Sertorelll domina un lotto dicampioni di Guido Tonella
Sertorelll domina un lotto dicampioni LO SCI ITALIANO SI AFFERMA ANCHE AD 1NNSBRUCK Sertorelll domina un lotto dicampioni e si classifica secondo nella gara di discesa della F.l. S. La signorina Clara Frida quarta nella prova femminile (DAL NOSTRO INVIATO) Innsbruck, 21 notte. Dopo le brillanti affermazioni nelle grandi prove di fondo ottenute allo Olimpiadi di Garmisch, lo sci italiano ha saputo imporsi oggi in modo clamoroso anche nella discesa, piazzando ai primissimi posti del concorso internazionale della F.I.S. due azzurri : Giacinto Sei-torelli e Frida Clara, riusciti rispettivamente secondo e quarta in questa competizione valevole par il campionato mondiale della specialità. I più famosi discesisti presenti a Garmisch, ad Innsbruck sono infatti tutti battuti dai nostri magnifici rappresentanti. Pista terrìbile Per quanto riguarda in particolare Sertorelli è da rilevare come egli si sia nettamente imposto allo stesso Birger Buud, il grande campione norvegese vincitore della prova di discesa alle Olimpiadi. E con Buud, che è al quarto posto oggi, Sertorelli ha saputo regolare tutte le altre celebrità del discesismo internazionale, quali il francese Allais, l'inglese Lunn, gli austriaci Walch, Matt, Pfeiffer; gli svizzeri Schlunegger, Steuri, Glatthard e i norvegesi Soerensen, Fossum, Lassen eccetera. L'unico uomo che abbia saputo essergli superiore è stato lo svizzero Rodolfo Rominger, che ha compiuto oggi la più spettacolosa gara della sua carriera. Date le eccezionali caratteristiche di aspì-ezza del percorso, il più terribile e massacrante che mai si sia visto in una gara internazionale, era evidente che oggi dovessero vincere i « fortissimi » per eccellenza, i discesisti formatisi sui più rudi percorsi alpini. E così Rominger, vincitore per due anni consecutivi della gara della Diavolezza, ha vinto oggi proprio perchè è un montanaro dalle gambe di ferro, allo stesso modo del nostro Sertorelli, il quale, ancora una volta, ha dimostrato di essere pienamente a suo agio sulla pista più terribile, Circa la prova della signorina Clara Frida, che, come abbiamo detto, si è classificata quarta, è da osservaredome le sole risultate superiori atta nostra rappresentante siano l'inglese Pinching, già affermatasi a Garmisch, e le due campionesse svizzere Osirnig e Zogg, rimaste entrambe lontane dalle Olimpiadi perchè esse pure colpite, come i più famosi svizze ri, dalla definizione del professionismo sciatorio data dal Comitato Olimpico Internazionale. Erna Steuri, Buhier sono nettamente battute dalla Clara, come pure la fortissima austriaca Paumgarten, la quale è giunta a soli due decimi di secondo. L'odierna doppia affermazione italiana è tanto più notevole in quanto la nostra rappresentanza è stata, si può dire, decimata da incidenti di gara, dovuti alla già rilevata eccezionale durezza del percorso. Così nella prova femminile abbiamo dovuto lamentare la scomparsa dalla competizione di Paola Wiesinger e Nives Dei Rossi: la Paola, che partiva favorita nel nostro gruppo, doveva ritirarsi in conseguenza di diverse cadute, allo stesso modo della signorina Dei Rossi che purtroppo ha riportato la frattura di un piede in un urto contro un tronco d'albero. Del gruppo dei nostri sciatori sono rimasti in gara fino alla fine, accanto a Sertorelli, soltanto Zanni e Pariani. Il primo, pur essendo vittima di incidenti (fra l'altro la perdita di un bastone) terminava brillantemente al diciassettesimo posto, mentre Pariani, che ha compiuto come al solito una gara regolare quanto coraggiosa, è ventisceslmo. Gli altri tre « azzurrisi: Chierroni, Guamierl e Dimai, sono stati tutti vittime di cadute, fortunatamente senza conseguenze gravi, ma tali da costringerli al ritiro. Per quanto abituati da qualche tempo alla disinvoltura coti la quale i cosidetti tecnici che presiedono alle gare di discesa credono di poter mettere in pace la loro coscienza di organizzatori improvvisando piste artificiali con neve di riporto, non avremmo mai immaginato che questo scandaloso sistema dovesse arrivare al punto di fare disputare una gara su un « sentierino » di ghiaccio, serpeggiante come il solco di un torrente di montagna, fra pietre, tronchi d'alberi, valloncelli e burroni, spogli di qualsiasi traccia di neve. Invece ci si è limitati a ritardare la gara di qualche ora, nella speranza che il ghiaccio si sciogliesse. Dato che la pista era tutta in ombra, è rimasta naturalmente come prima e quando verso le dodici la folla ammassata lungo gli ultimi chilometri del percorso ha avvertito di colpo il rumore prodotto dallo sfregamento delle laminature metalliche del primo dei concorrenti, lanciato a tutta velocità sulla pista di ghiaccio, un brivido di spavento ha percorso l'animo di tutti. Freccie sul ghiaccio Era Willy Steuri, l'elegantissimo sciatore elvetico deU'Oberland bernese, dal viso tutto rigato di sangue, a dimostrazione delle spaventose cadute fatte nella prima parte del percorso. E nonostante la sua proverbiale sicurezza lo svizzero non doveva neppure riuscire a terminare la gara: uscito di pista a cento metri da traguar¬do e proiettato violentemente con- e e o e . o e i , o a a e a , o ù r a i o o o o a o è e à e e e e o a e a , i e n a a à l a n e, a n i o i, o i, e a do la folla, Steuri veniva trasportato via dall'ambulanza con una gamba spezzata. Col norvegese Soerensen e l'inglese Lunn la visione è, pei- fortuna, meno terrificante: tuttavia è un miracolo se i due corridori riescono a tenersi ritti sul ghiaccio. Il nostro Zanni, partito col numero 7, arriva con un solo bastone: l'altro si è rotto all'inizio della gara e la discesa effettuata in quelle condizioni sarà pietosissima per il nostro coraggioso rappresentante. Il francese Allais balza sull'orlo della pista sovrastante un pendio spoglio di- neve e tutto cosparso di tronchi d'albero, ma viene trattenuto a tempo da un gruppo di connazionali colà ammassati e può riprendere la corsa senza incidenti. Arriva l'austriaco Matt, col numero di gara strappato di dosso, al pari di una quantità di altri concorrenti, segno di numerosi ruzzoloni sul ghiaccio. Egli scende sicuro, rivelandosi uno dei migliori concorrenti, al pari dello svizzero Schlunegger. Come un razzo ecco passare Sigmund Ruud che, giocando il tutto per il tutto, tenta una picchiata dritta nel punto decisivo della gara, sopra il pendio disegnato di tronchi d'albero che per poco non è stato fatale al francese Allais. Lanciato a tutta velocità, il norvegese esce di pista e viene sbalestrato con una spaventosa traiettoria tra i tronchi d'albero, cinquanta metri più giù. Grido d'orrore tra la folla; ma non è nulla: adagiato sulla barella dagli infermieri della « Croce Verde » Sigmund può, poco dopo, dimostrare agli spettatori, balzando in piedi, di non aver riportato se non Contusioni di lieve entità. Quasi subito dopo scende, rapidissimo, suo fratello Birger, che ammonito dal pubblico, frena prudentemente nel punto in cui è caduto Sigmund; ma anch'egli poco più oltre è vittima di una paurosa caduta. Ecco il nostro Sertorelli: con le sue gambe d'acciaio, da solidissimo^montanaro) Giacinto scende a tutta velocità, ridendosi delle difficoltà della pista, saltando letteralmente le gobbe ghiacciate. Il pubblico, che ha trattenuto il respiro, quando lo vede lontano tagliare il traguardo scoppia in un applauso entusiastico. L'austriaco Peiffer, nonostante la sua quadratura di montanaro, cade numerose volte. Magnìfica per Vimpres sione di spavalda' sicurezza è la discesa di Romingerr II norvegese Fossum scende con un solo bastone ed ha il viso sfregiato per le numerose cadute. Lo stesso è del suo compatriota Lassen, che cade quasi allo stesso punto di Sigmund Ruud, ma che può, fortunatamente, riprenderei Federico Pariani frena con prudenza, scivolando di lato e arriva al traguardo, nell'ultimo terribile pezzo, immune da capitomboli. Tra i numerosi altri infortunati di questa prova, rileviamo lo svizzero Steuri Hermann, che riporta la lussazione della spalla: la sorte, evidentemente, è avversa agli Steuri, dato che il cugino di Hermann ha riportato, come abbiamo detto, la rottura della caviglia. E' poi la volta della gara\fem minile. La giuria, dopo essersi resa conto che il percorso presenta troppi pericoli per le sciatrici e convinta, ormai, che, nonostante la prolungata attesa, il fondo ghiacciato non muta, decide di portare il traguardo alquanto più in su, a un chilometro circa da quello della gara maschile, con soli 600 metri di discesa, in luogo dei 900 della gara maschile. Il tracciato è, ciò malgrado, estremamente duro e le campionesse che vi si cimentano devono fare sforzi enormi per mantenersi in equilibrio e arrivare senza danni al traguardo. In serata la rappresentanza azzurra, guidata dal Segretario della F.I.S.I. cav. uff. Giacomini, à stata cordialmente ricevuta nei locali della Casa d'Italia dal Regio Console e del Segretario del Fascio. Guido Tonella soL lifih
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