Halifax a Berlino

Halifax a Berlino Halifax a Berlino ctamColloquio Grandi-Vansi'tart Londra, 10 notte. Le speranze che il discorso tenuto da Chamberlain alla Guild-: nhall promettesse una definitiva;s..oMo-Ro Hoiiwwrmite Pnrnn*>o <cschianta dell orizzonte europeo,,rhanno subito, nello spazio di veti-1 tiquattr'ore, sbalzi simili a quelli I cche capitano nelle borse in perio-1 do di nervosismo. La quota di tali ' speranze è stata dapprima altissi-j ma, come capita in un mercato I depresso quando un grande finan-1 ziere punta al rialzo. I Un lungo colloquio avvenuto og-1 et fra l'Ambasciatore d'Italia e il ! Segretarlo permanente del Fo-jreign Office ha indotto molti os-j servatorl a pensare che la conver-! sazione fra il conte Grandi e siri Robert Vansittart debba essere (messa nel quadre delle ripercus- Isioni provocate dal discorso di | Chamberlain. Commentatissimo questo collo- quio in tutu i circoli diplomatici ; e politici della capitale, nei quali : si è concluso che le parole dette! dal Primo Ministro circa il rista-\più alti esponenti del Governo, I che è considerata persona gradita ; dai circoli berlinesi, sarebbe stata1 presa dopo un lungo e completo esame di tutta la situazione euro- pea. Secondo informazioni raccol- ' te nella serata, Lord Halifax par- \ tirebbe per la capitale del Reich j prestissimo, subito dopo, cioè, che^bilimento dell'amicizia con Italia e Germania erano dirette soltanto a spiegare perchè il Premier non intendeva aggiungere altro in argomento. Gli argomenti in discussione Altra battuta favorevole della giornata si è avuta questa sera quando si è appreso che l'odierno Consiglio dei ministri avrebbe deciso di affidare al visconte Hall-j fax, lord presidente del Consiglio, una importante missione presso il Governo del Reich. La decisione dl inviare uno del le Cancellerie avranno preparato i necessari piani per le conversazioni. Sugli argomenti dei colloqui di Halifax a Berlino, si fanno, naturalmente, previsioni più o meno discrete, più o meno precise: c'è! chi dice che i colloqui verteranno! su temi generali, c'è qualche altro! che precisa che saranno centrati | sull'isolamento economico della Germania, sul ritorno di essa nel ^ Società delle Nazioni, sulla,pos sibilità dl frenare la corsa agli ar mam&rìiiSfortunatamente, è necessario segnalare una nota che non può aiutare- la tesi degli ottimisti. Questa nota stonata ci è data stamane dalla Yorkshire Post. Se è vero che quanto stamane ha scritto tale giornale riflette il modo di vedere del segretario del Foreign Office, bisogna ritenere che ci troviamo di fronte ad un nuovo epi-| sodio della divergenza di vetiute fra il Premier e il suo ministro degli Esteti. Ripetiamo in parole semplici quello ' che Chamberlain ha. detto ieri sera: «. Il governo britannico vuole ritornare a rap porti di sincera e buona amicizia con le due grandi Potenze che sono Italia e Germania. Per arrivare a questa amicizia credo sia meglio avviare trattative private che fare dichiarazioni pubbliche ».. Questo è chiaro chiaro — spoglio di solenne eloquio — quanto Chamberlain ha detto e non meno chiaro è l'invito a frenare la corsa agli armamenti, ad allontanare l'ossessionante spettro della guerra. Orbene: di fronte a questo chiaro invito, a questo desiderio di riparare al danno della, divisione dell'Europa in due blocchi, che cosa leggiamo nell'editoriale delVYorkahire Post? Che «il giro di orizzonte fatto ieri dal Primo Ministro è da sottolineare soprattutto per il riferimento alle relazioni fra Gran Bretagna e Stati Uniti; e l'accettazione da parte di Washington di partecipare ufficialnfente alla conferènza di Brusselle (a proposito: chi dice la verità? Eden o il suo giornale ? Ai Comuni, soltanto una settimana addietro, il segretario agli Esteri disse che fu Washington a prendere la iniziativa, non ad accettarla, della conferenza) dà buone speranze perchè si realizzino quei certi desideri denunziati da Roosevelt a Chicago; e, nonostante le difficol tà, si arriverà alla conclusione del [trattato commerciale, il quale ser- vira non soltanto agli interessi dei due paesi ma a quelli di tutto il mondo ». Punture di spillo Tutto questo è detto nella prima metà dell'editoriale, che continua dicendo: * »: Sfortunatamente, non tutti i paesi del mondo si affretteranno a plaudire a tale accordo, anche se j esso aiuterà la sicurezza economi- Ica di essi. I nazionalismi economi \? s.pin.tl all'estremo non sono sol itanto la conseguenza di necessita , finanziarie o di necessità di pre1 parazione per le strettezze nel caso di guerra. Dietro ad essi c'è una teoria politica che trova adenze specialmente fra i giovani, gogliosi come spartani delle rerizioni loro imposte. Conseguenmente, non si può presumere che tutti i governi siano immediatamente e senza riserve disposti ad accettare la possibilità di un miglioramento delle situazioni eco : nomiche, se tale miglioramento ;significa rinuncia a parte del loro <cl'edo politico. Ci sarà da attende,rp a ,ima dj ter ua. 1 de).e tutti *j, uomini di Stato a i I credere che non è necessario nè 1 desiderabile continuare a vivere ' pericolosamente ». j Il comandamento del Duce è o I messo fra virgolette nel testo del 1 giornale edeniano, il quale gior I naie ha, dal punto di vista che lo 1 interessa, perfettamente ragione, ! Se l'Italia di Mussolini non avesjse vissuto pericolosamente il trij colore non sventolerebbe da di! ciotto mesi su tutta l'Abissinia: i non avrebbe fatto fare a ohi ha (voluto le sanzioni quella bella fi Igura che tutti sanno; non avrebbe | costretto ua ministro di • S. M. Britannica a dire — excusatio non petit» — che non sapeva trovare ; nel vocabolario inglese l'equiva : lente di vendetta, e! Mala YoricahirePa.it è la York-\shire Post: e l'editoriale, dopo es- sersela presa, con le parole che ab Biamo riferito, con l'Italia e la Germania, dedica una dozzina di righe ancora al trattato con l'America, alla conferenza di Brusselle e finisce con un pistolotto in cui si dice che Stati Uniti e Impero britannico finiranno per esercitare sul mondo ben maggiore influenza di quanta possa essere esercitata da qualsiasi benevolo invito. Se questa frase finale si riferisce all'Invito fatto ieri da Chamberlain non c'è da dire e da augurarsi che una cosa: che in quei , I colloqui privati che il Primo Mia ; nistro ha detto essere più efficaa1 ci delle pubbliche dichiarazioni o per ristabilire lunghe e sincere - amicizie, non c'entri lo spirito di - ' chi ha ispirato o di quelli cui di - \ solito si ispirano gli scrittori della h j Yorlcshire Pose. e^ Leo Rea a o n a a o -j , l l

Persone citate: Chamberlain, Duce, Guild, Leo Rea, Mussolini, Roosevelt