Il Maresciallo Badoglio a Macallè di Giovanni Artieri

Il Maresciallo Badoglio a Macallè Il Maresciallo Badoglio a Macallè La visita ufficiale e le festose accoglienze della popolazione - Generose ma ferme parole alle genti del Tigrai (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Macallè, 6 notte. La prima visita ufficiale deiMaresciallo Badoglio alla capitale della regione di Enderta è avvenuta ieri mattina in forma solenne. Nella piazza del Mercato, vastissima ed assolata, tutta la popolazione maschile e le forze indigene locali erano schierate in bianche righe dritte, segnate da sciammi e barracani, interrotte dal color verde dei manti. La banda'di ras Gugsa, che ricordiamo al tempo della sua sottomissione in Adigrat e durante la marcia per la conquista di Macallè ci pareva irriconoscibile. I gruppi disordinati, malvestiti, scalzi, incapaci di qualsiasi ordine di marcia e di schieramento in combattimento erano ora perfettamente allineati e portavano con fierezza ed eleganza la loro divisa. Le formazioni civili comandate dai capi-famiglia anziani e dai preti copti o sacerdoti delle comunità musulmane, inalberavano bandiere significanti fedeltà. I soldati del gruppo di guardia personale del degiac Gugsa, distinti da una fascia colorata e gli irregolari erano in doppia fila dinanzi al Ghebbi, torreggiante nella sua architettura curiosamente mista di stile toscano e portoghese del secolo XVII, di cui anche la città di Gondar possiede insigni esempi, tutti di costruzione italiana, erano guidati dal gagliardetto azzurro con la grande lettera « E », iniziale della parola Enderta. II benvenuto della città Le donne ed i fanciulli dai tetti delle case e dalle soglie lanciavano x Helleltai », tipico ululo augurale delle genti etiopiche. Interessantissimo presentavasi lo schieramento militare con i suoi capi portanti in testa bustine verdi con un nastro tricolore e cinti di scintillanti cartucciere. Tutti erano agli ordini di un nostro capitano, che ha in due mesi portato a notevole perfezione la banda di Enderta, aiutato da due tenenti e due sergenti nazionali, un degiac, quattro fitaurari, sette cagnasmacc, due barambaras, tre ligg ed un grazmac indigeni. Nella nuova formazione, divisa per centurie, la banda di Enderta è stata portata già due volte al combattii.-.ento con brillanti risultati. In attesa del Maresciallo i soldati compiono evoluzioni comandate in italiano e tradotte immediatamente in lingua tigrina dai sottocapi. Il corteo del Maresciallo proveniente dal Quartiere Generale e ! annunziato dal triplice squillo di « attenti*. Plotoni di carabinieri ,a cavallo precedono e seguono le I automobili di Badoglio e dello ! Stato Maggiore. Staffette motociclistiche della Milizia della strada aprono e chiudono la fila che i passa per le vie. attraversanti le Icase ed i tukul di Macallè. Il Comandante superiore si reca alla Chiesa di Enda Mariani, situata | iri prossimità del torrente Caja. minu, ove lo attende il degiac Ailè Selassiè Gugsa, accompagnaìto dal Residente italiano. Ailè ! Gugsa e vestito con divisa europea ed elmetto coloniale. Egli |è circondato dal Corpo ecclesia'stico. All'arrivo del Maresciallo, | Gugsa ed i suoi aiutanti militari ';salutano sugli attenti, mentre i | preti si inchinano, profferendo parole di benvenuto, comunicando che è stata celebrata poco prisma, dinanzi all'altare deH'Arca santa una messa prò armi italia| ne e di ringraziamento alla divinità per la grande vittoria nelle battaglie di Ganale Doria e del Tembien. Il Maresciallo visita quindi la chiesa, opera dell'architetto italiano Scotti e la tomba di ras Gugsa Araia, padre dell'attuale ;capo del Tigrai. i Nell'interno del Tempio il Cor!po sacerdotale canta versetti del | Libro sacro abissino i Fatha Nagast » ed il Maresciallo, dopo aver baciato la Croce, è fatto oggetto della cerimonia di offerta d'incenso, massimo onore eccle- t1 s[j! i e a e a l a e i i e o tsiastico in rito copto. Il corteo 1 rientra poi a Macallè. Il Maresciallo ha adesso vicino il degiac [Gugsa. Tipiche manifestazioni di giubij Io si rinnovano lungo il percorso. Donne e ragazze intrecciano curiose danze d'onore, composte da rigidi movimenti circolari, mentre un coro scandito a battito di mani canta una suggestiva monodia. Nella piazza grande Badoglio, 10 Stato Maggiore e Gugsa passano in rivista la banda di Enderta, che presenta le armi, mentre si odono gli squilli dei corni di combattimento. L'allocuzione del Maresciallo Percorso il fronte delle truppe 11 Maresciallo si ferma dinanzi al Ghebbi e l'aiutante militare del degiac Gugsa gli presenta i capi ed i notabili regionali. Si presentano tutti con il berretto ornato di tricolore, vestiti a festa [sfoggiando lucidissime calzature e le avite scimitarre. Gli uomini isono barbuti, di mezza età, capi delle maggiori famiglie, rappre! sentami le popolazioni del terriI torio dì Macallè. Il Maresciallo stringe la mano a tutti e quindi rivolge loro 11 seguente breve discorso, tradotto dall'interprete ufficiale della nostra Residenza governativa: i « Il degiac Ailè Selassiè Gugsa ha dato la sua parola al Governo italiano ed il Governo ha creduto in lui. Il degiac ha fatto questo perchè sa quanto bene l'Italia ha fatto all'Eritrea. Quanto è stato fatto in Eritrea lo faremo qui. « Non allarmatevi se adesso nei [vostri territori vi è qualche guasto. Voi siete gente di guerra e I sapete che la guerra porta qualIche rovina; il Governo italiano provvederà e prende solenne im! pegno di riparare i danni. « Gli amici si provano nei mo1 menti difficili. Così vedremo ades!.so quali sono quelli che servono con lealtà il Governo italiano e i valorosi non saranno mai diImenticati. « Noi siamo uomini di guerra, :non amiamo parole, ma amiamo molto i fatti. « Il degiac Ailè Selassiè ci segnalerà quelli che si distingueranno e questi saranno premiati. Sa: luto tutti ». i Le parole del Maresciallo sono accolte con vivi, risibili segni di approvazione da notabili ed anziani. Al comando la truppa leva le armi e saluta, gridando « Har| rai » per il Governo italiano. «Har'rais- è l'esclamazione di giubilo e ti vittoria delle genti tigrine e si ripete tre volte, mentre il Maresciallo ed il suo seguito rientrano al Quartiere Generale di Enda Jesus. Giovanni Artieri

Persone citate: Badoglio, Caja, Mariani, Selassiè

Luoghi citati: Eritrea, Italia