Nessun nuovo equilibrio europeo è possibile senza la collaborazione attiva dell'Italia

Nessun nuovo equilibrio europeo è possibile senza la collaborazione attiva dell'Italia I branco lamenti della diplomazia Nessun nuovo equilibrio europeo è possibile senza la collaborazione attiva dell'Italia ii Berlino. 10 mattino, quesito dei risultati dei col- loqui di Parigi continua ad appas sionare questi giornali, i quali, sebbene non si nascondano che le difficoltà constatate a Parigi siano state almeno altrettante quanti gli obiettivi propostisi cosicché sia del tutto prematuro parlare di risultati, sono tuttavia concordi •nel ritenere che quello che a Parigi è stato fatto è un tentativo di larga portata di riordinamento dell'Europa sulla base dei nuovi stati di fatto determinati dalle recenti vicende che sembrano avere scoperto o messo in forse i precedenti assetti diplomatici. Ritorno a Barthou Detto in un parola, questo vasto tentativo, a cui ha dato occasione il mutamento nel trono inglese e il mutamento nel gabinetto francese con la caduta del signor La¬ val, viene qui interpretato comeun tentativo di ritorno alla politi ca di Barthou, ritorno di cui le formule e le insegne nuove, e i travestimenti di cui si camuffa, non bastano a nascondere la vecchia, immutata natura dello s«atitjdella politica dei popoli 'quo e saturi. « E' l'abusata, logora frase fatta del pericolo tedesco — scrive il Voelkischer Beobachter — dal quale i popoli pacìfici di Europa non potranno mai difendersi abbastanza, che è ritornata a costituire dall'A alla Z la politica estera francese. Tutto viene con Flandin al Quai d'Orsay un'altra volta a ciò subordinato, tutto consiste nel vecchio spirito di Barthou e nella politica di sbarramento della Germania ». A nulla è giovata, secondo il giornale, la politica di pace di Hitler, le prove indubitabili che egli ne ha dato in varie tappe, dalla politica di conciliazione con la Polonia alla Saar, alla rinun¬ cia delle rivendicazioni territoria- ili verso la Francia e, infine alriconoscimento della superiorità navale all'Inghilterra' a nulla è!giovato tuttcT questo ' e tale è u nuovo indirizzo del gabinetto Sar- raut-Flandin-Paul Boncour, corri- spondente, del resto, allo spirito della burocrazia del Quai d'Orsay che soltanto occasionalmente, col signor Lavai, aveva fatto un po' di posto a concetti di nuovi avvicinamenti con la Germania e con l'Italia. « Continuità » è stato giorni fa il titolo espressivo dell'articolo del Tennis in cui l'autorevole organo del Quai d'Orsay ha in- bachter da Parigi — era attribuì- to a nessun'altra penna che a quella del signor Massigli, e par- tiva dalla concezione che « biso-gna ormai riconoscere che il fron- te di Stresa è definitivamente .spezzato e che l'appoggio militare dell'Italia è diventato assai probiematico, non solo, ma che bisogna ora fare i conti con il fatto di un prossimo avvicinamento dell'Italia'alla Germania». Dunque, riportare la sicurezza francese nientemeno che al '19. Questo è — secondo l'organo nazionalsocialista — il vero spirito della formula « sicurezza collettiva », quella che di nuovo ha prevalso nei colloqui parigini. « In questo spirito — dice il giornale — il quale si spinge oltre, fino a una vera e propria egemonia franco-inglese sul continente, si è proceduto negli incontri di monarchi e di uomini di Stato a Parigi. Questo è il risultato o piuttosto l'obiettivo dei colloqui di Parigi ». Falso punto di partenza Anche la Frankfurter Zcitung si occupa del medesimo quesito !pUr giungendo a conclusioni in!jia nuova concezione più essenzial ' parte diverse. Il giornale prende in esame il piano fondamentale TitulcscuLitvinof di sostituzione della Russia all'Italia in!come quello in cui"I ciente rivela la sua natura, « Ma la faccenda tutta — ce — parte dall'idea che l'Itali sia a terra, cosa che è tutt'altro rhe vera; in secondo luogo (e cita in proposito un testo dell'ex-Cancelliere austriaco Streerwitz) tutto, la nostra mentalità si ribella all'iòta del bolscevismo messo a garante utlVEuropa sud-orientale, il che vuol dire della pace di Europa; già di un nuovo panslavismo iurì-europeo quei popoli sono ben lontani dal nutrire il desiderio; figurarsi poi di una nuova ondata di panslavismo sotto nuova incarnazione del bolscevismo ». tl'lai■ Tutto ciò pare al giornale così | assurdo che non riesce a credere che ufficialmente in Francia si i C1'eda davvero a questi piani. Ve-1 : 10 e cne Ia politica francese è scm- ; ! Pre nolla esitazione n nella dop- !?'™1 c mentre accarezza questi ! piani, non può fare a meno an-, cora di sentirsi fondamcntalmen- ' te legata a Stresa, la quale, come | si sa, conteneva anche un proget-l to danubiano. Ciò ha in sostanza ' ie sue ragioni nel fatto fondamen- \ tale che nessuna politica può es- ■ sere sicura oggi in Europa fino j a che la carta Italia non sia chia- t rita. L'Italia è oggi la grande in- : cognita. I^. , -r- «E può essere sicura la Fran- eia stessa — si domanda il naie —■ che dopo ciò Mussol ._ piantat è che Mussolini anche senza cs ! serci, lanciava In sua grande om j bra, piena di interrogativi, tra i 1 principi, gli uomini di Stato e i 1 ministri che segretamente si adunavano i.egli alberghi di Parigi. Fino a elle l'Italia non sia spenta, essa non può essere ignorata ». E il giornale conclude con questo avvicinamento: < Non possiamo forse dire, per lo meno con altrettanto diriUo, lo stesso della Germania? gior- solini !i;■Il Lokal Anzeiger anch'esso di-ce che la sostituzione della Russia all'Italia non avrebbe dovuto es- sce altro che uno strumento che ninief*iiìn niià Lopeicnio aia della dovrebbe porre il politica di accerchiamento Germania da ogni parte. E tutto questo si basa — dice il g.ornale — sulla rottura fra l'Italia e la Francia, cioè, in sostanza, si trat- t. * imento. Bi- padroneg- la di piani diretti contro due ha e Germania. Le conclusioni il giornale le ferma su questo punto: « L'Europa è in movimento. Bi sogna stare attenti e giare gli eventi ». Uà ctahi min « onlnnìolo vi sidiu quo » coloniale Un altro aspetto di questa Eu-ropa in movimento, che è stata tutta rimestata dai colloqui di Pa-rigi, sotto l'assurte, criterio diret- tivo di un ritorno ad uno sfatu quo e ad una conservazione insosteni- bile, i giornali lo vedono nella questione coloniale, anch'essa inpiena discussione dopo l'interpel- lanza di Lansbury alla Camera dei Comuni; e anche qui essi trovano Italia e Germania dalla stessa parte. Dopo l'articolo della Deutsche Allgemeine Zcitung che pone nettamente il diritto oltre che e .politico e morale'anche giuridico e oio la 9. ao iil lenri o o di g o di un ritorno alla Germania delle sue vecchie colonie, con l'argomento che esse le furono rubate con una violazione dell'atto del Congo, in quanto che quest'ultimo impegnava a non estendere all'Africa i conflitti europei e gli Alleati estesero all'Africa la guerra mondiale, la Germania ha oggi sull'argomento un lungo articolo in cui riafferma il diritto della Germania a riavere le sue colonie, accomunando insieme le rivendicazioni sia italiane che tedesche. Il giornale polemizza contro le obiezioni malthusiane di un Evans alla Camera dei Comuni, some anche contro quelle dì lord Lugard circa le materie prime che sarebbero a piena disposizione di tutti i popoli. Questo delle materie prime e dei vari mezzi della loro nuova distribuzione, non è che un diversivo. Il caso italiano e le san- n!zioni dimostrano a quale destino l il usa prescindere anche da una guerira vera e propria di tutti contro nino, possa essere esposto un pae!se senza materie prime e senza ui"I territori per procurarsele G. P.

Persone citate: Hitler, Lansbury, Massigli, Mussolini, Paul Boncour