Pugili azzurri in Germania

Pugili azzurri in Germania Pugili azzurri in Germania A Brema, a Wesermuende e ad Hannover la squadra dei nostri dilettanti si è fatta, Ja settimana scorsa, vivamente applaudire e complimentare dal pubblico germanico che, come è noto, considera ormai il pugilato come uno sport nazionale, con le sue molte migliaia di' pugnatori dilettanti e affolla gli stadi pugilistici specialmente quando i loro campioni si battono coi rappresentanti del pugilato di altre naziohi. I nostri otto atleti hanno, del resto, meritato gli applausi degli sportivi delie tre città germaniche e meritano il plauso degli sportivi italiani perchè nello spazio di sei giorni, dal 4. all'8 ottobre, hanno sostenuto tre duri combattimenti contro fortissimi avversari che si rinnovavano e che perciò erano certamente più freschi di loro. Ciò non ostante, sono-riusciti a ritornare in Italia vergini da sconfitte e con al loro attivo due nettissime vittorie (10 a 6 a Brema, 11 a 5 a Wesermuende). Un tale successo di una squadra di pugili dilettanti italiani in Germania è stato superato una sola volta dalla squadra che parecchi anni fa ad Erfurt, Bochum e Hannover riportò, nello spazio di sei giorni, tre vittorie rispettivamente per 14 a 2, 13 a 3 e 12 a 4. T-ia squadra di quell'epoca era composta di fortissimi elementi, tra i quali i piacentini Rossi e Longinotti ed ì romani Bianchini o Alessandri e poteva considerarsi una squadra nazionale, mentre quella che ha vinto la scorsa settimana a Brema e Wesermuende e che ha pareggiato ad Hannover mancava di due tra gli esponenti del nostro attuale pugilato: Sergo e Musina. L'avere un'altra squadra italiana, a distanza di molti anni, potuto passare attraverso tre confronti consecutivi in Germania senza subire sconfitte è molto significativo e dimostra che, se la Germania ha fatto enormi progressi in campo pugilistico dal 1930 ad oggi, l'Italia l'ha seguita passo passo ed è sempre decisa a contenderle strenuamente il primato europeo in campo pugilistico Le vittorie di Brema e Wesermuende ci volevano, del resto, per ristabilire l'equilibrio e, cioè, per cancellare la sconfitta subita dalla nostra « nazionale » a Trieste10 scorso agosto di fronte allo squadrone germanico, forte di due campioni olimpionici, Kaiser e Lunge, e di due campioni d'Europa, Murach e Nuerberg, sconfitta chc^ jmrtroppo, è dovuta esclusivamente-all'assenza per malattia del medio-massimo Musina. L'Italia ha ottime riserve ed ogni anno ci rivela un atleta del pugno degno dei suoi predecessori. Quest'anno, per esempio, si è schierato tra i più forti campioni d'Europa il peso mosca Zucca, che nel 1936 era un novizio.11 mancino torinese, non bisogna dimenticarlo — e i primi a non dimenticarlo saranno i tedeschi — ha battuto a Trieste il campione olimpionico Kaiser ed ora ha sconfitto, uno dopo l'altro, i migliori pesi mosca dell'alta Germania, confermando la sua indiscussa superiorità su tutti gli avversari oppostigli. Nè Zucca è un'eccezione tra i giovani, che dietro a lui c'è il diciottenne romano Nardecchia già favorevolmente noto in campo internazionale. Anche, dunque, se il secondo campione olimpionico dei mosca, Gavino Matta, passasse alla categoria superiore, abbiamo con chi sostituirlo validamente. Un altro elemento che deve pur sempre considerarsi delle ultime leve pur essendo più anziano e più noto di Zucca, è il pe30 leggero Rea, che ha sostituito in questi ultimi incontri internazionali il ligure Pacchia. Il giovane peso leggero romano si è brillantemente comportato testé nel duro « giro » in Germania e si può ormai contare su di lui, come ormai si può contare sul risorto peso piuma riminese Montanari e sull'anconitano Pittori che, dopo la sua vittoria sui campione d'Europa Murach, ha battuto tutti i migliori pesi medio-leggeri germanici confermando, cosi, in maniera indubbia, la sua magnifica vittoria di Trieste. E per chiudere questa lusinghiera rivista di nuove fresche forze, segnaleremo il ligure Faraone, un peso medio di grande avvenire, che le ultime battaglie internazionali hanno favorevolmente collaudato. Dove, purtroppo, siamo ancora deboli è nei pesi massimi. Lazzari è un ragazzone di molta buona volontà, ma la sua classe, come peso massimo, non è elevata, come non lo è quella di Paoletti Nino. Ci sono tra i giovanissimi, per esempio, il campione dei Giovani Fascisti di quest'anno, degli elementi che, specialmente curati, potrebbero domani colmare il vuoto e, perciò, speriamo di avere per il 1940, anche nella massima categoria, un atleta di reale classe olimpicnica. Anche alla categoria dei mediomassimi si stanno rivolgendo le cure dei tecnici federali, poiché, se oggi possiamo contare su un autentico campione, che è Musina, manchiamo in effetto di riserve che possano validamente sostituire il veneto. Attendono i pugnatori azzurri durissimi confronti. Il primo sarà quello che dovranno sostenere a Lodz nel prossimo gennaio contro la fortissima squadra polacca. Si deve, infatti, ricordare che la rappresentativa della Polonia è riuscita, un po' aiutata dalla fortuna ed un po' dal reale valore dei suoi esponenti Polus, Schmichwski e Szobkoviak, a strappare per un soffio all'Italia il primo posto in classifica complessiva nei 'cani' pionati d'Europa svoltisi a Milano. Se i nostri ragazzi vinceranno a Lodz potranno ben dire di aver ripotato un'altra vittoria al l'estero che si avvicina molto, co me valore, a quella ottenuta a Nuova York contro i vincitori del « Guanto d'Oro ». Carlo Volpi