I Giovani fascisti di Aosta trionfano di Enzo Arnaldi

I Giovani fascisti di Aosta trionfano I Giovani fascisti di Aosta trionfano nella staffetta per il Trofeo d'oro del Brennero La Duchessa di Pistoia e Voti. Morigi presenziano le gare o r , r i l e : T l r l a o a e — o e a. o el el n rgno— o, n nò a n 2' oi (DAL NOSTRO INVIATO) S. Candido, 24 mattino 8. Candido, antico borgo romano piantato fra le Alpi e primo baluardo della cii:i!td latina dì faccia alle genti barbariche e divenuto nei tempi presenti incantevole gemma dell'Alta Pusteria, ha vissuto ieri la giornata inaugurale dei quinti campionati dei Giovani fascisti con vibrante entusiasmo. I valligiani lianno accolto le cinque centurie delle « Fiamme giallorosse » venute, da 58 Provincie d'Italia, con spontanea ospitalità, con fraterno affetto. Pustericsi e Giovani fascisti, rendendo omaggio a 8. A. B. la Duchessa di Pistoia, hanno espresso all'on. Morigi, vice-segretario del Partito, quale è la loro fede e quanta la devozione per il Duce. Il sole, nascosto nei giorni scorsi dietro fosche nubi piovose, non ha mancato ieri, a rendere più bella la manifestasiane e accompagnare i giovani sciatori nelle loro contese iniziali. Giunto nel presto mattino, 8. B. Renzo Morigi, salutato alla stazione dalle autorità e, attraverso il paese, dal popolo, è salito in slitta a Campo Roma, dove, con la gara a staffetta per il Trofeo d'oro del Brennero, dovevano iniziarsi i campionati. Qui lo attendevano i G-iovani fascisti partecipanti alla prima frazione, già allineati sul rettilineo di partenza, mentre sul dosso della vallata plotoni di Fiamme giallorosse di Bolzano erano schierati in quadrato ai piedi di uno splendido busto di Mussolini eretto con neve e ghiaccio dagli scultori di Val Gardena. In mezzo al quadrato spiccavano, scritte in nero, sul condor del suolo le parole di Mussolini che sono oggi il motto di bandiera dell'Italia tutta: « Tireremo diritto ». " Così come .11 Duce comanda, I Allo squillo di «attenti» il capo di stato maggiore dei Fasci giovanili, colonnello Moretti, lanciava un « alala » per il rappresentante del Partito; a 'cui l'on. Morigi rispondeva con il « Saluto al Duce». Il poderoso «A noi.'» dei gareggianti e degli ufficiali si univa a una scarica di fucileria nell'echeggiare fra le balze dei monti candide di neve e disegnate dalle scure masse delle abetaie. Quindi, il braccio levato nel saluto romano, Autorità c Giovani salutavano il tricolore d'Italia lentamente levantesi a dominare la valle posta sui sacri termini della Patria. Il Federale di Bolzano ricordava poscia con l'appello fascista Aldo Lusardì, la giovane Camicia Nera caduta eroicamente in AJrica Orientale c, come ad affermare che tutti i giovani d'Italia sono pronti a donare la loro vita per la gloria della Patria, echeggiava subito il severo giuramento pronunziato dal bolzanese Rovis, la cui formula dice: «Combatte rò per superare tutte le prove, per conquistare tutti i primati. Con 11 vigore nei campi agonali, con la disciplina nelle opere di pace, con l'olocausto della vita sui campi di battaglia. Cosi combatterò, come il Duce comanda ». E non senza significato risuonarono tali parole in questo borgo alpino clic eleva fra le sue case, come supre mo orgoglio, la pietra miliare piantata dalle legioni di Druso, in questa valle che ha mandato i migliori dei suoi figli a ripetere le glorie degli Alpini nelle ambe etiopiche, in questa provincia di Bolzano estrema terra d'Itulia da cui è partito uti Savoia per onda re a guidare i manipoli d'i Camicie Nere agli assalti africani. La con ppstcmvbsVAmtpsglcpacgeSudscpbidv—pM). n. li |.sorte d« questo Principe, anzi, er' oa o oino nnsa. n el o, aa, elo, la1: cn1; oLeciel2; alBi S. A. R. la Duchessa di Pistoia vedemmo apparire sul campo di gara ossequiata, oltre che dall'on. Morigi, da S. E. il generale Grazioli, ispettore capo per l'istruzione premilitare, dal Federale di Bolzano dottor Vanelli, dal generale Gerbino Promis, comandatile la Divisione del Brennero, dall'on Miori e dal colonnello Moretti. Il Vice-segretario del Partito aveva appena data la partenza al Trofeo d'oro del Brennero — gli sciatori si mossero a un colpo di fucile per gruppo — quando la Principessa Lidia si affacciò alla tribuna d'onore. E tutta la gara la ebbe poi a spettatrice. La lòtta sul 18 chilometri La lotta fu aspra sui 18 chilometri del percorso, divisi in tre frazioni di 6 chilometri l'uno e, indecisa nel primo tratto pianeg giante da S. Candido a Dobbiaco e nel secondo addentrantesi nella valle della Ricnza e ritornante a 8. Candido, si decise nell'ultima frazione, U cui persorso si in er¬ picava per tuta dura salita che precipitava quindi in decisa discesa sul traguardo. Alle difficoltà dell'itinerario si aggiunsero le condizioni della neve pesante come non mai, per le recenti pioggie. Chi vinse in questa prova che voleva muscoli di ferro, inesauribile riserva di fiato, resistenza senza limiti e coraggio e tenacia? Vinse Aosta. I tre ragazzi che Aosta, Cogne e La Thuile hanno mandato quassù a difendere la tradizione vittoriosa delle vallate piemontesi, opposero alla fatica sfiancante la forza della loro ri gogliosa gioventù, un'acerrima volontà di riprendere quel trofeo già conquistato due anni fa e loro rapito lo scorso anno dagli altoatesini. Credevan di dover lottare con l'arma dello stile e, sotto la guida dell'olimpionico Soldà, si erano preparati a questa contesa. Si trovarono, invece, impegnati in una prova di forza, di generosità, dì resistenza; e la spuntarono lo stesso. E vinsero proprio dove la fatica era più aspra. Nella volata di pianura fino a Dobbiaco e da Dobbiaco a Campo della Croce essi, infatti, furono staccati. Ma quando, per l'ultima frazione, le salite vennero affrontate da Jammaron — a cui avevano portato il drappo dì gara Marguerettaz e Gerard — furono in primo piano. Metro per metro, passo per passo il ragazzo cresciuto alla dura scuola dei minatori di La Thuile guadagnò il terreno perduto. Il vantaggio preso da bolzanesi, vicentini e aquilani venne inesorabilmente riconquistato; la vittoria, a prezzo di così gravi sforzi conquistata, fu selvaggiamente difesjx dall'attacco finaie del valtellinese Vtvtani. Dopo la gara, mentre gli spettatori ancora erano stupiti, i tre ragazzi raggianti in volto ci dicevano: — Visto? Ca còsta l'on ca còsta, viva Aosta! E bene suonava nell'ora presente il motto di guerra che sta scritto glorioso accanto al nome del Reggimento della loro valle. È frattanto la classifica, che a mano a mano si formava, ci diceva che le altre squadre piemontesi avevano emulato i loro alfie- e ri. VercelH con gU sciatori di Oropa era 5", Novara con i formaggini era 7°, e Torino 9°, al primo posto, quasi affiancato da Milano, delle squadre cittadine, superando tutta una serie di tiaUiaiani. Griornata lieta per lo sci piemontese quella di ieri a 8. Candido. Non altrettanto, per contro, può dirsi per i campioni locali, che, avendo già vinto due volte il Trofeo d'oro del Brennero, speravano di conquistarlo ora definitivamente. La classifica vede, invece, Bolzano al If.o posto. Gli alto-atesiniattribuiscono la sconfitta subitasuite loro nevi all'errato uso della sciolina. Sarà così, ma a molti cparso che sia stata la dura fati-ca imposta dalle condizioni della neve a tagliare le gambe ai ptl-steriesi La vibrante giornata inaugurale, dopo la sfilata attraverso il paese e dinemzi alle Autorità, si è conclusa con la gara di mezzofondo riservata agli ufficiali dei Fasci Giovanili, dalla quale è usci- to vincitore l olimpionico De Lago.Domani le Fiamme giallo-rosseriprenderanno il breve ciclo di queste loro contese invernali. Anche nelle prossime prove sarà in esse il fermo intendimento dì ancora dimostrare con la disciplina e l'eccellenza dei risultati di quale forza sia il movimento sportivo creato e alimentato fra i giovani della nuovissima leva dallo sforzo propagandistico e organizzativo che il Partito compie. Enzo Arnaldi IL CAPOSQUADRA ANTONIO GIORDANO di Cuneo vincitore della gara graduati. j I Ii ì AULO GELLIO, VINCITORE DEL PREMIO D'EUROPA