Resa degli scioperanti o resa del governo?

Resa degli scioperanti o resa del governo? Imo adopero di Parigi Resa degli scioperanti o resa del governo? Parigi, 30 notte. La grande questione del giorno per l'opinione francese fconsiste nello stabilire se la rapida» cessazione dello sciopero dei servizi pubblici, decisa stamane alle 5, sia dovuta all'energia ovvero alla debolezza del Governo. E' stato il Governo a imporre la ripresa del lavoro spaventando i sindacati con le misure d'ordine prese o sono stati i sindacati a concedere la ripresa del lavoro perchè il Governo spaventato ha promesso di far dar loro soddisfazione dalle relative amministrazioni? Finora la questione è controversa. Questione controversa Ciascuna delle due parti sostiene la versione che più le comoda. I dirigenti delle masse sindacali entrate nello sciopero, dichiarano che Dormoy, Faure e Monnet, 1 tre principali membri socialisti del gabinetto si impegnarono ieri sera con i delegati della Confederazione generale del lavoro a far accordare al più presto agli impiegati comunali e provinciali i cento franchi mensili di caroviveri rifiutati loro dal Comune e dalla Provincia e che in tali condizioni lo sciopero non aveva più ragion d'essere. Il Governo, per bocca dello stésso Chautemps, il quale come si ricorderà aveva proclamato ieri mattina di non voler neppure ricevere i rappresentanti delle categorie interessate finché il lavoro non fosse stato ripreso, smentisce l'asserzione dicendo che essa costituisce una pura e semplice manovra per mascherare una sconfitta. Per sapere quale dei due protagonisti dica la verità bisognerebbe attendere la decisione cui al momento attuale stanno elaborando il consiglio municipale e il consiglio provinciale di Parigi. Ma, ad occhio e croce, la più elementare conoscenza degli uomini e dei metodi che presiedono al maneggio degli affari pubblici in Francia indurrebbe a presumere che le promesse di Dormoy, Faure e Monnet non sono una invenzione dei dirigenti sindacali. La smentita di Chautemps del resto non potrebbe essere più ambigua. « Non ho potuto fare promesse di sorta — ha detto il Capo del Governo — per la semplice ragione che ho rifiutato di ricevere gli scioperanti prima della ripresa del lavoro ». Benissimo: ma le promesse che non ha fatto lui personalmente le ha o non le ha egli fatte fare per interposta persona? E' quello che il Presidente del Consiglio non dice e che il pubblico è in diritto di supporre. La questione è molto più importante del problema di salario implicato. Sul terreno professionale la vertenza sorta fra le amministrazioni locali della Senna ed 1 loro dipendenti ha un carattere alquanto artificioso. Gli aumenti già ottenuti da questi ultimi li pongono, fino da ora, in condizioni di assoluta parità di trattamento con gli impiegati governativi, mentre quello che essi ancora chiedono equivarrebbe ad un trattamento di favore rispetto agli stessi casi che una circolare governativa deli 13 corrente ha raccomandato di evitare per evidenti ragioni di equità. La tattica di Mosca Quello che oggi premerebbe è di sapere se l'atto di intimidazione, costituito dallo sciopero di ieri abbia o non abbia raggiunto il suo scopo. Se le facilitazioni richieste verranno accordate, come già il Consiglio Provinciale sembrerebbe inclinare a proporre, a nessuno si farà credere ohe lo sciopero sia fallito. Ora quello che Mosca si proponeva, scatenandolo, non era forse di mettere alla prova la volontà e la capacita ili resistenza dello Stato francese? Se l'una e l'altra si rivelano semplice apparenza, perchè da qui a qualche giorno, a qualche settimana, a qualche mese;, l'esperimento non si dovrebbe ripetere e su scala più larga? Sono queste le considerazioni che malgrado 'a pronta fine dello sciopero impediscono all'opinione di trjarre un vero respiro di sollievo» La Rfipubliquc, in un articolo del suo editoriale politico osserva che l'agitazione francese di questi giorni non costituisce un problema di politica interna e sociale, ma un problema di politica estera; non rappresenta una vertenza fra padroni e operai, fra Municipio e impiegati, ma una vertenza fra la Francia indipendente e che non vuole gettarsi in una guerra per i begli occhi di Stalin ed il Governo di Mosca che vuole a tutti i costi gettarvela. « Che Delbos se ne vada — conclude il giornale — e che il governo deponga ogni 'dea di conciliazione con la Germania, e di sciopero generale non se ne parlerà più *. C. P. tlgcldlngLmtasnmnrcnsaasrmnfilgdpvCtqrsgiraddnsctrlncmltzvnfrttdlczmddsa.

Persone citate: Delbos, Monnet, Stalin

Luoghi citati: Francia, Germania, Mosca, Parigi