Il governo di Laval nell'imboscata radicale

Il governo di Laval nell'imboscata radicale Il governo di Laval nell'imboscata radicale Parigi, 17 notte, .Mentre la Camera, in obbedién- \za al voto di ieri, segue più o me- no distrattamente la discussione delle interpellanze sulla politica |agraria del governo, e Lavai nel ; suo gabinetto del Quai' d'Orsay ; riceve i diplomatici come se i 64 I voti di maggioranza dell'ultima jvotazione parlamentare dovessero garantirgli lunghi mesi di permanenza al governo, in seno al gruppo radicale la tempesta infierisce di nuovo più violenta che mai. Avevamo peccato di soverchio ottimismo ieri sera nell'accordare a Lavai, dopo la bella votazione ottenuta, qualche giorno di respiro. In pratica la tregua non sarà durata nemmeno qualche ora. Le « vacanze della legalità » Dopo reiterati ed estenuanti I conciliaboli, i radicali hanno deci-1 so infatti di riprendere quella li-1 bertà alla quale durante la seduta : della Camera avevano dovuto ri- tiunciare per riguardo verso l'elet- tore, e di silurare con mezzi extra-1 legali quello stesso gabinetto al j cui salvataggio avevano ufficiai- mente contribuito. Le famose ' « vacanze della legalità » invocate : tempo addietro da quel noto de- putato socialista sono in corso. : Una delegazione del gruppo radi- cale si è recata nel pomeriggio di, oggi da Herriot e gli ha presen- ■ tato il seguente messaggio appio- vato poco prima da una quaran-: tina di membri in nome di 62 dei medesimi. Esso dice: « I deputati radicali facenti parte della maggioranza del gruppo che non può in nessun modo accordare la sua fiducia al governo Laval, ritengono all'unanimità che | la presenza dei ministri radicali | in quel governo è incompatibile!con la dottrina radicale tanto dal:punto di vista interno come dal punto di vista estero » IRispondendo alla delegazione, • Herriot ha dichiarato che accetta il principio enunciato dal gruppo e che lascerà la carica di ministro di Stato. Le dimissioni possono sin da ora considerarsi certe, mte: non i se non diverranno effettive ulteriormente. Quando però non lo si sa. Herriot non lo ha detto, o almeno coloro ai quali lo ha detto non lo hanno ripetuto. Si ritiene generalmente che egli non voglia mettere Lavai nella necessità di rinunziare a recarsi lunedi a Ginevra. Ma il fatto che per domenica è stato convocato il comitato esecu- tlvo del partito radicale incaricato1di eleggere il presidente, obbliga1 ad escludere che le dimissioni uf-jficiali possano venire protratte ol-, tre quella data. E' noto infatti che una frazione dei radicali vorrebbe feleggere Daladier, mentre l'altra jfrazione vorrebbe rieleggere Her-,riot dimessosi dall'ufficio, come l'i- corderete, nel dicembre scorso. Se1Herriot, non ostante i giuramenti jfatti, accetta di riprendere la pre-sidenza del suo partito, domenica al più tardi egli dovrà essersi con- formato alle ingiunzioni del grup- po parlamentare, cioè dovrà aver lasciato la carica di ministro diStato. Che cosa faranno allora gli altri cinque ministri radicali: Bon-net, Bertrand, Paganon, Maupoil e Régnier? Seguiranno il loro ca- po? In tal caso la crisi ministe- riale è inevitabile e Lavai dovrà ritirarsi a sua volta. Si assicura negli ambienti radicali che Her-riot abbia « autorizzato » i cinque colleghi a restare nel gabinetto, La voce è attendibile, giacché il sindaco di Lione ha fatto e fa tut- ti gli sforzi possibili per convin-cere l'opinione pubblica che la col-pa della crisi, se crisi ci sarà, nonva data a lui il quale non ha ri-sparmiato sacrifici per sostenereLavai e che, se oggi si ritira, èunicamente per una ragione inter-na del partito, perchè la presidenza non tocchi all'estremista Daladier, e non già per silurare il suo Presidente del Consiglio. Ma il difficile sta nel convincere i ministri radicali che i] loro dovere consiste nel mostrarsi meno radicalidel loro capo. Regnici-, Maupoil e Paganon sarebbero forse dispostia restare nel Governo. Ma Bonnet e Bertrand hanno già fatto sapereche seguiranno Herriot nella riti- rata. I aval imnortiirhahilo Ldldl lllljJtl IWUdUllc La matassa è dunque difficile ,. i u .„ da sciogliere e si capisce che la Rorsa la ouale era stata ieri ec-Borsa, la quale era stata ieri ec celiente, si sia chiusa questa sera in mezzo ad un certo nervosismo, tiamo. 1 attività del Presidente del Il solo elemento propizio in tanta confusione è dato dal fatto che Lavai, come accennavamo in principio, continua a considerarsi investito della fiducia del Parlamento, fiducia espressagli con una serie di voti, l'ultimo liei quali è più forte dei precedenti. In tali condizioni non potrebbe egli procedere ad un semplice rimpasto del proprio gabinetto, invece di lasciare il potere? E' quello che solo il seguito degli avvenimenti permette- rà di stabilire. Pel momento, ripe l'attività del Presidente del a noi itimConsiglio nel campo della politica estera continua indisturbata. Nella sola giornata d'oggi Lavai ha ricevuto il Nunzio apostolico card. Maglione, l'incaricato d'affari bri-tannico Thomas, il ministro di Finlandia Holma, il ministro d'Olanda Loudon e il ministro di Romania, Cesiano. Superfluo aggiungere che tutti questi colloquii ai riferiscono all'imminente riunione ginevrina cheil capo del Governo francese piepara attivamente coi suoi collaboratori del Quai d'Orsay. Bi ignorano ancora le imprcssio- ni parigine sul discorso di Eden, del quale non è giunto qui, fino a questo momento, nessun resocon to esauriente. Ma dalla lunga conversazione che Lavai ha avuto con l'incaricato d'affari inglese, sem brerebbe risultare confermata tan to l'inopportunità di prendere, al meno per ora, una qualsiasi deci¬ sione circa l'embargo sul petrolio, quanto le difficoltà di varare un i nuovo progetto di coercizione o di conciliazione che non sia preventivamente assicurato dell'appoggio incondizionato di tutte le Potenze societarie. Locamo ed il Reno I giornali si compiacciono intanto del passo compiuto lunedì scorso a Berlino dall'ambasciatore di Francia Poncet intorno alla questione del rispetto della demi litarizzazione renana, sebbene qualcuno di essi deplori che, con trariamente alle promesse date, la campagna della stampa tede sca sulla violazione del Patto di Locamo non sia ancora cessata, II Temps si occupa del delicato problema nel proprio bollettino di politica estera citando gli articoli fondamentali del patto in que stione ed osservando anc^-a una volta che gli accordi franco-in glesi contro i quali la Germania si è elevata, si riferirono esclu sivamente al conflitto italo-etio Pico: non senza aggiungere però, more solilo, che anche qualora non fosse cosi, il Governo di Berlino non avrebbe nulla da obbiettare. « Non esistono attualmente — scrive l'organo ufficioso — conversazioni franco-britanniche all'in- fuori di quelle che si riferiscono al caso che si presenta per il fatto dell'applicazione dell'articolo 16 relativo al conflitto italo-etiopico; ma anche se fosse diversamente e j, le conversazioni fossero state ; estese all'esame di altre eventua- ' lità che potessero prodursi, esse non costituirebbero per millla una mancanza allo spirito del Trattato * •Locarne.. In virtù di questo, le teSMlff; ti certi obblighi di assistenza e avreDbero perfettamente il diritto di esaminare, fra di loro, con qua li mezzi tecnici potrebbero assol vere, nel modo più efficace, i loro obblighi in determinate circostanze. Il Trattato di Locamo essendo stato concluso con uno spirito di assoluta eguaglianza, riconosce certi diritti, eguali tanto per la Germania come per le altre Potenze firmatarie. Questo basta a stabilire che la campagna contro Locamo di certi giornali tedeschi è in realtà senza oggetto ». Quello che il « Temps» sembra dimenticare è che quanto ha sfa vorevol mente impressionato l'opi nione tedesca è precisamente l'as senza di ogni reciprocità nell'im pegno che l'Inghilterra avrebbe assunto verso la Francia. E' vero che il punto di partenza dei mi steriosi accordi franco-britannici sono stati il conflitto etiopico e la preparazione di un'eventuale azio ne mediterranea contro l'Italia ma è altrettanto vero che il pro blema della copertura eventuale della frontiera sud-orientale della Francia implica il problema della copertura della frontiera renana e che di conseguenza non ci può es sere azione combinata in rapporto a: conflitto italo-etiopico senza azione combinata sul fronte di Lo carno. 11 problema mediterraneo : incide sul problema della garan zia renana e le apprensioni della stampa tedesca non giustificano quindi la sorpresa suscitata a Pa rigi. Il l'atto che i governi di Pajrigi e di Londra abbiano ritenuto ;utile fornire a Berlino delle spiepazioni in proposito non è forse ila prova migliore? ! ! C. P.

Persone citate: Bonnet, Daladier, Francia Poncet, Herriot, Laval