A Ginevra si giuoca sull'equivoco

A Ginevra si giuoca sull'equivoco A Ginevra si giuoca sull'equivoco Il rapporto dei Tredici al Consiglio di giovedì -- Quali sono le responsabilità del Comitato tecnico per l'embargo? -- La dichiarazione odierna di Eden sull'aiuto reciproco nel Mediterraneo Ginevra, 21 notte. Ginevra è l'eterno, Immutabile campo di manovre e di insidie, o per lo meno, quando le cose vanno bene, di equivoci; anche stavolta, anche in questa giornata consaf'•ata a un lutto regale, Ginevra si è mantenuta nel suo costume che è la sua natura. In luogo di un chiarimento, se non di atmosfera di tendenze, si hanno nuovi interrogativi, nuovi dubbi, nuovi equivoci. Ritocchi tendenziosi Il Comitato del Tredici sembrava avere ieri definito il suo atteggiamento di valore negativo, respingendo la richiesta etiopica di assistenza finanziaria, rifiutando l'altra domanda di Addis Abeba per un'inchiesta internazionale e constatando l'impossibilità attuale di iniziative di conciliazione, non escluse, però, per l'avvenire. Il presidente, signor De Madariaga, aveva steso un rapporto secco e preciso in tal senso; ma nella riunione odierna del Comitato ecco sorgere delle piccole offensive, di ispirazione ben individuabile, non per rimettere in discussione i rifiuti all'Etiopia, ma per dare al rapporto uno spiccato tono sanzlonista. Col pretesto di non urtare nè l'Italia, nè il fronte dei Paesi sanzionisti, si è voluta mantenere accesa la fiaccola della mistica sanzionista culminante nella riaffermazione della Giusta pace, frase che non ''nganna gli italiani. E sarebbe suito ripreso anche il tentativo di ieri di silurare il Comitato dei Tredici e quindi di chiudere ogni via alla conciliazione. Seppure la manovretta non è riuscita, il documento che sarà presentato al Consiglio giovedì e in cui, si dice, il signor De Madariaga si era abbandonato a delle osservazioni realistiche accompagnate da qualche simpatico accenno all'Italia, sarebbe stato modificato per conservare l'impressione di solidità e di efficienza della macchina giuridica, sfrontatamente montata nell'ottobre scorso. Prendere la mano laluemsscrsmctpgfrsmztdctFstnipfdnU1lD| L'equivoco resta anche per la | , questione del petrolio; domani nel I Ppmeriggio si riuniranno i Di-, | clolto ' quali nomineranno un co-1 mitato di studio per l'esame tee- j mc0 dell'embargo delle materie Prlrae in testa a cui figura il pe ! troll°- Per chl conosce alla prova i1 comitati tecnici della Società i — — ?»^«"-||re procedurali p,u pre-; ^osamente acquisite, abbiamo il, j diritto e H dovere di essere diffi- i | denti. E sono gli stessi portavoce to deB]i ambienti britannici che ci aiofCl'ono motivo a tale cireospezio-j - W <*si vanno catechizzando so-ll i prattutto i rappresentanti della -1 stamPa americana facendo loro ; ! delle Nazioni, questa apparirebbe ila solita maniera per dare una . | sepoltura coi fiori a un problema : | esaui-ito; ma da quando esiste il j j conflitto italo-etiopico, da quando, 1 Per l'ostilità all'Italia si è cani-] biato sistema tanto da assassina-j intravvedere che il comitato — - !ehc Kara formato di esperti go- a vernativi dotati di responsabilità r; e che, per ispirazione inglese, co-'- j mincerà già a riunirsi lunedì l, prossimo — esprimerà certamen-1roh,** parere faTO°le e che oiqmndl ogni opposizione all'era-1 i****?f?*u ^&*»* ^yyvo.Muuc nucm- i bar£° si troverà ipso facto supe- -1 rata e si scenderà alla sua prati-e ca applicazione. E' evidente laa to [ce che l'embargo sul petrolio sa-l | rebbe efficace anche indipcnden-E' mira di influenzare le decisioni del Congresso degli Stati Uniti le cui obbiezioni al progetto del nuovo atto di neutralità avevano creato sfiducia e depressione. Nel- lo stesso tempo si diffonde la vo-i temente dalla decisione di Wash- -iington, per un presunto monopq- k e a e ». Ho anglo-olandese delle navi ci-sterna. Ora tutte queste manovre ap-partengono al metodo britannico, che già ben conosciamo, di prcn- j.„in „ „u: a o vAr.t cere la mano a chi e restio a adot- tare una misura che potrebbeportare con sè le conseguenze piuei imprevedibili e catastrofiche. A a j noi risulta che da vara governi è a stato reso noto il principio che a. ! qualsiasi decisione sul petrolio è o ; un atto politico che investe piena al ' responsabilità di governo, che la l-1 questione non può essere definitae-1 * el nni dal parere di un comitato tecnico e nemmeno da quell'organo arbi-trarlo che è il Comitato dei Di-ciotto. Noi denunciamo in tempo a manovra perchè nessuno si iluda poi di scusarsi asserendo di ssere stato colto di sorpresa. Veniamo infine al terzo problema di carattere alquanto oscuro ollevato a Ginevra in questa sesione. Tutti ricordano il passo ompiuto dal governo inglese, paallelamente al varo delle propote Laval-Hoare, presso gli Stati mediterranei per un aiuto reciproo in caso di ipotetica e cervelloica aggressione italiana. Questo nsso insieme con i negoziati anlo-francesi sulla stessa questione u un atto assolutamente unilateale della politica britannica, coneguente all'altro atto, assolutamente unilaterale, della mobilitaione dell'Home Fleet nel Medierraneo. Ebbene, Eden vuol fare omani una dichiarazione pubblia sull'aiuto reciproco nel Medierraneo, annunciando che la Francia e gli altri Stati rivierachi hanno risposto favorevolmene alle domande britanniche. Egli on la farà al Consiglio perchè la llogicità giuridica sarebbe troppo palese e solleverebbe obiezioni ondamentali; la farà al Comitato dei Diciotto dove l'acquiescenza non soffre eccezioni. Un dilemma e una volontà A quanto si afferma, lo scopo di una simile dichiarazione è quél 0 di eliminare apertamente le diffidenze della Germania che negli accordi anglo-francesi ha visto una minaccia diretta contro di sè e una defezione allo spirito e alla ettera del Trattato di Locamo. Dopo le spiegazioni degli ambasciatori a Berlino, la dichiarazione di Eden dovrebbe servire a sgomberare l'orizzonte da una grossa nube. Tale interpretazione può essere nel vero, sebbene non crediamo che i tedeschi saranno tanto ingenui da accettarla come oro colato; ma è l'Italia che non può pagare le spese di un giuoco condotto fuori di ogni sua iniziativa e da ogni sua responsabilità; è l'Italia che non può ammettere 1 principio die si cerchi qualsiasi modo di legittimare all'ombra di articoli del patto, atti che hanno rivestito responsabilità unilaterai ben precise. Da quanto abbiamo riferito sopra sui lavori dei Tredici, sull'em- bargo e sulla dichiarazione di aiuto reciproco, appare chiaro che indh2ppqvmcgItgdcsinggzIlmslldgvmspMdnsrmm'ndmchtesnavighiamo tra insidie e equivoci La linea discriminante di tante I Incertezze e ondeggiamenti non ci I è affatto definita. Vige in pieno il1 dilemma: tale lavorio deve servire ad agevolare un lento, graduale sgonfiamento della enorme in giustizia commessa ai danni del irl„, D, >"6««™ umuuum-v iu amu affilate per adoperarle contro di ; noi al momento più propizio? La lprima ipotesi ha molti elementi a j suo favore e in tal caso la preoc-'cupazione altrui di salvare la fac-; eia ci potrebbe lasciare indiffe- renti; ma fascistioamente dobbia- ! mo sempre guardare 1 fatti nel loro aspetti più crudi e nelle loroj l'Italia e in cui vi sono degli impegni e delle montature troppo pronunciati per consentire una rapida evoluzione verso un sano e equo realismo, oppure, non potendosi precipitare decisioni gravi, si vogliono mantenere le armi eventualità più ardue. In fondo lo sviluppo delle due ipotesi ha sem pre quale pietra di paragone la nostra resistenza morale ed eco nomica, la nostra potenza milita re. E' l'Italia che condiziona gli altrui atteggiamenti anche quan do si svolgano sul falso piano so u<j ci avuiganu sui uuyu pmnu su- cietario. Questa verità assoluta' deve essere sempre radicata nel- l'animo degli italiani: la soluzio- Alfredo Signoretti. ne è in noi, e in noi soltanto t »t-i j.* • j L kSeCUllVO SOCietariO commemora Giorgio V Ginevra, 21 notte. Come parti cipazione al lutto che ha colpito l'Inghilterra, la Socie- tà delle Nazioni ha sospeso oggi [ tutti i suoi lavori. L'unica riuhio ne pubblica è stata quella del Con- sigilo, interamente dedicata alla commemorazione del defunto Sovrano- D?P° un discorso del presiderite Bruce, che ha reso omag- ,. „ _,,„«{» ji„,„„,„i„ ,,„ d„ W^g *S$$%^^.po jgj rafforzamento della pace e dell'intesa tra i popoli, e dopo ave- re osservato un minuto di silenzio, 4 vari delegali dell'esecutivo so- cietario hanno successivamente preso la parola per esprimere i lo- ro sentimenti di condoglianze alla na^0^'n^f-dI. ... na bar£ne A]oisi 'h* dicniarato di , volersi"à^soCiaTe a"nome*"delWGo-1 verno di Roma ai sentimenti di do- [lorosa emozione che ha suscitato in seno al Consiglio questo lutto. « Re Giorgio V, che, circondato dalla devozione del suo popolo, ne ha guidato 1 destini nel corso di 26 anni della sua storia, è scomparso; ma la memoria di lui sopravviverà, testimonianza eloquente di una nobile vita e di una virtù luminosa. E' sotto l'alto comando di Re Giorgio V che l'esercito inglese si è battuto nella grande guerra accanto all'esercito Italiano. La memoria di questo grande Sovrano ò legata al ricordo di una solidarietà che è stata consacrata in un'ora tragica della storia. La delegazione italiana si inchina rispettosamente dinanzi al grande lutto che colpisce la famiglia reale e la comunità delle nazioni britanniche ». Il signor Lèger che sostituiva Il signor Lavai, partito fin da sta mane alla volta di Parigi, si è a sua volta riferito al ricordo del la guerra, evocando quindi la pòlitica comune dell'Inghilterra e della Francia per la cosidetta organizzazione della pace. Commoventi parole all'indirizzo della famiglia reale e della nazione inglese sono state pronunciate poi dal polacco Beck, dallo spagnuolo De Madariaga, dal turco Rustu Aras, dal portoghese Monteiro, dal danese Muncko, eco. Con espressioni meno felici il signor Titulescu ha voluto riferirsi specificatamente alla sua permanenza alla Corte di San Giaco mo come ambasciatore del gover'no rumeno, per rievocare parados salmente in questa contingenza dei suoi ricordi personali, concludendo con raffermare che il testamento politico di re Giorgio « lavorare per la pace » sarà eseguito con devozione da tutti i rumeni Il signor Litvinoff dal canto suo ha esaltato con estrema disinvoltura l'attaccamento alla dinastia e alla famiglia reale, senza preoccuparsi per nulla, delle rievocazioni, che si imponevano, naturalmente, al suo uditorio. Da ultimo ha preso la parola il signor Eden per ringraziare i suoi colleghi del Consiglio delle espressioni di simpatia verso la famiglia reale e la nazione britannica. Il Presidente del Consiglio, Brace, parlando come rappresentante del Commonwealt presso la corona inglese, esprimeva i ringraziamenti della comunità delle nazioni britanniche. La seduta veniva quindi tolta e rinviata a domani. Tra le visite di condoglianze che sono state fatte in questa circostanza al signor Eden, rileviamo quella del barone Aloisi che si è recato dal capo del Foreign Office nelle prime ore della mattinata. Anche Lavai che, come abbiamo detto, è partito stamane alla llvc I volta di Parigi, rendeva visita di I condoglianze al rappresentante 1 inglese, trattenendosi quindi, pri- ina di lasciare Ginevra, col nostro delegato. Circa la questione di Danzica che darà luogo, a quanto si crede, a vivaci discussioni, si avrà un rapporto di Eden, relatore ufficiale dell'esecutivo societario. Non si crede che il Consiglio prenderà delle decisioni in proposito fin da domani, dato che Eden sarà probabilmente incaricato di riassumere il dibattito e di trarne le op- t conclusioni in un nuovo ; Rapporto che^s^presentato pro¬ labilmente nella seduta di giove j dì. Si sa infatti che sia il signor 'Edcn che l'australiano Bruco, pre; Bidente del consiglio, hanno deci- 80 di. nmanere a Ginevra fino al ! ^ del. Consiglio l l'irighiltérra oj

Persone citate: Alfredo Signoretti, Aloisi, Beck, Giorgio V, Hoare, Laval, Monteiro, Rustu