — e se ne ricavano circa 750 kg. di coke per ogni tonnellata di fossile. Il distillato e un gas carico della stessa seriedi vapori condensabili, ila! qurlsi estr.iggono quindi, in pr pi>r-„ll stessi soli opro dotti delle officine del gas. Si uti-uzza nelle cokerie per il riscalda-mento dei forni buona parte del gas depurato; l'eccedenza — circa il 40 % — può servire per al tre industrie; come fa per esempio a Marghera la Vetro-Cokedove il gas della cokeria si utilizza per scaldare i forni dell'associata vetreria. D'altra parte il gas di cokeriacontiene oltre il 50 % di idrogeno elemento base per la fabbricazione dell'ammoniaca sintetica, la quale è il punto di partenza per 1? produzione di tutti i concimi. Entrambe le industrie — gas e coke — comprano materie primi all'estero; ma comprano in ultimi snalisi a prezzo di carbone tutta ana serie di prodotti e sottopro dotti che costano di più, e grave- rebbero quindi per altra via u ben più duramente sulla nostro bilancia commerciale. Si deve dunque rallegrarsi che queste industrie di distillazione si estendano, perchè ogni volta che si brucia della legna e del carbone tn una stufa o sotto una caldaia si distruggono senza vantaggio dei prodotti di prezzo elevato, che po: dobbiamo ugualmente compra re con molto maggior sacrificio. Francesco Pedrini

Persone citate: Francesco Pedrini