I giacimenti di ''diamante nero,, di Curio Mortari

I giacimenti di ''diamante nero,, L'ISOLA DEI METALLI I giacimenti di ''diamante nero,, Da Seui a Iglesias * Antracite e litantrace - V utilizzazione durante la guerra mondiale - Le grandi promesse dei bacini dell'Iglesiente - Risposta agli scettici si mé s, » o, ho di di nla rla a he re o e n va ma a oori vo re tial o) no el ma do m a nhe ar firalte po er a del ueco un zaed ero ! nni olli onsosielde ito mi di 80, per orna gli esi ne oni e e po; era oter di po' B(Dal nostro Inviato Speciale* SEUI-IGLESIAS, febbraio. C7ii esamina la carta mineraria della Sardegna, scopre, nella sua zona meridionale, alcune macchie nere. Esse stanno a indicare, in quest'isola prevalentemente metallifera, l'esistenza di miniere di « diamante nero ». Questo nome ha una risonanza- romantica die può sembrare eccessiva; esso è dato al carbone. Ma per chi conosce l'importanza che il problema] dei combustibili Ita nei tempi no- j stri, il nome « diamante nero » tutt'altro che ingiustificato, specialmente in Italia, dove il problema delle materie prime combustibili è sempre d'altissima.attualità. Ora l'Italia possiede parecchi giacimenti carboniferi: tra essi i giacimenti della Sardegna occupano un posto importante, che potrà aumentare di valore con l'avvenire. Distinzioni Forse esistono ancora Italiani che conoscono i carboni inglesi, tedeschi e americani, ma ignorano quelli nascosti sotto il suolo nazionale. Mi sono sentito chiedere infatti, da qualcuno, a proposito del carbone sardo: — Ma è tutto carbon fossile? Non si tratta soltanto di lignite? Evidentemente questi ignari confondono la lignite con la torba... e credono che il vero carbone sia rappresentato soltanto dall'antracite. Occorre spiegare. Il carbone sardo è. autentico carbon fossile, con giacimenti specificamente antracitici nella zona di SeuiPerdas de Fogu; e giacimenti di lignite e litantrace nella zona d'Iglesias. L'antracite è, dai punto di vista dell'età geologica, un carbon fossile' più antico; la lignite e il litantrace sono carbon fossili più giovani. Tutti hanno un aspetto lucido, quasi adamantino che, a occhio nudo, non presenta notevoli differenze: Soltanto varia il loro modo d'espressione, dal punto di cista della combustione. L'antracite, ardendo, dà una fiamma quasi nulla; la lignite e il litantrace invece dònno la « fiamma lunga ». Nella prima — per usare un'immagine — è più evidente lo spirito minerale; nei secondi si sente più prossima la parentela vegetale. La lignite o, diremo meglio, il litantrace sardo è tanto più giovane quanto più è ricavato in superficie. Man mano che i lavori dì scavo, come vedremo, si approfondiscono negli strati insulari la sua stagionatura e la sua. qualità si arricchiscono. La valutazione degli strati carboniferi in Sardegna, dal punto di vista dell' estensione, denuncia giacimenti antracitici di limitata importanza nelle zone di Seui-Perdas de Fogu; e giacimenti di litantrace assai più vasti nella provincia d'Iglesias e soprattutto nel bacino di Oonnesa-Bacu Abis. Circa la qualità, l'antracite, di Seui non ssutèvenntnpmnpcc«cenPzcnsfha nulla da invidiare alla media \adei carboni inglesi, sui quali invece si possono fare parecchie riserve. — Bisogna distinguere, quando d si parla di carbone inglese — mi spiega un nostro ingegnere che ha una profonda conoscenza in materia —. Se è vero che il «Curdi)}» è un carbone eccellente, è anche jvero che il «New Castle», perìesempio, è (come diciamo noi nel]nostro gergo tecnico) un « carbonaccto », e altrettanto dicasi di altri carboni stranieri, in cui il buono è mescolato al cattivo. Bisogna poi notare, che anche le qualità migliori di carbone inglese si vanno lentamente esaurendo e sono.più scadenti. Osserveremo aiièora1 che, venendo gradualmente a man- care alla produzione mondiale il -«fior fiore» del carbone per eccellenza, cioè il carbone inglese, esso e sostituito da carbone buono, ma indubbiamente Inferiore. Perche dunque, in queste condizioni e dato il particolare periodo che attraversiamo, dobbiamo ignorare o sottovalutare il nostro carbone? Carboni inglesi e nazionali Purtroppo i giacimenti di Seni e di Perdas de Fogu e gli altri minori, sparsi per l'Ogliastra, sono limitati dal punto di vista dell'estensione; ma- non è detto che essi non possuno riserbare sorprese in ulteriori scavi operati in profondità; soprattutto trattandosi dlantracite, tanto più caratteristicodella Miniera di Monteponl, durante il Congresso di Chimica pura e applicata tenutosi nel maggiogiugno del 19SS — poter disporre e> sostanziosa, quanto più st scen-de negli strati. Seni ha prodottofinora 200.000 tonnellate di car-bon fossile, con una media di cir-ca 800 tonnellate annue. Questa produzione può comunque dare un apporto notevole ai nostri bisogni di carbone, specialmente in epo-elle eccezionali. «Fu grande van-faggio durante la guerra (monditi- le) e negli anni successivi — haaffermato l'ina. Bluetti, direttore di antracite sarda della concessio- ne di Coroìtgiu, ili Comune di Seni. Questa miniera contiene, nel suo perimetro diversi lembi del Carbonifero e coltiva uno strato jbuono di antracite, molto magra, ìche si è dimostrata ottima in di-^]versi processi metallurgici ». |... ducono litantrace. Il più noto e '■ finora intensamente sfruttato è\quello di Gonnesa, che- fa capo al- \ 60.000 tonnellate annue li lavoro d'estrazione in questa 1 zona è continuo, e con esso anche j il lavoro di sondagnio in vista diìnuove possibilità. Assai più cstcselsono la produzione e le possibilità\dei bacini dell'I glesiente, che prò la miniera di Bacu Abis della So-\cietà « Montcvecchio », a una qnin- \ dicina di chilometri, da Iglesias. !Esso ha una superficie di .',() Wii-|lometri quadrati: ìa sua consistenza probabile venne stimata in [50.000.000 di tonnellate. Finora 11\ì identificata, e si parla di tutta 'una nuova estensione assai più va- suo sfruttamento ha raggiunto un massimo di 60.000 tonnellate annue. Ma dagli inizi di quest'anno tutto un nuovo febbrile lavoro di sfruttamento e di sondaggio è cominciato. La «sorpresa » che questa uttlvità potrà rlserbure iti un prossimo futuro non si limita al bacino di Gonnesa. Tutta una più vasta zona carbonifera è stato , .\sta del bacino di Gonnesa e sus^cet-'ubile di prossimo sfruttamento. Il■\ bacino del torrente Clxerri, di ben \3500 ettari, è probabilmente ricco di litantrace, e cos'i dicasi del ba cino di Perdasias che si estende ! piti a Sud, per una superficie di \200 ettari. E le ricerche si spin\gono al di là di Domusnovas e j Villtimussargia, verso Siliqua, \qnasi cioè nelle vicinanze di Ca gliari. Si tratta di tutta una vastissima zona potenziale, circa la quale tntlavla sono stati già raccolti dati effettivi. Essa è stata sondata- mi- natamente, in modo da garantire la prospettiva di uno sfruttamen¬ sto più ampio e più intenso. Non soltanto nuovi pozzi e nuovi can-\tieri potranno essere aperti qui, ma tutta una folla di minatori, di cementieri, di braccianti, di artigiani potrà trovare in questa zona lavoro duraturo in un tempo non lontano. Ne fanno fede le sempre nuove assunzioni che la Direzione del bacino di Gonnesa fa di giorno in giorno. Vogliamo, a questo punto, dar posto alle obiezioni degli scettici/ Essi sostengono che il litantrace1'! dell'Iglesiente contiene sostanze [sulfùree che danneggiano gli impianti motori in cui questo cor j bone è usato, e sopratutto le gii [glie delle locomotive, e possono elidere, specialmente nelle linee\ricche di gallerie, l'aria quasi ir espirabile. Ebbene: i risultati pratici non soltanto danno torto a questi scettici, ma fanno apparire le loro obiezioni alquanto... interessate; naturalmente in favore del carbone straniero. — E' vero — mi ha spiegato un tecnico della Miniera di BacuAbis — che questo litantrace contiene sostanze sulfùree; ma queste non hanno mai impedito il suo ^fruttamento, specialmente negli |impianti motori fissi. Quanto alle data l'eccellenza tecnica delle co '■ eruzioni nella nostra epoca, fa\c'lmente eliminabili. Una cosa è \ certa: che il litantrace dell'Iglò i/riglie delle locomotiv.e (costruite in passato soltanto ad uso di coni 1 >»istibile antracitlco) chi Impedl j 'vce che esse possano essere, nelle ì'MeHori costruzioni, modificate l"110 scopo? Comunque si tratta \*f™l,r^ d'inconvenienti relativi e., \s}ente ,m alto Potere calorifico \ <da 6500 " 7000 calorie) e quindi !dal lmnto <*> <*^« combusti-|b'j<*"' fccenentc-^'tmportante invece è che ti litantrace esista [Ora non soltanto esso si trova in \ouesti bacini, ma le ricerche fatteora lo denunciano in misura sempre più vasta ». Carburanti sintetici ? Non va poi trascurato lo sfruttamento che, per mezzo della distillazione a bassa temperatura, il litantrace dell'I glesiente potrebbe offrire, con l'uttiizzuzionc di tutti gli elementi che esso contiene e che potrebbero — com'è stato sostenuto nei Congressi Chimico e Geografico del 1935 ■— condurre a .una sua. integrale valorizzazione, ^ tQ MM0 MMtf ^ ■ laitj p si „„„«,„„„„„ „ „,,„,„. fatti e si continuano a fare numerosi esperimenti, anche su scala industriale. Anche esperimenti di carburanti sintetici sono stati tentati e sono in via di esperimento, specktl- - menfe neHà sona verso il mare, in direzione di S. Antioco. A questo febbrile ininterrotto lavoro dà ali-mento quell'inesauribile genio <7«- lieo, che ha già dato al mondo, con la meraviglia del Rinascimento, la sua attuale attrezzatura tecnicoscientifica. Non è ingiustificato quindi in¬e | durre che , bacj,(i carhonì}eH ael l'Iglesiente possano avere, in un prossimo tempo, una importanza anche più grande nella nuova cco-nomia d'Italia. Curio Mortari- LA « CARTA CARBONIFERA» DELLA SARDEGNA e , è , ? a , i a , r , , a o a e i o l i a n g g, q TRENO CHE ATTRAVERSA BACINO GONNESA

Persone citate: Abis, Carboni, Fogu