Panico a Addis Abeba di Alfio Russo

Panico a Addis Abeba Panico a Addis Abeba Gli avventurieri europei si squagliano - Pseudo aviatori e falsi commercianti - L'impressione per il volo di Ranza j (Da uno dei nostri inviati) Gibutl, 12 notte. Tuffi i tentativi di mistificazione esercitati sistematicamente e sfacciatamente dal governo etiopico non sono valsi ad impedire il maturare della tendenza rivolta alla pace e decisa ad imporla con mezzi violenti. L'ansia di una-vita migliore, nella, giustizia e nell'umanità italiana, ha accompagnato e approfondito la crisi, e cosi oggi possiamo concludere, in base a unite nofizie giunte a Gibuti, che tutte le popolazioni abissine — tranne alcune genti scioane — attendono con gioia i vincitori/ e Addis Abeba stessa, descritta come un focolare di nazionalismo etiopico e come centro di raccolta e di irradiazione della forza abissina e imperiale, è, tra le città maggiori, quella che più fortemente preme contro la mulconsigliata tenacia di certi cupi, esprimendo con vivaci dimostrazioni il proprio desiderio di pace. Tre o quattro milioni di Galla delle varie specie — oppressi, derubati, angariati, insomma nella più tragica servitù. — uncinilo alla liberazione e le altre genti, gli Amhara, visti sparire gli eserciti sotto i colpi di maglio delle Armate italiane, compresa la vanità della lotta cui erano impari, si uniscono al voto di pace. In questi ultimi giorni, in Abissiniu, si sono trovate di fronte queste due correnti apparse, del testo, nei consigli del negus: da una parte l'opinione popolare orièntata verso la pace senza altre discussioni e, dall'altra, l'opinione del negus e di pochi capi e di parte del clero, decisa si alla pace ma tortuosamente, cercando ancora di sollevare l'opinione europea contro l'Italia, di inasprire le sanzioni, di giocare insomma sull'equinico ginevrino tentando d'eludere la legge della guerra. Quale corrente sia prevalsa sapremo tra poco, comunque non sono possibili dubbi: l'esercito italiano cui fatalmente si allea l'opinione degli abissini, sarà fattore determinante e decisivo della nuova storia dell'impero di Salomone. I sentimenti della popolazione sono stati confermati dal notabile abissino Ayelu Gabrè, capo della Missione etiopica a Sauna c teduce appunto dallo Yemen. Egli, intervistato, ha detto che il popolo desidera la pace e che ero contrario alla guerra trascinatovi, invece, dai capi e dal clero. Il treno di Addis Abeba porta intanto a Gibuti gli ultimi avanzi di quell'ambiguo mondo di falsi umanitari e di autentici avventurieri che si erano precipitati in Abissiniu in questi ultimi tempi. Costoro, perduta la partita abbandonano ignoininiosamente il campo. Dopo alcuni isolati e dopo gli scaglioni'della Missione egiziana, ecco giungere gli svedesi, questi grossi uomini dalle facce butirrose, capeggiati dal dottore' Agge. Insieme ad essi è giunto il dottore Anner, Console di Svezia, medico del Negus in sostituzione del greco Zervos e fiero propagandista a ntituliano. Altri isolati sono ancora giunti: pseudo ai-iatori, fulsi commerciunti e tutti stranissimi esemplari limoni. In compenso abbiamo avuto l'arrivo da Mogadiscio della « intero » Età Mariam che fu presa prigioniera a Neghelli dopo la disfatta di ras Desta. Ventiquattrenne, gaia, sorridente ella ha espresso, con gesti vivuci e frasi pittoresche, i suoi ringraziamenti per le cortesie ricevute dai marinai italiani, Del « Negus Gruziani » — come ella dice — racconta tutte le premure che le hanno rivelato la grande gentilezza italiana. Vizerò è partita pei- Addis Abeba dove l'attende il marito Ligg Tatari Beiti. Viaggiatori giunti a Gibuti rac- contano il panico della popolazione di Addis Abeba durante il raid aereo italiano. Quando ti nostro apparecchio sorvolò la città, i negozi si chiusero, gli europei e gli armeni si rifugiarono nelle cantine. La popolazione non nascose dopo il raid la sua ammirazione per gli italiani che non vollero bombardare la città malgrado vi fossero in essa delle forze armate. L'imperatrice, con la Corte, si era rifugiata a Filoa dove, pure esistendo una fabbrica d'armi, l'aereo non lanciò nessuna bomba. Il gesto cavalleresco degli italiani ha suscitato simpatici commenti. Alfio Russo.

Persone citate: Età Mariam, Negus, Negus Gruziani, Sauna, Zervos