Sessantamila asturiani prigionieri e immenso bottino d'armi e munizioni di Giovanni Artieri

Sessantamila asturiani prigionieri e immenso bottino d'armi e munizioni imA vittoria ni Gijroxr Sessantamila asturiani prigionieri e immenso bottino d'armi e munizioni Trentacinque province su 50 controllate dai Nazionali *1 cento» mila soldati di Franco, che hanno liberato le Asturie dai rossi, si avviano già in gran parte verso gli altri fronti di battaglia (Da uno dei nostri inviati) S. Sebastiano, 22 notte. Dopo la caduta di Gijon ed il conscguente crollo completo del fronte delle Asturie, le truppe nazionali hanno proceduto nell'occupazione della zona circostante, travolgendo gli ultimi focolai di resistenza. Nelle ultime ore la bandiera bicolore è stata issata su oltre SI villaggi. Alcuni gruppi di rossi, che in numero complessivo di cinquemila resistevano ancora, come è noto, nei Picchi d'Europa, si sono ■ arresi questa mattina avendo « perduto ogni speranza di poter venir aiutati e liberati dai fratelli rossi », come essi stessi hanno dichiarato, presentandosi alle linee di FranGo. Tutto finito al nord ire quarta brigata di Navarra, procedendo oltre Oviedo, ha occupato nelle primissime ore di questa mattina il villaggio di Mieres, senza colpo ferire. Durante questo ulteriore spostamento, i nazionali hanno fatto oltre duemila prigionieri. Circa, la liberazione di Oviedo, succeduta alla caduta di Gijon di poche ore, si aiiprendono nuovi particolari. Nel tardo pomeriggio di ieri le forze nazionali che erano assediate in Oviedo da- oltre un anno, hanno effettuato due vittoriose sortite, non appena la radio ebbe loro confermata la Victoria di Franco, riuscendo a stabilire il collegamento con una delle colonne che, dolio aver occupato G-ijón aveva ripreso l'avanzata in direzione ovest. Nel corso della sera di ieri anche Aviles, l'ultimo posto asturiano ancora in possesso dei marxisti verso oriente è stato occupato da una colonna nazionale, partita da San Esteban de Pravia. Prima di occupare Aviles la colonna ha dovuto travolgere due linee di difesa, costruite dui rossi nei dintorni della città. Con la cattura di Gijon sono trentacinque le Provincie che, in tutto o in parte, sono controllate dai naziotialisti e più precisamente ventiquattro lo sono totalmente ed undici parzialmente. Il governo di Valencia non estende più la sua autorità che su quindici Provincie. Inoltre viene confermato che la massima parte di quei sessantamila asturiani, che dopo la- caduta di Gijon erano stati insaccati fra Oviedo e Pravia, sono caduti prigionieri. Solo poche migliaia si aggirano ancora nelle campagne non- potendo altro che ritardare di giorni o di ore la loro cattura. Ingenti quantità di armi e munizioni sono cadute in mano delle forze nazionuli. Speciali reparti di navarresi e di guardie civili appositamente composti, stanno compiendo una vasta opela di rastrellamento in tutto il territorio conquistato. Il generale Franco ha annunciato in un discorso alla radio che « il fronte del Nord è ufficialmente scomparso » e che il generale Alonso Solchaga ha installato il suo Quartiere Generale nel palazzo municipale di Gijon. Inoltre il generalissimo vittorioso ha ordinato che venga celebrata in tutta la Spagna là « data della caduta di Gijon ». hnsscrdGgtpnnngUn vile Nel dare notizia ufficiale della fine della guerra del nord, il comunicato del quartiere generale del generalissimo Franco accenna al fatto incontrovertibile che gli asturiani sono stati abbandonati dal loro capo Belarmino Thomas, il quale, pur avendo mille volte affermato di voler resistere fino alla morte e di voler morire piuttosto che arrendersi, è stato il primo a fuggire. Belarmino Thomas, il sanguinario, il distruttore di Cangas de' Onis e di Colunga, si trova attualmente a Bajona in una villa con la sua famiglia, ed è certo che,'avendo abbandonato Gijon dopo essersi provveduto di tutto il necessario per poter vivere all'estero, egli sarà da annoverarsi tra quei rossi che, non potendo ritornare in Spagna dulia frontiera di Cerbòre, perchè destinati a passare immediatamente davanti ad un tribunale popolureresteranno sul territorio francese indisturbati, perchè muniti dmezzi propri. Belarmino Thomas ha voluto in ogni modo dare un ultimo segno di vita, appena arrivato in Francia. Per giustificare la sua fuga, e per attenuare l'impressione provocata dal disastro militare, egli ha dichiarato che le forze astuiiane erano rimaste senza munizioni. Si tratta invece duna miserabile scusa. Le forze asturiano disponevano, come si è rilevato, ancora di ingenti quantità di munizioni, di artiglieria, dfucili e mitragliatrici e potevanquindi resistere a lungo. Non hanno resìstito perchè sono state inequivocabilmente vinte dalle forznazionali. L'annuncio della caduta di Gijon dato alla- radio ha suscitatenorme entusiasmo in tutta lSpagnu. Tutte le città e i yiHaì/a ho» esclusi i centri più piccoli, sono imbandierati ed illuminati a festa. L'animazione è durata vivissima fino a tarda ora nelle grandi città. Una colonna di asturiani, residenti a Siviglia fin dall'inizio della guerra, civile, è partita per Gijon. Si apprende, intanto, che sono già cominciati i movimenti di truppa verso gli altri fronti. Gran parte dei cento mila soldati nazionali, che si trovavano occupati nelle Asturie, saranno trasferiti nei settori di Madrid e di Saragozza. Giovanni Artieri L'ARRIVO A ROMA DEI FERITI ITALIANI REDUCI DALLA SPAGNA. (Telefoto),

Persone citate: Alonso Solchaga, Aviles, Bajona, Navarra, Oviedo, Valencia

Luoghi citati: Europa, Francia, G-ijón, Madrid, Roma, Siviglia, Spagna