Problemi di nuoto

Problemi di nuoto Problemi di nuoto nelle dichiarazioni del Presidente Federale lagcnqlcftvCnpIl nuovo Presidente della F.I.N. ha concesso al dott. Veschi del Littoriale- s min interessante inerista, nella quale sono passate n rassegna molte questioni di primaria importanza per il nuoto itaiano. Abbiamo letto con piacere e dichiarazioni del neo Presidene, perchè esse rispecchiano quano da anni il dott. Veschi e il sotoscritto vanno ripetendo, e che diverse circostanze hanno finora impedito, almeno in parte, di realizzare. Si tratta proprio dei soliti chiodi che non bisogna stancarsi di battere, se si vogliono realizzare gli indispensabili progressi, e far'si che l'Italia, che ha tanta estensione di coste e tanta mìtez-\lza di clima, non continui ad es-ìmsere, natatoriamente parlando, lai scenerentola fra le grandi nazioni. I dI -cnnn7Per le piscine Il dott. Bitetti, pur riconoscendo l'utilità delle piscine monumenali, propugna la causa delle piccole, poco costose pisane —■ nelle quali vuole giustamente uno spazio riservato pei nuotatori sporivi — e dei campi cintati in mare. Plaudiamo a piene mani. I campioni olimpionici giapponesi si sono formati in vasche di nudo cemento, senza un ornamento inutile, senza una traccia di eleganza costosa. In molte nostre città, o ci vogliono i milioni., o non si fa niente. Guai poi se si tratta di città di mare. Citteì come Trieste, benemerita del nuoto italiano, sospirano ancora la piscina. Così Firenze. Venezia e tante altre. In una città centrale di quasi centomila abitanti, un logico ed economico progetto di piscino di mare, che costava trentamila lire tutto compreso, è da quindici anni in carta... In questi tempi bisogna ricercare in risultato, oggi non è più cosa indifferente; è una col- dcmfQcvèlppa. Due testale fisse, in mare o in lago, bastano. Il lusso si potrà fare poi, quando i campi avranno creato i nuotatori, e questi il pubblico. La via giusta è questa. Non si vedono oggi grandi piscine che non si riescono a mantenere, e che si tenta di far rendere ammettendovi, a prezzi irrisori, un pubblico sempre più scadente, meno educato, meno pu- Jitò~"nìeno'"sporiftìóT guire le disposizioni tracciate da lui, come Presidente del C.O.N.I.. le direttive delle Federazioni. e Questa decisione — se alla peri /erin qualcuno non troverà modo di eluderla — porterà a tutti gli Grande speranza, e giustamen- te, causa al dott. Bitetti l'inqua- dramento delle forze giovanili nel- la G.I.L. E ciò, crediamo, tanto più ora, che S. E. Starace, dopo l'intervista in parola, ha emanato] l'opportunissima disposizione che nella pratica dello sport, gli organismi della G.I.L. dovranno se¬ sport e alla preparazione olimpi co un decisivo vantaggio. Il Presidente se ne rende conto, e non mancherà di approfittarne a vantaggio del nuoto, che è lo sport più adatto a valersene, per la giovane età degli aspiranti campioni. Non siamo, invece, totalmente d'accordo nel valutare i progressi realizzati negli ultimi anni. E'\ceWo che i tempi dei nuotatori so-Uno migliorati, e che certi limiti possibili una volta ad un uomo o rl„„ 9/v»n ,,.,„i nlln -nnrlnln ili ,.ttn>-due sono oggi alla portata di otto,o dieci; ma un simile progresso• assoluto non è parallelo a quello relativo ai nuotatori di altre mo-|-vjojitj elle hanno progredito di piti. I 0^ aime]Wi hanno conservato le di-1 Jtnnì'J''"lì nrn'ii'rpv*n~~*>*ivtZ «w/'/rl^a mJITnX «e» L^. e h) avevamo tjià ^pettamen^fe co,lsiatato. n dfìft Bitetti ha tutte le fa- -i—i — j- j.--- _i. - -• j.-...- j.*! tjU)ni qu(nxdo dice ch(. | dirUfenti federali devono essere coadiuvati 1 Aji direttori di zona; ve nc Scrno\ di ìodevoìmente aitivi; ma quàìMLfte aUro dorme della' qro^a; J Um si tratta solo di Jctaryo V[ rgo MI-1vernale,-ina- anche di sonnolenza'estiva. Uno sport che necessita] sviluppo deve valersi della colla- borazione. di tutti i suoi organi, dai centrali ai più periferici. Pc,-!che regioni una volta attive ora seno in ozio completo o quasi? Chirurgia ci vuole, senza troppi riguardi. Incontri e preparazione Abliiamo visto con grande piacere che il dott. Bitetti la pensa icome noi anche ih fatto di incon- tri internazionali, e che intanto assicura la partecipazione itàlia- na ai campionati europei dell'ali- na prossimo. Basterà questa lieta\notizia per spronare al lavoro i nostri campióni, da troppo tempo ansiosi di provare le loro fome\contro gli stranieri. Se, come è accennato, le finanze federali non consentono altre spese che quelle*per le tiare dì L'ndra si cerchi id prossima statone, di favorire, più'che. per il passata, gli'incontri internazionali organizzati dalle so-■ Cietà; dove c è iniziativa,_come stjè fatto, mesi or sono, a Trieste 0Ia Pesaro, si troverà modo di fare qualcosa. IIl dott. Bitetti ha pienamente' ragione anche Wll'incìtare i «o- stri nuotatori a un lavoro di prè- paratine più intenso. II... tótoMopposto è quasi sconosciuto fra noi, e i pochi casi evidenti di co- siddetto soprallenamento sono minsi tcmnrp derivanti da errori come- manran-a di nrenara-iont' come, mancanza ai pi e paranoia atletica, fisico e lavoro ncn con- frollato da medici sportivi. intem-\peranze e vita antiigienica, ma-\ lattie giovanili, permanenza esagerata al sole, o nell'ambiente caldo-umido delle piscine invernali. Ma si può affermare che i qitattro quinti dei nuotatori italiani non sanno praticamente quel che sia il lavoro serio, quello che fa progredire. Il dott. Bitetti vuole pure molte gare, ma con protagonisti di valore, per richiamare il pubblico. Ci vogliono anche queste, e fanno bene per propaganda. Ma non possono, oggi, essere molte, per- \la evale era lo spettacolo che per-ìmettevd di contare esattamente lei seggiole dei campi; con la tenacia I dei diriqenti e l'aumentato valoreI -J >.- ..*,,.,: - J-71 _ j _ che i nostri nuotatori di valore so- no pochi, e quelli s-tranieri costa- no. E' cosi per tutti gli sport chenon sono ancora popolari. La vai-7_ 1- , „ J / _ , , o è degli atleti e delle squadre, a poco a poco il pubblico si va formando. Così, nel nuoto, bisogna fare molte gare, ma- di giovani. Quando esse avranno formato i campioni, il pubblico verrà. Far venire i grandi campioni già fatti è utile, ma 6 <s*lo una metà del lavoro da fare, e non la più importante. .Unieno se si vuol fare dello sport più che dello spetta-colo.A jjuesto proposito, calzerebbeun'osservazione che è già statafatta energicamente per l'atleticaleggera ddtt'on. Ridolfi, e ribaditadal Segretario del C.O.N.I. L'oc-cuparr'amento di atleti fatto dasocietà ricche a danno di quellepovere che hanno fatto sacrificiper allevarli, se anche dà alle so-ctefo. accaparratrici vittorie e unprestigio apparente per chi non sacome sitano le cose, è sportiva-mele immorale, anzi completa-mente antisportivo, e rovina l'am- Mente, creando professionisti, spo- «fa/i. scontenti, c scoratitiiando leè r i ù - società povere,'deluse nei loro jo-voro appassionato. Quanto vai- rebbe meglio impiegare denaro ecompetenza nel far sorgere atleti propri! Questa dovrebbe esserel'ambizione dei diricienti «porticiSpeiio-mo che il Presidente dehnuoto la pensi, pel bene del nostro sport, come quello dell'atletica letnitra e come la quasi totalità tici'dirioenfi delle società italiane,_rc_ , n_„i : Uottredo Barbacci

Persone citate: Bitetti, Ridolfi, Starace, Veschi

Luoghi citati: Firenze, Italia, Pesaro, Trieste, Venezia