L VETO DELLA SORTE

L VETO DELLA SORTE L VETO DELLA SORTE _ ]£ocaÌelìl (Ambrosiana); Capra (Milan) 1TALIA: Olivieri (Lucchese); Moti-1szmlio (Roma). Rava (Juventus); Se-jsiitnni (Roma). Antlreolo iBoloirna ., cIm»VT(AmbSn"" ! Ptola UriSl*0 Ferrari (Ambrosiana). Ferrarli II (Am- ! vtrorimi»). ' '.in1 PRANCIA. -ni Iorto (Souchaux); ca1ca*enave tld'), Mattler (iti.)-. Bourbotte; fr (Flyen), Fosuet (Metz). Dell'olir (Rou-Ue ^^ibJ^^Vl^.**?»^^-^-* ' c i>iri.) L&neilliér (C A .dl'arisi ' ™U,S"' ^- -ito\RRITRO■ Wuthrlch (Svizzera) '.aGUARDIALTNEE-Wittwer o Horrcn P(ambedue svizzeri). a.seLa Parigi, 6 mattino. giornata passerà innanzi- ceqtutto alla storia'come una vitto- 'Jria dello sport nel senso assoluto' edclla parola Una vittoria gran- "diosa impressionante una vitto- p | potrebbe immaginare ' nin leale all'estremo, uno r.petta Jg tecni di prìm>oraine e fatto |pi-f> consolante di tutti per noi \italiani, una prova ottima semjprs ma a tratti addirittura s-ma|.aliante della squadra che veste la ria avente per punti luminosi ■ un dambiente come più sereno non si ctemaglia azzurra. Ingiustizia di un risultato ureplzsa, y , , amarezza, per Loj italiani, il risultato che non \na risposto in nulla all'andamen-] ito e al comportamento della nolstra squadra in campo. Essa ha scritto sul campo del «Pare, des g&\Princesj> una bella pagina del li pfal'Princes » una bella pagina del li- n h'"° deUa vit"- La me**'or« a Unisiale dp} scro„rf0 /e»ipo meri-1 Sifa „à-dirut„r„ di passare alla sto- d ìria Come una delle migliori, delle sjuj,-,. brillanti, delle più persuasive D ìdimostrazioni tecniche che siano E mai state fomite dai rapprcseni^nti dei nostri calori Una mez * <"'<» «M '/foro *" r'" l'awersnrio, |,,.„„„„„ nd Mo«Mo, non capiva ^. cpt„ nulla e si limitava a rompe're n distruggere come poteva, |c in-extremis >, in ogni modo, sen- za guardare al coinè; una mezz'ora in cui si vide il pubblico francese scattare in aperti, irresistibili segni di approvazione e di ammirazione. Come è stato possibile che, malgrado questa prova di valore tecnico straordinario, in presenza di un comportamento cosi brillante, davanti ad una superiorità così netta e schiacciante. l'Italia non abbia potuto assicurarsi la vittoria"! A'tomo al perno creato da que- o iota domanda r dalla risposta che - Ji dare rota tutto quanto nel nartita ha importanza ed inl'eresse, I 7/ resto conta- sì, ma diventa - oliasi rosa di valore secondario ^i fronte alla morale, al miste,ro dì questo problema. Che in jcanino e esistita, e come predo minio e rome levatura tecnica. lnna sauadra sola: l'italiana, che -!ha dominato, comandato, costruì-\*n. att"ccnto. dato spettacolo. L'altra, la francese, non ha fatto di demoe ad che difendere e tentar » 'ne. an»rofiff»nda a tratti. -^-.w,,-. *,« vantane , - a - venienti da lontano o lanciatiali -Uni fersini, palloni del tutto tn non/i; non venne cjiinmnto sriin- a mente all'opera che in tre occaa sioni in tutti « novanta minuti: tattico derivante dalla superiorità nostra, wi» rontriittficcnye e tentare l'unica cosa tentabile: la sorpresa. Il portiere deali nz-urri: OVn-'cri limose n lungo del tutto inattivo; trovò occupazione, altaiche volta, nell'intercettazione di palloni pro- luna nel primo tempo, che lo o- -1strinse a un bell'allungo sulla de-1vjsfro, una all'inizio della ripresa, l, cng vide fare una precisa pre- T*0 « « l'ultima, r ! verso la fine dell'incontro, quando m'.intervenne coraggiosamente a p carpire il pallone ad un avanti n; francese prima che questi potes- pUe tirare. \ * ParatB> ma nessuna l .difficoltà trascendentale. Per tut-lsito il rimanente, i numerosissimi,'p'.appassionati italiani presenti alla l Pa''tita> non ebbero da stare in l ansia. L'ansia, gli italiani pre- p.senfi, Ui dovettero invece con- dcentrare quasi esclusivamente su Equanto avveniva nell'arca di ri- l 'Jore francese. L'impossibile, l'in- r' ereditile è avvenuto in quell'arca r "C1 novanta minuti di gioco. A L prescindere dal fatto che non ::no d de* cinquantamila spettatori . in p camno ha dubitato menomameli- ste del fatto che l'Italia avrebbe sun quattro cinque o anche .sei reti a zero, la cosa sarebbe stata pienamente giusta. Non v'è nulla- di e-"aerato in quest'affermazione. Per trovare ad essa aiustificazione basterebbe scegliere altrettanti occasioni di reti sciu- ] Ecco. Innanzitutto una rete ses guata, e annullata dalla decisio paté, così a piacimento nel mas-idelle situazioni facili preseti fatesi ai nostri attaccanti nell'uno e nell'altro tempo. Occasioni sciupate - ne dell'arbitro, da Ferrari, che, « approfittando di una finta di -1 Sfeazza c di un tocco errato di un - difensore francese, sgusciò via da e solo si presentò isolato davanti a e Di Lorto e lo battè con facilità.'o Ecco: una azione irruente, questaj , a come la prima, nel secondo tem-' po, sulla sinistra nostra, che at- trae e sposta tutta la difesa av-. -1versarla, un lungo traversone sul-] o, la destra, Capra che entra lette- s- Talmente solo a tre passi dalla la, rete col portiere a terra, a cinque uo metri da lui e fa quello che non esa potrebbe un'altra volta ripetere ti nemmeno volendo: spedisce so-' - pra il palo trasversale. \ Ecco: nel primo tempo Pio- a la che si libera da ogni avver. pedl-lsario, attira il portiere su di sè e ,'poi allunga, con calma, verso il aa lontano angolo sguernito e la pai- nn la a venti centimetri dalla linea le- prende effetto c vira all'esterno la- del palo invece che all'interno. < lau Ecco: Ferraris, verso la metà del- C- la ripresa, che colpisc-e il portie-'s- re con un forte tiro, riprende, mi-. ma ra all'angolo lontano c colpisce Di nA Lorto mentre questi sta rialzan-co dosi. Ecco: ancora Ferraris, nel'l- sn primo tempo, che rimasto libero a - sei o sette passi dal portiere, a e seguito di un sùbito oltenebra- i a e - questo. Problema che per amore di esattezza va enunciato non nella formula « come non si sia segnato », ma in quella « come sia stato possibile di non segnare », dato che nulla è mancato alla squadra nostra per farlo; ni dvfaftqtuaIs-ila superiorità, nò il bel gioco, nèple occasioni. Succede spesso che cpur domi- lnando in certe partite stregate, tnon si vinca perchè si gioca male; ssi può, in altre parole, esercitare csitpeiioiità e stare novanta mi- f„,,*: ,.111..** —~~/,..- r,, i n a a ghore di un gioco quale raramen .'te si vede. E non fu solo corto aj grafia, che le occasioni di segna miti all'attacco senza saper fariscomparire uno spiraglio. Questa dvolta, no. Il pubblico, senza dif- aferenza di nazionalità, ha lasciato nli campo con negli occhi il ba-'nsCp-' re si sono avute, e quali e quante, - E non fu tutto e solo l'avversarlo] -.a impedirei di raccoglierle, questel «a ] occasioni. Una spiegazione, come sempre succede quando il caso e la sorte ci mettono lo zampino. una spiegazione completa ed e- ., esauriente sarà un po' difficile da s trovare. I (/' C'entra sicuramente la precipitazione, l'impicciatone, l'ansia e, in certi casi, il fatto opposto di troppa sicurezza di segnare, l'inesperienza di qualche elemento ai grandi avvenimenti internazio- nati, inesperienza che proprio nel le cose d'importanza culminante, lanche se facilissime, fa sentire < la sua presenza: di tutto un po. teagsmiaailhgftdèE C'entra pure il fatto che un vero l''spirito penetrativo venne al mo-'. e. mento migliore a. mancare ali s nostro settore d'attacco, nel senso cche la tendenza al gioco largo e! f'la stoccata diritta, forte c preci- sa, scomparve o rimase attenuata dall'arte delle azioni Qualcuno dei giocatori della vecchia guardia azzurra che un fondo di superstizione lo avevano, avrebbe giurato comunque che a favore dell'inviolabilità della porta difesa da Di Lorto congiurava qualche stregonerìa, qualche sortilegio occulto, qualche segno di una divinità. A attenzione, come quella po Ina potuto rimanere inviolata ci si metterà in migliaia. Si finirà sper scuotere la tèsta tutti quanti con uno di quei gesti che lasciano le cose al punto in cui esse si trovano. Bimane agli italiani la soddisfazione dell'esibizione tecni ca e dell'affermazione di valore1 dleqvcrdst.p!neZ ni- dqliella pOlta ab- fatta, come qualcuno' la defini- In r,M ì uJ41Bftt. j,.;;.. 7~.~.*A.._ :\iseo, la soddisfazione della lezione'z di bel gioco data. Convinti tutti,-|S anche i più accaniti e ì più vele-'. nosi fra i critici stranieri. Quello]$'nezz'ora del secondo tempo noii'nsarà dimenticata, tanto presto.] Come un motore pienamente a punto, e dovutamente riscaldato o] el «•trazione, la squadra funzionava fta pieno regime in quel periodo. ' L'accorgimento tattico del cam sbsdd bio saltuario di posizione frarrMeazza e Piala nettava il disoi- pnei piani difensivi avversari.|sctcrrdme I francesi non toccavano palla che per rinviare lontano, a lato, comunque, per regalare dei tiri d'angolo, per parare alla disperata la tempesta. Eppure non si, è segnato. Ma non torniamo su loquesto chiodo che non si vuolesisvellere. «' mFrrfpcDifferenza di gioco Contrapposta a un avversario di levatura la squadra francese non ha, naturalmente, più brillato, come contro la Svizzera due\'„mesi fa. Tutto è relativo nel cai ciò: il valore di una compagine va sempre misurato sul metro degli avversari. De,)four stesso, che passa per uno degli elementi più tecnici dell'undici, è rimpic ciolito un po' in questa prova ggpecdcPericolosa veramente la squadra \ efrancese non lo è stata mai in j ntutta la partita {cIl suo attaccò ha fatto qualche fcosa di buono nella reazione, nei vvarchi son/enti dall'azione no-\tatra, quando tutti f/li azzurri pie- Pchiavano sodo conio presi daU'os- ,sessione di quel successo, che\lerà lì a portata di mano e non ■■ dsi lasciava acciuffare mai. l pubblico francese stesso, di I fronte alla delusione in cui fini-} va per cadere ogni speranza aperta da un attacco dei rossi, fini quasi per abbandonare al suo destino la squadra del cuore. Ma uomini di valore non mancano mtvte e o. - ., a sua prontezza ed elasticità I (/rado di forma di Andreolo a o , o - e, e . fra gli undici in campo. Di Lortoi smervta pvr primo citazione, e 'fVernante, la mezz'ala sinistra, e di due terzini Cazenave e Mattler.'"E un encomio che può e deve ac- /comunare tutti e undici i nostri -'ai versati di ieri è quello che ri- fguarda la ronettezza: contegno] ottimo, assenza assoluta di cattiveria e di atteggiamenti fallosi, j Un avversario leale e gradevole.' Il comportamento degli azzurri] lamento cdell incontro si e detto. La squa- dra, come e noto, era scesa in\'ucampo rattoppata. A parte le so-' stituziom dell'ultima- ora, si nu-\ctnvano dubbi su.ll efficienza Ji-\svea e tecnica dt tre o quattro elementi, per ragioni di ferite o]di incompleto grado di forma. \La partita spazzo ma ogni dnb-bio: Meazza costruì come ai suoi tempi migliori; Scrantoni resse mallo sforzo, appena calando log- germente verso il termine: rara si battè franco e sicuro e Olivieri mostrò di avere riacquistato la,1 ! dopo; ia brutta lezione di Ginevra, deve ancora migliorare, ma del lavoro il nostro centro mediano ieri ne \tz| r| nemerge da quanto sulVandamontl\jha fatto. Chi si è guadagnato galloni in modo brillante è Locafelli. L'olimpionico, pur menomato da uno stiramento muscolare dopo la metà del primo tempo, è stato continuativo e brillante. E Ferrari e Monzcglio, uno al o l'attacco, l'altro in difesa, sono -'. emersi come vere colonne'del reali sto della squadra. Ferrari è un o cesellatore e Monsegtio un esper e! f0 dell'area di rigore, i- a Piola. fatto oggetto a cure assidue e incessanti — in area di rrigore nel secondo tempo egli fu piti di una volta abbracciato |strettamente dar/li avversari perche non facesse' guai — ha avuta, poca libertà d'azione e la stoccata non era ieri nel suo repertorio, ma è stato da solo la più vira fonte di preoccupazioni per un , lo difesa francese. Capra fini si0 'confusamente, come oppresso «alto grandezza dell avvenimento, ' ma fece un bel pi-imo tempo, e Ferraris all'altra ala, al contrario dopo un inizio titubante, si rinfrancò appieno, nella ripresa fu più che altro sfortunato. Appunti alla squadra se ne possono certo muovere. Essenzialmente \'„'er"n fatto che Quando trova là giusta carburazione e prende a giocare bene, s'innamora dell'opera sua e comincili a disegnare e a combinare, dimenticando i canoni del gioco largo. Ma è indubbio che essa ha compiuto ieri cose egregie. Migliorare essa può, \ e deve. Guai a farsi illusioni. Ma j nel momento in cui, pur senza il {compenso del successo, essa ha fatto un così gigantesco passo a vanti dopo la prova di Ginevra, \ta parola d: incoraggiamento è la P** acconcia. , La squadra naz:onaìe italiana, \la c<" caduta è da lutti così ar ■■ don temente desiderata e auspica e sempre in piedi. Essa non I } Essa morirà ancora, quest'anno. Cenni di cronaca L'incontro ebbe una svolgimento tale che sarebbe cosa un po' vuota il farne una cronaca. I punti salienti sono stati citali e illu- i strati. La fisionomia sua fu uni 'forme, con un crescendo continuo della superiorità italiana. Il pri'"io tempo è stato, nel confronto, /'"'< equilibralo, ma Olivieri ha -'tvuto un solo pericolo da allon f"""re dalla sua rete, mentre Di o] j ' ] o co p0j occasioni mancate di Ca- di Ferraris di piola e „„„ \'u)w'lie di periati -' AUa rjp,csa, dopo nn attacco -\che obbli,;a Olivieri a intervento, \m un forte tiro proveniente dalo ia destra francese, l'offensiva itao]u„na prende carattere di confi \unità, diventa predominio schiac-cuintrt. Gioco forse troppo bello i per essere efficace. Ma se una e mieta solo delle occasioni fatte - indurare fosse stata in tale pea riodo acciuffata, la partita saldii he passata alla storia con un ria,saltato da non dimenticare per ! lungo tempo, o; Meazza e Piola, passando fure no a turno a occupare il posto di o centro avanti, ebbero almeno due e occasioni per ciascuno di scgna- ha dovuto sbizzarrirsi su \tiri di ogni specie. Subito all'inizio la sua rocca sfuggi per mi| racolo alla capitolazione, su aMo| ne di Piola e intervento di tutta l\j» ^jjf ^^J±l°J!!^ e , . o n i e di quelle dì Capra e di Ferraris abbiamo parlato. Grande- avvenimento, grande partita quella di Parigi. Anche se non ne sono usciti vincitori, gli azzurri hanno riportato, d'un colpo solo, la considerazione, che il mondo internazionale aveva per essi, all'altezza del passato. Hanno portato il calcio nostro su una piattaforma che e nn autentico, favorevole predellino di lancio per l'avvenire. Vittorio Pozzo II 4( pericolo Paiola 99 IL NOSTRO CENTRAVANTI IRROMPE NELL'AREA DI DI LORTO BRACCATO DALLA MUTA DEI DIFENSORI FRANCESI : CAZENAVE, MATTLER E FOSSET .(Telefoto).