II dramma di Archambaud di Vittorio Varale

II dramma di Archambaud Per il primato dell'ora in bicicletta II dramma di Archambaud Il francese fermato da una foratura al 40° minuto quando era in vantaggio di 13" sul tempo di Slaats Milano, 28 notte. Quando stramazzò sulla pistache si accorse di avere una gomma a terra, dalle tribune — che serano andate riempiendo per la giornata festiva — partivano ancora voci di incitamento e di conforto: «Bravo Archambò! Coraggio Archambò!», ma cerio egli non le udiva, tanto le sue orecchie dovevano essere piene del rombo che accompagna le cadute dall'alto. Oh, si, molto in alto era giunto, oggi, Archambaud, du-rante il tentativo contro il récorddell'ora: e non era bastato il fred¬ do e l'umido della giornata autun-naie e neppure il vento che si eraalzato a ostacolargli la marciache egli si era lanciato contro tempi e le distanze raggiunte Umese scorso da Blaats e, grazie ud una marcia velocissima e regolare, li aveva eguagliati, poscia superandoli. Ormai il record esa suo; egli aveva ghermita la vittoria dimportanza e di significato mon-diali e certo, a costo di schiantaresulla bicicletta senza più fiato nè vista, non. se la sarebbe lasciata sfuggire. JfO minuti già durava la aspra fatica; e il vantaggio da lupreso sui tempi corrispondenti dSlaats raggiungeva i 13", quasmezzo giro di pista. Dalla gioia al pianto ici <fpi «rpvotitt «7 nelndrnmnSiierano^^^iS^M7»rfiiTeS^.! tton"I visi dei Vigorsempre pia fo di un atleta serio, volitivo, tenace e paziènte come questo francese, che, per la seconda volta, veniva a Milano per tentare l'ardua impresa e già la prima — si ricorderà — era stato frustrato a messa strada da un incidente. E un corrispondente si era già precipitato al telefono per chiamare Parigi di urgenza, per dare al tuo giornale la strabiliante notizia«Il rècord dell'ora nuovamentbattuto... *. Ahimé! Quando uscì dalla cabina e guardò, sulla pista la maglia cilestrina di Archambaud nonsolcava più l'assito nerastro e tucente... Sul bordo di essa, accasciato, piangente (si scorgevano lampie spalle scosse dai singhiozzistava il corridore. Attorno, nonc'erano che visi tristi, accoratiquasi impietriti dallo stesso dolor \ ìpra di « provava l'atleta, la cui wsa vittoriosa era stata interrotta dalla più stupida delle canne: una gomma, della sua bicicletta si era afflosciata- poco prima del 40.0 minuto, allorchè era opinione di tutti che egli avrebbe resistito gagliardamente, difendendo il preso vantaggio. Aveva cominciato al SO.o giro a portarsi alla pari dei tempi dell'olandese e da quel momento non aveva fatto che guadagnare. Lentamente, Un quinto di secondo sottra altro e poi un terzo ancora; invano le raffiche del vento \9li soffiavano addosso; Archam \baud era lanciato con tanta di!sperata fermezza che nulla valeva ìad arrestarlo. Ed il suo vantaggio sui primati mondiali cominciava a prendere consistenza a- partire dal 10.0 Km. Qui, contro i 12'53"li/5 di Blaats, il cronometrista Massara annunciava; 12'51"3/5. E, poco dopo, iperj- 15 Krn^ un altro annuncio "" i i confermava, che il primato era staio battuto dì 3" e J//5, vantaggio che saliva, a ben 5" e 3/5 al passaggio del SO.o Km. Tutto lasciava credere nella forza di volontà dell'atleta e nellu potenza dei suoi mezzi. Per la prima volta nella storia del ciclismo un uomo superava, senza allenaj tore, la distanza dei ZS. Km nella metri ai ouona misura, v . » avrebbe sggi j raggiunto t ' Io lo vedevo — mentre mi appostavo all'entrata di una curva — io lo vedevo'venirmi incontro a testo bassa, compostissimo in macchina, il tronco immobile ed iE e o : e -' ni Continuò la marcia così, e an-'co, a il primato dei 25 Km. crollò; -ìda Sk'S8"ll/5 a 32'3l"2/5. A quee-, sto punto, il mese scorso Slaats ureva rallentato per rifornirsi, ed n è Q':l. invece, che Archambaud ,:aumenta il proprio vantaggio, e]8.-no 8" al 68.0 giro; sono 10" al mezz'ora; costui vi aggiungeva 5.9metri di buona misura'. Quale stra- piedi — snodatissimi alla caviglia— che accompagnavano la pèda- lata senza una scossa, senza una titubanza, nè un arresto. A vederlo, davvero sì ha, l'impressione del corridore che « accarezza i pedali ». Gomma traditrice 10.0; sono 13" al 74... La sua marcia e cronometrica: 31" staccati ogni giro. Terrà fino in fondo ? 10 credo di sì che avrebbe tenute: Archambaud viene dalle corse su strada, e tutta la sua carriera è costellata di fughe tentate e riusc'te. Egli ha l'abitudine allo sforzo solitario e duraturo e poi il suo vantaggio morale era incalcolabile, oggi, sul primato di Slaats. Sarebbe bastato resistere forse anche pèrdendo qualche secondo. 'Ha l'avrebbe sorretto la sua aspra volontà e il conforto spontaneo, bellissimo, del pubblico milanese die non cessava dal gridargli: «Forza Archambò! Dai, Archambò! » 11 dramma — o la beffa del de sfino, chiamatela come vi piace — si verificò a metà del 75.o giro. La pista non doveva essere troppo pulita. Già, un'ora prima, Giovanni Gerbi aveva avuto il suo tentativo contro il primato dei veterani stroncato da una. foratura di gomma. E Ter « diavolo rosso » che era riuscito a portarsi in netto vantaggio sul tempo del rivale mantovano, aveva dovuto fer morsi. Altrettanto capitò al francese, che vide la sua sudatissima fatica e la sua corsa vittoriosa arrestate da un incidente del genere.E' spaventoso che sia così! Un mese di allenamento, un mucchiodagni sulle piste che si involano in un attimo insieme al. sotti! filodi spese, il miraggio della gloria, la certezza dei futuri lauti gua-d'aria che sibila dal tubolare fo rato... Il pubblico comprese la profondità di questo dramma, misurò l'ingiustizia della sorte, insieme con quanti, muti, interdetti, si fe' " .-...].. „ ... cero attorno al iriccolo parigino vanamente tentando di consolarlo.— C'est terrible... — egli ripeteva fra un singhiozzo e l'altro, mentre lo avvolgevano in un accappatoio per ripararlo dal freddo del crepuscolo. ■ Le lacrime gli rotolavano sul viso arrossalo, quasi sformato dalla fatica; sotto la pelle delle gambe, ingiallita da chissà quale unguento, si vedevano i muscoli vibrare, pari a corde a cui il riposo, dopo tanta tensione, non fosse ancor giunto come una grazia del cielo. Vittorio Varale

Persone citate: Giovanni Gerbi, Massara

Luoghi citati: Milano, Parigi