Il tentativo di collaborazione minacciato dall'insidia sovietica di Giuseppe Piazza

Il tentativo di collaborazione minacciato dall'insidia sovietica La ripresa delle discussioni di Londra Il tentativo di collaborazione minacciato dall'insidia sovietica domani V piufl/one elei Comitato di mio mi iMitervoMito Berlino, 18 mattino. Nella battuta d'aspetto della sessione londinese si mettono in opera, da parte tedesca, tutti gli sforzi di pBrsuasione perchè il tentativo di conciliazione, «ultimo tentativo» come viene designato da coloro che mettono in questa espressione troppa intenzione «ultimativa» perchè si possa veramente credere ad una loro sincera e onesta volontà conciliativa, non passi invano, e non se ne debba concludere che in Europa infinitamente di p'.ù valga l'azione di chi, al di fuori della famiglia europea, è animato dal solo interest? di rendere impossibile la • convivenza pacifica dei popoli del continente, che non l'interesse di questi popoli stessi a questa palifica convivenza. Pressioni fuori indirizzo Si rileva come con la ripresa idi Londra 4? posizioni siano sostanzialmente ritornate quali erano quest'estate, al momento in cui il «no» sovietico al progetto britannico fece saltare tutto: ognuno cioè, malgrado quel sabotaggio, ha ripreso le propil'.e posizioni. Ma l'Italia e la Germania hanno fatto ancora di più: hanno aderito anche al nuovo progetto franco-inglese di f.mmediato ritiro di una certa quantità, uguale, di volontari, si intende con le dovute cautele e garanzie, a-, ripete, In sostanza, la situazione dell'estati? scorsa attorno al tavolo di Londra: un'altra volta sono l'Italia e la Germàula che aderiscono al plano anglo-francese. E' dunque il momento buono perchè un nuovo tentativo sabotatore tlnteryenga da parte di Mosca a far saltare il tavolo per aria. La stampa tedesca, commentando i forti e conciliativi discorsi tanto di Grandi come di Ribbentrop, rileva come la distanza delle due posizioni sia poca e riguarda soltanto punti di procedura perchè un fallimento delle trattative possa domani riuscire comprensibile ai popoli. Non giova però a diminuire questa distanza il tono ultimativo di certi punti del progetto francese, dagli inglesi appoggiato, come l'accenno alla ripresa della libertà di azione, a cui, naturalmente, ha corrisposto, del resto, dall'altra parte, per bocca di von Ribbentrop, la conseguente analoga minaccia della ripresa dell'identica libertà da parte italiana e tedesca. A queste pressioni corrispondono le altre prospettate da parte inglese nel discorso di Eden della vigilia. Ma a che cosa si vuole arrivare con tutto ciò? Si crede davvero che la politica delle due Potenze dell'asse possa da queste pressioni all'ultimo momento lasciarsi spostare dall'immutata e coerente linea tenuta fin dal primo inizio della crisi, e ciò proprio al momento in cui esse rinnovano, con la loro condiscendenza, la prova che non ad esse, ma ad altri, è da attribuire la colpa dell'Impossibilità di progressi della trattativa dall'estate scorsa a questa parte, e ad esse, invece, spetta il merito della sua ripresa e dei soli spiragli di luce e di speranza con cui essa si inizia? La stampa ne conclude ammonendo Parigi, ammonendo Londra e il signor Eden che non a Roma nè a Berlino bensì a Mosca devono essere rivolte le loro pressioni. Dove è l'ostacolo Il tono degli articoli odierni della stampa tedesca è questo: occhio a Mosca, occhio al disturbatore extra europeo. Se non vi fosse la questione spagnola — è questa un'affermazione ritornante nella stampa tedesca — la riorganizzazione dell'Europa sarebbe a quest'ora un fatto compiuto; ora la stampa nota come basti a giungere a ciò la constatazione che se non vi fosse Mosca non vi sarebbe la questione spagnola, per identificare con ogni chiarezza dove e quale.sia l'ostacolo a cui la ripresa europea si urti. Eden nel suo discorso ha parlato, con tono e intenzioni oscure, di separazione degli interessi mediterranei inglesi dalla questione spagnola. I giornali tedeschi riprendono quella formula di Eden per rettificarla nel senso che bisogna veramente riacquistare la coscienza di quelli che sono gli interessi veri dell'Europa separandoli da una questione spagnola creata, intristita e resa pestifera dall'intromissione extra europea, anzi anti europea di Mosca. E li il segreto. Bisogna che l'Europa riprenda la coscienza di sè, che le è stata annebbiata dall'azione boi-, scevica. Tutti i maggiori giornali tedeschi, dalla Frankfurter Zeitung alla Koélnische Zeitung, all'Hamburger Fremdenblatt, sostengono oggi questa tesi. E vi è la Franlcfurter Zeitung che con assai >acutezza rileva come un sintomo confortante, malgrado tutto, di questa coscienza, la quale non 'può essere morta, si era miracolosamente avuto in qualche moc'io £ Nyon con l'evidente ricacciala in dietro di Mosca dal compiti} del csfdcfcrrlftmpmvnEpednlulrbpscrPltlsdqtzsacqsniacnsdcsb controllo mediterraneo. La realtà si era in quei caso imposta da sè, forse malgrado la volontà stessa dei partecipanti. Non vi è che da continuare in quell'indirizzo che fu dettato dall'istintivo senso di conservazione europea per salvare tutta la situazione e riprendere, in breve, il tempo perduto sulla via dell'organizzazione e pacificazione definitiva del continente. Ritornare, insomma, alla dimenticata Europa: ecco il compito. La coscienza europea Il giornale scrive che dalle immediate sedute del Comitato si vedrà se le Potenze che presiedono, in definitiva, alle sorti della Europa, avranno la forza e la capacità di riscattare la coscienza europea che esse rappresentano, dall'ottenebramento e dalla rovina loro minacciati da Mosca con l'insidia spagnola; ovvero se, per un riguardo a un Paese che all'Europa non appartiene esse vorranno ancora sacrificare la possibilità di una collaborazione reciproca che dell'Europa sarebbe la salvezza. « Allo stato delle cose — conclude l'importante organo — l'Europa è rappresentata da quattro Potenze: Inghilterra, Francia, Italia, Germania. Questo è il risultato di una grande lotta di anni, alla fine della quale anche l'Italia si è conquistata con sicurezza il diritto di appartenere a queste quattro colonne. Sono queste quattro Potenze che devono riorganizzare l'Europa. Nel momei'to stesso In cui la dichiarazione tedesca al Belgio ricorda a tutti che la crisi spagnola è un episodio il quale non ha che interrotto uno sviluppo di cose che riguardava il nocciolo vitale dell'Europa, possa il Comitato di Londra riuscire ad avviare almeno un regolamento che permetta all'Europa di ritornare a quel nocciolo, cioè a se stessa ». Giuseppe Piazza

Persone citate: Ribbentrop