Squadre ed arbitri nel quandro d'una situazione confusa

Squadre ed arbitri nel quandro d'una situazione confusa VjethwjLX cLd campionato- di aàcu> Squadre ed arbitri nel quandro d'una situazione confusa La classifica, dopo otto giornae, divide nettamente in due gruppi le « sedici » del campionato: gruppo di testa e ginppo di coda. l primo comprende, nello spazio di tre punti, dai dodici ai nove, nientem-eno che nove squadre: Roma, Juventus, Ambrosiana, Lazio, Bologna. Torino, Milan, Triestina e Genova; il secondo conta, dai ei ai quattro punti, Fiorentina, Napoli, Livorno, Bari, Liguria, Lucchese, Atalanta. Dopo due mesi Due mesi di campionato sono dunque serviti unicamente a tagliar fuori dalla lotta per le prime posizioni quelle squadre che per inquadratura- risultano nettamente inferiori. Ma in alto la situazione è più che mai incerta, l'equilibrio evidente. Non c: sono unià in fuga, non compagini che affermino una superiorità precia. Il giuoco delle trasferte rimestola ogni domenica la graduatoia. La Roma, battuta a Bologna, s'è rifatta in casa, sia pure con 'aiuto di molta fortuna; la Juventus non cede, ma- i tre ultimi pareggi ne rallentano la marcia; 'Ambrosiana si batte per restare n lizza e già fa molto non vanando, al presente, il formidabile schieramento di un passato non ontano; la Lazio, dopo la valanga di goals fatti e subiti nella finale di Coppa Europa, si è rimessa su di una linea di rendimento medio ed è, in otto partite, al quinto pareggio; il Bologna sembra in ripresa, ma se ha davvero migliorato molto dovrà dimostrarlo domenica prossima, in una- difficile trasferta; il Torino non è a posto ancora, ma accenna ad andar meglio e con un po' di buona sorte sarebbe addirittura con i primissimi; Milan, Triestina e Genova, senza accampar pretese, si tengono in buona posizione e potrebbero anche incunearsi fra le avanguardie. I giudizi su tutte queste squadre non sono precisi, cosi come \ncerta la loro marcia. Non c'è regolarità e solo Juventus e Lazio restano imbattute. bMvCsdsigvccadcotnseptcccddiulSCSmsctmRsslGià si sapeva Il confronto diretto fra queste due rivali ha costituito il numero di centro della giornata ultima. La partita si è svolta sul terreno dei « bianco-neri » ed il fatto che la Lazio non abbia perso, se rappresenta un successo per gli « azzurri », non pare uno scacco per la Juventus che in una prova tanto severa poteva anche temere il peggio. E' finita alla pari e, sembra, con soddisfazione generale. Ma è possibile affermare che il confronto ha rivelato delle due squadre qualche cosa die ancora non si sapesse? No: la Juventus si è riconfermata quella che già ci era apparsa nelle sette precedenti giornate, vale a dire «intuita forte, con un giuoco senza fronzoli ma efficace, con una difesa che è dura da superare, mia mediana che conosce il mestiere, un attacco che trova lo spunto per piazzare lo sforzo vittorioso. Una squadra non eccezionale, ma ben costruita, armonica nel complesso, ricca di volontà, mai doma, non rassegnata alla sconfitta. Un undici di fondo, nell'insieme; certo fra quelli che più affidano in un torneo lungo. 'Ed anche la Lazio ha giuocato sulla falsariga delle precedenti partite. Sbrigliata azione di attacco, specie ad opera delle due ali e del ragazzone di centro. Lavoro di appoggio della mediana, che ha tendenze costruttive per eccellenza. Difesa rapida, imperniata su uomini veloci. Tutto sommato, una squadra interessante, che si vede all'opera con piacere, che offre spettacolo. Gran vantaggio ne verrebbe al nostro calcio se parecchie delle altre compagini fossero combattenti di questo tipo. Oltre il risultato Tutto questo, s'è detto, già lo sapevamo tanto per quanto riguarda la Juventus quanto per fuello che si riferisce alla Lazio, 'orse è stata più ricca di insegnamenti la partita di Roma. Una gara strana questa. La Roma ha vinto ma il successo non può inorgoglirla. Troppe circostanze /orfunate hanno concorso a permetterle la vittoria, troppe debolezze si sono rilevate nella sua inquadratura. La squadra vinta ha mostrato, pur perdendo, che la Roma è vulnerabile, che ci son crepe profonde nella costruzione. Perchè il Torino ha avuto il suo reparto meno efficace proprio nell'attacco, dove un solo elemento, Bo, ha giuocato secondo le sue piene possibilità, mentre Vallone ha avuto qualche incertezza spiegabile in un esordiente; Rossetti ha sgobbato assai senza essere il centro che ci vuole per sfondare, Buscagli» s'è perso in tiri sbagliati ed in scorribande inùtili, Palumbo ha avuto una giornata di scarsa vena. Eppure con una prima linea così dissestata, con un'arma offensiva praticamente spuntata, la squadra « granata » ha condotto la danza sul terreno dello Stadio. Non solo, ma ha fatto maturare cinque, dieci occasioni da rete che non furono sfruttate, è vero, ma che restano a dimostrare come le maglie del sestetto difensivo giallo-rosso '— .« si potrebbero mettere anche le mezze ali nel blocco — siano tremendamente allentate. Un Torino un po' più risoluivo, un Torino non avversato dalla sfortuna e non colpito dall'arbitro, avrebbe vinto a piacer suo. E' andata in modo diverso, invece, ma ci piace, questa volta, guardare oltre il risultato, convinti come siamo che si possa veder meglio tenendo calcolo del giuoco svolto piuttosto che delle reti, siano esse segnate, regalate o non concesse. Dobbiamo pertanto affermare di aver visto un Torino con parecchi difetti, ma con un notevole miglioramento complessivo, dato, essenzialmente, dalle ottime condizioni dei mediani, tra i quali è tornato in piena luce il « ripescato » Gallea, ed una Roma che nelle condizioni attuali non solo non uiustifica la sua posizione in classifica, ma fa ritenere possibili altri scacchi del tipo di quello subito al Littoriale. Le due squadre hanno entrambe manchevolezze e vicn da pensare, così, in linea di pura ipotesi, quale grande unità ne sortirebbe se ad una fosse dato il centro attacco che ha l'altra e se chi lia il centro attacco potesse contare su di una seconda linea registrata quanto quella torinese. Ci pensi il Cita Non continuiamo la rassegna. Non ci sono novità neppure per il Bologna, che aveva di fronte avversari troppo modesti; per l'Ani- Ubclimcsldtblzecq«cgmmdmFgcmiG brosiana, che ha bisogno di aver Meazza in linea per poter essere valutata nella- sua- artista misura. C'è da segnalare, piuttosto, la disdetta die perseguita il Napoli, sistematicamente battuto da rigori, da autoreti e da altre disavventure del genere. E da guardare con interesse quell'astro sorgente che è Trevisan, il giovane centro attacco della Triestina, autore di dieci goals in quattro partite. Ecco un ragazzo che marcia sulle orme dei Piolo, dei Michelini. In tanta penuria di buoni attaccanti ne salutiamo l'evento con tutta simpatia. Ci vogliono goals per elettrizzare le folle. Ci vogliono, più che abili difensori, valenti attaccanti. Per finire. Domenica s'è cominciato a concedere dei rigori, anche per falli non gravissimi, anche per scorrettezze non... micidiali. Benissimo. Ma ci vuole, lo diciamo per la centesima volta, identità di vedute. Quello che è un « rigore » a Torino deve esserlo anche a Roma. Come giudica Scorzoni deve giudicare anche Ciamberlini, vero signori del Cita? Si è certi della buona fede, si ammette anche l'errare, ma si constatano i danni, che in qualche caso non sono lievi. Abbiamo detto ieri che il Torino non ha reclamato per quanto gli è occorso a Roma, limitandosi ad una protesta. L'atteggiamento dei colpiti è sportivo; sappia esserlo anche l'operato degli arbitri. Luigi Cavailero TPlGPSSlRsmpps

Persone citate: Gallea, Meazza, Michelini, Palumbo, Rossetti, Scorzoni, Trevisan