Uno sportivo scomparso

Uno sportivo scomparso Uno sportivo scomparso SANPOL! ensvurmcrrtncagDa quanto tempo avevo conosciuto e amato Riccardo Sanipoli? E' come chiedere da. quanto tempo l'Arno sfocia alla Marina o da quanto tempo la luna ci presenta i suoi crateri perchè nella relatività della vita dei mondi, come in quella delle acque, come ■in quella di noi mortali, la luna, l'Arno ed io potremmo rispondere: da sempre. Forse, anzi, certo, Sanipoli m'avrà visto bambino balbettante con le labbra e col fioretto, ma io lo vedo nella mia memoria tale e quale come l'ho visto l'ultima volta, pochi mesi fa, con la sua. bella faccia rasa e leale su cui scorrevano due lagninosi rigagnoli. Quale inesorabile disgrazia s'era abbattuta sul suo capo? Quale orribile sciagura aveva tramutato in un attimo il suo faccione ridente in quella maschera commossa? Cose gravi: Pinton non aveva ancora vinto, Pinton poteva perdere. Allora Sanipoli si nascose dietro la lavagna scolastica su cui era attaccato con due chiodi il cartellone del girone e li rimase, con gli occhi chiusi e gli orecchi turati mentre Pinton battagliava. Poi. quando il padovano ebbe ormai vinto davvero, proprio come Sanipoli desiderava, il sorriso gli tornò sul volto, ma gli occhi ancora lagrima- llino si che la serenità mi parve tipili apparente che reale. « Ma che Uc'è? » gli domandai. Ricordo chej nmi mise allora le due mani sulle| tespalle, mi guardò fisso c disse <c|mparole che, per me, valgon me-' cglio a. far conoscere Sanipoli dit (qualunque ritratto. Disse: «per nessere contento bisognerebbe che (vinecsscro tutti». Caro Sanipoli.'\nTutti sanno quali e quanto co-;(spwue benemerenze egli abbia j toIgIdavuto vèrso la Patria dall'Intervento alla Marcia del Fascismo trionfante, ma a conoscere tutto Sanipoli ci sono soltanto i cremonesi c gli schermidori. Noi eravamo tutti « fiji » suoi come, nell'accento romanesco che conservava intatto a malgrado di trentanni di Lombardia, ci chiamava in ogni occasione. E per i suoi « fiji » Sanipoli sapeva fare quel che nessuno ha saputo. Lasciata la pedana, trovata un'altra via da seguire per la vita di tutti i giorni, Sanipoli aveva ad ogni primavera un sogno ricorrente: fare a ; tenI s: PliaIsov:szj sipfopCremona qualcosa di grande, dij dbello, di nuovo, radunare infornai na sè quanti più schermidori potesse, tenerli su con gli incitamenti per il maggior numero di giorni possibile, eppoi rimandarli a casa carichi di doni e di vittorie. Se fosse stato un rajà li avrebbe ricoperti di perle e di brillanti, e se qualcuno, come talvolta avviene anche fra gli schermidori, non fosse stato del tutto soddi- pcfetoctetqpsfatto. Sanipoli avrebbe aggiunto, tanche il suo turbante ingemmato, le sue odalische, la sua reggia e l'elefante bianco caro a Visnù. Perchè il suo cuore era grande come il mondo. Aveva inventato una formula snrtuanuova per i tornei percM, con la ! inscusa di incoraggiare i meno for-, ^ti, tutti ripartissero da Cremona ■ con le tasche mene A lui viace-wf«!Lil^i^t^t^L . Jf! tvano le adunate maestose, e ne. v'| ebbe ogni volta che volle perchè i gtutti eran felici di tornare nelle} sbraccia di Riccardo: gli anziani perchè sapevano quel che trovavano, i giovani per veder da vi d; sl nmI t'laiio 'aiumdo "ealì'ci"accolse :p•igao. quanao egu ci accolsi. «; belle sale per una riunione dDirettorio, a qualcuno che an- Pcino il mago di cui avevan sentito favolare, il più ospitale d'una ospitalissima, città. Tutti lo ama-', vano, ma fra centinaia di «fiji».\ tre ne aveva in realtà: due do/ci; <Jcreature che lo piangono più di, tutti e una terza a cui aveva datovvita in un momento d'estro, ;)ro-|lorto come l'artista clic crea' Quc- ista figlia è Ut « sua» Accademia. \ dA lugl nelle del Direttorio, a qu- . cara non conosceva il sodalizio e-msi stupiva di. trovarlo così florido, sSanipoli lo presentava proprio co- mme un padre presenta un giova- finotto e dice con orgoglio: ha siu-ìsdiato, ha preso la laurea, s'è fatto mgrande ormai. Ma il padre, men- tre dice queste parole, pensa ai IfX'<?^ stalo, e Sanipoli a eguali cose do-j pensare, perchè se ./osse 'p{sveva opera facile far mettere radici co-\ si solide a un'istituzione ci sareb- be da meravigliarsi perchè tantc\scittà, anche più grandi, molto piùìcgrandi di Cremona, non abbiano!csttanto. Im, mio povero Riccardo,] nrà avanti soltanto per\™ulso che tu hai saputo \ fatto altrettanto. mMa ora, mio povero Riccardo.'nfutlo andr* «,J„u *nìin.„in ■nerìVqueir impulso cne tu noi sapuio< dare alle cose che amavi. Quando, cci fu detto che tu giacevi, i»n?no- gbile per sempre, in un letto di Na-ìcpoli, quasi ci aspettavamo cheìdtuto il bene che il mondo ti vo-\sIcva potesse riscattarti alla nc-P„„• „, „„.„,.„ ,„„„ »„„„..„*. \smica cheti aveva eso l'ya^to-\cnivano. Da Napoli, nella nottelsburrascosa, t'hanno portato su su,'.ee il tuo spirito aleggiava sul tuoi ècorpo ormai freddo lungo la lun-'nga strada dell'Adriatico racco-\aglienda insieme il respiro ampio\<Jdel mare r il pianto di noi tutti.,"Liberato da,,e pene de, mondo, eri ^felice di tornare allo, terra che\pamavl come se tu avessi schiuso] tle pupille in faccia al Torrazzo. Ili ltuo grande compagno ti lui chia-\mviato a gran voce, e presente, ve-\gramente presente noi ti scnlimmn[hti sentiremo. Non una scintillìi del tuo fuoco andrà dispersa, te lo promettiamo. Tutto avrà un sé ntn..pguito perche tu ce lo comand.crui\cdall'ai di là e ci aiuterai cornei dsempre ci hai aiutati. Gioirai che 1 nil tuo iiolrilc giornale, bandiera dij'purissima battaglia, sia sempre\rpiù bello e più 'torte, (/latrai chi:\ fla tua famiglia sia circondata da 1 gquello stesso affetto di cui tu «r-|™j .- „„•,.,„• _j,_ 7„ condam luntversoj gioirai <he n\rtua Accademia continuila sua vi-\ dta ed accresca la sue glorie, gioirai che il mite Giardino, tuo discepolo d'arte e di bontà, istruisca nel tuo nome con quotidiana pazienza e quotidiana fatica i giovani ai quali sarai giustamente additato come un maestro di rita, dasq e gioirai anche e soprattutto quando a Cremona noi ti riporteremo la falange degli schermidori, giovani e vecchi, ai quali, un po' tristi c commossi, mancherà il « fijo mio » di Sanipoli, ma non inanellerà 'la generosa accoglienza. E nella storia della scherma, quella storia che tutti vorrebbero scrivere, ma cìl'è vernata invece da una mano invisibile c saggia, tu resterai come il nostro invidiato maestro di bontà, di quella bontà che t'ha aperto le porte del Paradiso. Nedo Nadi ii; : i [ibsl■ a! fCs'a; zCniR! dIp

Luoghi citati: Cremona, Lombardia, Napoli