LA NOTTE DEL 16 LUGLIO

LA NOTTE DEL 16 LUGLIO ■Il MASSACRO DELIA IFAMIIftlLIIA DEUQ Mg LA NOTTE DEL 16 LUGLIO La Ceka nella casa Ipatieff - Le ultime pagine del diario di Nicola II - " La casa è bella e pulita. Abbiamo dormito meravigliosamente „ - Come si tentò di far sparire le tracce del delitto - Le rivelazioni di un telegramma cifrato - Un cinico processo e la condanna a morte di cinque innocenti - La tragica fine dei veri assassini IJJl è molto fantasticato sul miro della fine dei Romanoff. fella realtà, questo mistero non esiste. La prigionia dello zar e il jmassaoro della casa Ipatieff sono nella storia della Russia, le cose èteno oscure che si conoscano. Non &è una giornata, dal momento in cui lo Zar è prigioniero, che non sia narrata fedelmente nel diario intimo di Nicola e che non sia controllata da decine di testimonianze; non c'è un minuto della tragica, notte del 16 luglio che'noti sia accertato da deposizioni, documenti, prove materiali. Hanno parlato gli esecutori del massacro, hanno parlato i loro familiari, hanno parlato i telegrammi scambiati tra i soviet di Ekaterinburg e l'Esecutivo di Mosca, hanno parlato infitte le ceneri raccolte nella miniera dei « Quattro Fratelli », ceneri che racchiudevano, con frammenti di ossa calcinate, numerosi aggetti appartenenti alle vittime. Nessun mistero, quindi. Non nimicano le prove dell'eccidio, ce ne sono troppe. Ekaterinburg viene occupata dalle truppe antibolsceviche il 25 luglio, nove giorni dopo il delitto. Il SO luglio si ini zia l'inchiesta. Essendo i poteri in mano dell'autorità, militare ed essendo tra i rossi prigionieri numerosi testimoni del massacro, tutto quanto risulta dai sopraluoghi del giudice istruttore, Nicola Sokoloff, viene controllato attraverso una serie imponente di deposizioni. Si deve a un complesso di circostanze che lo spazio ci impedisce di illustrare se passano degli anni prima che il materiale dell'inchiesta possa veder la luce. Il luogo dell'eccidio Altro luogo comune da bandire: la casa Ipatieff non è una vecchia bicocca, non è un carcere oscuro. e' una bella villa a due piani, vasta, luminosa, moderna. L'interno è signorile, l'arredamento elegante. Prende il nome dal suo proprietario, un ricco signore di Ekaterinburg: Nicola Nicolaievich Ipatieff. Ciò che d-à un tono tetro alla casa Ipatieff è la doppia palizzata che i bolscevichi hanno innalzato tutto intorno, è l'odiosità delia guardia che stringe i prigionieri, è l'atmosfera di incubo che ben presto vi instaura/no i rossi. Ma lo JSar, varcandone la soglia, non ha il più vago sospetto che in questa casa lo attende la morte. La sua prima impressione è singolarmente favorevole. Appena arrivato, il SO aprile 1918, egli scrìve nel suo diario: « La giornata è stata ancora magnifica e calda. Alle 8,40 .siamo arrivati a Ekaterinburg. Siamo rimasti tre ore in una stazione. Una discussione animata si è accesa tra i commissari locali ed i nostri. Finalmente i commissari locali hanno avuto la meglio e il nostro treno è stato diretto verso un'altra stazione: quella delle merci. Dopo una nuova sosta di un'ora e mezza, siamo scesi dal treno. Iakovleff ci ha passati al commissario locale e, con quest'ul timo, siamo montati in tre su una automobile che, attraverso strade deserte, ci ha portati alla casa preparata per noi: la casa Ipatieff. A poco a poco sono arrivati tutti i nostri ed i bagagli; tuttavia non hanno lasciato entrare Valla. « La casa è bella e pulita. Ci sono state riservate quattro grandi camere: una camera da letto d'angolo, un gabinetto da toilette, una sala da pranzo le cui finestre danno su un giardinetto e dalle quali si scorge la parte bassa della città, e, infine, un vasto salone. Per molto tempo non abbiamo potuto disfare i nostri bagagli perchè il comandante e l'ufficiale di guardia non venivano a visitare le nostre valigie. Finalmente; questa visita c'è stata ed è stata estremamente severa: una vera visita doganale. Tutto è stato esaminato, sino all'ultimo flacone della farmacia da viaggio di Alice. Questo mi ha fatto uscire dai gangheri e ho detto molto seccamente al commissario cosa ne pensavo. Finalmente, alle nove, abbiamo potuto sistemarci. Alle quattro e mezza ci avevano portato il pranzo da un albergo vicino. La sera, quando abbiamo finito di sistemare tutto, abbiamo preso il te e uno spuntino. « Siamo sistemati cosi: Alice, Maria ed io nella camera da letto, il gabinetto da toletta è in comune; Demidova (una cameriera) è nella sala da pranzo; Botkin (il medico), Cemodurof Sednief (camerieri) nel salone. La camera dell'ufficiale di guardia è vicina al vestibolo. Gli uomini di guardia occupano due camere vicine alla sala da pranzo. Per andare nella sala da bagno o al W. C. bisogna passare davanti alla sentinella che sta alla porta del corpo di guardia. Tutto intorno alla casa è costruita un'alta palizzata, a 4 metri dalle finestre. Vicino alla palizzata c'è un cordone di sentinelle; nel giardinetto, anche ». ~~ Mancano i letti « Abbiamo dormito meravigliosamente — scrive l'indomani lo zar — e alle nove abbiamo preso il the ». Leggiamo, alla data del Ih maggio, nel diario dello zar: «... Oggi ci è stato fatto dire per mezzo di Botkin che non dovremo passeggiare che un'ora al giorno. Quando gli abbiamo chiesto perchè, l'ufficiale facente funi di ndt ci ha rispo sto: « Perchè il regime somigli a quello di una prigione ». L'indomani, 15 maggio: « L'applicazione del regime di prigione è continuato: stamani un vecchio pittore ha coperto di calce le finestre di tutte le camere. Si ha l'impressione, dalle finestre, di scorgere un nembo di nebbia...». Il 2S maggio, all'arrivo delle granduchesse e dello zarevich da Tobolsk: «... Sino alla fine della sera abbiamo atteso i letti e il materiale necessario che bisognava portare dalla' stazione ma non è venuto nulla e tutte le nostre figlie hanno dovuto dormire sul pavimento. Aiexei si è coricato sulla branda di Maria ». Il 29 giugno, cioè diciassette giorni prima del massacro, Nicola II scrive: « La nostra cara Maria ha diciannove anni. La temperatura è sempre torrida: 26° all'ombra e 24» nelle camere. E' persino difficile a sopportarsi. Abbiamo passato là notte all'erta, tutti svegli e vestiti... ». I puntini di reticenza sono nell'originale, in una delle ultime pagine dell'ultimo quaderno del diario. Le parole seguono subito dopo così: « La ragione è che alcuni giorni fa abbiamo ricevuto, una dopo l'altra, due lettere nelle quali ci si avvertiva di prepararci a essere portati via da persone devote. « Ma essendo passati parecchi giorni senza che accadesse nulla, eravamo torturati di attendere cosi nell'incertezza ». Mentre i prigionieri sperano, l'eccidio matura nell'ombra. La condannala morte viene da Mosca. I prigionieri la ignorano sino all'ultimo istante. L'ordine è di uccidere lo Zar. Le autorità di Ekaterinburg lo estendono a tutta la famiglia. Per essere più sicuri della esecuzione cambiano ancora una volta gli «omini di guardia. Al posto di Advief viene Iurovski, E' il 4 luglio. I condannati hanno solo dodici giorni di vita. La famiglia occupa ora tutto il primo piano della casa, L'arrivo delle granduchesse e dello zarevich ha imposto, un'altra distribuzione dei locali. Ricaviamo la. pianta dell'abitazione e le fotografie dai documenti dell'inchiesta del giudice Sokoloff. Giacobbe Iurovski La Ceka entra in scena in questi ultimi giorni. I capi più influenti della sezione di Ekaterinburg sono Iurovski e un certo Golosciokin. A Mosca sono giunte da Ekaterinburg segnalazio¬ ni poco rassicuranti sulto ^tato d'animo dei soldati che formano la scorta della Casa Ipatieff. Si dubita della loro fedeltà e si teme, più che altro, che al momento decisivo possano rifiutarsi di partecipare al delitto. Bielobodoroff, membro del comitato esecutivo e presidente del consiglio regionale di Ekaterinburg telegrafa a Golosciokin che si trova a Mosca in attesa di ordini: « Siromolotoff (altro membro dell'esecutivo di Ekaterinburg) è partito per Mosca per organizzare l'affare secondo le indicazioni del centro. Apprensioni vane. Inutile inquietarsi. Advief revocato. Mosckln (aiutante di Advief) arrestato. Advief sostituito da Iurovski. Guardia interna cambiata. Altri la sostituiscono ». . Iurovski — Giacobbe Mikailovich Iurovski — è figlio di un malfattore, condannato per rapine a Viano armata e inviato in esilio perpetuo in Siberia. Inizia gli studi alla sinagoga ma non li conduce a termine. Fa l'orologiaio a Tamsk. Nel 1905 va in Germa- nia. Vive un anno a Berlino dove abbandona la religione ebraica e si fa luterano. Ritorna a Tomsk ed apre un altro negozio da orologiaio. Notato dalla polizia per le sue tendenze rivoluzionarie, viene esiliato a Ekaterinburg dove fa il fotografo. Allo scoppio- della guerra segue un corso per infermieri e viene destinato a un aspe- dale di Ekaterinburg. E' un uo mo crudele, insinuante; ostinato, lo definiscono i conoscenti. Ama opprimere la gente, dire uno fra fello Leiba. E' un despota e uno sfruttatore, dice sua cognata. Avere nelle mani i Romanoff, è per lui una gioia imprevista. Egli è felice, all'arrivo della condanna da Mosca, di poter uccidere lo zar. Vorrebbe uccidere anche la zarina c i figli, ma non osa, non sa come giustificare, il massacro senza un ordine dell'Esecutivo. Gliene fornisce l'occasione l'avanzata delie truppe bianche ed egli non se la lascia sfuggire. Ha le mani libere; finalmente, ed è a questo punto che sceglie i suoi complici. Chi sono? « Nella casa — scrive lo Zar l'S luglio — ci sono nuove sentinelle lettoni ». Non sono tutte lettoni e saranno identificate più tardi. Il delitto è ricostruito a questo pun to attraverso le testimonianze di Medviedef, uno degli assassini, e di Yakimof che assistette al massacro. Meelviedef fu fatto prigioniero nel febbraio 1919 dalle ruppe antibolsceviche e dichiaròper salvarsi, di aver assistito alla cena ma di non aver sparato, circostanza contestata invece da alri testimoni. Egli morì di tifo un mese dopo. «Nessuna notizia di fuori...»Le ultime parole dello Zar sono queste: i Aiexei ha preso il suo primo bagno dopo Tobolsk; il suo ginocchio va meglio ma non può ancora fletterlo completamente. Iempo è dolce e piacevole. Nessuna notizia dal di fuori ». Questa pagina ha la data del 1S uglio 1918. Il massacro avviene nella notte tra il 16 e il 17. Ci sono quindi tre giorni di silenzio. Cosa accade in questi tre giorni? Iurovski esce spesso a cavalo. Ha una sola preoccupazione ormai: far sparire i cadaveri. Cerca l posto più adatto. Passano così la notte del llf e quella del 15 luglioLa giornata del 16 luglio passa tranquilla. Sino alla mezzanotte nessuno dei Romanoff ha il sospetto della ragedia imminente. Prima del'una Iurovski sale al pruno pianoentra nelle camere dei prigioniere li sveglia. Dice che in città csono torbidi e che tutti, per la loro icurezza personale, devono seguiro al pianterreno. Mezz'ora dopo prigionieri sono pronti. Si scendono le scale insieme. Precedono Iurovski e Nikulin, segue lo Zar che porta in braccio lo Zarevichvengono poi la Zarina con le figlie, il dott. Botkin, la cameriera Demidova, il cuoco Karìtonof e icameriere Trup. Tutta la Corte è ridotta a undici persone. Saranno uccise tute. I prigionieri si fermano nella camera indicata da Iurovski. Euna. camera ampia, dalla, tappezzeria chiara, sema mobili. Lo zarevich non può stare in piedi per a. sua malattia alla gamba e ssiede a terra al centro della camera, Si chiedono delle sedie. Xe vengono portate tre. Lo zar, la zarina e il ragazzo siedono. ìurowski è uscito. Passano parecchi mimiti. Nessuno parla. Nes- sano sospetta che questi minuti lenti inerti silenziosi sono gli ultimi. Cosa avverrà? Iurovski bruscamente ritorna. E' accompagnato da nove uomini. Tutti sono armati di pistola. Si guardano un istante negli occhi. ìurowski fa un passo avanti c dice all'imperatore: «I vostri hanno voluto salvarvi, ma non ci sono riusciti e noi siamo costretti ad uccidervi*. Lo zar non ha capito. Ha appena il tempo di dire; Che!... Iurovski solleva la pistola e lascia partire un colpo. Lo zar cade fulminato. Nello stesso istante gli altri nove uomini fanno fuoco sul gruppo. I colpi si seguono vicinissimi col crepitìo di una mitragliatrice. Lo zarevich è caduto e geme debolmente. Iurovski gli si avvicina e lo fa tacere con un altro colpo di rivoltella. Anastasia, la più giovane delle granduchesse, urla di dolore. Viene finita a colpi di baionetta. La Demidova che è sfuggita alle rivoltellate, viene uccisa per ultima. L'ora degli sciacalli / carnefici rimettono le pistole nella fondina. L'atmosfera della camera è irrespirabile. L'aspro odore della polvere si confonde al l'odore pungente del sangue. Le pareti sono sforacchiate di colpi Chiazze rossastre macchiano la tappezzeria. I dieci nomini si chinano sulle vittime, le spogliano dei gioielli, le avi'olgono entro teloni e lenziioli e le caricano su un grosso autocarro che attende alla porta tra le due palizzate che circondano la casa. La strada è deserta, ma l'alba sta per apparire. Un alito fresco si ingolfa sulla Vossenessensky. Nessuno ha sentito? Non si vede anima viva. Il camion si incammina, Vaganof lo precede a cavallo. Il macabro con voglio avanza così per una doz Zina di, chilometri fuori dalla città. C'è una radura al centro della boscaglia, a quattro chilometri dal lago Isetskoe. Un cordone di sentinelle circonda per tre giorni quella zona. E' l'ora degli sciacalli. Sotto la direzione di Iurovski i cadaveri vengono spogliati. Si scoprono così altri gioielli che le granduchesse tenevano nascosti sotto gli abiti. Nella fretta alcuni oggetti cadono a terra, iaznnldn vengono calpestati e si smarriscono. I cadaveri vengono fatti a pezzi e deposti su grandi cataste di legname alle quali si dà fuoco. La combustione è accelerata dalla benzina. Infine, quando le ossa calcinate resistono ancora al fuoco, si impiega l'acido solforico. Solo piccoli frammenti d'ossa e oggettini di metallo sfuggono alla distruzione. L'inchiesta ha provato che durante quei tre giorni Iurovski fece portare dalla città alla boscàglia 175 chili di acido solforico e più di S00 litri di benzina. Quando tutto è finito, gli assassini fanno sparire le tracce dei roghi e gettano le ceneri nel pozzo abbandonato di una lamiera, E' lì che pochi giorni dopo, la commissione d'inchiesta ritroverà, coi gioielli sfuggiti ai carnefici, le tracce della macabra fornace. Ekaterinburg cade il 25 luglio nelle mani delle truppe antibolsceviche. Prima che i rossi la riconquistino, l'inchiesta accerta tutti LA LISTA dei pasti dell'ultima giornata trascorsa dallo zar a Tobolsk (25 aprile del nostro calendario). E' scritta ancora sui cartoncini che usavano a Corte. Colazione: Zuppa di barbabietole, costolette di vitello tritate con legumi. Pranzo: Patate oon burro, prosciutto fresco di maiale con legumi. particolari del massacro; accera che la guardia esterna intorno alla casa Ipatieff è rimasta di fazione, dopo il deiitto, per tre giori interi temendo che la popolazione di Ekaterinburg, sospettando 'eccidio, insorgesse; accerta che dei dieci massacratori, pingue sono ex prigionieri di guerra austroedeschi che noti hanno fatto riorno in patria, quattro sono ex forzati russi (Medviedef. Nikulin, Ermakof e Vaganof), il decimo è Iurovski. Il destino fa giustizia Il 20 luglio, il Presidio,rosso degli Urali affigge nelle vie di Ekaterinburg un manifesto in cui dà notizia della condanna a morte di Nicola Romanoff. «La sentenza —■ dice il manifesto — è stata ese guìta nella notte dal 16 al 17 lu glio. La famìglia Romanoff è stata trasferita da Ekaterinburg in altra località più sicura »'. « Il mondo non saprà mai cosa ne abbiamo fatto » dice il commissario Voikoff contando sulla macabra opera di distruzione defuoco e degli acidi. Ma fuoco e acidi non hanno disti ulto la fìbbia del cinturone dello zar. il suo portaritratti, gli orecchini della zarina, la dentiera del dott. Botkinle cerniere metalliche di sei bustiquello della zarina, delle quattro granduchesse e della camerieraGli oggetti a decine vengono ritrovati c riconosciuti. Le autorità sovieitiche continuano a negareUn telegramma cifrato cade però nelle mani degli agenti antibolscevichi. E' Bielobodoroff che da Ekaterinburg informa il Comitato esecutivo centrale di Mosca. « Comunicate a Sverdlof che la famiglia ha subito la stessa sorte decapo. Ufficialmente sarà perita nello sgombero della città ». La cinica fandonia ha breve vita come ha breve vita il tentativo di scaricare la responsabilità demassacro sui socialisti. Un anno dopo i bolscevichi inscenano un processo contro una ventina di socialisti e ne condannano a morte cinque. La sentenza è eseguita a Perni nel settembre del 1919. Così il dramma ha termineNegli anni successivi il destino fa giustizia. Tutti gli assassini pagano con Ut vita il loro delittoSverdlof scompare dalla sua casa misteriosamente, senza lasciare tracce. Senza dubbio ha perduto la fifa. Iurovski è in un manicomio e non ne uscirà mai più perché quando si hanno precedentpolitici, nella Russia soviettìca imanicomio è la tomba. Medviedeff è assassinato da agenti della stessa Ceka In circostanze molto oscure. Bieloborodoff viene condannato a morte e fucilato in uno dei recenti processi di MoscaIakovlef muore in una sciagura automobilistica.. Voikoff — chaveva fornito la benzina e l'acido per distruggere ì cadaveri e chaveva detto: «Nessuno saprà macosa ne abbiamo fatto» — vienassassinato alla stazione di Varsavia da un profugo russo. m. s. FINE. SVERDLOF che diede l'ordine di uccidere lo zar. Egli è scomparso misteriosamente, molti anni addietro, dalla sua casa di Mosca e con molta probabilità è stato ucciso. IUROVSKI il maggiore colpevole dell'eccidio della Casa Ipatieff. Dopo il delitto è diventato improvvisamente pazzo furioso e si trova ora da molti anni in un manicomio. WOIKOF che ~veva fornito la benzina e l'acido per distruggere' i cadaveri. Nominato ministro soviettlco in Polonia, veniva assassinato, alcuni anni addietro a Varsavia ' nini» TERRAZZO I STANZA DELLA | CAMERIERA ' DELL • IMPERATRICE CUCINA ^ PIANTA DEL PRIMO PIANO rrrrrfiìTfinm TERRAZZO i mt. PIANTA DEL PIANO TERRENO L'ITINERARIO SEGUITO DAI ROMANOFF per andare dalleloro camere del primo plano alla camera del delitto al plano terreno, AVVENNE L'ECCIDIO LA CASA IPATIEFF DOPO L'ABBATTIMENTO DELLA PALIZZATA