Leonida Rèpaci: Passione dei fratelli Rupe, 1914 -- Dino Terra: Qualcuno si diverte

Leonida Rèpaci: Passione dei fratelli Rupe, 1914 -- Dino Terra: Qualcuno si diverte LA STAMPA - Giovedì 9 Dicembre 1937 - Anno XVI L'omaccio che gli si ora presentato comò Presidente del Circolo Amici dell'Arie, gli assicurò che la carrozza sarebbe venula, sì, si, senza dubbio, ci voleva solo un po' di pazienza, in provincia, si sa, un piccolo ritardo, questione di minuti... Era un maledetto chiacchierone. Dal momento in cui gli aveva stretto la mano all'uscita dalla stazione, aveva parlato sempre lui. Invano il violinista cercava d'interromperlo: — La carrozza... Con quest'acqua... Ilo un violino d'autore, capirà... — Ma sicuro! Altroché se capisco! Ila ragione. Ha ragione. Un violino d'autore. C'è poco da scherzare! Sono soldi, no? Con questo tempaccio. Ci vuole la carrozza. Oh, ma. io l'ho ordinata, sa'! Noi non badiamo a spese. Un piccolo ritardo, questione di un minuto... Non c'erano che loro due sotto la tettoia, al margine del piazzale fangoso: il violinista, lungo, sparuto, secco, chiuso nel pastrano nero come in un tubo di lamiera, e quel tipo di contadinaccio arricchito, tarchiato, esuberante, sanguigno, con la giacca aperta, il petto in fuori, le mani in tasca. Vederlo ieri, l'altrieri, tutti i giorni per dieci anni — seduto al tavolo di una trattoria, davanti a una malinconica fetta, di filaccioso manzo lesso e a un mùccli ietto di spinaci quasi freddi e così sconsolati_ che non avevano nemmeno più la forza di fumare... — Non faccia complimenti, signor... signor... si serva... E' petto di lacchino cotto sulla graticola. Giù da bravo, che intanto io le riempio il bicchiere... Le dicevo, cosa dicevo? Ah, sì, che mia figlia studia musica, sono sei anni (die prende lezioni di violino, tre volte alla settimana va a Hologna apposta. E' stala lei, non è. vero JJice, a darmi l'idea di questo concerto, a suggerirmi il suo nome... Perchè io commercio iù granaglie e la musica... Non lo ascoltava più. Finì di vuotare il bicchiere. Era felice. Fissò la ragazza seduta dirimpetto a lui. Veut'anni, ottanta chili. La guardò con riconoscenza, con passione. Rionda. Una carne che aveva l'impasto di una saporita gelatina, la soda trasparenza di j un'ambra. Incontrò i suoi occhi I Le sorrise. Studiava musica? Il | violino? Era stata lei a suggerire I il suo nome? Se non ci fosse stasentire la sitai'a 'a tavola in mezzo a loro, si voce troppo sonora, e odiarlo. erasarebbe gettato fra le sue braccata iutt'una cosa per Renato I';18- -A,a sl sentiva_ magro, di Brilicevich, Che villanzone ! Dover trattare con gente simile ! Accidenti ai grassi borghesi ! Gentaccia senza una briciola di sensibilità ! — Scommetto, scommetto, sa che cosa?, signor... signor... adesso non ricordo il suo nome... scommetto che quello stupido di vetturale s'è fermato là, a quella cantonata, vede? Le dispiacerebbe di fare due passi? Solo due passi, cento metri sì e no. Ho l'ombrello, guardi. E del resto non piove più. Niente paura. Questione di un minuto... — No, senta! E' impossibile! No, assolutamente ! lo non sono un..., io sono Renato Brilicevich... E voleva dire: <t Sono un artista conosciuto, che ha incominciato la sua carriera al Teatro dello Muse, ad Ancona. E se sono andato giù, se a poco a poco mi son ridotto a dare dei concerti per centosettantacinque lire, più le spese pagate, è stalo perchè... Ah, no, no, sulla faccenda ■della carrozza non avrebbe ceduto! Mai e poi mai! Era l'ultimo rifugio del suo orgoglio: che alla stazione venissero a prenderlo in vettura! Levò il capo, spinse avanti il mento, e dichiarò: — Se non viene la carrozza, io non mi muovo. Si sentì abbrancare per un braccio. Erano già fuori dalla tettoia. Saltellavano di pozzanghera in pozzanghera. Che maleducato ! Che prepotentpne ! Renato Brilicevich si strinse al petto l'astuccio del violino, per ripararlo dalla pioggia che veniva di traverso, portata dal vento di tramontana. E quel tirchio bifolco che continuava a vociare ! Evidentissimo, che la carrozza non l'aveva ordinata ! — Ma non c'è .la carrozza ! Vede? Non c'è! Cosa mi racconta, lei? — Già! Non c'è. Ma che sia ferma all'altra cantonata? Là in fondo, guardi. Venga, venga_ Ecco, glielo dicevo io? Ah, no, è un cane! Ancora due passi. Dove si sarà cacciato quel... Eh 1. carrozza! Eh là. vetturale! La voce stentorea si distendeva nel vuoto della st radon a semibuia, deserta. L'acqua veniva giù a torrenti. Si guazzava in una palude. Eurente, affannato, il violinista tentava di protestare- — Ma è un'indecenza... Ma io le giuro... — Vuol vedere, che s'è fermato a quell'angolo là.' Si faccia coraggio, professore ! Un minuto, e siamo a casa mia... Con tutto il cuore l'avrebbe impiccato, ghigliottinato, bruciato! Odio! Odio! Ma erano arrivati. Una porta si aprì. Uno sbuffo di aria calda. lTn odore sostanzioso di brodo, di formaggio e di carne arrostita. Una tavola apparecchiata. Una comoda sedia. E l'omone che, battendogli una mano da peso massimo sulla spalla magrolina, tuonava: — Caro lei, mi assaggi questi tortellini. A carrozze staremo male, ma quanto alla pappatola ! E gli strizzava l'occhio. Che pezzo d'ignorante! Non lo capiva mica, lui, che per un artista, per un intellettuale, una soddisfazione d'orgoglio valeva più di tutti i pranzi del mondo! Un vero bestione! Lo odiava! Li odiava tutti e tre: lui. sua moglie e sua figlia. Tre balle di cantacela florida. Trecento chili di .vile polpa ■Sei guancione che parevano stecche crude. — Dia retta a me. signor... signor..., prenda ancora un paio di fette di cotechino, roba salata, che aiuta a. bere... Fino all'arrosto beviamo rosso, dopo si passa al bianco. Fu proprio all'arrosto, nel passaggio dal rosso asciutto al bianco amabile, che Renato Brilicevich si sentì ad un tratto portar via... Fra due sorsi, da un istante all'altro, un immenso bisogno di bontà lo invase. L'ira che fino a quel momento lo aveva tormentato, si afflosciò dentro di lui. Depose il bicchiere. Si guardò attorno, battendo le palpebre come se si fosse svegliato allora. Una stanza spaziosa, dei mobili grandi e massicci, la stufa monumentale che brontolava dolcemente, il tacine grave e protettivo della pendola; e s'indovinavano, si sentivano esistere, di là, di qua, di sopra, le altre stanze, tutte vaste e accoglienti, tutte chiuse nell'abbraccio dei muri maestri : un senso di benessere solido, duraturo, garantito. Addentò un boccone. Gli veniva una gran voglia di ridere o di cantare. Brillo? Sì, un poco, ma non soltanto di vino. Anche la fragranza del pollo allo spiedo gli andava alla testa. Anche quell'aria calma, sicura, potentemente tranquilla, lo inebriava. In un baleno mentale, si vide — Leonida Rèpaci: Passione dei fratelli Rupe, 1914 -- Dino Terra: Qualcuno si diverteLeonida Rèpaci conduce innanzi il vasto « ciclo dei Rupe » con una bravura animosa, ardita, che desta ammirazione; non si sperde certo in piccoli temi e argomenti, questo scrittore che ha messo sul telaio cosi ampia tela, che pubblica volumi di 500 e più pagine, e che nella storia di una famiglia I trasfusa tn obbiettività. La narra] zione che non consente rivelazioni in persona prima va più d'ogni altra operata dal di dentro, da una forza d'invenzione fantastica, che. non ha scappatoie, nè può cercare | degli alibi. E' riuscito Dino Terra a questa obbiettività sostanziosa? a questa E' facile che. le pustole siano uite da molte altre pustole. Provenite ciò, strofinando leggermen-. te la pelle, attorno alla vecchia ustola, con l'Unguento Foster. La sua azione antisettica calma l'irritazione e aiuta la pelle a guarire. Ovunque: L. 7. — Dep. Gen. C. Giongo, Milano (fi/44). Fa,bhr. In Itali* (Milano 5422s 1935) IL GIARDINO ZOOLOGICO DI GINEVRA E' STATO CHIUSO per permettere ai dirigenti un più rigoroso controllo degli ospiti che sono minacciati dal diffondersi dell'afta epizootica. Gli stessi guardiani non possono uscire e vengono riforniti con viveri sottoposti al controllo dei sanitari. CERCATORI D'ORO fronte a lei, colpevolmente magro. Le chiedeva perdono, in cuor suo, di essere cosi magro. Si vergognava delle proprie guancia scanni e pallide. Vide il bicchiere pieno. Se lo portò alla bocca. Lo vuotò adagio adagio, senza staccare le labbra dall'orlo e senza listogliere lo sguardo dal volto della ragazza. E meravigliosamente, magicamente, mentre il dolce Trebbiano gli macellava giù per la gola, fece un sogno, ìla un sogno che era già una cosa vera, attuale, tanto gli appariva vivido e concreto... Lui, Renato Brivicevich, aveva sposato la florida Bice. Niente più violi no; un calcio alla musica. Vive va da anni in quella casa. E com'era ingrassato! Superava oramai come, peso la moglie. Slava per raggiungere la cubatura del suocero. Bevendo, piano piano, via via che il cervello gli si liquefaceva, allargava le gambe per fare posto alla pinguedine che. grondava dal suo corpo. Rideva, dentro di sè, beato. Il violino? A pezzi, dentro la stufa! Altro che musica! Altro che sensibilità artistica! Se non si sbottonava il panciotto, in parola d'onore scoppiava. Avrebbe voluto gridare: « Sono grasso! Sono grasso! ». — Un altro pezzo di torta, professore ! Coraggio ! Poi ci beviamo sopra l'ultimo bicchiere. E dopo, per rischiarare le idee, prendiamo un caffè forte. Le va ? Che gente simpatica! Alzarsi di slancio, abbracciarli e baciarli tutti e tre ! ila il peggio fu quando ebbe ingollato il caffè carico e il bicchierino di grappa. La sbornia ebbe un sussulto, prese una punta di aggressività, si impennò come una puledra matta. Pensò: « Non me ne vado più da questa casa. Mi sistemo per la vita. La ragazza ci sta... ». Si sentiva felice, furbo, invincibile. Aveva la vaga sensazione che intorno a lui si ridesse, si scherzasse, ma non se ne preoccupava. — Su. professore. Andiamo. Si fa tardi. Il concerto è alle nove. Noi andiamo avanti. Mia moglie e mia figlia vengono poi da sole. Si alzò. Camminava a stento. Era difficile equilibrarsi nel passo, r'oii quella enorme pancia che gli era cresciuta in un'ora. L'ospito lo teneva per un braccio, lo conducova. 11 vestibolo' non era riscaldato. Egli levò una mano, puntò l'indice al viso della ragazza, scosso la zazzera fieramente, fissò il padre e la madre: — Ci sposiamo, lo sposo la Bice. E' inutile dire di no. Cosa credono? Tre volte alla settimana a Bologna. Era per vedermi. Quello che c fatto è falio. Adesso che. l'ho compromessa, io la sposo ! Dallo tre bocche spalancate esplose una risata che lo mitragliò in pieno petto. L'aria fredda incominciava a rinfrescargli Che cosa dice Dunikowski Un uomo discusso - Il gabinetto dove si cerca «Toro molecolare» «Pepitine» al microscopio -- Studi di gabinetto e possibilità industriali (DAI, NOSTRO INVIATO SPECIALE) SAN REMO, dicembre. Mattino di Riviera. E, nell'aria, quel polverio d'oro che, per un momento, abbacina e stordisce chi esce di casa. « Ma siamo veramente d'Inverno? » vie»! fatto di chiedere. Ma Dunikowski mi attende alle 9.30. Non c'è tempo da perdere. Il « cercatore d'uro» abita, in via Giorgio Pallavicino n. 6; una piccola, via. solitaria, dove vola soltanto qualche passero, in cerca di briciole. All'entrata del n. 6 si vede un casellario per la corrispondenza. Su una delle cassette c'è una semplice lislerclla di carta stampata che dice: « Dunikoivski ». Salgo un paio di piani. Su di una portaredo una targa d'ottone che porta il nome della, moglie del cercatore d'oro: « Madama Dunikowska ». Shoiio il campanello. Detll'interno giunge il balbettio d'un bimbo. Sarà probabilmente l'ultimo nato del chimico polacco. Un po' nervoso... La porta si socchiude. Chi apre è un uomo piccolo, dall'aspetto piuttosto curvo, con qualche angolosità. E' lui. Cortesemente egli mi fa entrare per un uscio a sinistra. Siamo nel suo gabinetto. Vedo boccette, cassette, scaffali, libri, un microscopio. Ma nessuna atmosfera di mistificazione; nessuna messa, in scena; nessuno di quegli aspetti truccati che il nostro occhio giornalistico discerné di primo acchito. Direi invece che il gabinetto ha. un'aria quasi di messa: si direbbe che sia stato or giiuizzato a fatica e a costo di sacrifici. Guardo meglio Dnnikoioskl, mentre egli mi pretta di sedere. Ha balletti a spazzola sotto un naso piuttosto pronunciato. Tra i suri capelli fulvi c'è qualche capello grigio. I suoi occhi, d'un azzurro chiaro, appartengono certa mente a una intelligenza fuor del comune. Ma il parlare di Duni knuski è nervoso: già provato da tante peripezie, quest'uomo e' divenuto era- ancor più eccitabile, Certe campagne giornalistiche lo hanno esasperato — Perchè non mi lasciano espe-izo aurifero — egli dice rimentare- tranquillamente? —[sembra, a occhio nudo, un ha attratto, come in uno specchio ! immedesimazione dello stile (lo che accolga raggi, luci, bagliori di I scrittore) con la materia (il racun largo e tempestoso cielo, laiconto)? Nel volume sono raccolti storia stessa di Europa, dal primi j racconti e novelle di vario tipo e del Novecento alla guerra di Libia, ; carattere. Il primo, Attorno alla alla grande guerra. E non si fer- j vecchia, il migliore senza dubbio, mera qui. Con il terzo voltimele che ha cose molto belle, è un Passione dei fratelli Rupe. - 1911/ brano di vita blandamente ironiziCcschina Ed.) siamo allo scoppio i zato: è una mattina, anzi una delle ostilità franco-tedesche, al- j giornata, tra tante, di una vecchia l'invasione della Francia, alla bat-i signora assai ricca, che ha i suoi taglia della Marna; e in quella ! capricci, le sue debolezze, le sue tremenda e alta catastrofe, ini pene, una piccola corte di domequell'immane conflagrazione, fine'stici, una nipote malmaritata, di un mondo, inizio di un mondo ! molti beni da amministrare... L'imnuovo, bisogna pur dire che il tem-1 pegno principale ■— malgrado peramento del Rèpaci, appassio-i qualche deviazione introspettiva, nato, generoso, oratorio, che dà! psicologico.immaginosa — è qui volentieri nell'apocalittico, che i proprio quello di narrare: e la vapredilige i modi ispirati e Hricheg-; rietà indugiata e assaporata, il gianti. trova il fatto suo. Egli ten-j contrappunto degli episodi ne fande all'affresco, non solo folto di fi- no fede. Possibilità del sacrificio è gure e di fatti, ma rappresentativo luna novella romantica; vogliamo e simbolico, e dove grandi tratti e I dire ch'essa presenta un caso pa- grandi sintesi diano, con la nar razione, il senso trascendente, per dir cosi, l'interpretazione romantica e mitica degli avvenimenti. Un periodo clamorosissimo, caotico e balenante come quello ch'egli tratta in questo romanzo, e nel quale pare si siano scatenate tutte le forze elementari, schiudendo il varco a tutte le possibilità, è propizio alla sua foga: lo scrittore si può tuffare a grandi bracciate in quella burrasca, e far valere i muscoli e la resistenza, ed è certo gran cosa vederlo non solo cosi destramente tenersi a galla, ma superare i marosi e i più temibili colpi d'onda. Ma lasciamo le ingenue metafore: è un fatto ohe il libro si legge rapidissimamente, con un interesse che vi fa veloci e ansiosi, punti da una commozione intensa e piena di ricordo. Ciò significa che nel romanzo c'è della vita e c'è un'atmosfera. La prima parte, che rappresenta con una cotale abbondevole insistenza quella propensione a mitizzare, propria del Rèpaci, e che descrive con intonazioni e allusioni cosmiche e mistiche la discesa della guerra — la cosa enorme — tologico — la pazzia di un povero innamorato —, in un'atmosfera di pietà e di fantasia sentimentale: l'autore affida il compito di creare quell'atmosfera a una supposta narratrice, attenendosi così a una certa disciplina di obbiettività conversevole e confidenziale. La trappola è la storia di una grassazione con omicidio sulla strada maestra: maniera verista, dal più al meno, e con in più uno sparso presentimento, nel paesaggio e negli animi, che è quasi un orror sacro. Il Toscano è una specie di bozzetto: tipo di anarcoide squilibrato, mise, rabile, con le sue triste eccentricità; anche questo racconto è affidato a un immaginario narratore, e la piacevolezza, la socievolezza dell'ambiente in cui la narrazione si svolge, le figurine dei commensali di quella trattoria romana, la Tonina figlia dell'oste, il carattere del maresciallo di polizia che racconta, sono tra i tratti più vivi e simpatici e freschi del volume. Anche gli altri racconti hanno suppergiù caratteri, un taglio, uno spirito, un fine, che li apparentano in varia guisa, ma strettamente, alla novellistica tra- Soffrite di Stitichezza ? e di tutti quei disturbi che dalla stitichezza derivano, quali lingua impatinata, alito fetido, meteorismo, congestioni emorroidali, coliti, vertigini, cefalgl«, torpore intellettuale? Non ricorrete ai soliti purganti che Vi irriteranno I' intestino e Vi procureranno una stipsi postuma più giave di quella che volete curare. Ricorrete ai " Sali di Frulla Alberarli .. che oltre a darVi l'effetto desiderato, possono essere usati anche per anni e di continuo senza procurare il più ~ piccolo danno. i. I?.- il linone di 100 iti t. 7.- il linone di SO desi 7.85 il fiatone di IS dosi Slib. Chini. Farm. G. ALBERAMI • Bologna su Parigi, e il trasformarsi di j dizionale. « Giulia- si fa grande » è quella città nell'evento spaventoso la prima parte non è priva di suggestione, ma non ci prende ancora; ma quando poi s'entra nell'aneddotica del combattimento, e un episodio non peregrino ma delicato: una fanciulla che scopre certe lettere d'amore indirizzate alla sua mamma; La. preghiera del vedovo è un affaraccio, il mo- DUNIKOWSKI NEL SUO GABINETTO D'ESPERIENZE A dimostrarmi che questa per-1zione dell'oro molecolare è. per ccntualc d'inoro molecolare » ai- \ ora, di proporzioni modeste c può stc non soltanto nelle ipòtesi. Du- \ trattare una modesta quantità di nikowski mi prega ora di metter'' materiale aurìfero — da 1 a- 3 fonl'occhio al sìio microscopio. niellate al giorno — mentre in una Egli mi mostra, sul vetrino da piccola miniera d'oro, coi metodi esaminare, un pizzico di polvere|in uso. se ne possono trattare annerastra. ielle 200. Ma se i risultati, dei mici — E' polvere grattata da quar-\stud,i di gabinetto, saranno buoni. - Ma|nulla impedirà di costruire appasem- recchi più grandi (anche giganleggìi mi dice —. E poi mi si attri-1pìice pizzico di pepe. Ebbene, esa-ìschi) che possano trattare qiianbuiscono teorie inverosimili. Io /io| minatela ora. al microscopia! ìtiteì assai più ingenti di quarzo augia diffidato i giornali a parlarci Che cosa vedo infatti, attraver-, rifero! Allora da questi studi spedi me! Ora faccio eccezione sol-\so le lenti dello strumento ottico? \ rimentali si potrà passare alla fatanto per voi... Ma poi devo esser j E' miracoloso! Al mio occhio ap-se industriale... Per dare inoltre. paiono diversi pezzi, grossi a un'all'Italia che mi ospita e le. cui audipresso, come noci. Alcuni sono] torità facilitano il mio compito, la rossastro-bruni: si tratta di pczz lasciato al mio lavoro. Tanto più che io non devo assolutamente deludere l'aspettativa di coloro che il Rèpaci dà moto, spesso vivacis- i struoso delitto di un marito trasimo, a innumerevoli scorci, a epi-1 dito (una certa audacia di allusodi crudeli, terrificanti, generosi. : sioni sessuali e il patetico rimeroici, che tutti insieme, con evi- ( pianto paterno non riescono a modenza singolare, vi trascinano in i dificare gran che la struttura della quell'ardente, densa, innaturale • novella, tipicamente verista, e realtà, che è la realtà guerresca, e'quasi granguignolesca); e infine descrivono bravamente la gran- ! Qualcuno si diverte è un episodio diesa storia di quei due popoli in!tra gentile e lagrimoso, di una poquello straordinario agosto-set-1 poiana, che. per speculazione, si tembre. allora si sprigiona qual- ! prende una trovatella da allattare, cosa dalle pagine — pur cosi ver- ! e quando è arrivata a far suo. con bose e diluite — che vi sprona e:la tenerezza e l'amore, quell'essevi serra alla gola. Bisogna ricono- rino, ecco, le muore, spere che il Rèpaci è riuscito a ! Orbene, è riuscito Dino Terra a questo: a darvi la sensazione vis-1 trovare una forma tipica, una mo- suta. di quei fatti, di quei drammi atrocissimi — una sensazione di paese, di creature, di ambiente, una sensazione quasi fisica di sentimenti e di passioni, di panico e di gloria —, e insieme, con quel suo fare acceso e profetico, una traccia epica, ideale, dell'immane conflitto. Non è dir poco. Non tutte le pagine sono trattate allo dulazione narrativa e stilistica a questi diversi argomenti di novella e racconto? a dar loro l'unità: quel fondersi dei temi, delle proposizioni psicologiche, inventive, dei personaggi, della realtà e della fantasia, in un organismo caratteristico e semovente? Questi racconti sono fatti con molta bravura, interessano, spesso intensamente, stesso modo, vi sono quelle felici stuzzicano curiosità, commozione, e l'altre stanche e approssimative. raa poi ci lasciano incerti, imbav'è il tratto che vi dà un brivido. | razzati. Par quasi che a Dino Tero l'altro convenzionale e rettorico, j ra, scrittore che già ci ha dato vi sono eccellenti trovate rappre- j libri di rosi ampio respiro, cosi scntative e ridondanze e super-1 estrosi, cosi degni di aspettazione fluita; Ve qualcosa di eccessivo j sia avvenuto, ora. di orecchiare dei che stinge qua e là sul racconto, : temi, di abbozzare una novellistica e che può anche irritare e turbarci dal di fuori, con abilità notevolis. come uno squilibrio, come una fa-■ sima, ma senza quell'urgenza in cilità che intacchi il concetto stes-. teriore, senza quel penetrare e afsn dell'arte, di ciò che l'arte esige fondarsi nella narrazione, che è di maturato e compiuto nella fan- i dell'arte obbiettiva, del racconto tasia e nell'espressione; e tuttavia \ racconto, il fuoco giustificatore, la non potete restare indifferenti a ; ragion poetica. Solo per quella un'opera che, nell'ampiezza e'immedesimazione il racconto ricchezza di motivi, di racconti, ! assorbita in sè la tempra dello di visioni, e spesso mirabilmente scrittore, il suo vigor di vita — ri prova della mia buona fede e della |evocatrice, tutta trepidante di vita 1 nasco come stile, ossia come ne e oruancie, a snebbiargli la iv<m-\aiutane queste mie ricerche. Ho di pirite. Ma altri sono (non c-'c'.mia gratitudine, io mi sono impc- ! dolorosa, colta con una specie di coniti». In questo volume si ha te. Quattro, sei mani, si a fra e- j ,j„j„ „„-,■ appuntamento qui al si- ìdnbbio) pezzi d'oro vero, gialli, ìgnàto a. versare alla Banca rfVro- "Tosistibile spasimo, e che, oltre spesso la sensazione di cose fatte a servirlo, a curarlo. „„„,. wittouck, presidente della ^scintillanti, puri: «pepitine» co- ;!ft i>nì0 c},c ,7 mio apparecchio '■' auciace c cruda aneddotica reali un altro caffè, | '« Masbate Mining Co. ». Tra poco j me le chiama Dunikowski, nel cui porterà alla luce... egli verrà, e vi parlerà anche lui, occhio — alle mie esclamazioni' in proposito... — brilla una gioia vera. Lancio che Dunikows-ki si calmi] — Orbene — continua Duniun po'. Intanto guardo in giro.\kowski — io intendo separare Osservo, sui ripiani d'uno senffa cendavaiio Gli facevano bere arii mettevano sotto il naso la bottiglietta della ammoniaca. Starnutì. E nello starnuto senti di colpo sgonfiarsi tutta la pancia immaginaria. Si trovò sulla BDUOUETmLAVANDA SOFFIENTINI MILANO ERNIA IL SUPER NEO BARRERE SENZA COMPRESSORI contiene ed immnhiluza L'Ernia, tutte le Ernift riducibili aw-he crotali c voluminose. Rinforzo, la parete atldorainale rilasciata senza danneggiare i tessuti. Lo Specialista Direttore della Ditta BARRERE riceverà pernonalinf-nto a: presso Filiale, via San Secondo n, 11: martedì e mercoledì la e 15 dicembre. ALESSANDRIA: Fa rriiac i a Civera, piazza I.rtra, 1 unedi 13. 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X. 3999 - £8-1-1937) SUCCESSO Un « Semidio dell'oro » In questo momento il campanel- ; dall'esterno, bravamente; vi si stica, v ispira poi un senso quasi, sonte un poi di questo, un po' di misterioso, certo nostalgico e ap-'queiio. si trovano episodi brillanti passsionato. dei destini dell'uomo Per questo generoso vigore sen- e meno brillanti, pagine belle e intense e pagine facili, ma la for- soglia della casa, davanti aliai/c, una schiera di baratteìi di ve strada corsa da una fiumana iì\\tro. Essi non hanno niente d'alchi acqua motosa, magro come scmI pre. più magro clic mai. Eppure | no ! Non voleva andarsene! Si . . [sarchilo messo a piangere! Si saI rebbe buttato in ginocchio! Ma si sentì appeso alla mano destra l'astuccio del violino. Lo sollevò. Se lo strinse al petto. Alzò la testa, superbo: — La carrozza? Se non c'è la carrozza, io... TI Presidente del Circolo Amici dell'Arte lo trascinava, a lunghi passi, a balzi, a scivoloni. Spruzzi, schizzi, zampilli. 11 paese sembrava uno stabilimento idroterapico impazzito. R la voce reboante di quel manigoldo, coii-|mo/(o diversa lento di avere risparmiato dieci lire sulla vettura : —- Sia dove, si sarà cacciata questa vettura? La vede, lei? Avanti, professore, che il fresco le fa bene! Scommetto che è ferma a quella cantonata! Aspetti, che provo a chiamare. Kit là, carrozza ! Eli là, vetturale.! Bruno Corra Sei mitragliatrici scomparse da una caserma parigina Parigi, 8 notte. Secondo informazioni pervenute alla « Liberté », che le pubblica con le riserve d'uso, gravi fatti sarebbero accaduti, due giorni or sono, nella caserma di un reggimento di Fanteria della regione parigina. Sei mitragliatrici sarebbero scomparse misteriosamente dai locali del 46° Reggimento Fanteria. mistico o di fantastico: somiglia-, no a. quelli che si- vedono dai droghieri. Questi barattoli contengono diverse polveri di quarzo, ed ognuno porta- un'etichetta, scritta. Un principio nuovo Dunikowski riprende ora fiato e fiducia. — Non si tratta da parte mia- — egli ini dice — di « fabbricare l'oro », o di produrre « oro sintetico ». Queste sono assurdità messe in giro ria gente ignorante. Mi hanno fatto passare, in questo modo, per un alchimista e per un mistificatore. La- .mia attività è Eccone, eill'ingros- \sccvcrirrc. dal materiale vile. eiue-]lo d'entrata suona. Poco dopo eli[sforo; tntli insomma questi fram-[tra un signore, alto, giovane, di Ime» Ci di metallo nobile che di so-, bella- presenza. Presentazione! E' ine già sfruttata dai mezzi d'e- gruppo minerario che ha deciso di\mento stesso dello scrittore timentale e dell'immaginazione si za (\P\ narrare, irresistibile, esclusiva, che sorge dal profondo della narrazione st<=ssa, là ove si annida e oblia l'autore, la forza organica, strutturale, che è poi tutte, lo stile di chi narra, qui non è disposti a dimenticare quel di più, che forse, malgrado le appa renze, non sarebbe facile elimi Ufo vanno gettati via con la « gnu-'il signor Wittouck. presidente dei'Inare. avvinto com'è al tempera (/</.» già sfruttata dai mezzi d'e- ; gruppo minerario che ha deciso dj mento stesso dello scrittore, con- . straziane attuali... aiutare Dunikoivski nelle sue espe- dizione di quella sua sempre un po' j sempre si palesa a determinare — Ma finale sarà il mezzo o.rienzc. •tempestosa ispirazione, cui si uni- perentoriamente il dettato, a gal'apparecch-io che userete a-({ucstoì II signor Wittouck. clic non è sce incontenibile passionalità ora- rantirlo e imporlo. Ma a questo proposito? — domando al cerca- noto soltanto mine un industria- torta, e un bisogno di espansivo dobbiamo tuttavia aggiungere che lare d'oro. ile dell'oro ma come audace espio- espressionismo che se talvolta su- nella scrittura di Dino Terra si ri- — Si tratta appunto di un ap-\ratore (egli lui. sondalo in una 'pera t limiti dell'arte, è pur seni- trovano poi, e ovunque, sicura e parecchio eli mia invenzione, che spedizione durata parecchi mési le Pre uuido, suggestivo veicolo di varia esperienza, apertura d'ani- basato sul «principio radumi-; misteriose jungle dell'isola di Ti-1 commozione tra le. scrittore e il m0l e quella naturale e vivace lettore. 'spontaneità e disinvoltura nel co¬ gliere tratti curicsi e veri, parti (tuo» d'estrazione del materiale mor) mi spiega come il gruppo miaurifero. Disgraziatamente ruppu-,nerarìo da lui presieduto possegga Libro pratiro intuitivo, utili?s.imo di Et. POME' BASI DI REGOLE MODERNE DI PUBBLICITÀ' Contrajsesno Live 19,30 oppure vntrìia di Lue 18 a EDITRICE LEALTÀ", Via. della. Quercia ló - MILA.NO ACQUA DI ROMA antica rinomata specialità-, di provata efficacia, per ridonare ni napelli e barba bianchi, in pochi giorni, i primitivi colori biondo cantano e nero morato senza marchiare. Di facilissima uppIdeazione, viene usata da oltre mezzo secolo con pieno successo. Deposito generale: DITTA NAZZARENO POLECGIVia Maddalena 50 * ROMA — TOE1XO: Ce.-are Musso & C. via U. Biancamano . Barbero Giovanni, via Garibaldi 18 Profumeria, Dory. Padiglione Piazza, »Snn Cario — NOVARA: Profumeria èi^ismondi, corso Umbeiio I. BICICLETTE per BAMBINO CABRA' VASTO ASSORTIMENTO Corso Roeina Alargli, 161 Telef. 22-050 recchio qiace ancora, pel momcn- miniere, d'oro non soltanto nelle' cìo chp cj ^ parso dj ,.ngHpr su- colal'' piccanti, aspetti fisici e spito. alla, Dogana, insieme ai bari- ; Filippine, ma net Sud-America C!bit(> in q,|CStò volume di Dino rituali dell'umanità, che dà moto c1 li di materiale aurifero unenti dal- nel Canada. | Terra — Qualcuno di dire ri a***1*0 giovanile e ardito alla sua l'isola di Mashate (Filippine). Non — Successivamente — egli mi|(Casa Editrice Ccschina) —• è uniartp' Da un racconto come Atto appena recchio, lavoro. potrò svincolare Tappa- Aicp — provvederemo a inviare al cerlQ ripiegamento dalle posizioni "" """ vecchia, acre, vivace. Il famoso « raggio Z » so, t principii ispiratori. Oggi tutti i sistemi d'estrazione in vigore nelle miniere traggono dal materiale quarzoso pagliette o pepite. Ma io avevo osservato in precedenza che molto oro, in proporzioni molecolari, sfuggiva ai consue-\todo già ti metodi d'est razione. Perchè non I giornali ? ricavare anche questa parte, cheì — Si tratta di un secondo medi solito viene buttata viti? Così\todo, che si fonda sulla trasmis ben ;ti metterà senz'altro al••Aolt: Dunikowski nuovi campioni | intellettualistiche.. interpretative. : traspare l'anima spiritosa, acuta. |rft quarzo aurifero da queste altre \ daue ambizioni, per dir cosi, di c'' llno scrittore, che intreccia cau jlocalità... \Mctamorfisi (e di Anima e cor- Sotto un po' lontane! obietto..]poK a mi piano (ii „an.azjr>ni ab. Witloiiek sorride E .bastanza circoscritte, lineari, sen stica sensibilità a istintivi d'osservazione e di fantasia. doni I 11 signor , un sorriso da Semidio dell'oro]^ doppio fondo; casi curiosi o — E il mcleida d'estrazione mediante il famoso «raggio Z ». »ip- !— o, se volete meglio, da « Asso j drammatici, caratteri, personaggi. prospettato da alcuni di danari ». — Questo sorriso dice sposti, descritti, con obbiettiva 'tutto. Di che può gravare j/ e>iltf».- accortezza, c con la preoccupazicpto di una Società polente ir trasporto d'un migliaio di misera- Francesco Bernardelli Libri ricevuti .sono cominciale le mie esperie»- sione.dfitt'elettrieità senza bisogni' bili barili di terra miniera? ne non solo di interessare il let-| tore, ma anche di produrre un ef- ze e le mie ricerche, che, se daran-]di fili, ma mediante raggi. Se-nonno i risultali sperabili, potraniioichè. per ora. ritengo questo siste- — L'importante -- egli mi dice - è che il signor Diinikoirski siet fetto preciso: di divertimento, mc- un'importanza unehc acquistare iiidust riale. Il principio mi sembra giusto. Uno dei difetti dell'enorme congegno meccanico da cui il nostro secolo suol essere etichettato, è lo sperpero. Se si potesse utilizzare,If/no, di cui francamente non mi specialmente in epoche di magra riesce di penetrare il sistema e il economica, quel che viene conni- congegno. nemente gettato i'ia. la ricchezza] Dunikoivski mi richiama dal terrestre avrebbe anche, da que- mio esame, per continuare la sua sto lato, una distribuzione più {esposizione. ceiua, | — L'apparecchio per l'utilizza- ma troppo costoso, e preferisco ri-\leisciato tranquillo e possa svcilgeferirmi ancora al primo che vi ho. re in pace le sue esperienze, alle esposto. Tuttavia ecco là due ap-[quali noi dedichiamo molta uttc-nparecchi per raggi « Z ». zione. E così dicendo Dunikoivski mi! E' un congedo, per quanto amamostra due strane cassette in lc-^bile. EDOAJRUO SAVINIO: « ha Nazione opprunie i (Istituto Ueograflco De Ami- 5tini. Novara), !.. Ih». — Si tratta dcl- raviclia conimo7ione In onesto ;tclZ!l edizione in piti ampio formaia\igiia, commozione, in questo t„ 0 ,.„„ notevoli .laduntc e heti tic genere di novellistica il fatto e la mila illustrazioni. Contiene, com'è nosostanza del narrare hanno impor- diffusi conni biografici ili personatanza preminente, escludono inter- {?» ^^uuT^ BtS venti, sollecitazioni, connivenze li- dalla scienza- all'arte, dall'Esercito alriche, autobiografiche o altre, e la Uilixi», ecc. Vna utilissima aggiuninsomma esigono ehp Tintore =i ò 'i'10'1" ,MU indicazioni che si riinsomma esigono cne t autore SI feriscono ai Comuni e riguardano i leali nella narrazione, vi si annulli. Podestà c le opere intrapprese. La pub. Quando esco dalla casa di D»-lge n romanzo personale, allusivo i"li.-azione torna di grande dovameli teoUJSfci sono le 10.30. muove da un'intensa e nalese co-i'" ad Knt!- Istituti ed Aziende e riti- uiui.\e uà un iiiieus* e pdiese co Udrà preziosa anche alle Biblioieu-he Curio Mortari stanza di partecipazione psichica pubbliche e private. le spirituale, l'adesione del narra- « Maria ,|j Piemonte infermiera in tore al racconto puro ha da essere AJ«ca Orientale-Pagine di Diario» PiTieiUnti uri eoli di Citilo Mei f_„f_ ì„,~„,.„i„ „ ,„.„ Mondadori Ed. • Milano), L. 12. tari sui «Cercatori d'oro» sono UM.„, tanto piti integrale, completa. N]sn savaW3SEì «Congedi nei numeri del 3 e 5 dicembre. Iquanto più dissimulata, quanto piùi ncse Edi - Koma;, L. 10, RASSEGNA DELLE IDEE DELLE REALIZZAZIONI SOCIALI Ko:.t a Via delle Muratte 43 Tclcf. 6C-S41 Un nuniptn s^pa-a'o L. 2 — Abbonamento annuo !.. 20 — li'-: Ordine Corporativo », rivista di divulgazione e di valorizzazione dei problemi corporativi, è destinata ai produttori di tutte le categorie e agli studiosi. Essa tratta tutti i problemi inerenti ai nuovi ordinamenti e al raggiungimento degli obiettivi politici e sociali che il Fascismo persegue in essi. Speciali rubriche affidate a noti scrittori danno mensilmente un quadro completo dell'attività del E'ascismo in ogni campo, da quello spirituale a quello economico. t (Cre-mo L'« Ordine Corporativo » si pubblica il 15 di ogni mese in fascicoli di Si pagine. Conee^!ionaria per ia pubblicità: Unione Pubblicità Italiana 3. A. MILANO - Palazzo della Ber?» Teletono 12-451 e sue Succursali La carrozzanarratori