Quattro giorni di combattimento

Quattro giorni di combattimento Quattro giorni di combattimento La vittoriosa offensiva italiana - Le forze nemiche valutate in 120 mila uomini - La cavalleria etiopica travolta dai nostri carri armati - Il valido concorso del Sultano Olol Dinle II Comunicato N. 98 ROMA, 16 notte. Il Ministero per la Stampa e la Propaganda dirama il seguente Comunicato Num. 98: « Il Maresciallo Badoglio telegrafa: « La battaglia del Ganale Doria si sta concludendo con pieno successo delle nostre armi. « Le nostre truppe hanno avanzato su tutto il fronte per una profondità di oltre 70 chilometri, vincendo ovunque l'accanita resistenza degli avversari. Le truppe del ras Desta Damteu si ritirano disordinatamente inseguite dai nostri. Forti retroguardie nemiche annidate in caverne tentano invano di rallentare l'inseguimento. « Le perdite nemiche sono considerevoli e saranno ulteriormente accertate. « L'aviazione della Somalia ha bombardato concentramenti nemici a Dagabur e a Sassabaneh ed ha attivamente cooperato con le nostre truppe in azione. « Sul fronte eritreo l'aviazione da bombardamento ha ieri effettuate azioni su accampamenti e masse di armati nella regione di Andino, con effetti visibilmente efficaci ». La più grande battaglia dall'inizio delle operazioni Londra, 16 notte. Il corrispondente dell'Exchange Telegraph ili Africa Orientale telegrafa che le ultime informazioni dal fronte somalo confermano appieno che la vittoria ottenuta dal generale Graziani contro ras Desta e gli altri capi abissi)!?', che hanno ricevuto dal negus l'incarico di difendere il fronte meridionale, è il maggiore evento da quando sono scoppiate le ostilità. Si calcola che oltre 120 mila abissini, nel complesso, siano stesi attualmente in difensiva nelle quattrocento miglia che corrono dal confine della colonia del Kenya a quello della Somalia britannica. La parola fronte, riferita a questa campagna di guerra, nota il corrispondente, ha un significato differente da quello usualmente dato ad altri casi bellici, nei quali due linee continue di truppe si fronteggiano. La battaglia di Ganale Doria è stata combattuta in tre settori distinti, per quanto gli sviluppi della battaglia stessa nei vari settori siano il risultato di un solo piano e siano stati condotti a termine sotto un'unica direttiva. La battaglia si è aperta a nordovest di Dolo, il primo obbiettivo essendo stato quello di portare il disordine nell'armata di ras De- ulostasugchsta, la quale aveva evidentemente Uiobbiettivi offensivi contro quel]dsettore italiano. Questo obbiettivo è stato interamente raggiunto: i dubat hanno raggiunto Malca Bissica e Torbi, località, quest'ultima, che comanda il nodo stradale dal quale si dipartono le carovaniere die salgono verso la fertile regione del Sidamo. Lungo il Ganale Doria le truppe metropolitane, sia dell'esercito regolare che delle Camicie Nere, dopo aver preso il villaggio di Gogura marciano verso Bandi, mentre lungo il fiume Uebi Gestro distaceli menti italiani hanno occupato Afitisi e Ballei Gherà. I centri stradali sullo sperone montagnoso fra il fiume Uebi Gherà e l'Uebi Scebeli sono stati altresì occupati, dopo accaniti combattimenti con le retroguardie abissine, che tentavano di trattenere l'impeto degli italiani, cercando copertura da tutti i vantaggi che offre il terreno. In questa zona esiste grande nu- cmoglapincrtitmg.ornlaspDcsmsd,mero*di caverne, dovergli etiopici'fa'trovano un eccellente nascondiglio'ccontro le forse aeree e anche una\ebuona base per le loro imboscate, inTuttavia, nonostante questi tenta-\gtiri di resistenza all'avanzata ita-\nliana, le forze abissine sono state'scompletamente sconfitte dopo un j tdssgrande numero di piccoli combattimenti. s'è■ gLa resistenza abissina nella ; battaglia del Ganale Doria è sta-,. \t -ir „,..,~7, i • èIta accanita. La cavalleria nemica ha effettuato numerose cariche. )'".'. etiopici avevano stabilito nu-'. me. osi nidi di mitragliatrici, prò-, \ tetti da trincee circolari. Tuttavia i li carri armati italiani sono riu-\ \ sciti senza grandi difficoltà ad ar- \ rivare a nord di tali trincee e a i mitragliare i serventi delle mitra- i gliatrici etiopiche. Dopo averle j ridotte al silenzio gli italiani han- t no continuato nell'avanzata. j Una delle scene più impressio- | nauti è stata la carica della ca-\ valleria abissina, discesa impetuo-\ sa/ménte sulle forze regolari e irregolari italiane, avanzanti in ordine sparso lungo la riva sud del I Ganale Doria. Gli italiani non /tanno ceduto terreno, rapidamente I rinforzati dai carri armati sui anali la cavalierii abissina si è lan-\ ciata coraggiosamente ma mutitmente. Le mitragliatrici dei carri d'assalto abbattevano gran numero di cavalleggeri, ad ogni carica ! che i superstiti facevano. E' stata una lotta senza pietà fra il cavai- lo di carne e quello d'accaio e questo ultimo ha vinto. Il corrispondente della stessa agenzia telegrafa che le forze del'sultano Olol Dinle e della tribù de-\gli Ogaden Dalai, le quali forze,,\che ammontano a circa duemila' Uiomini, hanno ereditarie ragioni ]di odio contro gli abissini, fiati-.I à ì e o e - cheggiano sulla destra il movi- mento sviluppato quattro giorni or sono, e brillantemente proseguito lungo il Ganale Doria. Gli Italiani, avendo allontanato la minaccia sul fianco sinistro, possono ora riprendere l'offensiva in direzione di Sassabaneh e successivamente di Gig Giga e Harrar. Il corrispondente conclude mettendo in rilievo come l'aviazione italiana abbia contribuito notevolmente alle operazioni di questi giorni, sia precedendo, accompa-ì.ornando e difendendo le forze del-\la fanteria italiana sia con azioni \strategiche di largo raggio, come|per esempio il bombardamento di Dagabur e di Sassabaneh, due località entrambe della parte più settentrionale del Fafan e che for- ]mcno le ultime roccaforti a di/e- jsa di Gig Gina, Harrar e, infine,!della ferrovia Gibuti-Addis Abeba. ILa battaglia è ora nell'ultinia\i'fase. Il corrispondente aggiunge.o'che finora è impossibile ottenere a\esatte informazioni che mettano , in grado di giudicare se la batta-]-\glia di Ganale Doria sia l'inizio di j-\nna corsa alla ferrovia, oppure sia e'stato un colpo contro i preparan j tini offensivi degli abissini. Molto dipende, sempre secondo il corrispondente, dalla abilità degli abissini di formare sollecitamente una seconda linea di difesa. Una cosa 'è certa, tuttavia, che la natura de ■ guerrieri abissini metterà in dif a -,. è certa, tuttavia, che la natura dei a - ficoltà i loro generali: dopo una vittoria o dopo una sconfitta, il guerriero abissino ha la tendenza a fuggirsene verso la sua casa. Questo processo di dissolvimento \e SJi-à cominciato, secondo notizie1 \ohe il corrispondente si dice in gra-\ 'do di riferire con certezza, e la' sconfitta subita in questi giorni .dagli abissini accelererà senza dubbio il processo di indebolimen to dell'esercito abissino. ì L'azione del generale Graziani \3Ul fronte somalo, che apre il nuo \ v° ciclo offensivo italiano desti|nat° a svilupparsi anche in altri] Secondo informazioni ottenute! dal Comando italiano, diserzioni stanno incominciando e saranno] accelerate dal presente indeboZt-j mento dell'esercito abissino. Non' si conoscono le perdite nemiche, ma si ha ragione di credere che ammontino a molte migliaia. L'azione di Graziani settori, ha acquistato al possesso] italiano una nuova importante zona, che si estende su un largo f ron- ] te per una profondità di oltre set j tanta chilometri, ! I giornali inglesi e germanici, Iche ricevono le informazioni dai lo-i \ro corrispondenti in territorio etio.Pico> definiscono la nuova batta-! gli» iniziata come la più poderosa; che si sia finora svolta dal prin-j ]ciPÌo delle operazioni italiana. Cer-j jto .* che la nuova operazione del generale Graziani, preparata coni calma ed organicità, è destinata,; come le precedenti, ad una pro-j gressiva occupazione del territorio etiopico, occupazione che sarà' mantenuta stabilmente, con mezzi sicuri. Alle fantasie diffuse da Addis Abeba sulle romanzesche ricon¬ quiste etiopiche, si contrappongono dunque le concrete realtà delle azioni italiane, le quali si sviluppano a successivi intervalli, secondo un organico programma stabilito, calcolato in ogni dettaglio e destinato a provocare le più grandi sorprese fra gli avversari abissini ed i loro alleati sanzionisti. Ancora una volta, come è provato dai fatti, la completa iniziativa delle azioni rimane nelle mani dell'Italia, la quale continuerà come nel passato a sviluppare il suo piano secondo le direttive ritenute più opportune e sulla base di una matura e metodica preparazione. Dalle prime notizie che si hanno da fonte diretta, risulta che la nuova vittoriosa azione italiana ha già inflitto al nemico severissime perdite e provocato fra i suoi gruppi armati notevoli sbandamenti e frazipnamenti di forze sulle quali le truppe italiane operano continui, micidiali attacchi nel loro vivace inseguimento. La linea della nuova azione offensiva italiana, destinata a non restare isolata nel settore del Ganale Doria, prova che il piano italiano si realizza con arditezza di manovra e in forma inattesa per i calcoli del nemico. Il paese in cui si è svolta la nuova, vigorosa e vittoriosa offensiva delle truppe del generale Graziani contro le forze armate abissine al comando di Ras Desta, governatore di Sidama e di Borano, si trova nell'estremo sud del fronte somalo, in quella zona ricca di vegetazione ed in vari punti coperta da fitta boscaglia che è bagnata dai corsi di acqua discendenti dagli altopiani del Sidamo e del Baie. La regione è costituita da un altipiano dell'altitudine media di 1300 metri, largo circa ottanta chilometri, che cade rapidamente su i due fiumi che la limitano. L'altipiano consta di successivi ampi pianori, sovrastanti l'un l'altro, fortemente incisi dalle acque superficiali, senza risorse, quasi disabitati. Il lago di Huco, di una ventina di chilometri di lunghezza, ed una diecina di larghezza, ravviva il paesaggio. Siamo anche qui in territorio non abissino dal punto di vista geografico, etnografico e storico, ma che è divenuto tale soltanto da pochi decenni, cioè da quando gli scioani imposero la loro tirannia alle genti galla e sidama. Il Giuba, il grande fiume equatoriale che attraversa la Somalia nostra e la vecchia provincia del Benadir e quella più recente dell'OltreGiuba, si forma a Dolo — centro che prima dell'inizio delle operazioni militari apparteneva in parte [a noi c In parte agli abissini, e ! che oggi è una delle basi delle noi stt'e truppe operanti- nel settore sud-ovest del fronte somalo — dalla confluenza di tre corsi d'acI qua principali, che sono l'Uebi Gestro a destra, il Ganale Doria al centro e il Daua Parma a sinistra. I due ultimi si incontrano proprio a Dolo, mentre l'Uebi Gestro sfocia nel Ganale Doria, a poche miglia da codesto centro, in località Ualaddaie. e o à l e r e e o n e i a e . , a , o l Gli obbiettivi raggiunti Berlino, 16 notte. Il successo delle nostre armi al Ganale Doria viene messo nel dovuto rilievo da questi giornali i quali oltre al comunicato ufficiale italiano ne. recano ampi resoI conti loro particolari descrivendo le fasi della battaglia durata tre giorni fino al completo sbaragliamento dell'avversario, la tenace resistenza e le grandi perdite di questo, la partecipazione delle varie armi e lo sbalzo in avanti di 70 km. Essi rilevano i vantaggi conseguiti dalla vittoria di Graziani, in quanto che egli col suo vittorioso attacco ha pienamente disfatto le truppe di ras Desta che rappresentavano una minaccia per la sua sinistra. La Bocrscn Zcitung si occupa della situazione militare in Africa Orientale per concludere che l'Italia è decisa a tirare diritto per raggiungere tutti i suoi obiettivi. « Tutti gli italiani — conti! nua il giornale — si rendono con! to delle difficoltà dell'impresa, ; conoscono i sacrifici che bisogna t sostenere, ma tutti sono altret; tanto fiduciosi, fermi e risoluti. |E' evidente — scrive poi il giornale — che l'Italia si è preparata I per una lunga campagna e che è i decisa a marciare più oltre sino 'alla méta. Essa non ha alcun moi tivo di uscire oggi o domani dal ! suo riserbo politico e di offrire del : materiale per una base di discusi sioni. Insomma il suo atteggiamento non è mutato e reBta feri ma la dichiarazione del Duce del ì 2 ottobre scorso *. Una netta smentita dei delegati della Croce Rossa Ginevra, 16 notte. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha ricevuto stasera un telegramma dai suoi rappresentanti in Etiopia, dottori Junod i e Brown, entrambi di nazionalità 1 svizzera, i quali smentiscono recisamente non soltanto talune dichiarazioni loro attribuite, da cor] rispondenti stranieri residenti a : Addis Abeba, ma altresì l'inten■ zione che è stata loro attribuita di j ritirare tutte le Missioni della ! Croce Rossa in Etiopia in attesa di garanzie da parte delle autori; tà ìlaliane che le Missioni stesse • non saranno oggetto di bombardamento. Ecco il testo di questo impori tante documento di cui abbiamo j potuto prendere visione dal Comijtato internazionale della Croce ! Rossa: «Junod smentisce formalmente •i comunicati comparsi sulla starti1 pa riguardanti la sua pretesa prosposta di ritirare tutte le Missioni Ideila Croce Rossa in Etiopia in attesa di garanzie da parte del Go]verno italiano. Preghiamovi inol\tre di obbligare l'Ufficio di Londra del giornale danese Politiken di rettificare e smentirò il loro i corrispondente Tillge che il dottor ; Junod non ha mai avuto occasione di vedere ». j Circa poi il preteso bombardamento di un'ambulanza britannica nella località di Ouadia sul fronte nord delle operazioni, si precisa pure al Comitato internaziona; le della Croce Rossa che nella suddetta località non consta, che esista alcuna ambulanza della Croce | Rossa inglese. 1! 0 *J»co%, '. , i \ \ \ \ ! [!i REPARTO DEI NOSTRI DUBAT RIENTRA ALL'ACCAMPAMENTO DOPO UNA RICOGNIZIONE