L'Italia riafferma il suo punto di vista contro la coalizione promossa dall'Inghilterra nel Mediterraneo

L'Italia riafferma il suo punto di vista contro la coalizione promossa dall'Inghilterra nel Mediterraneo L'Italia riafferma il suo punto di vista contro la coalizione promossa dall'Inghilterra nel Mediterraneo Le ripercussioni del discorso di Eden, in attesa della riunione del Comitato dei Diciotto « Il Ministro inglese all'Ambasciata d'Italia a colloquio con Grandi Nessuna precisazione Il discorso del Ministro Eden non si presta ad ampi commenti, dato che in esso non vi sono 1 chiarimenti desiderati sui punti più scabrosi e vivi dell'attuale momento internazionale. Abbiamo letto i soliti ritornelli sui principi della Lega interpretati secondo l'interesse britannico; il principio della sicurezza collettiva è apparso circondato da una siepe non simbolica di baionette, come è previsto nel vasto programma di armamenti inglesi per cui dovrà essere stanziata la somma sbalorditiva di 300 milioni di lire sterline. Certamente qui tocchiamo uno dei problemi-chiave della politica britannica quale si è venuta svolgendo da un anno a questa parte. Eden ha ripetuto quel postulato degli ambienti ginevrini che è una vera e propria bestemmia: le sanzioni sono la pace. Egli si è cullato compiacentemente intorno a tale concetto, ha lumeggiato i danni che già l'Italia avrebbe dovuto soffrire per l'applicazione delle misure la cui paternità egli può ben a diritto rivendicare. Siccome la materia trattata riguardava le possibilità di vita e di lavoro di un popolo di 45 milioni di abitanti, questa parte del discorso di Eden sembrava inspirata ad un sadismo di pessima lega. Noi preferiamo non insistere nella polemica che su simile argomento, mentre centinaia di migliaia di nostri fratelli affrontano i rischi e le glorie del combattimento nelle terre d'Africa e mentre tutti gli italiani degni di questo nome sono mobilitati nello sforzo più tenace e grandioso contro la più nera delle ingiustizie, dovrebbe assumere gli aspetti più duri ed implacabili; preferiamo accettare la tesi che si trattasse di ragionamenti opportunistici dettati dal costume demagogico e parlamentare. Cosi pure non diamo eccessivo rilievo al richiamo di Eden alle proposte del Comitato dei Cinque; dal settembre ad oggi vi è tale una nuova situazione che non vederla è segno di cecità; ciò che non era soddisfacente nel settembre a più forte motivo è fuori discussione dopo le vittorie di Neghelli e dell'Amba Aradan. Fuori dal terreno polemico del societarismo, il Ministro inglese non ha precisato nulla. La curiosità era rivolta a sapere quali sarebbero le direttive britanniche per la riunione dei Comitato dei Diciotto che molto saggiamente si poteva rimandare di qualche settimana o di qualche mese e che invece, proprio per la volontà del Forciejn Office, è stato convocato per il 2 marzo. Affermare che la Gran Bretagna si uniformerà alle decisioni di quel Comitato è procedere per figure retoriche; tutti sanno che i Diciotto, con à capo il portoghese Vasconcellos, sono dei fedeli segugi di Eden, ch« aon diranno mai di no al loro inventore e creatore. Quinci occorrerà aspettare le sedute ginevrine per rendersi conto delle intenzioni del Governo di Londra: verrà archiviato, come sarebbe nella logica dopo il voto del Congresso di Washington, il rapporto degli esperti petrolieri oppure si persisterà nella colpa coll'embargo sulle materie prime e con qualche altra assurdità sanzionistica? Questo sarà il banco di prova di Eden ministro degli esteri di Gran Bretagna ; non è perciò il caso oggi di esprimere giudizi definitivi e di dimostrare ottimismo o pessimismo. La levata di scudi degli ultrasanzionisti che appaiono preoccupati ha bisogno di conferme concrete delle loro 'apprensioni; anzi noi che conosciamo quella gente non siamo | alieni dal ritenere che forse si tende a sviluppare una campagna puntando sul lato debole di Eden, la sua ambizione di ap| padre il giovane paladino dei j sacri principi societari. Il Ministro britannico farà bene a ; stare in guardia contro una simile, pericolosa psicosi: la politica estera di un grande paese non si guida colle ostinazioni, coi ripicchi, coi favori di atmosfere sfuggenti. L'orizzonte è denso di incojgnite; il sig. Eden ne è consajpevole tanto che egli non ha avuto paura di confrontare l'attuale periodo che attraversiamo con quello dell'estate 1914. Non facendo pernio sull'attività deiila Società delle Nazioni e tanto ;meno ingolfandosi nella via ,senza uscita del sanzionismo, si ^può sperare di sgombrare l'orizzonte dalle nubi di tempesta iche vi si accavallano. Proprio in questi giorni vengono al pettine dei nodi il cui groviglio riflette l'errore fondamentale della politica britannica nella crisi ;del 1935: la Conferenza navale inon trova un terreno minimo di (intesa; i progetti danubiani, 'dopo le fantasiose galoppate dei colloqui di Londra e di Parigi, ! ristagnano; la stessa partita i della coalizione mediterranea ai danni dell'Italia non è chiusa, malgrado il contrario parere jdel Foreìgn Office: la nota odierna di Roma è molto precisa in proposito. E siamo alla , vigilia di quello che forse costituirà un avvenimento di incalcolabili conseguenze, la ratifica del Patto franco-sovietico, j In tutti i problemi, su tutti i fronti è elemento essenziale di i equilibrio e di pace quell'Italia che non impunemente, con giudizio iniquo, arbitrario, inammissibile è stata condannata e messa al bando..Quell'errore e quell'infamia vanno sanati per tentare di ricostruire un ordine europeo. Alfredo Signoretti La flotta inglese nel Mediterraneo Replica italiana a Londra Londra, 25 notte. Il Governo italiano ha presentato al Governo inglese, per il tramite della Regia Ambasciata a Londra, la seguente nota: <c II Governo italiano, riferendosi aìla txmtinteaziotte fatta àal Governo inglese in data 14 febbraio, prende atto che nessun or- gomento è stato addotto dal Governo inglese nel rispondere alle osservazioni avanzate dal Governo italiano in merito al memorandum britannico del 22 gennaio » alla posizione che con esso il.Governo britannico ha assunto. « Il Regio Governo mantien» pertanto il proprio punto di Dista per quanto concerne l'azione e l'intesa navale promossa dal governo inglese nel Mediterraneo, e si riserva di risolvere la questiona nella sede e nel momento che ri* tenesse pili appropriati ». La replica trasmessa a Parigi Parigi, 25 notte. VHavas comunica: « Nel tardo pomeriggio Flandin ha ricevuto l'ambasciatore d'Italia, Cerruti. La visita, che è stata brevissima, aveva per scopo di rimettere al ministro degli Esteri . francese una nota del Governo ita! liano analoga a quella consegnata ! stamattina al Foreign Office dalj l'Ambasciatore d'Italia a Londra ! e concernente la risposta data alj le osservazioni sollevate dal Governo di Roma a proposito del me! moriale britannico del 23 gennaio I sulla mutua assistenza nel Mediterraneo. Come il documento rimesso a | Londra, la nota italiana consegnata a Flandin constata che non si è risposto alle obbiezioni italiane le conclude in questi termini: «E Governo del Re mantiene il suo punto di vista concernente l'azio| ne e l'accordo navale per cui il Governo britannico ha preso l'inizia■tiva nel Mediterraneo, e si riserj va di sollevare nuovamente la questione nel tempo e nel luogo che ; riterrà più opportuno ». Il leghismo britannico inquieto per il discorso di Eden Londra, 25 notte. Il collaboratore politico del Manchester Guardian riassume le sue impressioni sulla seduta par! lamentare di ieri dicendo di avere incontrato nei corridoi di Westminster un generale membro del Parlamento e violento antisanzionista il quale gli ha detto: «Mi [preparavo a intervenire nel dibàttito contro le sanzioni, ma dopo avere ascoltato il discorso di Eden ho preso il cappello e sono tornado a casa. Il discorso ha segnato la fine delle sanzioni ». Si sarebbe indotti a dar ragione al generale antisanzionista leggendo i commenti della stampa filoleghista la quale critica con violenza Eden, lo ! accusa di oscurità, di duplicità e ■ di tradimento. A sentire questi giornali liberali e laburisti, Eden sarebbe un equilibrista deciso a conservare posto e carica e popolarità stando con un piede a Ginevra e l'altro al Carlton Club la roccaforte della estrema destra conservatrice. Per questi giornali delle sinistre, il governo rinuncia fin da ora alle nuove sanzioni contro l'Italia e finanche si accinge a disinteressarsi della Lega persuaso che nel grave momento presen! te occorrono buone armi e solide alleanze e non fraseologia della i mistica societaria. A essere proprio sinceri però 11 discorso di Eden non convince nessuno. Lo ha accolto freddamente la Camera, la quale si è svegliata dal suo deluso torpore solo al momento in cui il ministro 'degli Esteri ha accennato alla ne! cessità dì essere forti a ogni coisto di fronte agli eventi in matuI razione. Eden, in realtà, non poIteva soddisfare il suo variopinto i uditorio. La destra, come ha mmostrato lo stesso dibattito di ieri e come vengono sempre più chia-

Persone citate: Alfredo Signoretti, Cerruti, Quinci