La duplicità britannica e il dualismo Eden-Chamberlain

La duplicità britannica e il dualismo Eden-Chamberlain IL. SOLITO GIUOCO La duplicità britannica e il dualismo Eden-Chamberlain Berlino, 23 notte. |plVon Ribbcntrop, giunto ieri se- stra a Berlino, è ripartito per cBcrchtesgaden dove .trascorrerà le feste natalizie espite del Fùh- 'corcr. Si apprende che nel corso del- j sala prossima settimana Hitler con- j pferirà anche con altri collabora-! chtori; tema di questi colloqui sa-^rirebbe principalmente la situazio-: cne internazionale, in relazione so- prattutto a talune recenti mani- tofestazioni politiche. è IncongPUenze IciIn questi circoli continuano in¬ coztanto ad essere oggetto di vaste : cocavzsetrinl'altro ieri ai Comuni del Primo Ministro britannico. In complesso le parole di Chamberlain trovano ancor oggi commenti favorevoli: alcune affermazioni, si osserva, sono veramente encomiabili, anzi appaiono cosi intonate alla ricorrenza natalizia che, per un momento, si è tentati di pensare alla pace — quella vera — ed ai relativi uomini di buona volontà. Il guaio è che, ben presto, ci si sovviene di dichiarazioni di altro genere, precedute, accompagnate o seguite da manifestazioni che nella migliore delle ipotesi hanno sempre suscitato dubbi e diffidenze. Anche questa volta si è avuta una siffatta manifestazione concomitante: quella di Eden. A Roma si hanno ragioni da vendere quando si risponde per le ptlstbtaGmè ppzcrime alle insinuazioni del Mini- ; ostro degli Esteri d'Inghilterra e | rgli si rinfaccia per esempio di es-|insersi voluto assicurare una specie di alibi. E' chiaro che talune correnti non vogliono saperne di un riavvicinamento con l'Italia e cercano pertanto tutti i pretesti per sabotare ogni tentativo di appoggio. Da notare che la lodevole iniziativa risale proprio a Chamberlain, le cui belle parole non solo non sono mai seguite dai fatti, ma vengono smentite dalle affermazioni del suo stretto collaboratore. Si tratta, insomma, di un dualismo da cui non ci si può at bladtenlemnl'cl'pptendere nulla di buono. Dinanzi a ì osimili incongruenze, contraddizio- ! toni e contrasti, non è lecito pren-1 cdere per oro colato nemmeno cer- ; late resipiscenze sfuggite finora al quel dualismo, per esempio la! mutata (o mutabile) mentalità societaria. Anche Eden ha. am-i messo che un potenziamento del- i la politica societaria, nel senso' desiderato da Attlee e soci, con- ! durrebbe ad una guerra, ma, in | considerazione di quanto sopra, jvien fatto anche di dubitare che j determinate esperienze fatte dalj la. Gran Bretagna, in questi ultiimi tempi, possano tradursi in av| venire in decisioni suscettibili di | migliorare la situazione europea. Tutto sommato'si è indotti anche a sospettare che l'Inghilterra faccia deliberatamente il doppio gioco, al fine di guadagnar tempo; il tempo, cioè, che occorre per raggiungere il preventivato potenziamento militare, necessario alla... pax britannica. Altrimenti, commenta il Deutscher Dinest, non ci si spiegherebbe la cocciutaggine rilevata e stigmatizzata d ali 'Ève n ing Standard, la quale si chiede perchè l'Inghilterra non voglia riconoscere l'Impero italiano, cosa che un giorno dovrà ! pur fare. Cocciutaggine senile dvnrevLBelsc7mintriquelquprso9Eden ha dichiarato che la «prò-1 Gpaganda antibritannica » in O- ! riente, rende problematica una ripresa dei negoziati fra Roma e Londra. Il bello è che questi negoziati non sono ancora incominciati ed è tale circostanza, del ! resto, in sospetto di una meditata ^a una t2S ^ araaldgv1ac\^^t^^ ^ ci si u V^jSu^ alla nuova realtà, ed 'SL-Sf,* ^adagnar tempo a ^"V™ P l? f P°' *" ™„a5„',*enza accettarla- si sto PfPJf ll°' ""l p ™n™e"to, ^UAngnff. Il foglio |tirdi Goebbels osserva che un aspet- ; colo di questa nuova realtà è of-!mferto dalle decine di migliaia di spsoldah lavoratori italiani che co- gstruendo strade e opere grandiose i riprocedono alla sistematica valorizzazione dell'Impero conquista AtoQuMto è" un" fatto ^nessun ìm uom0 litiC£> ragioncvolc puo piu , yo,- llegare. ci vuole proprio tutta la ta „__,,„ „__„■„a ,i.,n., a„ i resenile cocciutaggine della demo-i recrazia occidentale per non ren-jledersi conto di tutto ciò e non u. j "urarne la logica conseguenza. Iliragiornale osserva poi che questa Iavsene incomprensione si verifica !tianche nei confronti del Reich, le | incui rivendicazioni coloniali ven-|Ggono ritenute degne di accadenti- : riche discussioni, impostate sulla | spmentalità dei ù'ratti. Il buon e-, l'usempio vien dato da altri. Ed ec- veco, ultima in ordine di tempo, | tugdecota rotonda, la cui iniziativa per una mediazione degli Stati scandinavi al fine di sol]|oltare il riconosci mento dell'Impero Italiano, ha il merlto di avere impartita una le-,- ionc C0!1 ; n„ceni a certa e g | Cojm, Ia rete stradale in Etiopia I ta|si aUa,.„a sempre più in barba a ! re | tutti gli articoli societari, cosi la | chistrada maestra della storia segue ! C 'il suo corso' e si allontana sem-! jpre più dall'edificio in cui quegii ! miarticoli vengono ancora conser- B|vati ni ; Anche la Svizzera dà il buon < am lesemDio. Le dichiarazioni di Mm.! . ta _ osserva una nota di cat.al. terc ufficioso — debbono essere og getto di attenzione ed infatti lo sono anche... in Francia, dove non pochi giornali hanno perduto com-|ti11novole |pletamente le staffe rivelando lq stato d'animo degli scrittori so cietari. La situazione d'oltre Reno si 'comprende benissimo. A Parigi ai j sa che l'edificio societario sta per j perdere anche l'ultimo sostegno e ! che la «intesa ginevrina» è de^rinata a rimanere sotto le ma: cerie dell'edificio crollato, In definitiva, Motta, non ha l.at to che constatare questo; il che è significativo, in quanto la So- Icietà delle Nazioni, con annessi e connessi, ha la sua sede in Svizzera. Questa dimostra di non at- : "Je eccessivo nemmeno come pomposa attrattiva turistica. La Germania comprende invece il punto di vista della Svizzera, e, cioè, che essa vuole essere neutrale sapendo che la neutralità è la miglior garanzia deila indipendenza c della libertà. Il caso Attlee La Boersen Zeitung dedica un pepato commento al maggiore Attlee. Ricordate le recenti manifestazioni del capo dell'opposizione britannica, e più particolarmente taluni attacchi contro l'Italia e la Germania, l'organo delle forze armate afferma che il caso Attlee non è più una faccenda interna del popolo inglese, bensì un elemento perturbatore dei rapporti internazionali. Sta il fatto che questo pacifista chiede che gli Stati demo¬ ; oratici aggrediscano quelli auto | ritari. Non ci si perita di metterli |in discussione non solo dalla tri- buna della Camera, ma anche dalla radio. Lo stesso giornale, occupandosi della politica militare dell'Inghilterra, segnala alcune considerazioni illustrative deìVEconomist dalle quali si può dedurre che il riarmo britannico ha anche carattere nettamente offensivo. Risulta fra l'altro che nel caso di un conflitto con l'Oriente (o anche col Reich) l'Inghilterra sarebbe in grado di portare sul fronte francese un corpo di spedizione eminentemente ì offensivo e, cioè, sei divisioni mo ! torizzate. La creazione di questo 1 corpo costituisce uno dei punti del ; la riforma testé iniziatasi. l ■ — !