Come Laval si è dimesso

Come Laval si è dimesso ImA crisi francese Come Laval si è dimesso La mossa collettiva dei Ministri radicali e la contromanovra del Ministro Mariti — Lebrun inizia le consultazioni Parigi, 22 notte. 1 oLa crisi è ufficialmente aperta \B* vcon le dimissioni collettive del «tmlifministero Lavai, il decimo di que sta legislatura i cui poteri spire ranno il 31 maggio prossimo. . Gli eventi di questa laboriosa giornata si sono svolti secondo il ritmo previsto. Lavai, che durante la mattinata aveva proceduto a numerose consultazioni coi ministri del Commercio, degli Interni, delle Colonie, dell'Agricoltura e della Marina, si è recato verso le 11 all'Eliseo per mettere il Presidente della Repubblica al corrente della situazione politica. Le ultime riunioni Al suo ritorno dall'Eliseo il Presidente del Consiglio ha ricevuto al Quai d'Orsay i ministri della Marina, delle Colonie e dell'Agricoltura ai quali si aggiunse poco dopo quello dell'Educazione nazionale. Alle 12,40 tornò pure fi - ministro degli Interni che aveva avuto un breve colloquio col ministro Bonnet. Da parte sua. Herriot aveva ricevuto al Mini-; stero della Marina mercantile la j visita di parecchi amici e in par-1 ticplar modo quelle dei ministri ! radicali. Alle 15 si è riunito al Quai d'Orsay il Consiglio di Gabinetto che si è prolungato fino alle 15,55. Quindi i ministri ne uscirono per recarsi all'Eliseo per tenervi, sot- to la presidenza del signor Le- ; brun, un Consiglio di ministri pei | regolare la questione della dcle- ì gazione francese alle esequie del i Re d'Inghilterra. Mentre le auto- mobili lasciavano a una a una la : Presidenza del Consiglio si ap- ! prendeva che Herriot aveva consegnato a Lavai una lettera di dimissioni collettive recante oltre la sua firma quelle dei ministri Paganon, Bonnet e William Bertrand. H Consiglio dei ministri fu brevissimo. Non appena terminato, ) ministri si riunirono in un salone!dell'Eliseo in un nuovo Consigliodi Gabinetto, per redigere la let tera di dimissioni dell'intero mi nistero che Lavai rimetteva po' chi momenti dopo al Presidente della Repubblica Poco dopo il ministro degli In-.!terni^ava lettura del seguente co-1municato: « I ministri si sono riuniti in consiglio alle 16 sotto la presi denza del signor Lebrun. Il Pre-lBidente del Consiglio Lava! mini- stro degli Esteri ha partecipato ufficialmente al Consiglio il lutto che colpisce l'Impero britannico ,nella persona di S. M. il Re Gioì gio V morto il 21 gennaio alle ore 23,55. Egli ha fatto conoscere al Consiglio l'avvento al tr :o di S. M. Edoardo Vili, ti Gì.verno ha ordinato un lutto nazionale della durata di 15 giorni. Il '"'residen- ili ii-ite della Repubblica rappresenterà la Francia ai funerali del defunto Sovrano. Egli sarà accompagnato dai ministri degli Esteri e delia Marina, dal Maresciallo Pétain, dal gen. Gamelin. dall'ammiraglio Durand Veil e dal generale Denain. Dei distaccamenti di truppe rappresenteranno l'esercito di terra, la marina e l'esercito dell'aria ». I radicali si congedano Alla fine del consiglio dei mi¬ nistri si è riunito un consiglio di gabinetto nel corso del quale il prèsidente del consiglio ha fatto conoscere ai suoi colleghi di aver ricevuto la seguente lettera: « Signor Presidente. Conoscete l'ordine del giorno del comitato esecutivo del partito radicale e ra- dicaie-socialista concernente la politica seguita dal gabinetto, e i suoi voti relativamente all'unità di voto dei membri del gruppo parlamentare. Animati da un sentimento di fedeltà verso il nostro partito e di lealtà verso di voi pensiamo far opera di rettitudine politica rimettendo nelle vostre mani le nostre dimissioni da membri del Governo. Ci sembra infatti che noi non possiamo più mantenervi il concorso indispensabile dèi nostri amici per garantirvi alla Camera la maggioranza necessaria a ogni azione governativa nel -momento in cui si presentano davanti a noi tanti difficili problemi che richiedono una soluzione. Noi teniamo, signor Presidente del Consiglio, a rinnovarvi la espressione della nostra gratitudine per la costante benevolenza che ci avete testimoniata. Durante questi otto mesi di collaborazione noi abbiamo lavorato del nostro meglio all'opera di raddrizzamento economico e finanziario e di pacificazione in pieno accordo col Parlamento. Vogliate credere, signor Presidente del Consiglio, alla nostra sincera e rispettosa devozione. Firmati: Edoardo Herriot, Giorgio Boniièt, GiuseppePaganon, William Bertrand». Il Presidente del Consiglio hafatto loro sapere che in tali con-dizioni rimetterebbe le dimissioncollettive dei membri del gabinet-to al Presidente della P.epubblicaHa poi avuto luogo un nuovoconsiglio di ministri nel corso dequale il signor Lavai ha reso conto a Lebrun di questo evento e glha rimesso le dimissioni del gabinetto, dimissioni che egli ha accettate. Lebrun ha ringraziato calorosamente il Presidente del Consiglio per i servizi resi alla Nazione e gli ha espresso la sua gratitudine per il lavoro considerevoleche il Governo ha compiuto sottola sua alta direzione in tutti campi. Il guardasigilli Leone Bérard, a nome dei membri del Governo dimissionario, hs espresso la gratitudine dei suo: colleglli al Presidente del Consiglio e gli ha reso omaggio pel suo tranquillo corag Bio- Pel* 11 suo Sran senso nazio 1 mi dpvirilo n In Un enn l»n t"1 11 V ri ri(lff1"a7Ìa j«^e e o na sopìatuuo rmgrazia-1 tto per i segni di affetto fiducioso , che ha saputo dare durante otto ; ^mesi di austero lavoro ai suoi col laboratori. Lebrun ha incaricato i ministri del disbrigo degli affari correnti. La lettera di dimissioni La lettera di dimissioni del gabinetto è concepita nei seguenti termini: aperta come deplorevolissima per il Paese, aperta secondo procedimenti anticostituzionali e antiparlamentari che possono condur sanlznma—« Signor Presidente, un certo j snumero di miei colleghi avendo :creduto f'iover rassegnare le loro ! funzioni ho l'onore di rimettere le dimissioni collettive del gabinetto. Vogliate gradire, signor Presidente, l'assicurazione del mio profondo rispetto. Firmato: Lavai». Alle dimissioni di Herriot e dei ministri radico-socialisti si erano aggiunte — per ragioni del tutto opposte, è ovvio dirlo — quelle del ministro di Stato Marin il quale, come ebbe a spiegare nella lettera da lui inviata al Capo del Governo, » considerando la crisi re a conseguenze temibili in particolar modo finanziarie ed estere » non voleva avere nessuna responsabilità in questa serie di atti che non sono dovuti alla grandei de maggioranza dei membri Gabinetto che hanno sostenuto. Lavai e che non sono disposti ad' abbandonarlo. E l'on. Marin ag giungeva che le cause di dimissio ni non possono essere confuse al riparo delle firme di un documcn to comune. « Ho assolto la mia missione » Tornato dall'Eliseo, Lavai ha fatto ai giornalisti le seguenti dichiarazioni : <■• Ho consegnato al Presidente della Repubblica le dimissioni del Gabinetto e ho declinato l'offerta da lui fattami di costituire un ™™'Governo Io non avevo cer- cato il potere che avevo accettato nel giugno scorso come un dovere verso il Paese. Ho la coscienza di avere assolto la mia mlssio ne. Il franco la cui difesa mi cralstata affidata è intatto. Il bilan-i ciò alleggerito di un quinto è sta- tp 70*^j.J^_™1,l^eJP5efeJPj^|COrso stesso delie discussioni par-i lamentari le divisioni tra francesi | Sj sono calmate e abbiamo visto splendere l'alba della riconcilia- i zione nazionaiP. ti i campi cominciano ^a portare-l loro frutti e si scorgono ì segni precursori di una ripresa dell'at-\tività economica e agricola. NellDurante questi ultimi mesi su piano estero era- vi difficoltà sono sorte. La paceWmantenuta, i nostri obblighi ver-■ so la Società delle Nazioni osser-ivati, le nostre amicizie e le nostre>alleanze intatte, l'indipendenza [ curata"^ rinforzata^ eVco? risul- uu La Francia rimane padrona de,'suo destina Successivamente\ e su tutu j punti. questa politica non ha cessato di ricevere l'ap-provazione della Camera trance-se. La scorsa settimana in un^o-o di fiducia concernente la poli- bea generale a magg oranza chesi è affermata si è trovata accre-sciuta. Per quanto difficile fosse il mìo compito, l'avrei continua-to. ma una nuova situazione po- litica me lo impedisce. Il mante-; nimento di una stretta unione fra ; tutti i partiti rappresentati al GoI verno rimaneva condizione^esseri ziale della mia azione. Questa col- : i e destra insistono però sul dovere !cne s-lmpone a Herriot di risol-a vere una situazione della quale- egli è il principale responsabilei Tra gli altri la -.Journet- Indù-- strielle >, la quale scrive che è. giusto che a Herriot venga impo-o ;to di realizzare in politica estel ra i progetti che lo opponevanoin modo cosi stridente a LavaiParticolarmente violento l'Amdu Peuple rimproverando a Herriot ì suoi tradimenti contro Poincaré e Doumergue che lo avevano salvato nel 1926 e nel '34scrive che solo Herriot ha il dovere di salvare la Francia da lufabòrazione indispensabile non èpiù possibile. Un partito ha presol'iniziativa di vietarne l'esercizioai suoi rappresentanti in seno al ave" e diritto Tom^ricompenslì per il mio sforzo di chiedere a J: tutti nelle circostanze attuali di dare il necessario esempio di calma, di sangue freddo e di unione». Le responsabilità dì Herriot Il Presidente della Repubblica ha cominciato immediatamente i consulti protocollari convocando per primi i Presidenti del Senato e della Camera i quali si sono rifiutati di fare la menoma dichiarazione sui colloqui avuti col Capo dello Stato. Non si è però tardato a sapere che il signor Lebrun aveva offerto l'incarico di costituire il nuovo ministero all'onorevole Bouisson il quale, come dcl resto già si sapeva, ha rifiutato. Egli avrebbe designato Herriot come la persona più indicata per risolvere una crisi ce lui e i suoi amici hanno provocato. Ma. a quanto si assicura, quando verrà chiamato all'Eliseo, il sindaco di Lione declinerà a sua volta l'incarico offertogli. Molti giornali e non soltanto dìi e proclamata in pencolo, di rcstauo rare la fiducia e di provocare lai a - ripresa degli affari, di renderfiorente la tesoreria, di fare dellelezioni tranquille. A lui, che non ha facto la guerra, spetta il dovere di preservare quelli che dovrebbero farla ancora, a lui cheo non ha figliuoli incombe il dove- re di salvare quelli degli altri dai pericoli che minacciano, « Altrimenti — conclude il giornale rivolgendosi a Herriot — voi non siete che un pagliaccio, un demagogo e un incosciente », I partiti in arme Da parte loro 1 socialisti dichia- rano di non poter partecipare a nessun governo che non tenga asuo conto il programma del con-centramento popolare, mentre imoderati del centro e del centrodestro e i deputati del fronte re-pubblicano hanno fin d'ora mani- jjuuunvaiiu uailliu 1 1 i i UUlrt umili-testato ]a lora forma]e intenzione . ^"l^L"! °.g_nÌ_C0.nC°rs0A °_B.n.' suffragio a un governo che non affermi la sua volontà di continuare all'estero la politica conciliatrice di Lavai e la sua opposizione assoluta a ogni svalutazione del franco. 11 ministro di Stato Flandin, come quello della Marina Pietri,avrebbero — a quanto si afferma— dichiarato di npn essere dispo-sti a succedere a Lavai, mentre soreria. ! A questo proposito, per mol strare sino a qual punto il mcr:cato finanziario sia impressionato ;in seguito agli ultimi eventi, è da j notare che è ricominciato l'esodo Yvon Delbos, presidente del grup-j pe radicale socialista della Carne-j ra, si mostrerebbe egli pure poco propenso ad accettare questa successione, rendendosi conto che uni governo da lui presieduto non po-! irebbe che appoggiarsi sui firma- ' tari dell'unione popolare, ciò che aggraverebbe vieppiù la situazio- ne finanziaria e la crisi della te- i l IU Lfl l c Ult u i . . > ■ i i : j . i L : <i L '. ' i i dell'oro verso Londra; è questo un avvertimento non trascurabile, ed è per questo che parecchi uomini politici desidererebbero vedere ; della sinistra democratica. Ma che ; questi accetti, e sopra tutto che j riesca, è un'altra faccenda. | C. P. in mancanza di'Bouisson che man- . :i „,.„ ,.!ci„t„ ,n „ih„i„ ,,„ terra il suo rifiuto di costituire un nuovo ministero — affidato lin- carico al ministro dimissionario delie finanze Marcello Regnier.

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Lione, Londra, Parigi