Alfredo Oriani ed Elisa De Franceschi

Alfredo Oriani ed Elisa De Franceschi Alfredo Oriani ed Elisa De Franceschi L'amica migliore -- Una singolare figura di donna -- Sarta e guardarobiera nella Compagnia di Fregoli - Un sogno Appena laureatosi, Alfredo Oriani dovette — per non contraddire la volontà del padre — far conto di... mettere su uno studio di... avvocato a Bologna. Oriani, veramente, aveva sempre detto e bruscamente, che l'avvocato non l'avrebbe mai fattoi "," ,fQ „,,„,„ ,"sulta .clle 'n <juesta occasmne eb , Difatti, ben presto dimostrò che quella carriera non era indicata per lui. per il suo temperamento : e per le sue aspirazioni. |Tuttavia, prese in affitto duo | camerette e comincio a far prati-ica nello studio deltavv. Rcgnoli. Le due camerette erano situateln .piazza S. Martino e l'affittuaria | era la lamiglia De Franceschi. ; Secondo quanto ha raccolto con ; pazicnza e con amore, lo scrittore di cose orianesche Alfredo Giorgi, | be inizio quell'amicizia che il rie ro pensatore di Casola coltivò per tutto il tempo della sua esistenza. Amicizia che gli fu di molto conforto e di molto sollievo. Alfredo Oriani aveva allora poco più che venti anni e stava scrivendo Memorie inutili e Gramigne. Più che preoccuparsi dello studio legale, si impegnava a fondo e con entusiasmo in questi j primi saggi dove trattava dell'amore, della società, della Patria' con quel romanticismo, quella foga e quell'esuberanza cne parve esaltazione ma che non era altro che la prova del modo con cui aveva inteso, letto e compreso nei; libri dei grandi e nella breve esperienza della sua vita. A Bologna, dunque, conobbe Elisa De Franceschi. Chi era costei? Una sarta. Ecco come la tratteggia il Giorgi: « Pur essendo povera, per noDiltà dell'animo e dei sentimenti si era sempre sentita pari a chi avesse sortito natali non oscuri. Infatti, dopo una viva simpatia per il giovane conte T. che aveva conosciuto a motivo del suo lavoro, non si era peritata dall'accettare la sua corte e, benché combattuta in casa per la disparità delle condizioni, di dedicargli sinceramente e disinteressatamente ;tutto il suo affetto, la sua fedeltà : di fanciulla. ! L'avrebbe sposata? I parenti iguardinghi la sconsigliavano, le amiche invidiose tentavano di dis-1 suaderla, ma lei rispondeva che sposata o no ormai lo amava e gli aveva donato per sempre il suo cuore e che questo amore sarebbe stato l'unico della sua vita. E lo fu. Lusingata per anni con promes¬ se dilazionate e poi abbandonata, Iella serbò nel segreto del cuore la fedeltà alla prima promessa. Poi-tata dalle vicende a vivere la vita di teatro e' m"Presi lontanir .... . .1dove nessun legame all'infuori della coscienza propria poteva co- stringerla ad una si lunga fedeltà, ella passò non solo incontaminata, ma custodendo in luce di purità, con una fermezza che poteva an- che parere irragionevole, il ricor-\ do dell'amore della sua prima gio- vinezza... ». Questo ritratto, mirabilmente morale e vero di quello che attirò l'attenzione e la ammirazione di Alfredo Oriani; lo scettico, il pessimista, quasi direi il... mondano Oriani di al- „ lora I ! Più conobbe la integrità puri-1tana di questa donna di eccezio-'ine e più la stimò e fu lieto ed orgoglioso della sua amicizia. « Avra anche ~ Pnmo temP° ~ tentat° qualche approcccio intraprendente colla De Fran 01 Lo si ignora e, anzi, volendo stare al complesso delle notizie e dei documenti che si hanno, l'Oriani deve avere nutrito una amicizia delle più vive e delle più te- naci, non solo perchè il giovane scrittore romagnolo era alle pres se COn una principessa bolognese che. pare, gli « cadesse fra le brac-cia» in quei giorni, ma principal- mente per il rispetto che gli ispi- rava quel'a tempra adamantina di donna che aveva sofferto e saputo soffrire in silenzio. si troverà spiegazione di ciò in una dedica che, più tardi i'Oria- ni scrisse su una copia di Disfat- ta. offrendola alla De Franceschi: «Il mìo migliore libro alla mi- gllorc amica- Elisa De Franceschi . Alfredo Oriani ». Ma in molti appunti vergati infretta su un taccuino, si trovanoespressioni di un'affettuosità e di un'ammirazione delle più alte e questa umile e tanto nobile crea- tura: «Chi ha dunque posto il fazzoletto di ricatino sulle teste delle donne nate per essere imperatrici, e la corona regale sulla testa delle pupattole Questa frase di Oriani. il qualeebbe cosi spesso per le donne unaironia sferzante, rivela come sa-pesse fare le dovute eccezioni ecome divenisse allora un adora- tore di una singolare tenerezza per quelle donne che ben se lo meritavano. Intanto che si svolge da un lato la vita modesta e pura di Elisa, dall'altra quella di Oriani, entrato in pieno nella lotta- con speranze e delusioni, con barlumi e sprazzi di luce alternati con amarezze ed incomprensioni, l'amicizia si approfondisce sempre di più e non manca dal divenire quanto mai assidua e cordiale. Peccato che f™ 31 sia P°'u£° tr°vare *"»,ch« et-era 0 ^ualche altro scritto di Questa intima intesa fra lo sdegno 80 cd acccso battagliero roma Snol° e la intelligente * ragazza » che lo saPeva divagare c rincuoraTe ancne sol° con una esclamazio ne: 1 Tutto ciò che è veramente grande non grande noi ncl^0> . cresce se non dopo L.uaneva colpito e sor- preso da questa venta che lui stes- so sapeva e che pure, dettagli da J suo cuore, una mag- co'vinzlo^e e lo rende%7apiù pronto a sopportare e a resistere. Pubblicando il libro « Oro, Incensa e Mirra » si fece premura di inviarlo ad Elisa con questa dedica: ,. , «/( Titolo dei libro ti dica ene non potrei offrirti di più. A Lisa, Alfredo », Oriani stava battendo a tutte le porte per avere la meritata e sospirata gloria e sempre invano. Il romanzo, il teatro, la politica si erano fino allora risolti in altrettanti Insuccessi o quasi, Elisa seguiva l'amico nelle sue iottc, nelle sue più accanite battapiie e sia quancio s'incontrava a parlare con lui, sia quando gli scriveva, ella sapeva trovare quclje parole che più lo comprcndevano e ln consolavano, Oriani aveva sperato di farsi n0me scrivendo alcune commedie. ma ancne nel teatro non ebbe fortuna. Egli trovò .muovi triboli e nuova incomprensione. Solo qualche lavoro vive a lungo sulla sce- di guardarobiera», « La corrispondenza in questo periodo — scrive Alfredo Giorgi —che si è dato tanto d'attorno in proposito — deve essere stata at tiva ed importante, ma non mi è na; i fischi che accolgono gli altri sono lancinanti ferite al suo orgoglio anche se amaramente commenta che nel teatro i fischi sono necessari, per incominciare, come in ferrovia!...». reticenze sulla sua travagliata esi stenza ^> specie in questa epoca di tanta ansia e di tante aspettative. Con Elisa, Oriani doveva sfo- Elisa fece parte della compagnia I — costituitasi allora — di Leopol-ido Fregoli in qualità di «sarta e ■ stato ancora dato dì rintracciarla». E sarebbe davvero molto utile scoprire alcuni aspetti e momenti intimi del pensiero di Oriani che agli amici egli abbandonava intero il suo cuore buono e desideroso di affetto nè aveva segreti e garsfe ritrovarsi sempre bene. E [°» *! *— i ciò. avvenne fino agli ultimi tem pi, tant'è che offrendole La Rivol ta Ideale, cosi tristemente gliela dedicava: « A Elisa De Franceschi. Eccoti, mia vecchia amica, la prima della mia vita, eccoti il testamento po litico. Perchè dunque non è mor to l'autore?... Alfredo ». Le amarezze continuano e si ri percuotevano nell'animo nobUe. e ! sensibile di Elisa che «anche oVnotte sognava l Oriani ». Lna voi-' ta sognò invece il padre di Oriani che le diede un singolare suggerimento, uno di quei suggerimenti inconscio : misteriosi che l'amore ispira nei sogni Era accanto al la torre del Caldei-.io. Cerano delle rose e tuo pa |« Stanotte — scrive Elisa a ■ Oriani — ho sognato di tuo padre, dre ha detto a me: Guarda Elisa, quando queste rose saranno fiori- Un anno dopo — quando le ro¬ se fiorirono. Oriani cessò di vive re! Elisa era lontana e appena pote si recò al Cardello e vi rimase alcun tempo. Poi anch'essa, pochi anni dopo lo segui nella tomba. «Una tomba umilissima, nel campo comune della Certosa di Bolo gna, ne ha raccolto le spoglie». Non sarebbe giusto e doveroso che non si disperdesse il ricordo e le traccio di questa grande ed otti ma amica del Precursore del Fa seismo?? Non sarebbe importan1 te conservare la memoria di que sta umile donna che aveva un a nimo cosi elevato e che servi non j poche volte a lenire e a comprcn- fere il dolore di Alfredo Oriani?? ! Io mi sono recato nel Cimitero di Bologna ed ho cercato la povera f lapide, convinto di ritrovarla anco ra. Ma, o sono stato male lndiriz zato, oppure la lapide è stata tolta ie, mio figlio sarà finalmente fé- I ,,' ™, „. u , j , Si era noli ottobre del 1908. I' per lasciar posto ad altre tombe più recenti. Eppure, sono poco più che vent'anni che Elisa mori è se ! si vorrà fare cosa pia e pietosa ;non sarebbe fuori luogo collocare in disparte, con religioso amore, il , ricordo di Colei che seppe tanto a! mare e soffrire. Non scrisse, forse j anche per Lei, Alfredo Oriani: L Le grandezze del cuore valgono quelle della mente??», Anacleto Margotti Ritratto di Elisa De Franceschi (Disegno tolto da un dipinto del Palazzi ).

Luoghi citati: Bologna