La parola incitatrice del Capo del Governo

La parola incitatrice del Capo del Governo La parola incitatrice del Capo del Governo Valore di Camicie Nere in A. 0. La XXVÌlf Ottobre e la Milizia forestale L'alto elogio del Duce all'eroica Divisione « 28 Ottobre » è oggi il più alto premio alle valorose Camicie nere combattenti sul fronte eritreo. Già dai comunicati del Maresciallo Badoglio l'ardimento e la tenacia dei militi erano stati messi in luce. La Divisione « 281 Ottobre » ha aggiunto, nella battaglia del Tembien, uno splendido capitolo alla sua storia guer-' riera. Gioverà ricordare che la 28 Ottobre, intitolata all'evento culminante della vittoriosa Rivoluzione delle Camicie Nere, fu costituita dal Duce, Ministro delle Forze Armate, ai primi di maggio insieme alla Prima — la 23 Marzo — oggi comandata dal Duca di Pistoia. A capo della Divisione fu posto il generale Umberto Somma, pistoiese, decorato di medaglia d'argento al valor militare per la condotta tenuta nella Battaglia del Kuk-Vodice in cui rimase ferito, vecchio fascista, partecipante alla Marcia su Roma. Vice-comandante della Divisione fu nominato il generale Giuseppe Mosconi di Camerino, .veterano di Adigrat (1896), anche egli decorato di medaglia d'argento, da molti anni militante nei ranghi della Milizia come comandante di Legione, di Raggruppamento di Legioni e come addetto al Comando Generale. La Divisione ebbe il suo centro di radunata in Lombardia, quindi si trasferi nella zona di Minturno e Formia per l'addestramento. A comporla furono destinati soprattutto elementi lombardi, emiliani e liguri. Originariamente la Divisione fu costituita dalla 114.a Legione comprendente il 114.o Battaglione Camicie Nere di Bergamo e il 115.0 di Brescia; la 114.a Compagnia mitraglieri di Lodi e la 114.a Batterla di Piacenza; dalla 116.a Legione comprendente i battaglioni 116 (Como) e 125 (Monza), la Compagnia mitra: glieri di Varese ed una Batteria milanese; dalla 180,a Legione comprendente il 180.0 Battaglione Camicie Nere (Parma), il 174.o (Firenze), una Compagnia mitraglieri di Casalmaggiore e una Batteria di Genova. Si aggiunsero complementi e servizi speciali di Bergamo, Como, Parma, Brescia. Monza, Fidenza, Milano, Savona e Pavia. Nella Divisiono si arruolarono molti professionisti già ufficiali dell'Esercito come semplici Camicie Nere; e non altrimenti ufficiali superiori della Milizia si acconciarono, pur di partire, a gradi di subalterni. Il redattore di Milizia Fascista che visitò gli attendamenti della Divisione nei giorni dell'ansiosa preparazione, rese in un efficacissimo quadro l'alto spirito ed il prorompente giovanile fervore con cui tutte le Camicie Nere si addestravano ai futuri cimenti. In riva al Tirreno, in macerante disciplina, la Divisione foggiava se stessa come un pode¬ roso strumento di guerra, come blocco granitico di braccia e di volontà. Gli eventi, di cui questa ferrea unità è stata la protagonista, non hanno smentito i pronostici che fino da allora era consentito trarre sull'avvenire di gloria che l'attendeva. Gioverà anche ricordare che alla SS Ottobre S. E. il genenaie designato d'Armata conte Ottavio Zoppi, allora Ispettore della Fanteria, la mattina del 9 luglio 1935 a Formia volle consegnare, rimettendola al generale Somma, la vecchia e gloriosa bandiera della Prima Divisione d'assalto da lui stesso comandata al Piave e a Vittorio Veneto, pronunziando questo parole: « Questo drappo, che mi ha sempre seguito nelle cruenti battaglie della grande guerra, che dopo la guerra fu con me in Libia, che sa i fasti delle Fiamme nere dalle quali le Camicie Nere trassero alimento; esempio di fede, io 10 consegno a voi! Generale, sono certo che all'ombra di esso voi tutti combatterete, vincerete, vi coprirete di gloria e ritornerete. Allora, solo allora questo drappo legato al destino della mia vita di soldato mi sarà restituito ». Il comunicato N. 107 fa a sua volta accenno alla partecipazione presa alla battaglia di Ganale Doria da un altro reparto della Milizia: la Coorte della Milizia forestale al comando del generale Agostini. Anche la Milizia Forestale, di cui è noto l'altissimo spirito e la superba preparazione militare, messa in rilievo in occasione delle grandi manovre nell'Alto Adige dal caldo plauso del generale Pariani e da quello non meno vibrante del Sottosegretario alla Guerra, S. E. Baistrocchi, chiese ed ottenne dal Duce, per intercessione del suo comandante generale Agostini, l'onore della più grande prova, della prova decisiva che collaudasse le qualità belliche di questa benemerita specialità della Milizia sorta con intenti e con compiti essenzialmente tecnici; e dimostrasse agli italiani e al mondo che la sua perfetta efficienza tecnica, e la sua fiera passione potevano e dovevano essere integrate dalla diretta partecipazione alla guerra. Nell'avanzata lungo 11 Daua Parma, regione intricata di foreste particolarmente difficile per la vicinanza del confine del territorio inglese del Kenya, la « forestale » ha tenuto fede pienamente al suo impegno d'onore ed ha scritto una brillante pagina nel gran libro del valore italiano. Sarà opportuno ricordare oggi che, appena ottenuto l'assenso per la formazione di una Coorte per l'Africa Orientale, ed appena aperti gli arruolamenti, tutti gli appartenenti alla Milizia forestale, ufficiali e gregari, si offrirono volontari in massa. Tutti, nessuno escluso, volevano partire. Prima della partenza la Coorte ha effettuato un periodo di oltre due mesi di preparazione e di allenamento presso la Scuola forestale di Cittaducale. E chi ebbe occasione di vederla allora ne riportò una indimenticabile impressione di bellezza, di armonia, di omogeneità, di efficienza, di entusiasmo e di forza. Il comandante della Coorte, seniore Larice, ebbe a diro che tutti ambivano il collaudo dell'ardimentosa passione « non per bruciare una tappa, ma per servire il Duce su quella terra africana dove saranno certamente forgiate le nuove fortune della Patria fascista e scolpite le prime pagine della Storia militare del nostro Corpo ». La Coorte della Milizia Forestale ha avuto un addestramento perfetto in condizioni volute di disagio e di difficoltà, ed è armala con armi diverse e di nuovissimo tipo. Uno dei metodi di allenamento fu quello di abituare i legionari a bere il meno possibile, a sopportare ogni genere di fatiche e di marcie con minima disponibilità d'acqua. E le manovre al fuoco, per l'addestramento al combattimento erano le più vicine possibili all'imminente realtà. Gli insegnamenti militari dei successi di Graziani Vienna, 28 notte. In un articolo intitolato « Il fiasco dell'offensiva.generale abissina » il critico militare del Ncues Wiener Journal scrive che Graziani si è assicurato la vittoria inseguendo senza pietà il gruppo Desta fino a disperderlo in modo completo. « Il successo — osserva lo scrittore — è non solo di alta imporI tanza dal punto di vista operativo, quanto di particolare intercs! se militare. Il generale Graziani ha dimostrato che un corpo attivo provvisto di tutti i moderni mezzi di lotta può permettersi con un corpo inattivo qualunque cosa. Ha poi mostrato che l'impiego di carri di assalto e dì fanteria motorizzata, accompagnati da aerei, rende un inseguimento molto più promettente di quanto non fosse nelle guerre del passato: in sei giorni i reparti italiani, lanciati all'inseguimento, hanno coperto più dì 250 chilometri. Dove rimane la rapidità del famoso grande inseguimento napoleonico di Jena alla Vistola? ». ROMA, 28 notte. Il Duce ha inviato al Maresciallo Badoglio, a Macallè, il seguente telegramma : { « /I tentativo nemico di forzare V ala destra del1 nostro schieramento sul fronte nord, è stato annientato nella vittoriosa battaglia del Tembien. « A V. E., che ha ideato la manovra, agli ufficiali ed alle truppe nazionali ed eritree che l'hanno eseguita, va il mio fervido elogio. « Desidero che tale elogio sia in particolar modo diretto alla Divisione Camicie Nere «28 Ottobre» per la tenacia eroica con cui essa difese il passo di Uarieu e respinse il nemico, dopo due giornate di accaniti combattimenti. « Le prove vittoriose del Tembien sono un certo auspicio per le lotte future. MUSSOLINI ». UN NOSTRO FORTINO SUL FRONTE DEL TIGRAI