Atmosfera di incertezza alla vigilia della riunione del Comitato

Atmosfera di incertezza alla vigilia della riunione del Comitato Atmosfera di incertezza alla vigilia della riunione del Comitato lungo colloquio tra l'Ambasciatore d Piroscafo francese affondato al largo 'Italia e Eden di Barcellona Londra, 25 notte. La giornata odierna è stata caratterizzata da una intensa attività diplomatica. Il ministro degli Esteri Eden ha ricevuto al Foreign Office il conte Grandi, l'ambasciatore di Francia Corbin e l'incaricato d'affari tedesco dottor Woermann e si è intrattenuto a lungo con essi. Particolarmente importante è stato il colloquio svoltosi fra il ministro degli Esteri britannico e l'ambasciatore d'Italia, poiché esso si è protratto per ben due ore, durante le quali, come è facile immaginare, Grandi e Eden hanno ampiamente discusso la difficile situazione creata in seno al-Comitato di non intervento dalla politica recalcitrante della Russia sovietica. Che la Russia abbia creato un ostacolo molto grave è riconosciuto anche in certi ambienti di sinistra e non. solo In quelli conservatori, tanto che stamani si poteva leggere nell'organo, del laburismo inglese che, siccome il governo di Mosca non accenna a volere ritirarsi dalle posizioni occupate nell'ultima seduta del comitato « è difficile vedere quale concessione potrebbe essere fatta per superare il punto morto ». La Russia non accetta il piano britannico come base di discussione e quindi respinge la domanda italiana che vi sia unanimità a questo proposito prima di andare innanzi con i negoziati e d'alt' > canto rifiuta di consentire che il'Comitato proceda senza di essa. Il gioco è tornato: Maiski, delegato dei Soviet, si propone di assistere ai lavori senza obbiettare alle soluzioni escogitate affinchè le Potenze si illudano di poter eseguire il piano britannico. Egli, cioè, confida che in questo modo potrà essere decisa ed effettuata la evacuazione dei volontari dalla Spagna per ricordare più tardi al Comitato la sua presenza ed il suo diritto di intervenire e porre un veto al momento in cui venga discussa la concessione di belligeranza. Il governo inglese senza dubbio sta compiendo degli sforzi tendenti a trovare una forma di compromesso. La sua pazienza, come dice oggi un commentatore, non è esaurita; ma egli aggiunge che è esaurito del tutto il suo ottimismo; in altre parole, la situazione appare molto delicata e complicata agli uomini di Stato d'Inghilterra. Su ogni altro aspetto del problema — quello del Token e quello delle commissioni da inviare in Spagna — potrebbe, si dice, con un po' di buona volontà, essere raggiunto l'accordo. Ma come su perare questo dissenso iniziale? Il Ministro degli Esteri anche in vista di tali complicazioni ha deciso di continuare a presiedere il comitato londinese per tenere in freno la Francia e cercare di indurre la Russia (vana illusione!) a rinunciare alla politica dei sistematici siluramenti. Questa sera VEvening Standard si dice in grado di prevedere che la Russia compirà alla prossima occasione opportuna un'altra mossa mirante a frustrare ogni tentativo di soluzione. Mosca, cioè, secondo l'organo conservatore, avrebbe trasmésso all'ambasciatore Maiski ordine di informare Lord Plymouth, presidente del comitato, ed il Ministro degli Esteri Eden che il governo sovietico non si considera più impegnato a pagare la sua quota per il funzionamento dell'organismo londinese. A detta del collaboratore diplomatico del giornale ora citato, il Cremlino ritiene che « il meccanismo non interventistico abbia cessato di funzionare » e che attualmente il non intervento « maschera una situazione del tutto diversa da quella di una volta ». Un dispaccio ufficiale da Mosca smentisce categoricamente le insinuazioni dell'Evcning Standard e, ad ogni modo, vedremo domani, in occasione della riunione delle nove Potenze, se vi sia ancora un barlume di speranza che il Comitato non faccia bancarotta. L'Italia ha dato la settimana scorsa il suo contributo alla chiarificazione: la parola spetta dunque agli altri governi delle grandi Potenze. Intanto si nota un principio di resurrezione dei ben noti leghisti c pacifisti dell'epoca della guerra abissina, i quali sono pronti, come ben si sa, a fare, per amor della pace, qualunque cosa, perfino la guerra. E' terminato a Londra il primo Congresso nazionale britannico della cosiddetta « campagna internazionale per la pace » al quale erano intervenuti i rappresentanti francesi, belgi, olandesi e di-altre nazioni. Presenti erano anche molti prelati della Chiesa anglicana. Fra le decisioni adottate vi è quella di istituire un « obolo della pace » destinato a rimpinguare le casse della organizzazione. • Lord Cecil, che presiedeva il Congresso, si propone di compiere, prossimamente, un viaggio in America, per insegnare ai cittadini degli Stati Uniti che l'isolamento è un malanno, mentre il sanzionismo e la sicurezza collettiva sono gli ideali della umanità. Contemporaneamente a queste notizie si legge oggi nel Times' una lettera firmata dal vescovo di Bradford (colui che un anno fa lanciò le prime accuse contro Edoardo Vili dando il segnale della crisi dinastica), dal Vescovo di Worcester, da due prelati non conformisti e, cioè, il metodista Scott Lidgett e il battista S. W. Hughes e, in fine, dal.«vescovo del leghismo » Normann Angeli. Questi eminenti personaggi disapprovano le tendenze favorevoli ad una riconciliazione con l'Italia, in quanto che tale riconciliazione sarebbe precaria e temporanea c costituirebbe un sacrificio di quegli alti principii collettivistici internazionali su cui a detta dei firmatari, si basa la pace. Vice

Persone citate: Edoardo Vili, Hughes, Lord Cecil, Normann Angeli, Scott Lidgett