Hitler riafferma a Monaco che la Germania non capitolerà di Giuseppe Piazza

Hitler riafferma a Monaco che la Germania non capitolerà Hitler riafferma a Monaco che la Germania non capitolerà Berlino, 14 notte. Il Cancelliere Hitler, dopo avere ieri momentaneamente interrotto il suo giro plebiscitario facendo ritorno a Berlino per una rapida quanto necessaria consultazione coi membri del governo e le alte erarchie del Partito sulla svolta quanto mai acuta della situazione internazionale, ha già ripreso stasera a Monaco il suo giro di propaganda, che dovrà sboccare al plebiscito indetto — non si dimentichi — appunto sulla piattaforma delle storiche decisioni del 7 marzo e che dovrà dimostrare al mondo come su di esse e sul fermo proposito e giuramento di non recedere di un passo dalla sovranità e parità raggiunte, eliminando per sempre dalla storia tedesca la tara della discriminazione, non vi siano dispareri in Germania, e tutto il popolo sia dietro al suo capo, uno per tutti e tutti per uno. ghChufgiiIl Cancelliere ha parlato a Mo-; naco davanti ad una colossale adu-j nata di popolo. Egli ha comincia-'! to col dire che per la terza volta! chiama il popolo al plebiscito e che! questo terzo plebiscito egli non lojfa per rifugio delle proprie responsabilità, che invece ha sempre assunte; ma il sapere di avere dietro di sè tutto il popolo gli da maggior forza per assumere maggiormente le responsabilità necessarie. Il Cancelliere rivolge quindi, come suole fare, uno sguardo Il discorso del Fiihrer alio stato in cui trovò la Germa-j nia salendo al potere. Egli ha rie-i ducato col suo movimento il popò-1 lo tedesco al sentimento dell'ono-j re, della libertà, della parità. Cosi j solo è stato possibile compierei l'opera di restaurazione completa1 della sovranità che oggi il popolo; tedesco vede compiuta. |Mai la Germania sopporterà di' essere trattata come nazione di' minori diritti delle altre. In tutta la sua opera, egli non ha fatto che creare le premesse per la pace intemazionale, con onore e con parità. La Germania collaborerà sempre all'opera internazionale di pace, purché a parità di diritti. Se non raggiungerà questo scopo, essa non crede allajpossibilità della pace; tolta que-j sta possibilità, non rimane che lai violenza. Tale era infatti il Trat- tato di Versaglia. | Il nazionalsocialismo vuole restaurare una vita Internazionale su altri rapporti e, principalmente, sotto il dettame della ragione ragionante; esso non crede nemmeno alla possibilità di molti mu tamentl territoriali di confini, cheì costano sangue inutile. Spera sol-1 tanto che, per quanto riguarda la j questione territoriale, come per|esempio la questione coloniale, es- j sa sarà risolta sotto il dettame | della ragione ragionante. | Il Cancelliere viene poi a par- : lare della situazione del momento -, e, dopo aver rievocati 1 precedenti ; di essa dice che egli ha proposto | nel suo discorso al Reichstag un | sistema di pace, un sistema, cioè, che garantirà la pace in Europa per venticinque anni. Ma si farà questo soltanto nello spirito della parità dei diritti. Il Cancelliere, a questo punto, ha detto che la Germania non vuole essere trascinata da un Foro Intemazionale ad un altro, specialmente quando 11 diritto è dalla sua parte. Inoltre egli ha poi anche dichiarato che, in questi giorni, è stato oggetto di lusinghe, minacce, allettamenti, ma che nessuna di queste cose avrà presa su di lui. La Germania non capitolerà. Il Cancelliere ha concluso il suo discorso ricordando per quali ra- gioni ha sciolto il Reichstag ed ha convocato i comizi plebiscitari, j Con la decisione del 7 marzo, egli ha fatto il più grande gesto che uomo di stato d'Europa abbia mai fatto. 'Il 29 marzo farà un pari gesto il popolo tedesco. E sarà il gesto della libertà, della parità; il gesto della vera pace. Piattaforma plebiscitaria Questo della piattaforma plebi scitaria che la questione interna zionale gioca all'interno della Ger mania, deve essere considerato co- me il primo elemento della situa- zione vista da Berlino; e sarebbe un errore trascurarlo o anche sol- tanto relegarlo in seconda linea., L'irrigidimento al riguardo si de- ; ve ritenere, oggi come Ieri, totale'e assoluto da questa parte. I gior- nall accentuano, oggi come ieri, l che la dichiarazione governativa ] dell'altro giorno, in risposta al passo fatto dal governo inglese j sul ritiro simbolico di parte delle! truppe renane, rappresenta il mas-] sml0 a cui la cedevolezza tedesca può giungere: quello cioè di pro-( mettere al più, e a condizione che | anche l'altra parte s'impegni con' ia medesima promessa, che i con-itingenti renani non saranno, du-1 rante le trattative, aumentati. | Questo è tutto. ' i Un altro lungo documento uffi-1 cioso viene poi oggi a fare ancora ; maggiore chiarezza e a disperde re, se mai ce ne fossero, illusioni su un altro punto analogo, riguar dante l'avvenire dell'assetto rena no, circa il quale non si lascia sus-1 sistere dubbi sull'assolutezza del i principio di parità e di sovranità ! che il governo del Reich ha inteso1 una volta per sempre e senza re-i strizloni restaurare in quella par-1 te del suo territorio. Si tratta dijuna nota della Corrispondenza . Politico-diplomatica Tedesca, la!quale affronta con tutta chiarez- ! za e senza lasciare ombre o lacu- \ ne nella discussione, la questione j delle fortificazioni. La lunga nota, j che è da prendere come una nuo-ìva pubblica dichiarazione del governo del Reich, dopo aver rilevato come appunto si stia propagando a Londra l'idea che, per renjdere possibili trattative sul piano!j proposto, la Germania dovrebbe i i almeno impegnarsi a non costruì- ; re fortificazioni sulla zona già : | smilitarizzata, dice che su questo i argomento è bene intervenire su- bito e troncare in principio ogni iillusione; indi, fatta una minuziosa esatta esposizione, di fonte evidentemente più che bene informata, sullo stato di fatto della for- ì midabile linea di fortificazioni del1 la Francia lungo i 190 chilometri I j di confine renano, la dichiarazio|ne dice che in quanto questa gi-j j gantesca linea di fortificazioni sia ! | stata concepita per garantirsi da | eventuali attacchi tedeschi, la; : Germania non ha nulla da osser-j -, varei dappoiché essa, come ha: ; sempre rilevato, sa di non nutrire | alcuna intenzione di attaccare la | Francia, La prigionia dei paragrafi . Ma risulterebbe, però, tanto più incomprensibile all'opinione tede-;me4 ; devote °pr vareTa' ugualmente, da parte sua, alle j analoghe misure di difesa e di fortificazione che credesse neces- sarie per non lasciare in balla altrui un territorio come quello della zona già smilitarizzata che costituisce nientemeno che un ottavo di tutto il territorio del Reich, con un quarto di tutta la sua popolazione complessiva, e per di j più dove giacciono le sue più importanti plaghe industriali. Fra gli argini di questi punti fermi desunti da fatti e manifestazioni ufficiose, la situazione continua per il resto ad essere considerata a Berlino come permanentemente seria; e il confidente credito fatto nel primo momento alla « direzione inglese » delle trattative e alla « ragione pratica » che si era assisa a Londra di contro alle richieste di quella teorica e puramente formalistica, ha ormai talmente ceduto il posto alla consapevolezza degli imbarazzi e delle difficoltà in cui Londra e la sua azione di compromesso sono venute a trovarsi, da scuotere alquanto anche la fede del più convinti sostenitori dì una tale direzione londinese. La Frankfurter Zeitung sembra cercare oggi nel buio della situazione, dove risieda veramente la direzione delle trattative, quando dice: Nella condotta inglese è intervenuto negli ultimi due giorni un mutamento. Non soltanto nell'attitudine del governo inglese, ma anche in quella degli organi ad esso solitamente più vicini si nota un maggiore irrigidimento. Il fatto è che l'Inghilterra si vede ora prigioniera dei paragrafi e della sua politica di fronte alla Francia, e in special modo in confronto della questione abissi, na. Più nel primo momento l'In, ghilterra era disposta a considerare la pretesa violazione dei trattati da parte della Germania come meno importante delle sue proposte di pace e di una riorganizzazione dell'Europa nel quadro della Società delle Nazioni, più essa ora si trova prigioniera del suo amore per la Società delle Nazioni, il che è proprio ciò che la spinge oggi ad accentuare il suo tono aspro verso la Germania; e la minaccia della Francia di una separazione, e in dati casi, di una sua uscita dalla Società delle Nazioni, ha determinato il mutamento inglese agendo in maniera più efficace di quello che jion abbia potuto agire la minaccia tedesca" di un onorevole isolamento ». Parole quanto mai istruttive, le quali denotano una sopravvenuta incertezza dovè prima si trovi la «direzione» e il segreto della situa zione, fra Londra e Parigi, o ma gari più giù ancora, fra Roma e l'altipiano abissino: e che, cioè, 11 punto capitale sia forse colà dove in ogni modo si è tradita la real ta per gli schemi, e sopra tutto dietro gli schemi si camuffino i pio madornali errori che la storia ricordi, insieme ai meno confessabili interessi. , . . .., Gli SCtiemi e 13 realta Tanto più interessante è questo linguaggio del giornale in quanto che si tratta di uno di quegli origani che ancora nel suo numero di ieri, moltiplicando gli argo| menti per trarre l'Inghilterra dal i suo imbarazzo e per incoraggiar- 1 la amabilmente, si affannava a ; dimostrare che la « violazione » commessa dall'Italia era in ogni modo ben più grave di quella pretesa della Germania, e che quindi Londra poteva a colpo sicuro ado 1 perarsi "per una pratica soluzione ideila questione renana senza per ! questo «dover per forza prestare 1 minore attenzione al problema i abissino ». La verità è che la 1 realtà non è a mezzo societaria o ja mezzo sanzionista, come certi . paesi e certi giornali; o lo è tutta !o non lo è nulla. Tutto ciò non ! cambia nemmeno per quegli altri \ giornali che, divincolandosi fra le j strette di questo dilemma, sem j brano volerne uscire stasera danìdo la situazione dell'ultimo mo. mento a Londra come « lievemente distesa», in quanto che avrebbe superato lo Scilla delle sanzioni alla Germania; rimane. ' però, !sempre 11 Cariddi di quella che i chiamano non non minore preoc ; cupazione la «Locamo unilatera : 'e », gli accordi e le garanzie mi i litari, cioè, fra l'Inghilterra, la Francia e il Belgio, che sono co inetti a considerare — e hanno I perfettamente ragione — con un non meno nero pessimismo come quelli che condurrebbero «all'onorevole isolamento» della Germania, che non è precisamente quello che desideravano. Giuseppe Piazza

Persone citate: Cariddi, Hitler