Il Tembien tomba di due armate

Il Tembien tomba di due armate Il Tembien tomba di due armate Gli avanzi delle due armate nemiche in rotta disperata sotto il fuoco delle artiglierie e degli aeroplani - Gli alpini scalano di notte a piedi nudi la parete a picco dell'Amba Uork e sorprendono il nemico - Più di 10 mila abissini uccisi Quartier Generale, 2 mattino, Ras Cassa è accerchiato e ia\sua armata distrutta; ras Muln-\ghietà, del quale lo stesso negus] ianora notizie è disperso nelle re-1 qioni a stridì Amba Alagi I cttr-Ugini militari dell'impero etiopico sono divelti \ìl'Anche il negus in fuga Cerchiamo di stornare il brivido di supremo orgoglio italiano dal nostro cuore per esaltare nella sua più. realistica consistenza la presente condizione dell'impero, e la conclusione è una sola: la potenza militare del negus neghesti Hailè Selassiè si può considerare in sfacelo ed i fondamenti dell'Etiopia crollati. La manovra militare, di michelangiolesca vastità, ha avvolto e travolto le forze abissine in un disastro senza precedenti. Fatti di importanza diretta ed indiretta, straordinariamente si I gnificativi, si sono verificati nel : lo scorcio di questa ultima setti mona. Un'ultima manovra, peti.-1 sata e guidata dall'imperatore di Etiopia. è andata fallita compie-. tamente. Il negus e il suo sotto- sulla strada imperiale. L'azione]della nostra aviazione che aveva' scoperto e localizzato la marcia delle colonne inviate di rinforzo, ha terrorizzato e seminato la ró- [vina sopra quelle truppe speciali, Lo stesso negus ha dovuto affida-; capo, il deggiac Avella, partitosi da Dessiè con circa ventimila ito- mini, è arrivato fin sotto Quoram. re la propria salvezza alla fugatQuesti elementi di fatto cedono..per eloquenza e significazione, adjaltri ancora più solidi che andrò esponendo e che sono stati i fot-,tori decisivi nella mente del Ma-\resciallo Badoglio per definire lo1 inizio, lo svolgersi e il concludersi della grande battaglia vittoriosa, Per intendere la vastità delle- norme manovra che ancora siisvolge in linee possenti e su uni fronte formidabilmente esteso, oc-ii corre rifarsi alla battaglia dell'En- \dertà. La conquista di Amba Ara-'idam, non a torto definita dallaì{tradizione etiopica come la chutvcl \dell'Abissinia, ha aperto all'Eser-jeito italiano ogni possibilità di :movi?nento: la via verso Amba i^-1^' quella verso l'ovest ed U'controllo della strada di Socntà. ultima possibile via di ritirata ver-so sud. La nuova situazione face- va scaturire alcuni elementi prin- cipali, accanto ad altri secondari per determinare la sequela di col-pi di ariete contro lo spiegamen-'to avversario: si tratta della di- sfatta e della disgregazione della armata più potente dell'Etiopia condotta da ras Mulughietà, r.r-ì ministro della guerra e conside-lrato il miglior generale dell'impe- ro; i sicuri sintomi di crollo dellaÌcompagine civile imperiale sono la' rivolta del Goggiam; la ribellione,\aPerta nei paesi degli Azbo e Gal-i\la con sottomissione alla nostra ] bandiera di migliaia e migliaia di 1 guerrieri tra i più valorosi e resi-i Utenti di tutta l'Etiopia, e, infinci Per cio che riguarda il nostro E-\ \sercito, l'indescrivibile capacità of-\ìfetisiva e granitica resistenza del-,lte nostre truppe a questo tipo di\ 'guerra manovrata in territori] sconvolti, in regioni inesplorate, mancanti alcune, come il Tembien, di qualsiasi possibilità di vita. Cinque Corpi d'armata La battaglia dell'Endertà svelò al Maresciallo vincitore la possibilità di impiegare grandissime masse di uomini, capaci di crear-'si, in qualunque luogo e rapida- mente, le condizioni favorevoli ad avanzare contro preponderanti/masse nemiche. Germinò così Videa dì dare battaglia completa e diste- sa su tutto il fronte, impiegando : cinque Corpi d'Armata. '.Qucsta concezione tcapovolge}!-\tè i sistemi fin qui seguiti nelle 1 ^HeVì-TcoÌoninK,^cwwi^enVi iùun[ ]mpieqo, che direi capillare di sot-'. tM colonne offensive addentranti- sj au(tsi ventura nelle regio- ]mezzi ' logistici e sanitari che ha I' datò la possibilità e la certezza al'' corpo di spedizione di raggiunge- ■ ,.e ovunque la vittoria. Quelle co-\ [lanne infinite di autocarrette, au- tocarri, ambulanze, trattori, nu-; tot reni, colonne lunghissime c poi-\ si quasi nemiche) riposava sopra un ci clopico lavoro e sopra una silenzio m preparazione delle retrovie, dei i ti-erose, che abbiamo visto mar-, .dando verso il fronte di combat-: jimento, davano al soldato, nella] imminenza del combattimento, il\ ,senso materiale dell'Italia che lo \seguiva: erano le propaggini del-, 1 Ut Madrepatria che, da Massaua i al Tembien, ad Amba Alagi gli' portavano pane, vino, bende do jjinique egli dovesse imbracciare il ifucile. Mai come durante queste, i battaglie che abbiamo viste è staita presente nell'umile ed impolve- j rata presenza delle teorie di auto'curri questa meravigliosa Italia | ìlontana. l Sintetizzando: il concetto tatti-] ro e strategico del Maresciallo, di slato di upplicare su una scala enormemente più vasta sopra l'intero campo di schieramento, lo i stesso metodo seguito nella batta-\ glia dell'Endertà. Si trattava di'; sfruttare al massimo l'annienta- i mento dell'armata, di ras Multi-' ghietà, portarsi innanzi fino ad' Amba Alagi ed impossessarsi dei 'valichi. L'avanzata del giorno 20, che conduce sino alla linea di Ade rat-Gomolò-Monte Garagiam e] nella pianura di Buia è già stata ì descritta. l L'aviazione, in quei giorni, au nientò i rimasugli dell'esercito diì ÌMulughietà. impedendo il formar-l 'si di una linea di resistenza ove\ ,era possibile alla tattica abissina, paicioè sovra il massiccio di Alagi, co facile a difendere. La prova prò 1 vaia dell'azione fulminea e radi negi cale, svolta dalle squadriglie èj/iampante nel fatto che ad Amba •zi\Alagi nessun nucleo notevole potè .ei\opporsi validamente all'avanzata er,delle nostre colonne, [no\ .... lui] L aviazione \tidel cielo, i nostri piloti scatenare j g i i 1 ........ I** noGli aviatori e le loro macchine [navennero considerati dal Marescial- ìqulo come dei reparti celeri; cornei nelle guerre antiche si considera- mvano la cavalleria ed i veliti, ar-itimoti alla leggera. veDal giorno 16 scorso i cavalieri \m'no un infernale bombardamento\s sulla pianura di Buia. Dissi che a i g un certo punto le colonne in fuga L,^/che prima si difendevano con fu-1 j^ diate contro gli implacabili ar congeli punitoril si abbandonato no al loro destino, rinunciando per '.sino a nascondersi ed a tirare con- \tro gli apparecchi. A parte la po lenza del bombardamento e pm« del ito[mitragliamento, il fuoco spiegato\p'sulle formicolanti teorie di soldatino scioani in fuga, l'effetto polveri*- <*' zatore delle ultime resistenze, è.pstato tale che ras Mulughietà e le^'asue. bande, a quanto affermano gli Vinformatori, corrono, sperduti, a R Irifugiarsi nella parte più selvag-'m''aia del territorio. irò ■ La conquista di Amba Alagi si sc\Prescntava, il giorno 27, aperta a!IsePasso delle nostre colonne. Già dai .di i paesi della pianura venivano in contro alla truppa e ai legionari, nei giorni della loro sosta, pelle grinaggi di popolazioni per conse j/nare le armi e chiedendo protezione. Son note le tappe della mareia per la conquista del monte saero al ricordo degli italiani. Questi nomi geografici parlavano all'a¬ uimo dei vecchi coloniali marcian- ti tra i legionari e le truppe. Era gn^il'ZrgeZte ZiatorThalZIzTo ** ' no le medesime tappe della colonna Toselli, seguite durante la conquista e la ritirata, j)a Adcrat, monte Gomolò,' mo)lte Gararjiam verso Adi Abai-[ ti) in stretta di Mai Mescic, ove, venne colpito a morte la prima medaglia fVoro di questa Campa- sirago, ad Amba Corcorà, si se guivano,„ distanza di quarant'anL,^ j prt,,,sj ae; battaglione eritreo j^oseZZi. All'alba del 28, la Divisione Alpina raggiunse Togorà tra l'acclamazione del popolo, mentre la « Sabauda » pei- la stretta di Mey- to Merra, raggiungeva il colle di passo Folaga. La colonna centra- no, formata dalla quarta Divisione.<*' Camicie Nere, si inerpicava so- pra l'Amba e portava la banale-'^'a donata dal Comune di Vittorio' Veneto a memoria del capitano Ricci, caduto nel 1895 a difesa del. monte. Si rinveniva qualche rude-'rò del ridottino costruito dagli a- scari di Toselli. Una feritoia che'serti) a scambiare, durante l'asse-, dio, due oggetti di sfida: un tal-. I lero d'argento, nuovo di secca, coniato in Francia ed inviato dal generale abissino all'eroe italiano in segno della ricchezza e potenza i abissina; quelli ricambiò con un | caricatori*, di cartucce del nuovo i modelli, di fucile, il '91. La conquista di Amba Alagi ha i sintonizzato immediatamente il vuoto di due altri Corpi d'Arma- j fa: quello eritreo e il III Corpo. i La formidabile mazzata L'inferno pietroso del Tembien] i brulica degli armati di Ras Cassa. '■Il combattimento e la vittoria no,stra, del gennaio scorso, a, Passo i Uarieu non ha tuttavia disperso quella pericolosa e diffusa pressione; occorre stritolare le forze anI melate tra la via di ritirata su I Socotà e i costoni montagnosi del I massiccio di Abbi Addi. Andarli | a cercare diluendo le colonne tra I le gole selvagge e le creste sco! nosciute, non appare tattica conveniente. E' necessario con un solo colpo di martello annientare tutto in blocco. A questo punto si immagini un pesante maglio pronto a cadere e un blocco d'acciaio che venga accostato sotto pei- ricevere il colpo e annientare, con la sua inalterabile resistenza, qualunque massa interposta. Il Maresciallo Badoglio ha dato al Corpo d'Armata eritreo, giungente dal nord del Tembien, la funzione di maglio e al Corpo nazionale quella di incudine. Tra le due masse, lentamente, irreparabilmente, veniva stretta l'armata di ras Cassa. Ricordiamo la indimenticabile notte in cui seguimmo la marcia della Divisione Camicie nere « 2S Marzo » fino a Gargara. Blocchi di uomini, salmerie, artiglierie someggiate, colonne cammellate, catene di autocarri, andavano , verso Gargara. Attraversavano il i terreno della battaglia dell'Endertà, sopra il fronte destro di Amba Aradam, ove qualche giorno prima si era combattuto. All'assalto Quegli uomini erano l'incudine della manovra. Marciarono verso Gaela, una conca arida e chiusa, e raggiunsero il passo Taraghè. Incontrarono paesi e villaggi, le popolazioni dei quali avevano dovuto combattere corpo a corpo contro i soldati abissini, che venivano a strappar loro le ultime To P^iste di granaglie. Vennero tinnclT, f.nn,n lihnrriTnr, ,' -[ e, - o a - osservarlo ci ha tolto la i di stupircene; giorno per accolti come liberatori. Vi ho già telegrafato l'episodio di Dibucc e la lotta sostenuta dagli abitanti contro i razziatori regolari di ras Cassa. Il terzo Corpo d'Armata compiva, come tutte le truppe che marciano sul fronte, il miracolo di cui la lunga consuetudine di tolto la facoltà giorno - alla marcia della truppa sulla e.strada seguiva il passo dell'ulti- mo conducente delle salmerie. E 'questo nastro, spezzato ogni gior- o' ne dal colpo di forbice delle soste, o si risaldava il giorno seguente. E l. ogni giorno, poco dopo avev leva-'te le tende, dagli accampamenti i - soldati andavano a salutare il pri- e'me autocarro della colonna rifor-, nimenti, che proveniva da decine -.di chilometri, scavalcando sassaie Ì|'i\j'.\\\zIi crudeli, valli profonde e declivi su cui i muli si sarebbero rifiutati. A passo Taraghè si poteva dire che la ritirata delle trup; pe di ras Cassa verso la linea idi comunicazione Tembien-SoÌcotà-Fenaroa era sbarrata dalla Divisione eritrea da nord, e dal terzo Corpo d'Armata dal sud, | che si apprestavano a stringere la morsa. Il giorno 26 tutto era ' pronto sulle intere linee del froni te. Si attendeva da una cameret\ ta di tela cerata di una lontana j tenda un segno. Badoglio, la sera '.prima, nel ritirarsi dopo la men\sa, disse al suo Capo di Stato \ Maggiore: « All'alba possono andare ». Fu tutto. Si mise in moto il meccanismo della battaglia. Il 27, il primo Corpo d'Armata si muove sopra \ Amba Alagi, il Corpo d'Armata eritreo si addensa e si stende a sud del Tembien. Il III Corpo di Armata si muove a nord. Sopra gli altri fronti, le Divisioni nazionali entrano in contatto col nemico. Gli eritrei incontrano subito un osso duro. Sono arrivati silenziosamente sotto un monte celebre: Amba Uork. Tra le caverne fiancheggianti passo Uarieu e Abbi Addi, solitaria e sinistra, profilata come un basto di mulo,»si erge questa altura i cui fianchi scoscendono ver&ali, con strapiombi dolomitici di trecento metri. Hailè Selassiè vi confinò per qualche tempo Ligg Jasu. Posizione strategicamente preziosa. I Foltissimi reparti di ras Cassa vi si erano asserragliati, costruendo i fortificazioni, annidandovi decine .di mitragliatrici pesanti e pezzi I di artiglieria da montagna. L'enorme muraglione torreggiante sopra la valle di Amba Uork controllava passo Uarieu e qualsiasi provenienza dai canaloni e dalle valli che si diramavano verso sud e nord. Chi avesse voluto prendere con assalti regolari questa cima, ancorché si fosse trattato di decine di migliaia di assediatiti, non vi sarebbe riuscito. Occorreva astuzia, sorpresa, supremo coraggio. L'assalto e la conquista di Amba Uork è l'impresa omeflca di solo un centinaio di soldati nostri: Alpini, Granatieri, Ca»nicie nere, aggregati a reparti indigeni. E' questa un'impresa di cui la storia dell'arditismo e dell'alpini\smo mondiale serberà memoria in pagine d'oro. Durante la notte del 27, vengono scelti i rocciatori delìl'Amba Uork. E' quasi tutta genì te delle valli trentine e piemon| tesi. Gente di montagna, che conosce tutti, i segreti delle corde. Si tratta di compiere una sca] lata ai sesto grado, col carico dei tascapani pieni di bombe a mano 'coi moschetti e con i pugnali. I .cento rocciatori partirono dal cam\po alle tre e mezza del mattino. Sulla cima si vedevano rosseggiare, stanchi e velati, i fuochi 'dell'accampamento abissino. I ne- RAS CASSA DARGHIET RAS SEJUM »^Ci«tttós«^«.-.- y.N?--<--..-.-».^ .I TRINCEA A SUD AMBA ARADAM