A colloquio col conte Giriodi
A colloquio col conte Giriodi TORINO CENTRO DELLA MODA A colloquio col conte Giriodi Il già fatto e ci il da tea tre Il nuovo presidente dell'Ente Nazionale Moda, conte Cesare, Giriodi-Panissera di Monastero, lui gentilmento voluto riunire attorno al suo scrittoio di Palazzo Lascaris i giornalisti, quasi a preludio di un più intenso e fattivo collaborare. L'intervistato non ha bisogno di presentazione: la cittadinanza ben lo conosce ed altamente lo apprezza per le doti di intelligenza e di energia da lui spiegate in vari settori. Gran si gnore, nomo di fede e di coscienza, egli ha cento probabilità su cento di assolvere il compito. Saluto ai predecessori Erano presenti al colloquio i rappresentanti dei due quotidiani cittadini ed i corrispondenti di tutti i giornali della Capitale e del Regno ed è quasi inutile soggiungere che le dichiarazioni del nuovo presidente erano aspettate con vivissimo interesse, come quelle che segnano l'inizio d'una nuova fase. ìl conte Giriodi ha voluto, prima d'ogni altra cosa, rivolgere un caloroso saluto agli eminenti concittadini che lo hanno preceduto nella carica, cioè al conte Paolo Thaon Di Revel ed all'oliGiovanni Vianino, ed lui messo in rilievo che il Di Revel, chiamato dal Re all'alta carica di Ministro delle Finanze, non cessa dal segui re con attenzione l'attività del giovane Ente torinese. Si deite all'in teressamento del sen. Di Revel se il Governo ha assegnato, con prov vedimento che la stampa ha reso noto a suo tempo, la somma di dieci milioni, in cinque esercizi. Icontributo è notevole ed è lecito sperare che, ai primi segni di vittoria, una forma di intervento ancor più sensibile si possa escogitare ed attuare. Abbiamo chiesto al conte Giriodi se poteva dirci qualche cosa sulavoro compiuto dall'Ente in questi anni e su quello che rimane da compiere. — La struttura tecnica dell'Ente — ha risposto il nostro cortese interlocutore —: formatasi attraverso anni di intensissimo lavoro è di una complessità che ben difficilmente può valutare chi vive fuori dalla operosa cerchia. Si può dire oggi che, attraverso tutto un insieme di delicati congegni, l'intera attività nazionale della moda è sotto il diretto controllo di Palazzo Lascarii. Non soltanto la produzione, ma anche le pubbliche manifestazioni di moda sono soggette, ad una speciale disciplina moralizzatrice, tendente a ridurre al minimo le dispersioni di energie e di danaro. Si tratta ora dpassare alla fase realizzatrice, e qui entrano in gioco, elementi soprattutto psicologici. La moda nasce ogni anno in una risitretta cerchia per poi diffondersi perifericamente: Torino è al centro del fenomeno e deve, secondo il mio programma, approvato dal Governo, rafforzare sempre più questa qualità di centrale motrice. — C7ie cosa si intende per « Torino centro irradiatore della moda »? — Si intende una città dotata di tutto quello che occorre per servire da crogiuolo agli elementi che intervengono nella formazione della moda. Tutti coloro che hanno qualche conoscenza del problema sanno che la moda cosiddetta parigina non la fanno i parigini. Parigi non è che il luogo di convegno di tutte le tendenze: i creatori sono delle più diverse nazionalità, italiani spesso, che. non avendo trovato in patria l'ambiente utile, si sono stabiliti nella ca pitale francese. I no sempre cura di preparare col-lezioni per i vari gusti: così i ve.qrandi sarti han- - stiti che la signore italiane indossano non sono gli stessi che in¬dossano le americane, quand'an che si servano dallo stesso aarto.Ciò significa che-, se la moda è persua natura internazionale e nonappartiene a nessun paese, esìstetuttavia un austo italiano, più fi-ne, più sobrio, più signorile. Gliinterpreti di questo gusto vogliamo essere noi. Quei rapporti di collaborazione che sui mercati stranieri si .seno determinati per spontanea generazione, attraverso i secoli ed hanno portato a situazioni di supremazia oggi non più assolute, si creano in Italia, sotto l'egida di questo nostro Istituto, ed avranno la loro più evidente e o l o l a e o e ò n a a e a e i e l \ \purchessia, ptìcln mesi basterebbe \ manifestazioni moda - espressione proprio qui a Torino. — Torino sarà dunque il grande centro artistico-artigiano nazionale della modat — Senza dubbio, e dovrà anche essere dotata di tutto quello che occorre per attrarre e trattenere masse turistiche di qualità, più che di quantità. La moda si forma attraverso una specie di inconscia collaborazione fra artigiani e pubblico elegante. I forestieri che a noi interessano, in questo caso, sono quelli che vivono in un ambiente di lusso, che frequentano i grandi alberghi, che vestono dai grandi sarti. Il mondo elegante, trasportato a Torino in alcuni periodi dell'anno, è quello che occorre per tonificare ed elevare di tono le capacità locali, già selezionale attraverso i secoli. Per manter.'.erci all'altezza della situazione dovremo, naturalmente, migliorare senza posa la nostra attrezzatura — Può dii'ci qualche cosa sul Palazzo della Moda al Vaiati tino ? Anzitutto è improprio chiamarlo palazzo. Il Podestà Sortiràna, avuta l'approvazione del Duce non Ila costruito al Valentino un palazzo, inteso nella consueta forma, naturalmente steaico-, ma un complesso di edifici snodati, pur nella loro interdipendenza, sì da rendere possibili, di amia in anno, tutte le trasformazioni ed i miglioramenti, affermandoci, sempre più, come vero e proprio centro nazionale ed internazionale della moda. Il complesso delle sale di esposizione, i grandiosi teatri alV aparto ed al chiuso, le passeg gioie coperte c scoperte, i mera vigliasi giardini- che di anno in anno saranno mutati, specie quello centrale nel quale avrà posto una piscina, il ristorante con la terrazza estiva, costituiranno un complesso di opere di alto interesse. Esso, peraltro, non avrà soltanto vita nel periodo propriamen te detto della moda, ma servirà di fulcro all'intero ciclo di manifestazioni annuali. Dovremo dare alle nostre manifestazioni una elevatezza di tono tale da far citare Torino in tutto il mondo come uno dei maggiori centri universali della moda. Il tempo lavorerà per noi ed un giorno raccoglieremo i frutti di quello che abbiamo seminato — / sacrifici cospicui che la città ha affrontato per attrezzare un centro nazionale della moda, rin novando persino, pei' fiancheggia re l'opera dell'Etite, l'intero centro cittadino, non giustificherebbero un monopolio assoluto di manifestazioni? AI Valentino si lavora — Un troppo rigido esclusivismo nuocerebbe ai nostri stessi intercs si. Noi dobbiamo essere lieti di uscire, qualche volta, con la nostra attrezzatura, per mostrare meglio al Paese la nostra potenzialità. Va da sé che anche queste sortite van no sapientemente dosate. La Mostra del Tessile a Roma è, per esempio, una occasione eccellente. Avremo a Roma una serie dì elegantissime esibizioni, con un concorso fra produttori, che culminerà la sera del 4 dicembre con la premiazione. La commissione giù dicatrice sarà composta non sol tanto di tecnici, ma atiche di uomini e signore della società, ai quali è soprattutto necessario far toccare con mano i progressi raggiunti dalla nostra produzione. — Quando entrerà in (unzione il Centro del Valentino? L'epoca esatta non la possiamo ancora stabilire. Se noi volessimo inaugurare il nuovo ciclo di periodiche della con una mostra mediocre, rrlnro e non avremmo che da solleci tare lo consegne di materiale, ma non si tratta di questo: noi vo- i-?'10"10,7"'"e. °.?SE. eccezionali, del \le 1uah ldurt ,l "cordo: la prossi ! ma. mostra sarà quella che darà, ] definitivamente, il tono a tu ■ ?",e»e avvenire e non dobbia '' tutte mo fallire la prova. Il Centro della moda è quasi finito per quanto concerne le opere murarie; in questi mesi sarà completato in tutti gli ad-ittamenti e servisi necessari al suo funzionamento. Dopo una « vernice » che faremo al più presto possibile, porteremo a compimento i preparativi per la grande esposizione. Massimo Escard dl
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