Il Torino immeritatamente battuto da una Roma non irresistibile di Luigi Cavallero

Il Torino immeritatamente battuto da una Roma non irresistibile Disavventura granata Il Torino immeritatamente battuto da una Roma non irresistibile Roma-Torino 2-1 (2-0) nichelini (FU al 4' - Borsetti (R.) al 44' del primo tompo - Rossetti (T.) al 2fi' della ripresa ROMA: Maeetti Monzeglln, Gadaldi; Frisoni, Bernardini. Fusco; Mascheroni, Subinaghi, Michelini, Searamelli, Borsetti. TORINO: Cassetti; Brunella. Ferrini; Gallea. Allasio. Meri; Bo, Vallone, Rossetti, Buscaglia,, l'alumbo. ARBITRO: Ciambeiiini, di Genova. (DAL NOSTRO INVIATO) Roma, 8 mattino. E' stata una partita inferiore all'attesa, con una Roma tutt'alro che irresistibile e un Torino privo di' capacità conclusiva. Ha vinto la squadra di casa, ma senza troppo merito, giacché per superare l'avversaria le è occorso 'aiuto di alcune circostanze favoevolì, che si possono riassumere n un rigore, benevolmente ^"concesso per un pur chiaro fallo di mano in area in un infortuniodcl portiere torinese battuto, In occasione del secondo punto daun tiro assolutamente paratale, e n alcune situazioni favorevoli ™l?™5nte sciuPate daeH avantlgranata. Una certa sfortuna C'è stato equilibrio, nel complesso del giuoco, e, anzi, se una delle due contendenti seppe insistere all'attacco e fornire azioni pregevoli per tecnica, questa fu proprio il Tonno che dopo avercominciato assai male, con ner-vosismo, seppe via via distender-si, migliorare, divenire il prota-gonista delle fasi più chiare Questo note fare, il Torino, perchè la Roma denunciava nei due nterni e nei mediani laterali, preoccuoanti debolezze. Si aprivano, per l'attività della prima linea torinese, a metà campo sbrigliata e precisa, corridoi attraverso i quai gli avanti granata giungevano a diretto contatto con l'estrema difesa romanista. A questo punto a forza dell'offensiva si spegneva e i due terzini eiallo-rossi spezzavano con suffiefente ricurezza, e se, poi, l'azione di Mbnzeglio e di Gadaldi non bastava, pensavano per conto loro gli attaccanti torinesi a mancare il segno. Così accadde a Bo. nella conclusione di una discesa effettuata al 13': l'ala balzò su ui un palone smistato da Rossetti, batt* sul tempo Fusco e piombò in area nelle condizioni migliori per calciare in rete. Il tiro, invece, passò davanti alla porta di Masettt e sì perdette oltre la linea di fondo. Così toccò a Rossetti, al 29', su centro di Palumbo e mancato rimando di TiMsco, di sparare fuori in modo inesplicabile. Non solo, ma rjoco dopo si aggiunse all'incapacità degli attaccanti una buona dose di sfortuna. Dopo che Rossetti era stato messo a terra nell'urto con Masetti e Gadaldi (e questo, giacché si fanno confronti con i sistemi arbitrali di altri paesi, sarel.'ie stato rigore per qualunque arbitro non affiliato al C.I.T.A.) si originò nell'area romana ina mischia che Vallone risolse, d'un tratto, dala sinistra, con un tiro forte e angolato. A portiere battuto la palla filò dritta verso il montante opposto, vi picchiò nella faccia nterna e tornò in giuoco. Per ultimo, agli errori e alla sfortuna, si aggiunse. Der colmare a misura, un'ingiustizia. Si era all'ultimo minuto del nrimo temdo e il Torino, incassato appena l secondo punto per una tonica di Cassetti, si ora spinto In avanti, superando ancora una volta la ^steró"chèTnostrl arbitri non ci fragile barriera frapposta dalla mediana avversaria. Il tiro conclusivo si offerse a Vallone che indirizzò giusto. Monzegìio, che stava correndo per ostacolare il granata, non trovò di meglio da fare che colpire la palla con un pugno, nettamente, e deviare in angolo. Senza drammatizzare e senza voler dubitare dell'arbitro occorre dire che il fallo fu visibile, evidente, volontario. Un cazzottone tirato alla palla per farle mutare traiettoria, forse un punto evitato. L'arbitro non era lontano, certo vide; fischiò anche, ma... per accordare il calcio d'angolo. Perchè? La spiegazione non c'è. Si entra con questo discorso In quel mistero che i nostri arbitri non ci permetteranno mai di chiarire Sapete che protestare in simili casi non conta. Passato l'attimo , , , decisione avrebbe do ^ s conviene accelL a fatt£ compiutt,. Anche se L t anChe se antisportivo, * h ^ fa, risultato di una rJ, Torinn accettò anche questa botta storta r al riposo ir suo scarto passivo era netto e grave: due a zero, Due goal di Iattura ben diversa Il primo l'aveva realizzato Michelini, quasi all'apertura del giuoco, al 4', nel periodo cioè in cui i granata apparivf no impacciati, emozionati, tardi a metter- , azi0ne, quasi suggestionati da,]q sooravaiutata forza di av. Versari ohe dovevano poi mostrar , asgai meno temibm del prevedi bile. Un punto n.agnifico, di quelli che bastano da soli per definire la classe di un campione. Michelini, piazzato al centro e libero di marcatura (la difesa granata era impegnata a destra per l'avanzata di Mascheroni) riprendeva al volo, di destro, a mezza altezza, il traversone del compagno e girava la palla in rete con un tiro preciso, ben fuori dalla portata di Cassetti. Un punto da vetrina, da porre a fare il paio con quello realizzato otto giorni prima dallo stesso Michelini a Bergamo, contro i « cadetti » svizzeri. Lo scacco aveva in certo qual modo convinto il Torino della necessità di contrattaccare e il giuoco si era andato equilibrando con buoni periodi di sterile superiorità granata. E si erano avute le occasioni sciupate alle qua-, li si è già accennato, e qualche attacco della Roma ben contenuto; comunque non tale da mettere in seria difficoltà Cassetti. H secondo fu del tutto imnrevisto. Al 44' Michelini, ostacolato in un'avanzata, da tutti e due i terzini torinesi, trovava modo di passare a Borsetti, che tirava raso terra. Il portiere si inginocchiava per la r arata, ma si lasciava sfuggire i" pallone di tra le mani e non lo raggiungeva che oltre la linea bianca. Un infortunio grosso così, che doveva, alla resa dei conti, determinare la sconfitta. Occasioni mancate Il giuoco, che era stato veloce e abbastanza interessante durante tutto il primo tempo, risultava, nella ripresa, meno piacevole e anche meno efficace. Michelini, controllatissimo da Allasio, non aveva che un ausilio insufficiente nei suoi due interni, tardi, pigri, inefficaci. Nella mediana giallorossa il solo Bernardini teneva il suo posto con ordine e accorgimento. Fusco alternava ì fal¬ i agli errori. Frisoni svolgeva un' azione senza luce. Nel confronto il reparto opposto del Torino emergeva per l'autorità di Allasio e la continuità di Gallea e di Neri. Così poterono svilupparsi numerosi gli attacchi torinesi. E per quanto anche in questa seconda parte della partita non mancassero agli avanti torinesi nè errori, nè ingenuità, pur furono parecchie le situazioni favorevoli che maturarono. Cominciò subito Buscaglia a cincischiare in area con un pallone che, messo al centro da Bo, gli offrì la piena possibilità di segnare. Buscaglia perse tempo, lasciò prima sopraggiungere Frisoni, e poi, Masetti risolse personalmente là cosa con una uscita e un rinvio di piede. Seguirono tre tiri dello stesso Buscaglia, tutti e tre eseguiti male c da lontano. Su punizione di Bernardini, e conseguente colpo di testa di Subinaghi, Cassetti balzò a deviare in angolo; e al 25', su angolo contro la Roma, battuto da Bo, Vallone deviava di testa e Rossetti, a due metri dalla rete, colpiva male il pallone, cosi da alzarlo sopra la traversa. Il punto del Torino giungeva poco dopo, al 28'. Tiro di Bo su punizione, quasi dal fondo campo, ripresa di Vallone, centro corto, intervento di Rossetti, di testa, e goal proprio a ridosso del portiere. La Roma, visto in pericolo il risultato, ebbe sprazzi di reazione, si aggiudicò due angoli, mirò a fare le cose con calma, frenò ogni tentativo avversario e conservò la vittoria nel vivace finale. Il racconto spiega come andarono le cose. Il Torino non funzionò male, nel complesso, ed ebbe momenti di giuoco lucidi. I mali suoi sono quelli che già si sanno. Debolezza al centro della prima linea, non ostante il molto impegno di Rossetti. Rendimento scarso, troppo scarso, di Buscaglia, che è l'ombra del cannoniere della scorsa stagione. Di poca utilità Palumbo; efficace, invece, e ordinato, Vallone, il cui esordio non è stato cattivo. A posto gli altri, con un notevole miglioramento in Gallea. In complesso una squadra, che pur zoppicando, non merita di cadere. Non lo meritava soprattutto perchè la Roma non seppe dimostrarsi migliore. Neppure l'unità di Bernardini fa blocco, che almeno quattro elementi lasciano molto a desiderare. Con questa vittoria la Roma ha due punti preziosi, ma non la sicurezza di poter continuare sulla via del successo; e ciò preoccupa in vista di trasferte. I punti di forza ancora sono negli anziani Monzegìio, Bernardini e Gadaldi, e nel giovani Michelini e Borsetti. Un po' poco per proclamare la squadra uno squadrone. Dell'arbitro si è detto. Ha sbagliato. Il danno ne è risultato al Torino e per questo il suo errore è passato sotto silenzio. Ma il biasimo non deve essere taciuto. E la protesta nemmeno. Quella protesta che doveva formularsi in forma di reclamo e che poi, con spirito assai più sportivo, si tramutò in un esposto indirizzato alla Federazione. Giornata di sole. Quattordicimila spettatori. In tribuna d'onore Vittorio Mussolini, l'on. Marinelli, il gen. Vaccaro Terreno in ottime condizioni. Luigi Cavallero

Luoghi citati: Bergamo, Genova, Roma, Torino