Lesueur vince la Genova-Nizza di Giuseppe Ambrosini

Lesueur vince la Genova-Nizza JjSl stagione ciclistica, è c Mi in ss a Lesueur vince la Genova-Nizza Gara vibrante di velocità e combattività - Il francese rimane solo sulla Mortola, ma Bailo, classificatosi secondo, è quello che ha fatto meglio sulla Turbie e nel finale (DAL nostro inviatoI iNizza, 8 mattino, \E' un vero peccato che questa Genova-Nizza, die alla vigilia siUpresentava così ricca di elementici in teres.se, sia stata mutilata ni- la partenza di più di metà di es- \'si, sì du mancare in gran parte atte finalità tecnicità e sportive che la carta indicava. Poco, infatti, avrebbe voluto dire l'assenza di metà degli iscritti (in buona parte spiegabile cani le difficoltà presentate, specie per i soggetti a obbligo militare, dal passaggio di frontiera) se fra i presenti fossero rimasti i migliori delle tre nazioni che promette ^tino un interessantissimo confidato italo-franco-elvetico. Invece, se il campo francese si è presentato al completo, quello svizzero ha brillato... per la sua totalitaria assenza e quello italiano è stato ridotto più di qualità che di quantità dall'astensione (che la Federazione dovrebbe vedere quanto giustificata) dì uomini come Bini, Valetti, Marabelli, Servadei, Introzzi, Romanatti, Rogora, Generati, Camusso, Cimatti, Barrai, Cinelli, Vignoli. Confront» mancato Mancato il fattore svizzero e ridotto quello italiano, invece di un triplice equilibrato incontro internazionale, se ne è avuto uno italo-francese in cui i nostri colori sono stati troppo modestamente rappresentati per poterne trarre quei rilievi a nostro vantagggio che ci attendevamo e che speravamo. Non rhe, tirate tutte té somme, i nostri ragazzi abbiano fatto brutta figura in confronto dei loro avversari, tra i quali c'erano uomini illustri, come Lapeble; ma la vittoria ò toccata a uno di quei francesi che questa gara e questo percorso prediligono e che già altra volta, duo anni fa, in «issa e sii di esso mise In luce notevoli e promettenti qualità, il nizzardo Losueur, un giovane che non credo destinato ad eccelse vette, ma che è di casa sii qwtsle strade e cìw è solito raggiungere la sua miglior forma in principio e fine di stagione. La corsa è stata velocissima e nervosissima, e perciò gli uomini nostri, immobilizzati in queste ultimo settimane dal maltempo, hanno risentito alla distanza la troppo alta tensione dei primi 150 chilometri. Dalla partenza alla frontiera i tentativi dì fuga si sono susseguiti senza interruzione, ma non hanno mai potuto raggiungere una certa consistenza per là vigile difesa e la pronta reazione dei ritardatari. 1 francesi (e gli tiftliani che corrono molia sitila Costa Azzurra) abituati a questo genere di corsa sanno il pericolo che può nascondersi In un minuto di distacco enon si lasciano mai prendere trop- pa corda. Ragione per cui. nono-stante il violento battagliare, la corsa non aveva preso sino a Ca-po Berta una netta e definitiva pìega. La flsonomia da essa assuntadopo Noli non doveva essere chctransitoria; cominciò a trasj'or-marsi su Capo Berta, e cambiòtotalmente, ad opera di Lesueur, sulla Mortola, la salita che con-duco al confine: la Turine nonfeee che confermarla nella prima (inea, e solo la modificò nelle po-sizìoni retrostanti. Il modo concui Lesueur vinse {tre minti- ti circa di vantaggio) non lasciadnbbio sulla superiorità del bion-do allievo di Trialoum. A 43 di media I 73 corridori, incolonnati sinoa piazza della Vittoria, doue de posero per mani di Lapebie e Albani, una grande corona di fiori al monuménto ai Caduti di Genova, presero poi il via dopo Voitri allo 10,45, nel fiammeggiare di un sole primaverile fra cielo e maro che facevano a gara per of-frirci l'azzurro più terso e più In-]conte. Il leggero vento in /aM>redrerie velocissimo ubonilo allacorsu. „.,7i„ r,„, In una volala furono sulla Col- letta, dove Macchi prese il tra-guardo; poi, parato un colpo duLesuenz, Grosso, Bini Alvaro eMollo, la lunga fila si ricompose(lasciando appiedato Ducazeaux)\per scompigliarsi di nuovo suiPioni d'Invrea, che videro primo Montobbio, subito ripreso da Cosson. Ma Rimoldi. Canuvesi e Lapebie ricondussero a Varazze il gruppo sui fuggitivi, A Celle, il secondo passaggio a livello chiuso indusse a scappa¬re Montini, Mollo, Cosson e Zanti,11 .1 : j ^ c-.......... riacciuffati poco dopo Savona (Km. 32), dove la media era nientemeno che di 43 e mezzo. E si continuò ancora su questotono agìtatissimo. Prima di Spo-torno partirono Galatcau, Falco-ne e Naisse, ai quali andarono adaggregarsi Bailo, Montesi e Biiil.ma i loro 200 metri di vantaggiaSVanirbno prima di Noli. Poro dopo scattò Albani, lo inscuui ltfiHcrao con Gallien, ma solo il,primo, sospinto dal francese, che non aveva nessuna voglia di at- iUaccar briga, raggiunse il fuggi-fitto. Entrambi, jierò, rientrarono nei ranghi prima di Finale. An-cora una vana fuga di Lapebie, Mollo, Magnani e Montobbio, poi quella che doveva preparare la fase finale. Scattò Bianchi e fu preso prima, da Gamard, poi da Minasso e Macchi. Su Capo Mele, Gamard cedette subito e i due lo precedevano in vetta di 40". Inseguivano: Cassou e Naisse a 1,35", il gruppo a l'50". Il Capo Berta illuminò meglio la situazione. Minasso e Macchi si attaccarono a vicenda; Bianchi tentennò, poi si riebbe e alla fina si prese il lusso di regolare i due di una trentina di metri. Nel gruppo, che aveva assorbito tGamard, Cassou e. Naisse, i più svelti furono Cafferatta, Lesueur e Roland, che seguivano i tre a \1'35" e precedevano gU altri di 20". Qui si ebbe la prima decisione della corsa. I tre inseguitori si unirono ai tre fuggitivi, Bianchi entrò in crisi e fu staccato, il gruppo non reagì e, perdendo sempre più terreno, si mise da sè fuori della zona dalla quale poteva uscire il vincitore. Infatti, a Sanremo (Km. 132) Macchi, Minasso, Roland, Cafferatta e Lesueur passarono, a una media ancora superiore ai 41, 2'12" prima di Bianchi e 3'25" prima del ■so. giungere in vetta della Turine so Io 3'20" dopo il francese. Con non poca notlnt sorpresa veasmmo poi, a 4'35", giungere in runa Zanti c Fraccaroli e a 5' Bernacchi. Ma ormai il nizzardo sentiva i'odore della vittoria, oltre che dclla casa, c Bailo non potè più [minacciarlo negli ultimi 19 chilo metri di falso piano e discesa, anche se guadagnò qualche minulo. Del vincitore ho già detto. Quc .stri, mattina, alla partenza. Glrardengo si meravigliò che in non « resiti messo tra i favoriti il suo prediletto nipote, e m'assicurò che questi sarebbe arrivato nei primi tre. E, all'arrivo, mi strizzò l'occhio. come per dirmi che ave- La decisione della giornata L'avanguardia, perduto subito Roland, impegnò Vallone derisiva sulla Mortola, e Lesueur ebbe la meglio. Ma i 30" eoi quali il francese passò prima di Minasso e Cafferatta a Mentane, non sembravano sufficienti per dire già l'ultima parola, nò Macchi, a un minuto, era ancora spacciato: in situazione sempre più disperata si eran messi gii altri, che, guidali da Bailo, passarono al primo paese oltre frontiera 5'30" dopo. Ma bastò vedere l'inizio della salita della Turbie per pronunciare la sentenza a noi contraria. Lesueur salita composto e sicuro; Minasso ichc già da una pezzo aveva la ruota posteriore scentrata per la. rottura di raggi) e Cafferatta stentavano e perde vano terreno, fin che insieme si fernutrono per cercare di rimediale, da buoni compagni, all'incidente. Ma all'improvviso spuntò una speranza, nella veste di Bailq, che, lasciato il gruppo, superato Macchi, noi Minasso e Cafferatta, rivenne forte sii Lesueur. tanto da. re avuto ragione. Ma avevo ragione anch' io, perchè nelle mie |previsioni non c'era quella dell'assenza degli arramincatori che. avrebbero dovuto occupare i posti d'onore. Ciò non toglie che si debba riconoscere a Bailo il merito di un magnifico finale che comprova còme egli prosegua nella via del progresso iniziata nella cópim Guttitlin. Dopo t prlmi dlle% caautmo nel c(, dcHe mediocrità o dei lalori {uoH C()rso pei. mttncanga di forma o per sfortuna. La tiara è ,t(„a co,', t.ef n pcrrurso f.osì tormentato, il seguito così afMlato clw ieH em dijficilc ren. ideri4 preciso conto delie condizionj e dclle dimvrenlure rfi o(/m,„0. \CM forata non ÌM piu. ripreso, |rft; ha avuto asilo brutto momen- to non ha avuto tempo di superarlo senza affogare. Così sono scomparsi o haù navigato nella nebbia uomini come Lapeble, Ducazeaux, Tropi, Gallien, Mollo, Canavesi, Molinar. Ma, anche se, prima 0 dopo,\hati dovuto inchinarsi, son degni . , -, , . . . ... . . . di. elogio Minasso e Cafferatta, Bianchi e Montobbio, Macchi e Fraccaroli, Zanti e Naisic. Il Lavoro e L'Eclaireur liamio, disimpegnato la difficile organi» \zazione con passione, perizia esi Ignorilità. l Ed ora caliamo il sipario sulla i scelta ciclistica del 1937, dopo t:n ire nir.si di intensa attività. Lo ri Mireremo su, solennemente, /Va ,quattro di sosta, su queste stesse incantevoli strade. Tutti, yiornali isti e organizzatori, industriali e 'corridori, accettano il meritato ri poso non di malavoglia, ma ali\vhc con un senso di nostalgia, svio attenuato dalla convinzione che il ciclismo italiano nel 1937 iha migliorato e dalla certezza che ìinolto più migliorerà nel 1938. Giuseppe Ambrosini

Luoghi citati: Ca-po, Celle, Genova, Nizza, Noli, Sanremo, Savona, Varazze