L'AUTONOMIA punto fermo di Henlein

L'AUTONOMIA punto fermo di Henlein PRAGA E I SUOI TEDESCHI L'AUTONOMIA punto fermo di Henlein VIENNA, novembre. Konrad Henlein domanda alGoverno di Praga, in nome dei tedeschi dei Sudeti dei quali si dichiara il vero rappresentante, l'autonomia; nega che la CzecoSlovacchia sia uno Stato nazionale, considerandola invece Statodi nazionalità, e sostiene che neiterritori tedescW s. debbano affi-dare ai tedeschi la tutela degli in-teresa nazionali e 1 esercizio dellefunzioni statali Domanda ir, a -tre parole, quello -che in Inghil-terra hanno ottenuto gl'irlandesi enel Belgio i fiamminghi e in Jugo-slavia vorrebbero i croati. Posizioni inconciliabili L'autonomia la reclamano però.che gli slovacchi, i quali si osli-anche nano a dichiarare tuttora valido il famoso Patto di Pittsburg, e la Russia subcarpatica aspetta a sua volta che Praga assolva un analogo impegno assunto a Versaglia. Se quindi Praga si mette sulla strada delle concessioni, ed incomincia con l'accontentare i tedeschi dei Sudeti, le sarà molto difficile dopo opporre rifiuti aglislovacchi ed insistere nella tatticadei continui rinvii adottata verso la Russia carpatica. Come sappiamo, su 14 milioni e mezzo di abitanti della Repubblica, i czechi sono 7.400.000, i tedeschi 3 milioni 200 mila, gli slovacchi 2.300.000, mentre i russi dei Carpazi, o ruteni, ammontano a 568.941: concedendo le autonomie, l'elemento czeco, oggi dominante, si troverebbe di fronte ad una massa di oltre sei milioni d'individui in grado di tenergli testa in base a diritti sanciti dalla Costituzionesenza possbilità di contare sull'appoggio degli ungheresi e dei polacchi, che formano il resto della popolazione della RepubblicaUna maggioranza di circa un milione i czechi la conserverebberoma servirebbe a poco. Mal più i czechi, dopo di avere goduta l'ebbrezza di fondatori di uno Stato proprio, si rassegnerebbero all'idea di dividere la casa e le rendite con popoli considerati stranieri. In certo senso, essi dovrebbero decidersi a confessare che la costruzione statale del 1918 fu sbagliata e che l'edificio ha bisogne, di nuove fondamenta. Dice Macek, a Zagabria, che quando uno s'accorge che il panciotto èdisposti a scoprire il petto, aprendo il panciotto magari per un istante, mentre infuriano tempeste. I colpi di vento sono pericolosi per tutti gli organismi, e più per quelli ,che; anpora non han fatto le ossa Le ventate che attualmente flagellano l'Europa sono violentissime ed è da supporre che i czechi non amino esporsi alle loro influenze. Al punto di vista czeco Henlein non si arrende: al contrario, egli difende il suo punto di vista con tenacia sempre maggiore. Neppure si ha l'impressione che il partito, negli ultimi tempi, abbia perso solidità. Qualche recente scandalo, come ad esempio l'arresto dell'ingegnere Rutha, un anor-male abbottonato, deve sbottonar-10 e quindi abbottonarlo di nuovocorrettamente: la similitudine cai-za anche per il caso descrittotuttavia resta a vedére se 'si 'è caSminpadcp! n Presidente del Consiglio Hod-, za, il quale si rende naturai-, mente conto della forza che la ' massa dei tedeschi dei Sudeti può sviluppare e delle ripercussioni che,11 costante attrito può avere sulla ; politica internazionale del suo Go-1 verno, ha tentato, mesi addietro, \ male, ha permesso alla stampa avversaria, trattandosi di un fiduciario di Henlein, di sollevare clamore, ma a ogni grande partito tocca, nel corso di anni, affrontare scandali e quando poi si vede che la sua compagine rimane intatta, i clamori si placano. Basterebbe, per convincersene, fare un elenco dei capi dello stesso elemento czeco, che compromessisi per corruzionismo o attività politica sovversiva sono stati costretti ad abbandonare le posizioni occupate in prima fila al momento della nascita della Repubblica: la loro destituzione, o addirittura la loro eliminazione dalla vita sociale non ha impedito nèal partito nazionalsocialista czeco nè all'agrario di continuare a dominare, sia pure con alterna vicenda, come nel passato. Concessioni secondarie di stringere qualche accordo, an che perchè l'azione svolta da Kon rad Henlein in Inghilterra aveva indotto il Governo britannico a consigliargli di riflettere sulla op portunità di fare delle concessioni, altrimenti all'opinione pubblica britannica sarebbe riuscito difficile accordare la simpatia alla quale la Czeco-Slovacchia aspirava. Gli accordi, però, non si sono dimostrati possibili: Hodza era infatti guidato unicamente dal desiderio di addivenire a un compromesso, mentre il Partito Henlein ragionava che posto 11 problema sui tappeto lo si dovesse risolvere In pieno. Per Hodza la questione) era amministrativa, per i tedeschi costituzionale; Hodza ai soffermava sugli aspetti economici, i tedeschi sul carattere nazionale del problema, aggiungendo di ritenerlo fondamentale; Hodza era convinto di trovare nella vigente alI.obb,ettivo voluto, i tede * replicavallo e repiicano che la > Costituzione risponderà ai f o * * cne sanciscono « autonomia, ' La presa di contatto, avvenuta "elio scorso gennaio, e perciò sta- ta fiteri'e e » dottor Hodza' P«r salvare le apparenze sè appagato di un effetto ottico, realizzando un nuovo compromesso con quegli tessi attivisti tedeschi che nel rms w." u ^«»«v»' ««= ]J12b Prestarono orecchio al . vie- ni meco » di Bcnes c si videro poi sconfessati dai connazionali inquadrati da Henlein. I ministri Spina, Czech e Zadina (tre nomi tutt'altro che tedeschi), nella seconda metà di febbraio, hanno fatto al dottor Hodza il piacere di dirsi contenti delia promessa di pensare un po' di più, in materia di lavori pubblici, alle terre tedesche di assumere nell'amministrazione politica e finanziaria un certo numero di impiegati tedeschi, di accrescere le sovvenzioni statali per le opere di assistenza dell'infanzia e della gioventù e. le sovvenzioni per i teatri e gl'istituti artistici e scientifici tedeschi, nonché della decisione di far tradurre, in avvenire, in tedesco tutte le ordinanze governative, anche trattandosi di comuni con una popolazione inferiore ai 3000 abitanti. Fase critica Questa materia, è vero, forma anch'essa oggetto delle premure di Henlein: però è una parte, e non la principale, del problema. Proprio nel febbraio, Henlein ha tenuto una conferenza sui compiti culturali dei tedeschi della CzecoSlovacchia, iniziandola con la premessa che lui si rifiuta di allevare una particolare cultura dei tedeschi dei Sudeti, i quali viceversa si considerano appartenenti alla grande comunità germanica del mondo intero. Henlein ha deplorato che il Conservatorio statale riceva una sovvenzione di 3 milioni e mezzo di corone e l'Accademia musicale tedesca una di 200.000, ha deplorato che alla ] Scuola d'arte industriale czeco- j tedesca di Praga non vi sia un 1solo insegnante tedesco, ha negato ] che le attuali trasmissioni radio|foniche in tedesco siano portavoce dei tedeschi dei Sudeti, ha fatto notare che sopra un fondo di 2 milioni 300 mila corone per borse di studio ai tedeschi non è stato assegnato che il 5,5 per cento e ha ricordato che nel 1934 te Stato ha mantenuto 7 giardini d'infanzia tedeschi e 876 czechi, però — ripetiamo — questi sono per lui aspetti secondari del problema. Ad Aussig, ai 28 di febbraio (cioè a dire mentre Hodza stringeva l'accordo con gli attivisti), egli ha rinnovato la richiesta dell' autonomia amministrativa — dicendola non in contrasto con l'unità dello Stato, perchè non ne tocca nè la sovranità, nè i confini — accompagnata da una propria rappresentanza nazionale e garantita di adeguate leggi, delle quali il Partito dei tedeschi dei Sudeti si riserva di elaborare i progetti. Henlein ha anzi detto che questa autonomia va concessa a tutti i popoli e gruppi di popoli della Czeco-Slovacchia ed ha concluso dichiarando che il torto fatto ai tedeschi nel 1918 va riparato e che se il Governo e il popolo czeco avessero voluto convincersi che lui interpretava il pensiero dei tedeschi dei Sudeti sia formulando richieste che definendo non degno di fiducia l'accordo con gli attivisti, avrebbe bastato indire nuove elezioni politiche. Ora sul valore dell'accordo con gli attivisti il dottor Hodza sarà il primo a non farsi illusioni. Non è necessario venirci a- dire che l'azione di Henlein e dei suoi amici è audace. Però la CzecoSlovacchia è o non è uno Stato democratico? In un regime democratico hanno o non hanno tutti il diritto di esprimere la loro opinione e di servirsi di mezzi legali per farla prevalere? Siccome fino adesso Henlein non ha dichiarato di voler distruggere lo Stato czeco-slovacco, nè ha commesso alto tradimento, lo Stato non può impiegare contro di lui nemmeno i mezzi dittatoriali che s'è procurati per difendere la democrazia contro la dittatura. Non parliamo poi dell'aspetto che potrebbero assumere le relazioni fra Praga e Berlino il giorno in cui questi mezzi dittatoriali forniti da opportune leggi venissero effettivamente applicati: un saggio della immancabile reazione ce l'hanno fatto dare gl'incidenti di TeplitzBchonau (17 ottobre), nel corso dei quali alcuni deputali del Par-! tito tedesco dei Sudeti seno stati -, malmenati e arrestati. Henlein. al -, l'indomani, ha diretto al Presiden a ' te della Repubblica Benes una let-ò tera aperta (riprodotta per esteso e,ciH!ia stampa del Reich e dalla a ; czoca fortemente censurata ), di-1 chiarando gl'incidenti del genere , \ „ atti a compromettere la pace i{\sa a a a o ) nello Stato e l'evoluzione europea e ripetendo che solo l'autonomia può impedire inasprimenti ulteriori, i deputati del suo Partito hanno abbandonato il Parlamento di Praga. Una protesta czeco-slovacca a Berlino contro il linguaggio della stampa del Reich ha raggiunto effetto contrario allo sperato. Siamo, dunque, in una fase oltremodo critica. Il dottor Hodza si trova in presenza di un compito gravissimo: oggi come oggi, forse lui stesso non è in grado di dire se può risolverlo e come. Italo ZingareMi

Persone citate: Benes, Czech, Konrad Henlein