Contro la frode ginevrina

Contro la frode ginevrina Contro la frode ginevrina Milano, 31 notte. Sotto il titolo « Appello agli studenti di Europa » il Popolo d'Italia di domani pubblicherà: « L'Europa sta scivolando sul piano sempre più inclinato delle sanzioni, in fondo al quale è fatalmente la guerra. E' tempo di inchiodare al muro della loro responsabilità i politicanti assetati di sangue. Essi preparano la più spaventosa delle conflagrazioni. Se le sanzioni saranno estese, se si darà partita, vinta alla satanica pressione degli imperialisti e delle tesi sanguinarie, l'Europa marcerà fatalmente verso la più terribile e la più ingiustificata delle guerre che l'umanità abbia mai visto. utLgrsvnnstugl'fupGGMa non saranno precisa-[nmente i politicanti a battersi La mobilitazione chiamerà la gioventù, e innanzi tutto la giovinezza universitaria. Saranno gli studenti di Parigi, Bruxelles e delle altre grandi città europee che, insieme alla gente dei campi, dovranno, fino dalla pri- ilGlamnCGnma giornata, sino dal primo se- Ggnale di guerra, marciare verso pla fornace. I varii Blum preferiranno predicare la crociata settaria dai soliti seggi, dalla solita estrema sinistra, dai soliti parlamenti, protetti ancora una volta dalle mitragliatrici. Sono dunque i politicanti che onilnc1vanno sino da ora denunciati ] tpe*r la carneficina che essi prè- j gtendono di imporre all'Europa « Non è l'Italia che vuole la guerra. Ciò è nettamente stabilito. Mussolini sino dalle dichiarazioni di Bolzano precisò che l'Italia non intendeva avere alcuna ragione di conflitto europeo. La vertenza etiopica era questione coloniale, lontana e circoscritta. Tale doveva rimanere. Roma si impegnava a rispettare gli interessi imperiali britannici e si dichiarava disposta a concludere accordi con Londra in una atmosfera di lealtà e di armonia. « Nella storica adunata del 2 Ottobre il Capo del Governo italiano assunse l'«impegno sacro» fmdRgnfdflzsngtzgf3?™jr"™™' 7"T* mdi evitare ogni atto per cui ili Pconflitto coloniale potesse assu-! smere i caratteri e l'estensione di : cun conflitto europeo. Nessuna; Tpersona d'onore può dunque in dbuona fede accusare l'Italia di aresponsabilità nella guerra che p1 {pdsi minaccia. L'Italia vuole sicurezza in Africa, pace in Europa. « Se le sanzioni saranno estese, se si marcerà verso la guerra, la gioventù d'Europa deve sapere sin da ora da qual parte è la terribile responsabilità sspgPerciò intendiamo lanciare unìsallarme e un annello alla rio- sallarme e un appello alia Bio svlMtbldventù universitaria d'Europa. Sono gli studenti che dovrebbero marciare alla avanguardia dei battaglioni nelle primissime ore del conflitto e ciò per la difesa di un capo di schiavisti africani, sono gli studenti che dovrebbero per primi, e non i politicanti sanguinari, sfidare ila mitraglia e i gas per la subii- dme, nobilissima umanitaria non- eche ginevrina idealità di impe- vdire che i ceppi dell'ultima Uschiavitù africana siano spezza; r^AAdtimn^ siano eman^cipaU n« E' menzoena che le Sanzio- !cni contrTuna nob'le e genero^nazkmeNeurone" siano destinati, toad abbreS r\Ì\eEsseE to Scio ^ aspro. Le vili forniture di Idproiettili dum-dum ai selvaggi ìgamhara lo rendono più crudele. Iv• • *" - g| oli IpsIsdtrii ; Che le sanzioni significhino la pace in Europa è mistificazione di criminali. E' mefistofelico inganno di settari che si ripromettono di bolscevizzare . il continente. L'embargo terminerà a un certo momento nel blocco e il blocco sarà la guerra. Non più una limitata operazione | Edi sicurezza coloniale, ma una j uguerra di sterminio in Europa. La guerra sulle Alpi e sui vari fiumi europei, la guerra che sarà di vendetta per le sette e di ultima rovina per il vecchio continente. « Taluni pensano chc una guerra di molti contro l'Italia possa essere facile. Si ingannano! L Italia si difenderà con le unghie e coi denti e già da tempo si è preparata a fronteggiare ogni eventualità. « Si dice che non si può premiare l'aggressore. Ma chi è l'aggressore? « Sta di fatto che i sanzionisi premiano con i proiettili dum-dum i selvaggi razziatori abissini responsabili di decine e decine di aggressioni contro le Colonie italiane, francesi e britanniche dell'Africa Orientale, responsabili del massacro del funzionario francese Bernard e della sua scorta nell'anno di grazia 1935, anno ginevrino societario e filoetiopico. pGsppvlcnncrtppdinpcz « La sentenza di Ginevra è una frode. I giudici furono sottoposti a pressioni e minacce. L'assemblea e il consiglio, organi costituzionali, non furono richiesti di un giudizio perchè si temeva la non unanimità. I vari comitati cui si ricorse sono organismo non contemplati nel « Covenant » e perciò incostituzionali. « Lo Stato aggressore costituzionalmente dedito alle aggressioni è l'Abissinia, soltanto l'Abissinia e nessun altro all'infuori dell'Abissinia. « Essa aggredì nel 1886 le popolazioni del Limmu, del Gimma e del Gl.sra, nel 1887 il Guraghiè e l'emirato di Harrar, [nel 1889 il Combatta; nel 1890 il Giangoro e il paese dei Leca Galla, nel 1893 il regno di Uollamo, i Galla Tulama e il Sidamo, nel 1894 l'Imi e l'Ogaden, nel 1897 il regno del Caffa, il Conso, il Burgi, il Jambo e il Ghimirà, nel 1899 i Galla Borana, i Beni Sciangul, il paese dei cd«rpShrdmldtg Gunza e dei Gubba, nel 1900 le popolazioni nilotiche del sud- ovest verso i laghi equatoriali, nel 1909 il sultanato del Terù, il sultanato del 'Birù e il sultanato de^li Aussa, ed infine, precisamente nell'anno ginevrino 1935, il sultanato del Gimma. « Queste popolazioni sono tut- ] tore depredate, angariate e, a j gloria di Ginevra, ancora oggi forniscono carne umana per 1 mercati di schiavi nell'interno dell'Etiopia e al di là del Mar Rosso. Vi è un « premio all'aggressore » e questo è dato da Ginevra ai selvaggi abissini. Essa fornisce le armi. La ditta londinese Eley Brothers per essi fabbrica proiettili dum-dum violando le più sacre leggi internazionali. Per essi la Croce Rossa svedese trasporta casse di munizioni sotto l'inganno dei segni ospitalieri. E' l'Italia che intende liberare gli schiavi nelle zone asservite al barbarico giogo scioano ed è Ginevra che di- ICg\gzcslsdfende ì negrieri. «L'opinione pubblica europea min Ippittimarnpntp HnmanHarp : i Puo. legittimamente domandare ! se e stato « aggressore » l'Italia ^ : che libera 16 mila schiavi nel ; Tignai, che e attesa e invocata dalje popolazioni martoriate e a fianco della quale ì liberati prendono le armi. Può doman- 1 {.are per quale imposizione imperialistica l'Etiopia negriera è difesa a Ginevra e l'Egitto, pae- m! , se di antichissima civiltà, esclu-jso dalla Lega. Può domandare;perchè si riforniscono di armi gli abissini tagliatori di teste e bìsj «fi Ja mitraglia contro gli studenti egiziani nella capitale■ = ot„t„ m,™ ■ stessa del loro Stato libero, so vrano e indipendente. « Si dice che occorre salvare l'indipendenza di uno Stato. Menzogne ! « Ginevra ha già riconosciuto la necessità di sottoporre la barbara Etiopia ad un controllo civile. La terra del negus e dei ras, dei ceppi, delle catene dei mercanti di schiavi E io civile, ua. ierra «u,nenia ej dei ras, dei ceppi, delle catene, e dei melanti di schiavi e già| virtualmente so lo mandato. , Unica controversia e di stabili- re se questo ^^'^a^^.^^^J^ a favore"" neUa mrita*InSm e S !cia ìtS c imne-ni i^ , toalkLo esoso PPfllé^ktirVo' riaPraticato Idicillo finale sulle terre del ne-i ìgus con la complicità di Gine- Ivra e con la violazione di tutti ! gli impegni di sangue e di '| onore! «Tale è la controversia tali\li nobilissimi ideali di giustizia Iper cui l'Europa dovrebbe es-j sere messa a fuoco e fiamme, '«E' per evitare questa mo-\Istruosita. che gli studenti di stringersi in al di sopra dei politicanti. Per la solidarie- tà europea contro gli incendia- ri, contro i petrolieri, contro gli Iimperialisti insaziabili, contro.i bolscevichi sovvertitori che '.\I | Europa debbono j unità spirituale per la prima volta entrati a Ginevra vi preparano la catastrofe. La giovinezza di Europa deve coprire di ignominia i propagandisti sanguinari che vorrebbero condannare altri milioni di giovani, di studenti, di contadini, di operai, di artigiani a non rivedere più il sole. « Le diplomazie preannuncia- jno il super-sanzionismo. I politi-1canti agitano le torcie incendia-1 rie. Al di sopra dei diabolici in- trighi, la gioventù di Europa|puo gettare il ponte della com- j prensione e della salvezza. \I giovani diranno la parola 'definitiva di condanna contro la ignominia delle sanzioni che minacciano di scatenare in Europa la più stupida, fratricida e catastrolica delle conflagra-1 zioni

Persone citate: Blum, Burgi, Caffa, Conso, Mussolini