Schuschnigg e Goemboes partendo per Roma affermano la saldezza e la fecondità dei Protocolli del '34

Schuschnigg e Goemboes partendo per Roma affermano la saldezza e la fecondità dei Protocolli del '34 OGGI SI INIZIA IL CONVEGNO IT ALO - AUSTRO - MA GIARO Schuschnigg e Goemboes partendo per Roma affermano la saldezza e la fecondità dei Protocolli del '34 Vienna, 19 notte. Il Cancelliere Schuschnigg e il Ministro degli Esteri Berger Waldenegg sono partiti per Roma questa sera alle 22, insieme al Presidente del Consiglio ungherese Gombos e al Ministro degli Esteri De Kanya, arrivati alle 20,20. Fra un treno e l'altro i capi dei due Governi amici si sono riuniti a tavola. Con lo stesso treno delle 22 sono partiti il Ministro d'Italia a Vienna, Preziosi, e il Ministro a Budapest, principe Colonna. Alla stazione, ad una gran folla di personalità austriache e rap presentanti della Legazione d'Ita' Ha e d'Ungheria, s'erano aggiunti i curiosi. Continuità ininterrotta Il Cancelliere Schuschnigg, pri; ma di partire, ha fatto le seguen- « Le conversazioni di Roma vengono a cadere nel periodo in cui |y dichfarazioni: j ricorre il secondo anniversario del ha firma dei Protocolli romani, L'invito del Capo del Governo ita|liano costituisce quindi, in un cer j to "E^^aA^Ì>^ j^SJHltoWe^^l^ da un esame del trattato e dei ri¬ 1 sultati da esso dati t'inora, deri:vera automaticamente una contijnuazione della politica fino ad og |gi seguita. Io non voglio qui fare tere soltanto in rilievo che. con lafirma dei Patti di Roma, fu coni-pmto un felice passo dalla teorial'idea si opposero cevte tendenze politi che di carattere particolare, coro binate con la evoluzione politico- economica. Se all'Italia, all'Au- stn.a ? ali Ungheria e riuscito in ^*V^V^«^, lper ora ,istictta. questo lo si de- ve jn nrirno luogo e sopratutto al- ila natura dei trattati romani, che non rivestono carattere offensivo;bensì si sono prefissi l'obbiettivo una. opportuna collaborazione, ,mca°arl a costo di reciproci sacri1 ' . . . - „ i A prescindere ualla situazione abbi» sT^ re da molte parti la necessità del- la collaborazione materia'" e spi- rituale cd in conferenze interna-zionali si sono anche prese varie decisioni in tal senso; alla lororealizzazione si oppose per prima sere cè\te tendenze poUtUdi mutua integrazione economicaj che'noTgiàF^ ■ come un successo positivo del trat- ;tato, si aggiunge, cosa non indif-'ferente, la tendenza ad una vicen- jdevole conoscenza intellettuale che |h.a provato ^las^uapraUca^ ì sione negli accordi di carattere tea^^ |-e> noi abbiamo già oggi da regi- strare dei notevoli successi, e qui vorrei particolarmente insistere I nsulla mia opinione, che, appunto I din un'epoca di vaste divergenze in- ctellettuali, sarà utile e vantaggio so il dedicare la propria attenzio ne non solo alla parte puramente economica, ma anche ai compiti della collaborazione culturale. Io so che anche gli altri firmatari dei trattati di Roma, partono da identici punti di vista e sono quindi sicuro che la collaborazione spirituale già iniziata con innegabile successo potrà essere sviluppata ancor più sslrgtol«I Patti di Roma si sono mo- vstrati solidissimi: il loro contenu-jrto spirituale supera già le frontle-i rre delle tre Potenze firmatarie e, La mio giudizio, va considerato un 5risultato, pohtico ed.economicou«|*portata internazionale il fatto che [cin tutte le discussioni che ncgl: ultimi tempi si sono svolte, specialmente in merito al riassetto dell'Europa Centrale, si è sempre messo in rilievo la necessità di un appoggio ai Patti romani. Politica costruttiva « Se negli ultimi tempi, in certi giornali stranieri, si è espressa talvolta l'ansia o la speranza che I cl'Italia non potesse più seguire le isrlltttnsue posizioni medio-europee con ?la stessa intensa attenzione del ; Opassato, numerosissimi avveni-1 Lmenti recentissimi hanno dimo- |tstrato trattarsi di deduzioni sba-; tHate, e la conferenza di Roma,dtrattarsi di deduzioni sba e la conferenza di é una nuova prova chc il Regno d'Italia mette la sua preziosa energia a disposizione di una costruttiva politica medio-europea. E' evidente che a Roma saranno sottoposte ad esame non solo le questioni riguardanti i Patti romani, ma anche i problemi della situazione generale europea. Questa discussione non è, però, provocata dagli ultimissimi avvenimenti europei, giacché la conferenza di ] Roma era stata decisa ancor pri- : ma delle tensioni determinate in Europa dall'occupazione della Renania. « Il programma di lavoro che noi avremo da sbrigare nei pochi giorni della nostra permanenza romana, è dunque ricchissimo. Io sono convinto che anche questa ! conferenza, a simiglianza di tutte ! le precedenti conversazioni con il j Capo del Governo italiano, rispon- ! j derà non solo agli interessi comu- ] ! ni dei tre Stati, ma gioverà an| che, in più alto senso, agli inte; ressi dell'Europa intera ». I giornali, commentando l'imminente convegno, dicono che, pur essendo diverso il campo, a Roma : come a Londra si lavorerà per la ; j pace d'Europa. La Wiener Neuciste Nachrichten mette in rilievo ila eccezionale nervosità politica europea, mentre hanno inizio le| I conversazioni romane. La Ncue iFicie Presse scrive che i Protocol: iì dej marzo 1934 segnano il pas- .saggi0 dane parole all'azione, e ri-ì'velano, in ogni riga, una prof on- 1 -^ in ogni riga, una profon- *fz ''eaita de»H vlta quotidiana e delle sue condì- > zioni fondamentali. La TVietter1 ,Zeitung definisce i Protocolli ro-ì mani: & un modello». | Nei prossimi giorni sarà dato :uno sguardo generale agli effetti !chc.essi "anno avuto e si esami- !nera, al tempo stesso, la possibilità di perfezionarli e ampliarli. I. z. «La serenità di Roma)) i , Budapest, 19 notte. I giornali pubblicano oggi lunrhe corrispondenze dei loro invia- ti speciali a Roma in occasione dell'imminente convegno trlpar- tilo. , Il Budapesti Hirlap, in un arti-. colo del suo direttore Bokay, scri- fl'a l'altro che il ritmo pulsante ' e la serena tranquillità di Roma non fanno pensare nemmeno per un momento alla guerra e alle san- zioni. Nel caso della indipendenza ; ftalia7no"rmi nTo-res^i"Tutto" oro- i'0?10' come del resto la guerra in [Abissinia, le cui operazioni conti- nueranno fino al raggiungimento [ della vittoria finale. Si possono | constatare a migliaia 1 segni dil l'Ungheria I sia negli ambienti ufficiali che neN Isincera amicizia per .la popolazione italiana. |Eugenio Berda, nel Pesti Hirlap, rileva che nei confronti della Un-i gherla mai è stata dimostrata tan-i ta fiducia e tanta simpatia. Andrea Frey, sul Magjarsag, osserva che a Roma si attende I la realizzazione di un punto di vista comune italo-austro-magia- jro per tutto le eventualità. Il cor- i rjs'ndcnte aggiunge che a' L.Jrtt_0 meqi dalia s„a ultima vi- 5"**^:™™ £ftwta unitele è|**±±^^^^tSralte: li [completamente I centrale impresa abissina è giunta ad una svolta decisiva ed il prestigio europeo dell'Italia è aumentato. Rileva che il plano di Hodza è fallito e la crisi di Locamo, subentrata nel frattempo, ha dimostrato che l'Italia ha un ruolo importantissimo non solo nel bacino danubiano ma anche nell'Europa e occidentale, dove si ?fnte 11 bisogno del suo appoggio. ; Osserva che gli avvenimenti di1 Londra, anche se sono seguiti at- |tentamente, lasciano perfettamen-; te fredda l'Italia. Conclude dicen-,do che l'incontro Mussolini-Goem-boes-Schuschnigg cade solo per caso nel periodo della crisi di Lo-carne-, ma costituisce una buona occasione per esaminare anche i riflessi di tale questione. Siccome, di fronte alle grandi questioni eu- ropc, gli interessi dei tre Paesisono paralleli, non c'è dubbio che sono paralleli, non c'è dubbio che", Ttr ,triprito po„rtera airisultato tanto atteso a Roma, a Budapest ed a Vienna. All'atto della loro partenza perRoma il Presidente del Consiglio Pri ii ministro dee-li F.etPH di ?Tn sLri™ hanno fatto al corrisrion" 5""aJ.^.°..55™„fh^r!!p™-hanno fatto al corrispon- dente dell Agenzia Stefani le se-guenti dichiarazioni. Il generale Goemboes ha detto : « Mi riemDie di sincera Erioia l'idea ch?av?ò un'alteaf^t«^ casione di visitare il vostro gran- de e magnifico paese e di avere unpersonale scambio di vedute con il Capo del Governo italiano. Sonotrascorsi due anni da quando, con la firma dei Protocolli di Roma, ab- biamo creato neir interesse della pace una più stretta cooperazione fra itaaa, Ungheria e Austria,compiendo cosi il primo passo po-sitivo per la ricostruzione econo- mica del bacino Danubiano. Le e- sperlenze degli ultimi due anni banno dimostrato che la concezio- ne tradetta nei protocolli di Roma"3 g_,j^ta ts)ott10 °fni ^5'!? ,"?d _hoV;aiamaeu L'Italia ha corrisposto alla sua missione di fronte all'atteggia-ment0 negativo che ha caratteriz-zato la politica di isolamento di certuni, si è prefissa un'indirizzo di attiva politica di pace, . «La cooperazione dell'Italia dell'Ungheria e dell'Austria è un fattore c.osl indispensabile della ricostruzione dell'Europa centrale, chei senza di essa non è possibile giungere a soluzioni realistiche e positive. Questa cooperazione dei nostri Stati si svolge nel segno della pace, della parità e della giustizia e così essa non soltanto promuove lo sviluppo di una più fa- I vorevole atmosfera nell'Europa centrale, ma serve anche, al tempo stesso, gli interessi di una pace europea generale e duratura», ' Ha concluso dicendosi convinto 1 che l'eroico sforzo che l'Italia com!lK difesa della e della |.cultura occidentale, porterà in breve, i suoi frutti benefici nel campo della ricostruzione europea. ; ; . j ! | ; : jii Il Cancelliere SCHUSCHNIGG I ] : ! ! j ! ] ; ii i;(ji | li Ministro GOEMBOES

Persone citate: Andrea Frey, Berger Waldenegg, Colonna, De Kanya, Eugenio Berda, Mussolini