Dentici nel frigorifero di Ernesto Quadrone

Dentici nel frigorifero VIAGGIO NEL PAESE DELLE CONTROSANZIONI Dentici nel frigorifero La preda di cinque pescherecci che lavorano nelF Atlantico LIVORNO, gennaio. UjL'emigrato, tornato in Patria,] passa di meraviglia, in meraviglia.', Quelli di fuori gli avevano detto che sarebbe andato incontro alle^più dure esperienze, e un suo amico intimo, recandosi a salutarlo alla stazione della Regina Vittoria, gli aveva messo tra le braccia un abbondante cestino da viaggio dicendogli che almeno, per i primi giorni, avrebbe avuto di che sfa la salute dell'anima sua, poiché,! ,( lanU Barburi> cj M gooo \frlgorie orarie e (ltte a mantene. ,.e ajj^ temperatura costante di 15 | nradi sotto zero dnemUaclnque- cento quintali di pesce. L'emigrato non ebbe neppure il marsi in terra sanzionata, e ave-i va anche soggiunto, abbassando. gli occhi, che avrebbe pregato per] transitando per Torino, si sarebbe, trovato fra i marosi delle sommos- ! se popolari, durante le quali, tutti, lo sanno, una sassata sulla testa < è presto ricevuta. L'emigrato che a Torino, tanto\per prudenza, s'era calcata la bom-ìbetta fin sulle orecchie, raccolseLovunque nella- città industriosa e disciplinata, i sorrisi cordiali della popolazione gentile e, rosso dalla]vergogna, abbandonò un (/ionio, senza che nessuno lo vedesse, iV cestino da viaggio ancora intatto sotto una panca di un bel giardi-\no municipale. Nell'Atlantico Dopo la visita allo stabilimento in cui lo accolsero cinque marinai di terra ferma, e cioè cinque signori che pur essendo nati ai piedi delle Alpi si dedicano alla soluzione del grandioso problema della pesca oceanica, l'emigrato partì per Livorno. Gli pareva molto strano che da Torino si potesse dirigere il movimento di cinque navi peschereccie e volle rendersene ragione. Sulla calata « Sgarallino » lo | attendevano il signor Flavio A-ìvezzano, un giovanotto pieno di'vitalità, e d'energia, e il gentile anziano signore dalla barbettina ì— a punta che già lo aveva salutato negli uffici torinesi. |Attraccata alla banchina, la bella nave, — una di quelle che i pescatori oceanici hanno deno-\minate i « Rex dei pescherecci» —jvuotava le sue stive dei millequintati di pesce provenienti dal-[l'Atlantico e pescati precisamente Jieiie acque di Porto Etienne, fra il 25° e il 26° parallelo. I pesci, attaccati nelle cellette dei frigoriferi della nave che attende ancora di essere battezzata col nome di un glorioso navigatore italiano, venivano rapidamente trasportati sui camions allineati sulla banchina, e con una corsa di una ventina di metri, da questi erano scaricati nel capannone Mu niclpale sotto la sorveglianza deldottor Bini dell'Istituto Ittiologi-co presso il Ministero dell'Agricol-tura incaricato appunto di una precìsa relazione sui nuovi metodi di pesca e di conservazione L'emigrato vide scaricare dai camions giilntaii di pesce duri come il legno: le Ombrine dalle grosse teste e dalle argentee squame; le Ceruse azzurre ed eleganti; i Dentici reali, rosati come le trote dei nostri torrenti alpestri; i Palombi di un color nocciuola; i Merluzzi dalla schiena grassa e dai riflessi dell'ebano; le tondeggianti Orate e le Sogliole giganti e finalmente un infinito numero di cassette contenenti piccoli pesci disposti nell'interno come i fogli di un libro, e che, aprendosi la cassetta stessa, come la corolla di un fiore, da questa venivano fuori a blocchi duri e scintillanti come il cristallo. Per un attimo appena l'aria libera sfiorò tutta quella grazia di Dio e poi scomparve nei colossali e n , l a e o o l , a tempo di valutare la ricchezza che gli passò balenando sotto gli oc-chi. Ignorante com'era, appoggiò una mano sul coperchio dì una diquelle miracolose cassette ormaisvuotate e subito la ritrasse come se l'avesse posta sul fuoco. Verso i mercati — Queste cassette — gli spiegò il signor Avezzano — sono munite nella parte superiore di un serpentino, quello appunto che lei ha toccato forse scambiando per una nivea treccia di lana e il freddo dall'alto discendendo al basso, proprio all'incontra rio del calore che, come ella sa, dal basso sale all'alto, congela immediatamente il pesce che vi è contenuto. L'emigrato, fingendo d'aver tutto capito, si inciampò, seguendo il jentile accompagnatore, in un fascio di rotaie sulle quali attendevano i vagoni isotermici delle Ferrovie dello Stato pronti a partire per i diversi depositi istituiti in tutta l'Italia, da Bari a Torino e dai quali poi, il pesce passa direttamente al pubblico. Il dottor Bini che appunto era arrivato con la iella nave dall'Oceano Atlantico, lasciò la parola al « padrone » del peschereccio, il signor Gambassl, un erculeo ma rinaio viareggino. _ Nqì pos!ìtamo vescare _ dis se il lupo di mare che fino allora em rìmasto sneHgioso _ ad una profondm di millecinquecento meM a& . insaccata tiriamo dpWacqua fresca degK aolssi marini, dai quaranta ai cinquanta qutntali di pesne dei quali „e ri. buttiamo in mare u trenta per Lejtro ^ l'abbondanza della pe possiamo permetterci il lusso di cala].e „e2 fri{forifero soltanto , ; prelilatL ~ Dl questo importante proble ma della pesca — interloquì il si'Jnor dalla barbetta a punta e dal esporre nelle loro vetrine lo « smeriglio», il pesce più grossolano proveniente dal mari del nord, Pensi che in Inghilterra il consn mo medio di pesce per ogni abi-la fronte intelligente — se ne sta ora occupando direttamente il Go verno Fascista eccitatore dì tutte le iniziative. S. E. Starace, come Presidente della Lega Navale, si compiace di concederci il suo appoggio e noi siamo sicuri che nell'anno in corso riusciremo a fornire al mercato italiano tremila quintali di pesce, liberandoci cosi dalla concorrenza estera che ne importava in. Italia per milioni e milioni di lire facendolo pagare un prezzo esorbitante e proibitilo. Senza contare che i commercianti non rifiutavano fino a ieri di , , . tante è di ventisette chilogrammi«n confronto ai tre che consumano l cittadini italiani, e poi vedrà, o almeno capirà l'importanza enor-mc del problema che il Governo Fascista sta rapidamente risol- vendo e che anzi ha già risolto.[Non saremo più costretti, d'ora innanzi, a subire le oscillazionidei prezzi che allontanavano icompratori dai nostri già waoris-simi mercati, e manterremo miprezzo fisso per ogni qualità dipesce, sicché ognuno saprà final-mente quello che può mettere abollire in pentola o a friggere inpadella. Essendo intanto giunta l'oradella colazione e sentendosi spri-gionare nell'aria, dalle pittoresche trattorie del porto di Livorno, un profumo delizioso di zuppa di pe-sce, il «padrone-» Gambassi da una parte e il signor Avezzanodall'altra presero l'emigrato sottobraccio e lo trasportarono quasidì peso, attraverso camions, ro-taie, frigoriferi e capannoni, >iei-l'interno di una di quelle ca'ratte-ristiche «.buche», la cucina deiiegna» farebbe risuscitare un morto A tavola, l'emigrato, si ricordòdei cestino rin viaggio avuto in do-»io niin, londinese stazione dellaRegina. Vittoria e arrossì fin sullapunta dei capelli. Ernesto Quadrone.

Persone citate: Bini, Flavio A-ìvezzano, Sgarallino, Starace, Vittoria