Il contrasto tra il Re e il governo di Nahas

Il contrasto tra il Re e il governo di Nahas J.A CRISI EGIZIANA Il contrasto tra il Re e il governo di Nahas Due diversi concetti dell'indipendenza del Paese e dell'«alleanza» con l'Inghilterra CAIRO, dicembre. Il malessere interno egiziano, che si protraeva da quest'estate con sintomi alquanto gravi nonostante gli sforzi del Governo per nasconderli, è entrato ora in una fase di piena aperta crisi. Va detto subito che non si tratta di semplice crisi di governo che colla modificazione d'una lista ministeriale possa dirsi stabilmente risolta, ma si tratta di crisi di regime avendo un fondo essenzialmente psicologico e morale che investe tutti gli aspetti dell'esistenza del giovane Stato egiziano liberatosi dalle Capitolazioni a Montreux e perciò resosi convinto della propria indipendenza sia pur all'ombra del protettore inglese trasformatosi per eufemismo in alleato. La Monarchia e il popolo Per comprendere la crisi, bisogna dare un rapido sguardo indietro. La Monarchia, che nei momenti di servitù o di semiservitù ha espresso e riassunto sempre la realtà della nazione egiziana di fronte ai dominatori prima di Costantinopoli e poi di Londra, risulta l'organo primo ed essenziale dell'indipendenza. L'attuale Casa regnante — che gode una tradizione di grande amicizia verso l'Italia dimostrata specialmente dal Kedivè Ismail e da Re Fuad, educato all'Accademia militare di Torino e che parlava il piemontese alla perfezione — ha saputo, dopo la grande guerra, giocare un ruolo decisivo nella lotta dell'Egitto per l'indipendenza, sfruttando, moderando e talvolta energicamente soffocando gli impulsi del popolo, e non esponendosi a posizioni di attrito con gli Inglesi, ciò che avrebbe danneggiato anziché avvantaggiato la caus'a dell'indipendenza. Bisognava superare le posizioni britanniche poggianti sui quattro punti riservati della Dichiarazione unilaterale del 28 febbraio 1922, e Re Fuad si metteva all'opera con intelligenza, energia e pazienza ammirevoli, aiutato da una valida classe dirigente discendente in gran parte dalla classe dirigente turca Nei frattempo il popolo veniva possentemente svegliato all'idea di patria da un uomo che esso adorava, autentico figlio di popolo, Saad Zaglul, che aveva formato il Wafd. Il popolo scattava in generosi impeti di piazza che provocavano dure reazioni degli inglesi i quali esiliavano i capi e ordinavano alle truppe di disperdere i dimostranti, esigendo dal Re la formazione di governi extraparla menlari dal pugno di ferro. Si può dire che tutta la politica dell'Egitto dal 1922 in poi sia stata unicamente volta alla conclusione del trattato che doveva dare l'indipendenza. I vari gabinetti si succedevano al potere per riprendere le trattative che, condotte in atmosfera ottimistica, venivano quasi sempre rotte all'ultimo per improvvisa intransigenza di Lon dra. Ma quando si arrivò alla fase di tensione mediterranea e all'invio di truppe in Libia in conse guenza alla guerra d'Abissinia, ecco che allora l'Inghilterra precipitava la sino allora titubante volontà a concludere il trattato, e si faceva paladina di un accordo ohe doveva dare all'Egitto l'indipendenza garantita dall'alleanza L'Inghilterra chiedeva di trattare con un governo wafdista, rappresentante cioè il popolo. Sorgeva cosi la stella di Nahas, costante mente consigliato dall'avveduto Makram Ebeid, segretario del Wafd. Nahas andava al potere con Makram, sostenuto dalla stragran de maggioranza di un parlamento allora eletto, mentre tutti i giorna li egiziani scrivevano: « Grazie al la guerra abissina è giunto ora il momento nel quale noi dobbiamo sfruttare la nostra posizione per strappare l'indipendenza all'In ghilterra ». L'indipendenza e l'alleanza E l'indipendenza venne accompagnata dall'alleanza, cioè da un sistema di servitù militari egiziane a favore dell'Inghilterra. Per giustificare tale servitù agli occhi dei popolo, il governo Nahas-Makram, « salito alla gloria dell'immortalità avendo dato l'indipendenza al paese », come scrivevano i giornali- wafdisti, si serviva del ritornello messo in giro dalla potente propaganda inglese e cioè che l'Italia dalla Libia mirava ad occupare l'Egitto la cui unica salvezza stava appunto nell'alleanza con l'Inghilterra, « la nazione più forte e più potente del mondo ». Ci furono, si, delle voci, partite dalla incipiente opposizione, affermanti essere meglio per l'Egitto vincere tale timore, concludendo un trattato di non aggressione e di buon vicinato con l'Italia, ma tali voci furono soffocate soprattutto dalla intenzione inglese di fare di un permanente contrasto italo-egiziano un nuovo fattore di divide et impera nel Mediterraned, al servizio della egemonia britannica. E il governo Nahas-Makram si votò col massimo zelo all'esecuzione degli impegni derivanti dal trattato, temendo che gli inglesi possano eventualmente in futuro prendere a pretesto l'inadempienza •ciziana nei- stracciare il trattato cVvpvtsSmllpnpui vrnvmlsNgqirldAfgpcfddsstlgtqsng o a o o l o r n r i o l è d a ù i a i e n i a n o i l si o a o che, oltre d'alleanza, è anche delVindipendenza, alla quale Nahas vuol tenere legato per sempre il proprio nome. Senonchè nel giugno scorso il giovane ReFaruk usciva dalla minorità politica, scadendo così la missione dei Reggenti. E il giovane Sovrano, amatissimo dal popolo musulmano specie perchè Re religiosissimo (la preparazione della candidatura al Califfato è sempre stata una scrupolosa attenzione di Re Fuad) appena salito al potere cominciava a dimostrare una precisa volontà di regnare, ed i suoi atti, nonostante la età giovanile — Re Faruk non ha ancora compiuto i diciott'anni — si sono subito dimostrati improntati a vivace e larga comprensione ed a matura intelligenza politica. E tra le masse si ascoltavano certi discorsi: se avesse più popolarità Nahas o Re Faruk. Nel rimpasto dei Gabinetto seguito all'investitura del Sovrano, quattro ministri wafdisti uscivano in seguito al contrasto con Makram per lo scandalo finanziario relativo al progetto di sfruttamento delle cascate d'acqua della diga di Assuan, il cui studio era stato affidato da Makram ad esperti inglesi, con l'impegno di affidare pure i lavori ad imprese inglesi, con un preventivo (si tratta di cifre di varie centinaia di milioni di lire italiane) assai più elevato del preventivo prospettato da esperti egiziani. L'urto tra il ministro uscente Nocrasci, noto patriota egiziano compagno di Zuglul, e Makram, il famoso ministro copto accusato di eccessiva anglofilia, investiva Nahas e il Wafd tanto da provocare l'espulsione da quest'ultimo di Nocrasci, con grande sorpresa del paese e colla mas- j sima soddisfazione dell'opposizione la quale, oltreché forte dell'agitazione studentesca, veniva ad arricchirsi di molte ed influenti adesioni. Va osservato che l'attuale opposizione comprende in maggioranza le classi borghesi e intellettuali del paese e possiede alla testa ex-capi di governo e note personalità appartenenti alle ex-classi dirigenti di origine in gran parte turca. Frattanto la piazza si muoveva. Gli studenti medi ed universitari all'opposizione, ai quali si univano — e questo acquista enorme valore in paese musulmano — molti studenti di teologia dell'Università coranica di Al Azhar, inscenavano durante l'autunno varie manifestazioni, talvolta violenti e sanguinose, in seguito a scontri con partigiani di Nahas e colla polizia. I moti degli studenti, sempre alla avanguardia del movimento nazionale egiziano, avevano larga risonanza tanto più che molti professori e dirigenti universitari prendevano le loro difese schierandosi all'opposizione. L'urto fra Corte e Governo L'attrito tra Palazzo e Governo, subito apparso all'investitura di Re Faruk, quando il Sovrano appose il veto alla nomina di un ministro particolarmente favorito da Nahas, s'è notevolmente acuito il mese scorso quando il giovane Sovrano si è scelto quale Capo di Gabinetto reale il senatore Ali Maher pascià, contro il parere espresso dal Governo Nahas cui il senatore non manifestava simpatie. Da un elenco pubblicato dall'organo governativo Affari stralciamo alcuni altri esempi d'attrito sinora resi noti: la nomina fatta da Makram di un meccanico inglese nella marina dello yacht del Re, nomina respinta dal Sovrano; il desiderio del Re di veder sciolte le Camicie azzurre ritenute la milizia di Nahas in violazione della Costituzione; il contrasto tra Palazzo e governo per la nomina di alcuni senatori, senatori di opposizione proposti da Palazzo, senatori governativi proposti dai Governo; infine la notata assenza del Ministro delle Finanze ed interim degli Esteri Makram Ebeid, l'anima del Governo Nahas, al ricevimento a Corte in occasione del Bairam e l'alta deplorazione del Ministro, il quale si era assentato senza prima chiedere il permesso al Sovrano. Da parte sua il Baiagli, organo dell'opposizione, inscenava una violenta campagna contro Nahas e Makram accusandoli di violare la Costituzione e di preparare una dittatura wafdista a danno delle prerogative della Corona e delle libertà del popolo. L'accusa si è fatta maggiormente insistente quando, in seguito al recente attentato contro Nahas, il Parlamento ha annunciato la preparazione di una legge di estesi poteri governativi, legge che il Governo chiama di difesa della Costituzione e l'opposizione definisce di avviamento alla dittatura. A questo punto stavano le cose quando è scoppiata apertamente la crisi, ad opera sopratutto dei corrispondenti inglesi dal Cairo* che, come ad un comando, hanno reso di conoscenza pubblica il malessere gravante sull'Egitto, scatenando una campagna di informazioni proprio nel momento in cui Nahas si trovava a letto colpito da una grave malattia che però, come improvvisamente era venuta, cosi rapidamente se ne è andata. A. Lovato