Come sarà ricostruito il Teatro Regio di Torino

Come sarà ricostruito il Teatro Regio di Torino Come sarà ricostruito il Teatro Regio di Torino II progetto vincitore di Morbelli e Morozzo Distrutto dall'incendio dell'anno f «opimi un teitro che. malgrado le] successive modificazioni, eoiMervava alcune, dominanti caratteristiche fon le quali fra sarto due secoli innanzi; stabilitosi dopa molteplici discussioni di riedificarlo pressoché nel medesimo perimetro, anzi fra gli stessi muri; la- sua- ricostruzione esigeva di risolvere due problemi essenziali: un prr.hlemu urbanistico ed un problema architettonico. Il primo, strettamente connesso col secondo e soprattutto con l'ubicazione del palcoscenico nella parte dell'edificio più prossima ai Giardini Reali, ubicazione che a sua volta conMgliavei lo studio defili ingressi non più in Piazza Castello ma im Via Verdi, imponeva di superare varie difficoltà, quali la creazione di una facciata monumentale in una- strada angusta ed una circolazione, specie delle automobili nelle serate maggiori, impacciata dalla limitazione dello spazio; il problema architettonico, dal canto suo, chiedeva di tener ponto di certe tradizionali abitudini del popolo torinese, ed anche di alcuni motivi sentimentali pei quali ad un teAitro di carattere alquanto aulico ed in- un certo senso veramente « regale », difficilmente sarebbe- stato consentito di rinascere in veste che radicalmente spezzasse e rivoluzionasse tuli abitudini e tali sentimenti. L'abilità, — diciamo meglio la sensibilità — degli architetti vincitori Aldo Morbelli e Robaldo Morozzo della Rocca è consistita appunto nel presentare un progetto che pur ricco di spunti originali, pure aperto a correnti moderne special mente nei particolari, mentre risulta tipicamente « torinese » (e piemontesi — e ce ne rallegriamo — sono infatti i due giovani architettil si può definire un progetto «di conciliazione». La « spina » rimane Per ciò che riguardo il lato ur banistico della riedificazione, i no stri lettori ricorderanno infatti le proposte e le discussioni per l'abbattimento della cosi detta spina (cioè il cuneo di fabbricati fra gli ingressi di Via Verdi e di Via Po) onde creare un'adeguata zona libera, quasi una nuova piazzetta, sulla quale lavorare con mani libere nei confronti della nuova fac data e dei- suoi comodi ingressi sull'asse medesimo del palcosce nico e della sala: proposte e di scussiani nate in conseguenza del progetto, indubbiamente originale e ardito, presentato dai Rigotti padre e figlio. Ricorderanno anche i lettori come subito questo giornale recisamente sconsigliasse tale soluzione, accolta e caldeggia ta invece da altri con pugnace fervore; e siamo stati quindi lieti di apprendere come la Commissione giudicatrice ad- unanimità abbia considerato l'abbattimento della « spino » pericoloso per l'unità architettonica di tutta una parte di Piazza Castello e soprattutto del l'inizio di Via Po, strada che quan tunque vecchia di due secoli e mezzo è, con l'adiacente Via. Ver di, tuttora un esempio di sistemazione urbanistica. Il progetto vincitore non altera quindi profondamente la fisionomia né di Piazza Castello né degli ingressi delle due strade. Si limita a proporre, attraverso la « spina » ed in corrispondenza della facciata del teatro, un complesso di porticati per congiungere, raccogliendo il pubblico proveniente da varie direzioni, Via Po con Via,Verdi; la quale ultima dovrebbe essere anche dotata d'un tratto di portici pressoché della lunghezza della fronte del Regio. La costruzione poi di due archi a portici attraversanti Via Verdi in corrispondènza dei due ingressi, verrebbe a determinare due eleganti piazzette fronteggiami a guisa di chiostri la facciata del teatro, piazzette che concorrerebbero a togliere al primo tratto di Via Verdi il suo carattere di strada angusta ed insufficiente. Questa, brevemente riassunta, la soluzione del problema urbanistico e- circolatorio: soluzione che avrà il suo pieno sviluppo il giorno in cui, trasferita in altro punto di Torino l'Accademia Militare, il bellissimo .cortile mrncèppatpi aadCmestuutpcdmpridgdtvcsnrgtdduPilcslpdMdssP juvaresco di questa potrà essere aperto al pubblico, e quindi servire anche sia alla circolazione delle macchine attraverso un passaggio sul Giardino Reale, sia al parcheggio delle automobili durante gli spettacoli. L'architettura esterna Tutto rio, ripetiamo, è stato dai] dite architetti proposto nel loroì progetto: perchè, mentre la Com-Ì missione, già ho. suggerito alcune', modificazioni, altre forse ne verranno richieste durante l'esecuzione dei lavori: dato che il Municipio, premiando i due vincitori, è entrato « in possesso » del loro progetto, in modo da riservarsi la possibilità di decidere di comune accordo coi due architetti quei ritocchi che sembreranno più opportuni. E non è improbabile che i due archi su Via Verdi abbiano a scomparire. Per ciò che riguarda la. parte architettonica, uno dei fatti che determinarono la scelta della Commissione fu indubbiamente il modo felicissimo con cui Morbelli e Morozzo hanno risolto V indispensabile sopra-elevazione del teatro, evitando, con la- trovata, di un- motivo strutturale veramente unitario che ricorre sull'alto tutt'intorna all'edificio, il brutto appesantimento del prospetto provocato da una massa incombente su di esso, quasi altana più o meno massiccia in corrispondenza del palcoscenico. Forse questo motivo riuscirà -anche migliorato da una diminuita accentuazione degli aggetti che potrà esser meglio studiata in seguito; ma conviene intanto riconoscere che i due giovani architetti sono stati gli unici a proporre questa soluzione semplice, ma, ai fini della continuità della linea architettonica che racchiude la piazza, veramente ingegnosa: anche non tenendo conto di alcuni eleganti particolari decorativi che contribuiranno a dare un aspetto di « facciata » ad un teatro che, sulla fronte di Piazza Castello, non denunciava in alcun modo la sua esistenza nell'interno dell'edificio. Questa necessità era tanto sentita, che a suo modo cercò anche di risolverla il progetto Sotsas-Cuzzi-Pifferi: portando però codesta facciata addirittura all'imbocco di Via Verdi. Come sarà la sala Ma il progetto di Morbelli e di Morozzo (i quali, è giusto ricordarlo, nel presentare l'opera loro s'avvantaggiarono anche del gusto decorativo del pittore Enrico Paulueci) è lodevole anzitutto per lo studio dell'interno del teatro, ingressi,- atrii, sala, servizi. Senza timore di esagerare, si può dire che qui tutto è stato visto, considerato e reso con chiarezza, semplicità, buon senso ed eleganza. Non ci intratterremo oggi su que- stioni tecniche ("particolarmente riguardanti l'acustica). e sui problemi, in apparenza minori ma <issai complicati, della disposizione delle biglietterie e di tutti i servizi connessi allei funzione di un granfie teatro. Basti dire che la sala, la, quale probabilmente sarà coloristicamente impostata sul bianco, l'oro, il rósso antico, ci offre una fusione eccellente di due motivi strutturali difficilmente «fusibili *: il duplice ordine di palchi e le due vaste, ariose gallerie; fornendo un'ottima, visibilità del palcoscenico a tutti gli spettatori e nello stesso tempo — particolare tutt'altro che trascurabile —■ permettendo a tutto il pubblico /sin della platea, sia dei palchi e delle gallerie), di vedersi, e quasi spiritualmente di simpatizzare, abolito qualsiasi antipatico distacco fra posti d'alto prezzo e posti di medio e basso costo. Cosi svasata, cordiale, festosa, la sala vien quasi ad assumere l'aspetto di un grande anfiteatro: e già. non è diffìcile immaginarsela, nei suoi forse duemilacinquecento posti, colma d'un pubblico compiaciuto e lieto. Quel carattere tradizionale, di alta eleganza, lievemente aulico non ostante un'accresciuta popolarità, che si voleva conservare al nostro «Regio» è stato rispettato; ma le gallerie capaci e pratiche, comode e facilmente accessibili, portano all'ambiente nuovo, concepite quali sono, un senso-di nr/ite modernità, quel soffio di vita più- libera e più spregiudicata che si invoca per l'odierna concezione del teatro di masse. Forse leggermente abbassata, dal progetto attuale, sarà- la gradinata della seconda galleria; ed abbassato quindi- verrà il gran soffitto, tutto bianco ed illuminato a. luce indiretta: modificazione che permetterà di non accentuar troppo la- sopralevazione di cui prima, abbiamo discorso. Particolari piacevoli, insieme con le soluzioni essenziali, ricorrono in tutto l'interno: elegantissimo — almeno come si presenta dal guazzo del pittore Paulueci — il ridotto sotterraneo con annessa saletta circolare sotto la platea, che potrà servire per concerti di musica dei camera, ricevimenti, esposizioni, feste, e che nell'intenzione dei due architetti e del Paulueci. dovrebbe essere decorata a mosaici; di un'eleganza alquanto scenografica, le aeree rampe-scalee d'accesso alla prima galleria, rampe illeggiadrite da parapetti forniti di cristalli. Quando cominceranno t lavori? Il Podestà spera possano aver inizio entro pochi mesi: ciò che permetterebbe, con ogni probabilità di inaugurare il teatro per la stagione del 19!i0. La data non sembri lontana. L'opera è ingenitissima, e durante il suo svolgimento vari quesiti potranno essere risolti. Ad esempio il non accecamen¬ to dei portici di Pieizza Castello, Questo acciecamento è infatti contemplato dal bando per aumentare la capacità interna del teatro; pure sarebbe un errore per l'unità architettonica della nostra bella piazza: un errore facilmente evitabile con la concessione di trasportare il porticato dal cortile dell'Accademia non di un arco solo, ma- di due. A quanto ci consta quest'è anche il parere — oltre che dei due architetti vincitori — di S. E. Marcello Piacentini; c ci auguriamo che tale proposito possa tradursi in realtà. mar. ber. Il comunicato podestarile Il 21 corrente hanno avuto termine le riunioni della Commissione giudicatrice del concorso di secondo grado per i progetti relativi alla ricostruzione del Teatro Regio. Al termine delle riunioni la Commissione ha assunto le seguenti deliberazioni: Premio da L. 100.000 agli architetti Morbelli e Morozzo; Due premi da. L. 20.000 rispettivamente all' architetto Ottorino Aloisio ed al gruppo Sot-Sas, Cuzzi, Pifferi; Premio da L. 15.000 al gruppo architetti Muzio e Negri; Premio da L. 15.000 agli architetti Lorenzelli e Tarn per i particolari studi di acustica e le soluzioni specifiche trovate. Agli altri partecipanti al concorso di secondo grado sarà corrisposto il previsto rimborso spese. La Commissione — era presieduta dal Podestà ing. Sartirana e composta dai senatori Edoardo Rubino e conte Gregorio Calvi di Bergolo designati dalla Podesteria; on. prof. Alberto Calzabini, in rappresentanza del Sindacato nazionale architetti: prof. Virgilio Marchi, in rappresentanza del Ministero della Cultura popolare; prof. Vittorio Morpurgo. in rappresentanza del Ministero dell'Educazione nazionale; ing. Alberto Cian, in rappresentanza del Sindacato nazionale ingegneri; rag. Matteo Bonino, in rappresentanza della Federazione dei Fasci di Combattimento; dott. Giovanni Valvassori, in rappresentanza dell'Amministrazione provinciale. La relazione La Commissione giudicatrice, procedendo all'esame definitivo ed alla formazione della graduatoria fra i dieci progetti presentati, ha dovuto con rincrescimento procedere alla esclusione dei progetti di Rigotti e di Bravetti e ventura per occupazione di area superiore a quella prescritta dal bando di concorso: Presa visione della relazione tecnica compilata dal consulente designato dal Direttore del R. Politecnico di Torino sulle caratteristiche acustiche delle sale progettate dai vari concorrenti, ha constato come, tra i progetti rimasti in gara. 11 progetto di Lorenzelli e Tarn appaia il più rispondente alle leggi dell'acustica soprattutto perchè' accompagnato da originali interessanti studi, e successivamente emergano i progetti di Morbelli e Morozzo, Aloisio, Muzio e Negri, mentre il progetto Soi-Sas-Cuzzi e Pifferi presenta difetti sanabili, e quelli di Midana e Dezzutti, Titta, Perelli e Ressa abbiano invece deficenze non eliminabili. La Commissione hai. portato quindi il suo esame sui progetti che meglio rispondono alle varie esigenze di un grande teatro ed ha riconosciuto all' unanimità meno uno la soluzione più felice in quella proposta dal progetto Morbelli e Morozzo, cui seguono a qualche distanza quelle dei progetti Aloisio e di Muzio e Negri, mentre meno felice appare la sovrapposizione della gradinata dei palchetti nel progetto Sot-Sas-Cuzzi e Pifferi, pure originale e gustoso. La Commissione ha rilevato quindi con vivo compiacimento come lo studio del problema edilizio ed ambientale connesso con il funzionamento del teatro sia stato da quasi tutti i concorrenti affrontato con vigile sensibilità. Nel formare la graduatoria di merito la Commissione ha riscontrato anche in questo campo qualità altamente soddisfacenti nel progetto Morbelli e Morozzo al quale ha proposto all'unanimità meno uno che sia assegnato il primo premio, prendendo atto con plauso della dichiarazione del Podestà che 1 vincitori saranno chiamati a col laborare come direttori artistici alla esecuzione del progetto. La Commissione infine si è peF« messa invitare il Podestà a portare da seimila ad ottomila al» •meno, il compenso per rimborso spese agli altri cinque concorrenti. Le fronti su Piazza Castello e Via Verdi def progetto vincitore, arretrata e gli archi sopra Via SI scorgono la sopraelevazione Verdi. Come apparirà la sala gremita di pubblico e vista dall'alto.