Torchio e Durando sul ghiacciaio del Tronador

Torchio e Durando sul ghiacciaio del Tronador LE PRIME FOTOGRAFIE DELL' IMPRESA ANDINA Torchio e Durando sul ghiacciaio del Tronador La favolosa avventura alpina dei due giovani torinesi -- Per più giorni sulle alte cime inviolate -- Come si può ricostruire la tragedia della spedizione Matteoda Pi.-esso la croce eretta in memoria dei caduti sventola il gagliardetto del Fascismo torinese pubblicando uh cablogramma giuntoci da Buenos Aires davamo le |>rime notizie della spedizione Durando-Torchio, partita da Torinoi con lo scopo di scalare il Tro ~ ^ Ne la « Stampa » del 22 corr. naflor e ritrovare le traccie degli audaci alpinisti Sergio Matteoda e dijto'alter Durando vittime di una atroce fatalità, mentre stavano per toccare l'agognata mèta. La cupa montagna serbava gelosamente il suo mistero che le faldiglie dei due arditi e sfortunati fidala tori volevano squarciare. La madre di Matteoda a Buenos Ait«s, la sorella di Durando a Torinio dopo aver sperato oltre il limiti; del verosimile, dopo aver atteso il miracolo, anziché piegarsi alla dura realtà avevano sognato di ricalcare quella aspra via che i due lgiovani avevano percorso nell'ilRlusione di poter ancora ritrovarli. !E se gli anni avevano impedito alh& signora Matteoda di attuare Jquesto chimerico proposito, Iolan- ida Durando, arditissima giovane ana ritrovato nel suo immenso Rifetto per il fratello la forza di por- tare a compimento questo progetto. Varcato l'oceano la fragile donna si è avventurata fra i colossi della montagna, fin sui luoghi ove presumibilmente la bufera in agguato, ha ghermito le due fiorenti giovani vite di Matteoda e Durando. Suo compagno in questa impresa di eccezionale ardimento è sta- I to — come si è già detto altra voi ; ta—il dott. Luigi Torchio, un va loroso tenente degli alpini, volon tario di guerra, ed amico intimo :del compianto Walter, la cui pre senza, oltreché come sostegno mo rale alla signorina Durando era necessaria per la organizzazio ne materiale dell'ascensione sui ghiacciai di quell'infido Trona dar. Ed essi partirono da Torino con un'altra missione di profondo significato: deporre sulla croce che ricorda gli scomparsi — ed eret ta per cura dell'agente Consolare ■ italiano a Bariloche, signor Ge iain pochi metri scora l'ultimo , accampamento da cui Matteoda e Durando partirono per la fatale ascensione, la mattina del 4 feb- .ascensione, la mattina dei 4 «o-! h?lì0 19f33.~ 11 SaSliardetto che U Segretario Federale e gli amici de°-Ii seomDarsi avevano loro con- Sto a\e\ano loro con !s f . . , . . u . ! ^,.Le rarissime fotografie che pub- Richiamo e che ci sono giunte dal- \V^,erlca dimostrano come la r!nisslone-s!a stata scrupolosamen- comPluta.e ?ome esf abbiano V raggiunta la meta che si ;erano ardllameme prefissa. I 11 temP° na voluto favorire con una serio di smaglianti giornate j l'avventura alpina dei due giova- 'm torinesi, ed ha permesso loro una minuta- completa e dettaglia- ta perlustrazione attraverso tut- ta la zona che Matteoda e Duran- l\°° à°*u.:e™_-_^1'™" -Lvi™^"e o oggi, i': ro salita verso il picco estremo.Due giorni Jolanda Durando eLuigi Torchio sono rimasti nella zona superiore del Tronador, bi- vaccando nel luogo preciso ove gli scomparsi misero la loro ultima tenda. Nei due giorni ininterrot- tamente praticarono una minutis- sima esplorazione di tutta lazona. Ma la montagna ha voluto man-tenere il suo segreto. Ed anchedopo tale minuziosa perlu- !.«trazione, si possono soltanto for-i mu, delle ipotesi sul modo In , , «comuarsa avvenne Lui°i l?.scomparsa avvenne. t.uigi Torchio di ritorno daLTronador ha eletto che la tesi più accettabile secondo lui sarebbe la seguente:. Data l'ora di partenza ed il mo- mento in cui sul Tronador si sca- tenò la tormenta. Matteoda e Du-. ran[io avrebbero avut0 il tempo di. raggiungere il colletto tra le due punte. Sorpresi dalla bufera e sapendo perfettamente che lo sfi- darla in condizioni talmente disa- giate poteva costituire un pericolo mortale, essi decisero di fare ri- torno, il più velocemente possibi- le. Pertanto, ripresa la via della discesa, per procedere rapidamen- r^.' è da. ritenersii c!15_seIlle_n_cl0 da" ritenersi che. seguendo , una pratica normale in montagna, ; abbiano accorciata la distanza di corda che li separava, in modo da ridurla a sei o sette metri. In tali condizioni è logico ritenere che se durante la discesa, uno dei due, e probabilmente quello che marcia- va innanzi scivolò improvvisamen- :te su di un pendio o cadde entro !un crepaccio del ghiacciaio, l'ai- ;tro non potè, essendo in marcia e1 con lo strappone provocato dalla 1 corda, resistere in modo tale da . Tnlanria mi I L ™"ltS' i io proceueue-1isalvare il compagno, non solo, ma. venne trascinato nella fatale ca- duta [ uuta. In tale convinzione ,.ando e Luigi Torchia t ...... .ro ad esplorare tutti i crepacci e specialmente il grande crepaccio identificato, ove Bonacossa. Bina.ghi e Gervasutti, ebbero a notare . tracce tali da far ritenere in un primo momento che colà fossero caduti i due disgraziati alpinisti. Ma anche queste ricerche non han!no dato nessun risultato positivo. ' Prima d'abbandonare la parte , i i i superiore del Tronador, presso la cr0Ce che è stata eretta in ìnemo ria dei due giovani, Jolanda Du • ran(j0 e Luigi Torchio hanno sciol to l'impegno nobilissimo che si e to l'impegno nobilissimo che si e- -anoassunti. Tra due piccozze, al- V l'uso della montagna, il Gagliar- detto dell'Italia Fascista è stato steso al sole delle Ande, come a inanima viva, ardente dell'affetto, dell'ammirazione, del ricordo im perituro dei due scomparsi. Sulla croce stessa è stato legato un bi ghetto consegnato a Jolanda Du rando dalla signora Matteoda. Sul :biglietto una sola parola: <: Man mai, il più dolce e il più santo i nome. o ptlaCdcattcpprzi gi rdG Il gagliardetto delle Camicie Nere torinesi sventola sul ghiacciaio gg g£ÉÉ , B palnalail nriACvPStpPpmgtocfeleve gTTtccM Le due punte del Tronador viste dal « plateau ■., superiore.

Luoghi citati: Buenos Aires, Italia, Torino