Graziani entra in azione

Graziani entra in azione Graziani entra in azione Intensa attività aerea tra Neghelli e Addis Abeba -- Vittoriose azioni di guerriglia effettuate contro gli etiopici dai Galla Borana -- I centri vitali dell'armata di Bejène Merid sotto il fuoco della nostra aviazione Il Comunicato N, 154 ROMA, 13 notte. Il Ministero per la Stampa e la Propaganda dirama il seguente Comunicato N. 154: « Il Maresciallo Badoglio telegrafa: « II fronte eritreo è in movimento. « Nel bassopiano occidentale nostri reparti hanno raggiunto la regione di Alcadrà, festosamente accolti dalla popolazione. Un distaccamento avanzato del terzo Corpo ha raggiunto Fenaroà. « L'aviazione ha bombardato forti /concentramenti armati nella zona di Encetcab e nella regione a sud di Quoram. « Sul fronte sòmalo prosegue l'attività dell'aviazione fra Neghelli e Addis Abeba, nella regione dei laghi. Bande armate di Galla Borana a noi sottomesse effettuano vittoriose azioni di guerriglia, mentre genti di tutte le regioni limitrofe si addensano attorno a Neghelli per cercarvi la nostra protezione. «Prosegue ininterrotta l'organizzazione civile dei territori occupati : per l'intero aggregato etnico dei Digodia è stata istituita una Regia Residenza a Giarsa. « Sul fronte del Baie continua assillante l'azione quotidiana dei nostri aerei contro i centri vitali dell'armata del deggiac Beiené Merid ». Il generale Graziani sul fronte dell'Ogaden Gibutl, 13 notte. (A. R.) - Informatori da Addis Abeba riferiscono che negli ambienti militari etiopici si nutrono vive inquietudini in seguito alla attività italiana sul fronte somalo, che di giorno in giorno assume proporzioni più preoccupanti. Si è sparsa nella capitale la notizia che il generale Graziani si sarebbe portato di persona presso le prime linee del fronte italiano. Questo dà luogo alla previsione di una sua prossima azione in grande stile, che punterebbe direttamente su Harrar. In seguito a tali allarmanti notizie, ras Nassibù, che comanda l'unica armata superstite di tutto l'esercito del negus, avrebbe ordinato l'evacuazione della popolazione civile dalle città di Harrar, e di Gig-Giga, provvedendo al suo ricovero nelle boscaglie della regione. Questo provvedimento preso dal comandante dell'armata del sud, sarebbe stato dettato anche dal recente bombardamento, da parte dell'aviazione italiana, di una colonna di rifornimenti e di grossi magazzini di armi e munizioni, nelle posizioni arretrate. La tremenda azione aerea degli aviatori italiani avrebbe completamente distrutto tali depositi di munizioni. La situazione L'avanzata sull'intero fronte settentrionale, la cui «ripresa» è stata da noi annunciata 4 giorni or sono in base alle sicure e controllate fonti d'informazione che il nostro Giornale ha saputo assicurare ai propri lettori, è in pieno svolgimento. Il Comunicato 154 ed i primi dispacci dal Quartier Generale informano infatti che dal giorno 10 marzo il fronte eritreo è in movimento dall'estremo limite nord-occidentale (dove i confini fra l'Eritrea, il Sudan e l'Abissinia si toccano) alla scarpata che dall'altopiano scende sulla depressione dancala. Non è necessario spendere molte parole per illustrare ai lettori l'importanza ed i possibili sviluppi di questa grande manovra. Siamo di fronte ad un'altra manovra senza precedenti nella storia delle guerre coloniali: sono, in linea d'aria, quasi 400 chilometri fra Om Ager ed il lago Asciangi mèta vicina del primo Corpo d'Armata. Questa nuova e ardita manovra a grande raggio è la conseguenza diretta e sviluppo immediato di quel piano elaborato dal Maresciallo Badoglio, iniziato il 10 febbraio con l'attacco ad Amba Aradam, perfezionato con lo stritolamento delle armate dei quattro ras abissini e sfruttato con una ripreparazione logistica pari in grandezza a quella concezione strategica che ha portato alla vittoria sul nemico che si opponeva alle nostre truppe e ohe ora si sviluppa e si conclude con l'occupazione di intere regioni sottratte — per sempre — alla barbarie scloana. Nelle sue grandi linee e in base alle ultime informazioni, la manovra del Maresciallo Badoglio appare come una grande avanzata radiale che porterà il fronte su una linea all'ingrosso parallela all'andamento del vecchio confine fra l'Eritrea ed il Tigrai. E questa linea risulterà all'altezza del punto più avanzato della nostra penetrazione lungo la cosidetta < via dei negus », punto che fino a qualche giorno fa si poteva fissare ad Amba Alagi, domani al Lago Ascianghi, fra qualche tempo più a sud. Questa grande manovra è, evidentemente, effettuata in modo da| garantire l'occupazione del territorio percorso dalle varie colonne che scendono secondo direttive che, sempre in grosso modo, si possono chiamare perpendicolari a quella linea con andamento da est ad ovest e che sarà raggiunta fra poco. Infatti, mentre il primo Corpo d'Armata punta verso Quoram lungo la strada che costeggia il ciglione orientale dell'altopiano, un'altra colonna, composta di truppe del III Corpo d'Armata, scende lungo la pista che dal Tembien, per Gaela e Fenaroà, porta a Socotà, capitale del Lasta ed importantissimo centro strategico. Analogamente il II e il IV Corpo puntano a sud del Tacazzè e del Setit verso Gondar, una città sulla cui importanza non occorre spendere parole. Ancora una volta le informazioni che vengono dai Comandi delle varie colonne annunziano che le nostre truppe non incontrano alcuna valida resistenza: questa è la conseguenza e la riprova del tremendo colpo inflitto a tutto il sistema e a tutta l'organizzazione abissina con le vittorie dell'Endertà, del Tembien e dello Scirè. E ancora, una volta rileviamo che le popolazioni non soltanto si fanno incontro ai nostri soldati e ai nostri militi agitando i bianchi drappi della sottomissione e giurando fedeltà ma raccontano — e mostrano — come essi si siano vendicati, in misura e in modo proporzionati all'odio, dei piccoli gruppi degli scioani e degli amarici che, disfatti dal valore italiano, non sono riusciti a trovare scampo fuggendo attraverso le regioni che le colonne dell'Italia fascista hanno occupato durante gli ultimi quattro giorni. * Partenze » per FA. O. Messina, 13 notte. Stasera alle ore 22 è partito per l'Africa Orientale il piroscafo Belvedere, con a bordo 1300 operai ingaggiati dal Ministero delle Colonie. Gli operai erano giunti in mattinata provenienti da diverse Provincie dell'isola, e si sono imbarcati nel pomeriggio, salutati da numerosa folla. Napoli, 13 notte. Stasera è partito per l'Africa Orientale il piroscafo Ita con a bordo operai imbarcati a Napoli e a Genova. lessasse jhtessenet! flSMflRflP''/ >2 ! T^JsL/ MiUgril^&i ìca ÌNoggana "tre UTara Dongur RftS ORSCIRm TT "A %A ofrpflfe&sS-- w ri. noi Gohdak " bSocotà\ > Quoram — _ A Bocurrr ,*f > óarOb^ » <$>\ abuiaV»eda o .AV°°° UorroHaikt \ P /£ \ rs P< /£ v /Incoòer/ arcato le acque de Sett di

Persone citate: A. R., Badoglio, Graziani, Scirè