Arte e affari lungo il Nilo di Mario Bassi

Arte e affari lungo il Nilo Arte e affari lungo il Nilo Dal tempio di Iside alle rovine di File alle epigrafi napoleoniche (DAL nostro Inviato Speciale;) KAHTUM, dicembre. Pochi chilometri, da Assuan, qua a Es Bcellàl: dove termina la inea ferroviaria che viene da Alessandria e il Cairo all'Alto Egitto; e dove, se si voglia proseguire per il Sudan, si prende un battello fluviale, delle stesse Sudan Railways, che con circa due giorni di navigazione, rimontando l Nilo, porta a Uadi Halfa, sùbito déntro il confine del Sudan; e indi nuovamente la ferrovia, in ventiquattr'ore, con V—espresso, — ci porta a Cartùm. Lavoro di più mila anni fa Ma da Assuan a Es Bcellàl, per questi pochi chilometri, dove si varca il confine delle due Provincie egiziane antiche, dalla Tebaide al Dodecascoeno, io ho preferita l'automobile; che permette di vedere e visitare, lungo la via, alcunché d'interessante. E prima, presso Assuan, il villaggio indigeno dei Begia, 0 Bisciari: baraccamento e accampamento di questa gente, che vive a sè, recandosi in città soltanto per qualche commercio, e specialmente per smerciarvi le foglie di sena — la Cassia acutifolia, — la cui raccolta costituisce la principale loro attività; e che conservano costumi abbastanza primitivt e'caratteristici; e sono i discendenti, senza troppe commistioni, di quei remoti Blemmi.. nomadi, che con le loro incursioni diedero qualche fastidio anche ai Romani, quando questi occuparono il territorio, ed eran costretti appunto a tenere nella fusca Syene, cioè ad Assuan, un buon nerbo di truppe. Poi, inoltrandosi nel deserto, tra le falde terminali dei Monti Arabici, si passa lo sbarramento di fortini, che furono costruiti da Kitchener, durante la guerra con tro il Mahdi e i suoi dervisci, e quando preparava la spedizione di riconquista del Sudan. Poi, il campo d'aviazione. E scalando un cocuzzolo roccioso, si scopre un monolite, di trentadue metri di lunghezza, appoggiato disteso al suolo, ancora in cava, un obelisco abbandonato incompiuto dagli an tichi Egiziani. E anche più da vedere, le tracce, che parrebbero recenti, dei lavori compiuti per la estrazione; mentre sparse intorno si ritrovano ancora delle pietre durissime, nere, in forma di palla, che manovrato con vigore e misura) per ripetute ritmiche percussioni, servivano a fratturare la roccia: adempievano insomma, per migliaja di braccia di schiavi, in un tempo proporzionato, l'azione che oggi, in un istante, producono gli esplosivi. Raccolgo, con compunta venerazione, una di quelle pietre, strumento faticato e millenario di lavoro; e me la porto, giù per la discesa della collina, all'automobile, che aspettava; dove poi la dimenticherò, storditamente. Da Es bcellàl, che non è altro che la stazione ferroviaria, nel deserto, e quattro baracche, per magazzeni, e qualche tenda accanto, e donde si discende, in una distesa di terreno rotto, al porto fluviale, al pontile d'imbarco.sul Nilo; dal pontile, si noleggia una barca, per traversare il braccio del fiume, e approdare all'isola di File. Cioè: all'isola si approda adesso, per una sola stagione, dalla fine dell'estate alla prima metà di decembre; ma tutt'il resto dell'anno, l'isola scompare, sommersa sotto il livello del lago artificiale, formato j>er ffetto del sottostante sbarrameno della diga di Assuan. Scompae l'isola, e scompaiono in massima parte i suoi monumenti stuendi e gloriosi, tutto annegato; enonchè questi ultimi pur granegglano tanto, da sovrastare coi ulmini, solitari e desolati, all'ingiuria rodente delle acque. Monumenti e memorie di File Non credo nessuno al mondo gnori il pregio artistico e storico, ccezionale, dei monumenti di Fie: a cominciare dal portico suerstite dell'antico tempio d'Iside di Hathòr, elevato da Nectanebo II, della trentesima dinastia, 'ultimo faraone egiziano, nel uarto secolo avanti Cristo; al magnifico tempio, sempre dedicato a side, che costruì Tolomeo Filadelfo, e restaurato e ampliato e bbellito con Tolomeo Evergete, poi dagli imperatori romani, Augusto, Tiberio, Antonino. E la pora costruita ria Adriano, e completata e arricchita di decorazioni da Marco Aurelio; e il piccolo empio di Harendòtes — Hor venMentore di'suo padre, — costruito dall'Imperatore Claudio. B ancora, l tempio di Hathór, consacrato da Tolomeo Fìlometore; e il chiosco romano, dell'imperatore Trajano. E ancora, cospicui avanzi di costruzioni egiziane, del periodo postalessandrino, dei Lagidi; e avanzi romani, tra cui anche un empio costruito sotto Augusto, e ut\a porta urbana defili anni di Diocleziano: e avanzi di costruzioni, e decorazioni e sovrapposizioni bisantine e cristiano-copte. Ma fuggono i secoli, nella storia labile degli uomini. A sinistra della porla centrale del tempio toemaico d'Iside, leggete, scolpita n bei caratteri lapidari, in francese, quest'iscrizione: «L'anno 6 della Repubblica, il 13 messidoro, un'armata francese, comandata da Bonaparte, è sbarcata ad Alessandria. L'armata, venti giorni dopo, avendo messo in fuga i Mammalucchi alle Piramidi; Dessaix, comandante la l.a divisione, li ha inseguiti oltre le cateratte, dov'è arrivato il 13 ventoso dell'unno 7. « I generali di brigata: Davoust. Frlani e Belllard, Donzelot capo di Stato Maggiore, Latournerie co¬ mpptl0cozttdccq«iiclseqmiSdsmapvd' lj rebce'q.a| l^n1 t\prmtnnt; ccj l| c1 fi1 p mandante l'artiglieria, Eppler cao della Bl.a leggera. « Il 13 ventoso anno 7 della Reubblica. « /I 3 marzo anno di G. C. 1799. « Scolpito 1799, Castex sculore ». Poi, per le mura del tempio, nele celle, graffiti, o elegantemente rozzamente, nomi di quegli uffiiali e soldati napoleonici; e ho sservato, tra gli altri, un — Balac: — parente, chissà, dello scritore f E altre- iscrizioni; e un'alra lapidaria, che tramanda nomi i ufficiali ed enumera sottuffiiali e soldati inglesi, caduti nella ampagna, mahdista, e che furono ua seppelliti. Quod non fecerunt barbari...» Isola di File: tutto un tesoro nestimabile, anzi un complesso di nestimabili tesori. E tutto ciò è ondannato, sagriflcato, e in non ungo tempo andrà guasto e ditrutto, per l'azione disgregatrice demolitrice delle acque: le acue scagliatevi contro da noi, dali uomini del secolo ventesimo. ta bene, benissimo, che con la iga d'Assuan, col lago che qua i forma artificialmente per nove mesi dell'anno, l'Egitto d'oggi ha umentata straordinariamente la ropria superficie irrigabile, e il alore del terreni irridati per più i un miliardo e mezzo di lire itaane. Afa... Afa anche quei nobili omani, che nel medioevo e nella tà moderna, spogliaììano e abattevano i monumenti dell'antia .Roma imperiale, per edificarsi decorarsi i propri palazzi, anche uelli eressero splendidi palazzi, mmirevoli, e fecero largamente utile proprio e dei successori, nonpertanto noi inorridiamo di anta profanazione, di una cosi riprovevole, brutale mancanza di ispetto per un augusto passato, e mancanza di senso e gusto della radizione; e li tacciamo, a ragione, d'incititi, di predoni, di barbai: quod non fecerunt barbari, feerunt Barberini. Non illudiamoi: anche noi non isf uggiremo ala condanna dei posteri, come inulti e barbari. Questo atroce atentato, che non perdona al monumenti venerandi di File, significa qualche cosa di disonorevole. per il nostro secolo. ■ 1 ' 1 | ', ' ■jj1I|,:]| Ed è semplicemente ridicolo ciò che si tenta, si mostra di fare, per una finzione di salvataggio di questi monumenti: colare un po' di cemento nelle fondamenta, insinuare un po' di caZcina dove l'acqua disgiunge e smuove le pietre, puntellare con qualche cavalletto di travi le mura, dove già pericoano: ridicolo, grottesco. Si sono trovati, si sono tirati fuori cinque milioni di lire egiziane — trecentododici, trecentotredlcl milioni di ire italiane, — per l'opera veramente colossale e redditizia della diga. Ma contemporaneamente era stato avanzato il progetto, per salvare i monumenti di File, di trasportarne integralmente II materiale, e sistemarli in altro luogo, in esatta identità. E con geniale ispirazione e adeguato sentimento artistico, con la più plausibile opportunità, si era proposto di dar loro nuova sede confaeente nella celebrata e bellissima isola Elefantina, qualche chilometro di qua, a valle della diga, davanti ad Assuan. Le sole centomila lire egiziane — sei milioni e duecentocinquantamila lire nostre, — che si calcolavano per la spesa totale, queste non si riusci a trovarie, nemmeno una. Non rientravano nel lucrativo affare, non servivano all'impresa inglese di air Guglielmo Wtllcocks, ideatore e patrono della diga di Assuan. Mario Baisi. TRA I SUPERBI MONUMENTI DELL'ISOLA DI FILE. Si vedono nell'elegante chiosco, in primo piano, I segni del lavoro roditore delle acque. (Foto Mario Bassi).